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Autore: Beauty    26/05/2012    6 recensioni
Durante la battaglia finale ad Hogwarts, Remus viene ferito nel tentativo di difendere Tonks. Dora, accanto a lui, spera con tutto il cuore che si salvi, e intanto ripercorre la loro storia...
Sulle note di "My heart will go on" del film "Titanic".
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Avada Kedavra!

- Protego!

Due incantesimi urlati quasi all’unisono. Tonks non fece in tempo a rendersi conto di quello che era successo che Remus le si parò di fronte, proteggendo entrambi con il proprio incantesimo.

Tonks boccheggiò, vedendo suo marito ansimare, mentre Bellatrix Lestrange, poco più lontano da loro, gettava il capo all’indietro, in una sonora risata sguaiata.

- Stai bene?- chiese Lupin, rivolgendo un’occhiata veloce alla ragazza.

- Sì, io…- tentò di dire Tonks, quando vide che Bellatrix si stava preparando di nuovo all’attacco.

- Attento!- gridò Tonks, facendo in modo che lei e Remus si scansassero bruscamente un attimo prima che l’Anatema che Uccide li colpisse.

Tonks barcollò, tentando di rialzarsi; Lupin, ferito ad un braccio, l’aiutò a rimettersi in piedi cingendole la vita con le mani.

- Oh, ma che teneri…- ghignò Bellatrix.- Non preoccupatevi, presto sarete di nuovo insieme…per l’eternità!

- Brutta stronza!- gridò Tonks, lanciando uno Schiantesimo in direzione della zia.

Bellatrix lo evitò senza problemi, continuando a ghignare. Tonks si allontanò di corsa da Remus, lanciandosi con furia contro la Lestrange, brandendo la bacchetta.

- Patetica!- sibilò Bellatrix, impugnando a sua volta la bacchetta.

Prima che Tonks avesse il tempo di formulare l’incantesimo, Bellatrix Lestrange le puntò contro la propria bacchetta magica.

- Sectumsempra!

L’incantesimo colpì la ragazza ad un braccio, rischiando quasi di staccarglielo. Tonks barcollò, finendo inginocchiata sul marmo freddo del pavimento di Hogwarts, con l’avambraccio sanguinante, mentre la bacchetta le era sfuggita di mano, andando a finire a diversi metri da lei.

Tonks strinse forte il braccio ferito con l’altra mano, serrando di denti per sopprimere il dolore, mentre Bellatrix avanzava verso di lei, continuando a ghignare malignamente.

- Oh, la piccola Ninfadora si è fatta la bua!- la beffeggiò. Poi, tornata seria, squadrò la ragazza da capo a piedi.- Non vedo l’ora di vedere la faccia di Andromeda quando saprà che ho ammazzato la sua bambina…- sibilò, puntando la bacchetta contro la fronte di Tonks.

- Avada Kedavra!

- No!- urlò Remus.

Lupin si parò di fronte alla moglie, urlando:

- Protego!

I due incantesimi si scontrarono come poco prima, cozzando l’uno contro l’altro.

Ma la distanza, stavolta, era troppo ravvicinata.

Sotto lo sguardo spaventato di Tonks, l’Anatema che Uccide rimbalzò indietro, ritornando verso colei che l’aveva scagliato. L’Avada Kedavra colpì Bellatrix Lestrange in pieno petto.

La Mangiamorte cadde a terra come una bambola di plastica, emettendo un tonfo sordo.

A quel contatto, però, nemmeno l’incantesimo di Remus fu in grado di resistere.

La protezione del licantropo andò in frantumi, e lo schianto colpì violentemente Remus, che venne sbalzato a pochi metri di distanza.

Tonks lo vide cadere poco lontano da sé; per un secondo, un terribile e angosciante secondo, la ragazza sperò con tutto il suo cuore che si rialzasse, ma ciò non avvenne.

Remus rimase disteso a terra, pallido e immobile, con gli occhi chiusi.

- No!- gridò Tonks, disperata.

Si trascinò a fatica verso il corpo del licantropo. Cominciò a chiamarlo, singhiozzando, scuotendolo per la giacca e ripetendo il suo nome sempre più forte, mentre le lacrime aumentavano ogni volta che lui non rispondeva.

D’un tratto, tutt’intorno sembrò tornare la calma.

I combattimenti erano cessati d’un colpo. Lontano, si udì qualcuno gridare:

- Harry Potter ha vinto! Voldemort è morto!

Si levò un boato di gioia ed euforia, ma Tonks non lo sentì, continuando a piangere sul corpo inerte del licantropo.

- Remus…Remus…- continuò a chiamare, non accorgendosi che, lentamente, intorno a loro si era radunata una folla di persone.

Tonks si accasciò sul petto del mannaro, mentre qualcuno – non sapeva chi fosse – le toccava delicatamente una spalla. Alle sue spalle, giunse carezzevole la voce di Molly Weasley.

- Mi dispiace tanto, cara…- sussurrò Molly.

- No…- singhiozzò Tonks, senza guardarla.

- Non puoi più fare niente per lui, Tonks…- disse qualcun altro.- Remus è morto…

- Non è morto!- gridò Tonks.- No, no, non può essere morto, lui non…Non è morto…

- Tonks, ti prego, cerca di calmarti…

- Non è morto!- ripeté Tonks.

- Aspettate!- si sentì dire ad un tratto.

Tonks vide Hermione Granger chinarsi sul corpo di Remus, tastandogli attentamente il polso.

- Non è morto!- esclamò Hermione, illuminandosi.- Guardate, respira.

Il petto del mannaro, infatti, si sollevava e si riabbassava, ma a fatica, lentamente e irregolarmente.

Hermione tornò subito seria.

- Ma bisogna fare presto…se aspettiamo, potrebbe essere troppo tardi…

- Dobbiamo portarlo al San Mungo - disse Ron.

- Ce la farà?- chiese Tonks, smarrita.

Hermione la guardò.

- Lo spero tanto, Tonks…

 

***

 

Un’ora dopo, Remus Lupin giaceva inerme in un letto dell’ospedale San Mungo. Non aveva ancora ripreso conoscenza. Seduta su una sedia accanto al letto, Tonks teneva lo sguardo fisso sulle proprie mani, lasciando che le lacrime le rigassero le guance.

L’incantesimo di protezione aveva respinto l’Avada Kedavra di Bellatrix, ma una parte della forza dell’Anatema che Uccide era comunque riuscita a penetrare oltre lo scudo. Non l’aveva ucciso sul colpo, poiché non si trattava di un incantesimo completo, ma c’era la possibilità che quell’unica scheggia di morte prendesse il sopravvento. I medimaghi erano stati chiari. C’erano pochissime possibilità che Remus riuscisse a sopravvivere.

- Tutto dipende da lui, signora Lupin - le aveva detto un medimago.- Se suo marito riapre gli occhi, allora è salvo. Ma, fossi in lei, non mi farei troppe illusioni.

Tonks, al ricordo di quelle parole, iniziò a piangere a dirotto. Sollevò lo sguardo sul volto pallido di Remus. La ragazza si avvicinò al letto, sfiorando la mano dell’uomo prima di stringergliela delicatamente, affondando il viso nel materasso.

No, non poteva perderlo.

Every night in my dreams

I see you, I feel you

That is how I know you go on

Non poteva perderlo.

Non ora che tutto andava bene, non ora che avrebbero potuto vivere finalmente una vita felice.

Tonks si ritrovò a pensare alla prima volta in cui si erano incontrati.

Era la sua prima riunione nell’Ordine della Fenice; lei aveva ventidue anni, era una novellina, un’Auror fresca di diploma che si trovava invischiata in una situazione più grande di lei, timida e impacciata in mezzo a tutti quei maghi più grandi e più esperti.

Era inciampata nel portaombrelli non appena aveva messo piede a Grimmauld Place, ma qualcuno aveva fermato la sua caduta.

Aveva alzato lo sguardo, incrociando quello di due meravigliosi occhi verdi.

Gli occhi di Remus.

 

Far across the distance

And spaces between us

You have come to show you go on

 

Tonks era certa di essersi innamorata di lui al primo istante.

Remus era intelligente, gentile, buono, sempre con quel suo modo di fare educato che non era frutto di ipocrisia o affettazione, ma faceva parte di lui, naturalmente. Lui era sempre paziente con lei, non si arrabbiava mai per i continui disastri che combinava, non si spazientiva per la sua cronica imbranataggine, ma sorrideva con lei, e mostrava di apprezzarla per quello che era.

Tonks, alla fine, gli aveva dichiarato i suoi sentimenti; ma si era trovata di fronte ad un rifiuto.

 

Near, far, wherever you are,

I believe that the heart does go on

 

Aveva paura.

Tonks questo ci aveva messo un po’ a capirlo, ma alla fine aveva compreso. Remus aveva paura.

Aveva paura per lei.

Temeva di farle del male, per questo l’aveva tenuta a distanza, per tutto quel tempo. Erano stati separati a lungo, molto a lungo, e lei aveva sofferto così tanto, quando Remus era dovuto partire per una missione fra i suoi simili – i lupi mannari di Fenrir Greyback – mentre lei, a Londra, aveva cercato disperatamente di sopravvivere, giorno per giorno, a tutto il male che avevano dovuto affrontare: la morte di Sirius, la guerra, il ritorno di Voldemort…

Anche se a volte aveva creduto di non farcela, che tutta quella sofferenza la sopraffacesse, lei aveva continuato a combattere e ad amare.

Il suo cuore era andato avanti.

 

Once more you open the door

And you’re here in my heart

 

Anche Remus aveva continuato ad amarla, ma soffriva ancora.

Aveva ancora paura. Paura di rovinarle la vita, paura di farle del male.

Era convinto di essere troppo vecchio per lei, lo frenava il fatto di essere povero, e lo spaventava a morte il pensiero che, una volta trasformatosi in lupo mannaro, avrebbe potuto farle del male.

Questo le aveva sempre ripetuto, nel vano tentativo di tenerla lontana, e così aveva fatto anche in quel terribile giorno della morte di Silente.

Sono troppo vecchio per te, troppo povero…troppo pericoloso…

Ma a lei non importava. Gliel’aveva gridato in faccia, con tutto l’amore e la disperazione che aveva. Non le importava.

Lei lo amava così com’era. Il resto non contava.

 

And my heart will go on and on

 

Si era trovata di fronte ad un altro rifiuto.

Ormai stava davvero per gettare la spugna. Remus non l’amava, aveva pensato, doveva dimenticarlo, non doveva più soffrire.

Ma anche il cuore di lui era andato avanti.

Quella stessa sera l’aveva raggiunta a casa sua. All’inizio lei gli aveva urlato contro, fra le lacrime, di starle lontano, ma alla fine l’espressione di tristezza negli occhi del mannaro l’aveva indotta a cedere.

Avevano parlato, parlato a lungo. Infine, lui si era deciso a dichiararsi.

L’amava, non poteva vivere senza di lei, le aveva detto.

Si erano abbracciati, si erano scambiati un bacio, e avevano fatto l’amore con tutta la gioia e la dolcezza di questo mondo.

 

Love can touch us one time

And last for a lifetime

And never let go till we’re gone

 

Avevano trascorso dei giorni meravigliosi insieme, fino a che non era giunto il momento più bello: Remus le aveva chiesto di sposarlo.

Lei lo aveva abbracciato, colma di felicità.

Si erano sposati, erano andati a vivere insieme in una casa piccola ma accogliente, adatta per loro.

Andava tutto bene, era tutto perfetto.

Tonks aveva desiderato che quel momento durasse per sempre.

 

Love was when I loved you

One true time I hold to

In my life we’ll always go on

 

Ma non era stato così.

Il Mondo Magico li rifiutava, si erano trovati contro tutto e tutti, chiunque ostacolava il loro amore e aveva fatto di tutto per separarli. Perfino i suoi genitori, Ted e Andromeda, erano stati disgustati dal fatto che la loro unica figlia avesse sposato un lupo mannaro.

Ma Remus aveva saputo guadagnarsi la loro fiducia, e presto tutto si era sistemato. O almeno, Tonks lo credeva.

Dopo solo qualche settimana dal matrimonio, aveva scoperto di essere incinta. Credeva che Remus sarebbe stato contento di avere un bambino, ma si era sbagliata. Era andato nel panico, era uscito di casa come una furia, disperato, convinto di aver condannato il bambino alla sua stessa sorte.

Tonks aveva sofferto come non mai. Raggomitolata su se stessa, aveva trattenuto a stento i singhiozzi, accarezzando ininterrottamente la pancia ancora piatta dove stava nascendo una nuova vita.

Remus era tornato dopo qualche ora, e lei non aveva saputo davvero se perdonarlo o no. Ma quando lui le aveva domandato scusa, l’aveva abbracciata, le aveva promesso che non lo avrebbe fatto mai più, e le aveva sfiorato il ventre con il sorriso sulle labbra, lei si era detta che l’amore era fatto anche di seconde possibilità, e lo aveva perdonato sinceramente.

 

Near, far, wherever you are,

I believe that the heart does go on

 

Erano stati tempi bui.

Tutto intorno a loro era cupo, il male era dovunque.

Voldemort era tornato a mietere vittime, fra cui anche il padre di Tonks, Ted.

La guerra infuriava, vedevano persone amiche cadere o scomparire ogni giorno.

L’unica cosa che dava a Tonks la forza di continuare era la creatura che, mese dopo mese, aveva cominciato a vivere dentro di sé.

Infine, era nato il loro bambino: Teddy.

Per lei e Remus, il giorno più felice di tutta la loro vita.

 

Once more you open the door

And you’re here in my heart

 

Ma neanche quella volta la felicità era durata.

Poche ore prima, era giunto il Patronus di Kingsley Shacklebolt ad avvisarli che la battaglia era iniziata. Remus aveva afferrato il mantello, senza dire nulla, e si era avviato verso la porta. Lei lo aveva rincorso.

- Vengo con te!- aveva detto.

Ma lui le aveva ordinato di restare a casa. Doveva andare da sua madre con Teddy, doveva stare con il loro bambino. E lui? Che importava? La luna piena era passata da due giorni, era ancora troppo debole per combattere! Doveva restare con lei! L’avrebbero ucciso!

Che importava?, aveva ripetuto lui. Lui poteva anche morire, non sarebbe importato a nessuno. Ma loro, lei e Teddy, loro erano la sua famiglia! Non importava, sarebbero stati meglio senza di lui. Aveva fatto di loro due emarginati. Se si fosse tolto di mezzo, li avrebbe solo resi più felici.

A quelle parole, Tonks si era sentita montare dentro una rabbia furibonda.

Gli aveva dato uno schiaffo sulla guancia.

- Bastardo!- aveva urlato. Aveva sentito il pianto di Teddy dalla culla, ma aveva continuato a insultare Remus.- Sei un bastardo! Allora è vero che non te ne è mai fregato niente di noi! Ti odio!

Erano ammutoliti entrambi, mentre Teddy aveva continuato a piangere.

Remus l’aveva guardata per un attimo, poi aveva aperto la porta.

- Teddy sta piangendo. Va’ da lui - aveva detto, e se ne era andato.

 

And my heart will go on and on

 

Lei però non aveva resistito. Non era riuscita a stare lì ad aspettare, senza far nulla.

Aveva salutato e baciato il suo bambino, lo aveva affidato alle cure di sua madre, ed era corsa ad Hogwarts, a cercare Remus.

Poi, la battaglia. Urla, spintoni, incantesimi, sangue, rantoli, gente ferita, gente che cadeva e si rialzava, e altra che cadeva per non rialzarsi mai più.

Aveva cercato Remus, disperandosi quando non l’aveva trovato.

Infine, si era trovata di fronte lei: la sorella di sua madre, sua zia Bellatrix Lestrange.

Poi, tutto era diventato confuso. La battaglia, Remus che cercava di proteggerla…e poi il suo corpo inerte, pallido e immobile, disteso sul pavimento.

No, non poteva perderlo.

Tonks sollevò il viso dal materasso; Remus aveva ancora gli occhi chiusi.

- Ti prego, svegliati…- sussurrò.

Gli strinse più forte la mano, ricominciando a singhiozzare.

- Mi dispiace tanto, amore…- disse.- E’ colpa mia…è colpa mia se ti hanno fatto del male…

Si asciugò le lacrime con la manica del giubbotto.

- Mi dispiace…- ripeté, cercando di frenare le lacrime.- Non avrei mai dovuto dirti quelle cose…non è vero che ti odio…

Riprese a singhiozzare, affondando di nuovo il volto nel materasso.

- Io ti amo…

- Anch’io ti amo, Dora - sussurrò una voce flebile.

 

You’re here, there’s nothing I fear

And I know that my heart will go on

 

Tonks alzò di scatto il capo, incrociando il volto di Remus. Si era svegliato; gli occhi verdi erano socchiusi, era ancora pallido, ma sulle sue labbra era disegnato un dolce sorriso.

- Remus…- sorrise Tonks, tremante, incredula di quanto era appena avvenuto.

Lui mosse piano una mano, accarezzandole debolmente una guancia.

Tonks si sporse un po’ più verso di lui, ma senza lasciare la sedia.

- Perché non vieni qui?- chiese Remus, indicando lo spazio sul letto accanto a lui.

- Ho…ho paura di farti male…- ammise Tonks.

Remus non disse nulla, ma continuò a sorridere, attirandola sul letto accanto a sé. Tonks si stese accanto a lui, che le fece poggiare il capo sul proprio petto. Le passò una mano fra i capelli, mentre lei riprendeva a piangere silenziosamente, ma stavolta per il sollievo e la felicità.

- Non piangere…- sussurrò Remus, senza smettere di sorridere e di accarezzarla.

- Ho avuto tanta paura…- singhiozzò Tonks.- Credevo che mi avresti lasciata…non sai quanto sono felice che tu stia bene, amore mio…

 

We’ll stay forever this way

You are safe in my heart

And my heart will go on and on

 

Remus l’attirò un po’ più a sé, posandole un lieve bacio sulle labbra.

- Io non ti lascerò mai…- sussurrò.- Non lascerò mai né te né Teddy. Voi siete le persone più importanti della mia vita. Ti amo, Ninfadora…- concluse, dandole un altro bacio.

Tonks chiuse gli occhi, sentendo il cuore di Remus battere nel petto all’unisono con il proprio.

Il loro amore l’uno per l’altra, e quello che entrambi provavano per il loro bambino, sarebbe durato per sempre.

Per sempre, i loro cuori sarebbero andati avanti.

 

FINE

 

Angolo Autrice: Okay, so che i diabetici mi staranno maledicendo, ma la glicemia è salita un po’ anche a me, scrivendo questa…cosa. M’è venuta parecchio sdolcinata, lo so, il che è strano, dato che io tendo abbastanza a dissacrare certe cose…

Comunque, problemi con gli zuccheri a parte, è la prima song-fic che scrivo (e speriamo anche l’ultima!!! Nd Voi J), e mi farebbe tanto piacere sapere che ne pensate, fosse anche un commento negativo (il che include anche fischi, insulti, lanci di pomodori e uova marce, fate voi…XD).

In ogni caso, grazie x aver fatto un salto qui.

Ciao!

Dora93

  
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