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Autore: Sigyn    26/05/2012    3 recensioni
"La guarda per tutta la durata del banchetto, gli occhi che seguono ogni suo gesto calmo ed elegante, mentre l'uomo che l'ha conquistata con la forza e con le armi festeggia al suo fianco e al medesimo tempo lontano mille miglia da lei."
[Onesided!Brunilde/Crimilde, accenni Sigfrido/Crimilde e onesided!Gunther/Brunilde]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Ashes





The king had seated him with Brunhild, the maid, when she espied Kriemhild (naught had ever irked her so) sitting at Siegfried's side. She began to weep and hot tears coursed down fair cheeks.

[…]

"I have good cause to weep," spake the comely maid; "my heart is sore because of thy sister, whom I see sitting so near thy vassal's side. I must ever weep that she be so demeaned."







La guarda, Brunilde. La guarda per tutta la durata del banchetto, gli occhi che seguono ogni suo gesto calmo ed elegante, mentre l’uomo che l’ha conquistata con la forza e con le armi festeggia al suo fianco e al medesimo tempo lontano mille miglia da lei.

Non distoglie lo sguardo né per mangiare né per bere: osserva le sue piccole mani candide, raccolte in grembo con eleganza, sollevate talvolta per portare alla bocca un boccone dei raffinati cibi dei Burgundi, una coppa di vino finemente lavorata.
Osserva i capelli stretti nell’acconciatura impeccabile, gli occhi azzurri come il cielo in una mattina d’estate e brillanti come gemme, il viso bianco come neve illuminato e imporporato sulle guance da qualcosa di troppo simile a felicità.

E quelle labbra, piccole e rosse come lamponi, che l’hanno accolta al suo arrivo in Burgundia con parole cortesi e gentili e dolci baci sulla bocca.

Ma ora sono state profanate da Sigfrido, sfiorate da quelle del cavaliere in un gesto da cui Crimilde non si è ritratta. Adesso siede accanto a lei, quell’insignificante vassallo che non ha – che non dovrebbe avere alcun diritto di starle così vicino.

A Crimilde non sembra nemmeno dispiacere: non c’è vergogna nella sua espressione, nessuna smorfia di dolore distorce i lineamenti delicati del suo volto, nessuna lacrima scintilla in quegli occhi assurdamente blu. La gioia avvolge la forma esile della giovane sposa come una calda coperta dorata, e Brunilde vorrebbe solo capire perché.

Vorrebbe capire perché Gunther, così valoroso ed al contempo così stolto, l’abbia costretta a diventare la moglie di un semplice vassallo, un mero servo del re che la porterà in una terra troppo lontana, troppo distante dai parenti di Crimilde e dalle sue dame e da Brunilde stessa, dove la sua bellezza e la sua giovinezza appassiranno lentamente come il più sventurato dei fiori.

Vorrebbe capire, soprattutto, perché bastano questi cupi pensieri a farle salire le lacrime agli occhi – a lei che non ha mai pianto per alcuna ferita, che ha marciato in battaglia alla testa del suo esercito e ha sconfitto innumerevoli uomini pronti a tutto pur di avere la sua mano.

Gunther prova a spiegarglielo, ma le sue parole sono vaghe, il suo discorso sbrigativo e noncurante: cerca di rassicurarla, ma non capisce la forza del suo turbamento, della confusione che le dà la nausea e del fuoco che sente ardere nel suo petto, che forse le brucerà il cuore. E Brunilde, alla fine, ne sa quanto prima.

È solo quando Sigfrido e Crimilde si congedano dal banchetto – le dita intrecciate e gli sguardi come legati da cento fili invisibili – e Gunther le porge la mano per aiutarla ad alzarsi, però, che il fuoco divampa in un incendio, e Brunilde sente il sapore della delusione e della cenere sulla lingua.



Note finali:


Le citazioni vengono dalla traduzione del sito Online Classical And Medieval Library (http://omacl.org/), dalla decima avventura.


  
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