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Autore: hermana    29/05/2012    1 recensioni
è l'amore che vince su tutto? può esso essere superiore alla classe sociale, alla diversità, all'ipocrisia? si può cambiare vita? ecco cosa si chiedono da sempre shin e alex, due giovani di razza, cultura e stato sociale differente..accomunati dal solo dolore, da una vita passata a lottare..posso due anime appesantite dalla vita trovare sostegno l'una nell'altra?
regni fantastici, corti in lotta, intrighi, amori, una corsa contro il tempo per la vita di chi si ama...
se vi ho incuriositi leggete :)
Genere: Commedia, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fissavo quella porta da minuti lunghi ore.

forza Shin...è solo un uomo, un uomo come tanti. Puoi affrontarlo, è lui che deve aver paura non tu”.

Finalmente mi decisi ad aprire la porta scura che conduceva al piccolo giardino privato, lo usavano solo i membri della famiglia reale e gli ospiti più illustri, era molto appartato, un piccolo cortile circondato dal alte mura. Al centro scorreva rapido un piccolo fiumicello che percorrendo tutto il prato verde andava poi ad infilarsi sotto terra per ricongiungersi al lago del giardino principale e per alimentare alcune fontane.

Dark era agli estremi del guardino, seduto per terra vicino alla foce del fiume, osservava lo scorrere allegro dell'acqua con espressione distante e assente.

Notai subito la nostra somiglianza, anche di profilo...eravamo terribilmente simili.

eccolo...nelle nostre vene scorre lo stesso sangue”

fu il pensiero che mi fulminò la mente. Era lui colui che avrebbe dovuto essere la mia famiglia, la mia guida. E invece non era niente...c'è chi dice “i figli sono di chi li cresce”...se le cose stanno così, io ero figlio di nessuno.

Mossi qualche passo verso quell'uomo, Dark non si accorse di me finché non gli fui a pochi metri di distanza. Era così assorto che sobbalzò appena mi percepii, scattando in piedi con la grazia di un felino.

-Shinichi- sussurrò senza guardarmi degli occhi.

Da quanto tempo non mi sentivo in imbarazzo?

Camminando verso il giardino avevo provato di tutto. Odio, rabbia, rancore...ora non provavo nulla di tutto ciò, solo solitudine e un profondo senso di inadeguatezza.

In risposta al suo sussurro mi limitai a un cenno distaccato col capo, sedendomi sull'erba pur di non doverlo guardare negli occhi.

Sembrava parecchi sorpreso di vedermi, non era difficile da capire, era tornato seduto poco distante da me e sentivo come se delle piccole scariche elettrice passassero dal mio al suo corpo.

Era stato furbo a non avvicinarsi troppo, un punto per lui.

-credevo...che non volessi vedermi...-disse quando il silenzio fra noi era diventato così pesante da poter essere tagliato.

-infatti non volevo venire.- risposi secco e atono, cercando nel frattempo nelle tasche il pacchetto delle fidate sigarette.

-cosa ti ha spinto a cambiare idea?- sospirò quasi deluso.

Sorrisi, mentre portavo alla bocca l'ultima sigaretta di quel pacchetto.

-più o meno...la mia coscienza, sotto-forma di un elfa bionda con occhi da cucciolo, alta più o meno un metro e una mela..-

gli strappai una breve risata -si...credo di averla presente...state insieme?_

chiese cauto, tentando di fare una “domanda da padre”.

-si- ero stato di nuovo secco e un po' brusco.

-sembra una ragazza speciale...è raro trovarne fra la nobiltà-

annui -si, lo so- borbottai buttando fuori dai polmoni il primo tiro di fumo grigio.

-fa male...- provò a farmi una sorta di “rimprovero” accennando alla sigaretta che tenevo ora alla mano destra.

Non risposi, ma gli lancia un'occhiata tale che esprimeva bene ciò che pensavo.

Chi era lui per farmi la predica?

Il fumo era stato senza dubbio l'ultimo dei miei problemi in questi anni.

-dammi un pugno.- sospirò guardandomi in viso, anche se non dritto negli occhi.

Fui io a far incrociare i nostri sguardi. I suoi occhi erano viola ametista, esattamente come quelli della mia piccola Asya e vedere il lui, che era di fatto un estraneo, qualcosa di familiare mi diede sicurezza.

-che vuoi dire?-

-esattamente quello che ho detto...tu muori dalla voglia di picchiarmi. Fallo, picchiami, pestami...sfigati come meglio credi. È giusto e ne hai tutto il diritto.-

riflettei un attimo sulla sua strana “offerta” per giungere a una conclusione assurda anche per me.

-no- dissi secco -ti sbagli, prima di entrare...e praticamente per tutto il resto della mia vita, si avevo voglia di fartela pagare, avevo voglia di ucciderti. Ora...ora non so, la verità è che ti guardo e...non provo nulla-

vidi il suo volto incupirsi e il suo sguardo diventare freddo. La sofferenza era una maschera che sfigurava il suo volto...sembrava che soffrisse come se veramente lo stessi uccidendo.

-non mi importa più nulla di voi...tu e quella...e quella donna non mi interessate più. Tu mi hai abbandonato per vanagloria, lei credo...per codardia- dissi acido.

-non parlare più così di Clare! Di tua madre!- disse arrabbiato, urlando quasi.

-madre!? Madre!? Non mi risulta che le madri abbandonino i propri figli!-

inevitabilmente avevo alzato la voce anch'io.

Strinsi i pugni con rabbia, dimenticandomi come un'idiota della sigaretta che stringevo alla destra.

-Nyx!- esclamai dal dolore.

Scrollai la mano come un bambino soffiando sulla piccola bruciatura che mi ero procurato.

Dark mi guardò un attimo ancora con sguardo arrabbiato. Poi si affrettò a prendere dalla tasca un fazzoletto bianco e mi afferrò la mano “ferita”. Con una stretta vigorosa mi teneva fermo il polso.

-che stai facendo!?- sbottai seccato e ancora più irritato dal dolore.

-sta fermo...santa Dea!- mi riprese secco, ma senza il tono irato di prima...era quasi bonario. Come se stesse parlando a un bambino.

Immerse il piccolo pezzo di stoffa nell'acqua chiara del fiume, per poi poggiarlo delicatamente sul mio palmo.

Avrei voluto scostarlo bruscamente, prendere il fazzoletto e fare da me ma qualcosa mi bloccava. Semplicemente era bello sentire quella stoffa chiara che tamponava gentilmente la pelle offesa, sentire la mano stretta in quella morsa diventata gentile quando avevo smesso di oppormi.

Quel senso di benessere non era dato solo dal sollievo per quella piccola e sciocca bruciatura...semplicemente era bello sentire che qualcuno si stesse prendendo cura di me. Fin da quando avevo memoria mi ero preso cura di me stesso da solo, e se qualcuno si era occupato di me l'aveva fatto con gesti freddi e meccanici, dettati dal dovere e non dalla propria volontà.

-per quanto può valere...mi dispiace Shin, tanto...tantissimo-

disse legandomi il fazzoletto al palmo e lasciando la mia mano. Interpretò il mio silenzio come un segno che poteva continuare

-sono stato uno stupido a lasciare te e tua madre soli...hai ragione, ero convinto che...solo per poche mesi, tua madre poteva resistere a corte. Non potevo immaginare tutto quello che sarebbe successo-

tentò con scarso risultato di nascondere un fremito...segno che i ricordi di ciò che aveva passato erano ancora molto vividi.

-se n'è andata...-mormora -mi ha lasciato lì...- i miei occhi divennero luci, ma non mi sarei mai abbassato a piangere.

Dark si avvicinò cauto e poggiò una mano sulla mia spalla.

-ascolta Shin..., Clare non è una cattiva donna...so che lo pensi.- sospirò -però devi capire che...- gli mancarono le parole. Si interrompé un attimo e riflette bene su quello che doveva dire, poi ricominciò. -conobbi tua madre quando venne assegnata come cameriera alle mie stanze. La trovavo bella, non lo nego, e si...avevo un ampia e meritata fama di libertino, ma che la Dea mi fulmini...non l'ho mai guardata in quel senso. Era così ottimista, solare e intelligente...aveva una parola gentile per tutti. Una sera entrò nel mio studio per portarmi delle lettere, mi vide afflitto e trovò le parole giuste per farmi sorridere...si esprime va sempre in un modo tutto suo come me, era riverente e pacato come le si confaceva, ma sotto c'era una nota così velata di ironia che la metteva poco sotto il limite dell'impertinenza. Da quella sera iniziammo a parlare sempre di più. Oltre a mio fratello non avevo mai avuto nessuno con cui confidarmi, divenne un'amica anzi tutto, e solo dopo fummo amanti. Quando mi confessò di essere incinta, credimi se ti dico che mi sentì l'uomo più felice del mondo...i nobili, i consiglieri scandalizzati, l'opinione altrui...non mi importava, volevo te e volevo lei. Anche a coso di lasciare la corte e rinunciare ai titoli.-

 

lo lasciai parlare assimilando quel racconto.

-credo che Clare...non ti abbia portato con se per il tuo bene. Tua madre veniva dalle terre oscure, lì sopravvivere è dura...non voleva farti avere quel tipo di vita, sei pur sempre un principe Shin...- la mano di Dark incerta provò a poggiarsi sul mio capo. Sapevo che lasciarglielo fare era come cedere per qualche attimo, mandare a quelo paese l'orgoglio e accettare un po' di calore.

Sentì i capelli schiacciati dal peso di quella grande mano e sospirai pesantemente senza scacciarlo.

Era una piccola resa?

Non lo sapevo, non riflettevo, non pensavo, il mio cervello aveva dichiarato allo stremo delle forza “time out”

semplicemente stavo accettando un po' di affetto gratuito.

 

Dark si entusiasmo parecchi per la mia accondiscendenza e con impeto e coraggio mi abbracciò. Come un bambino mi ritrovai ad avere il capo schiacciato contro il suo petto con le sue braccia che mi circondavano tenendomi stretto.

Mi strinse quasi con troppa foga.

Forse fu solo una mia impressione...ma mi sembrò di sentire qualche lacrima bagnarmi i capelli...

no, doveva essere sicuramente una mia impressione. Pura fantasia.

Il suo cuore batteva forte e rassicurante, un suono che sapeva di calore, di carezze mancate.

Per la prima volta dopo davvero troppo tempo mi sentivo piccolo, fragile e bambino.

Quasi mi veniva da piangere...

 

poi, di colpo qualcosa scattò dentro di me. Ribellione o forse istinto di autoconservazione...

di colpo sciolsi l'abbraccio con forza, lo guardai dritto negli occhi e...

gli mollai un pugno. E non un uno tanto per, ma un pugno abbastanza forte da sentire il suo labbro spaccarsi.

Rimase imbambolato con la faccia ancora girata per il colpo.

Poi con lentezza infinita portò una mano a tastarsi il labbro sporco di rosso, poi fece l'ultima cosa al mondo che potevo immaginare.

Giuro che pensai fosse pazzo perchè lo vidi sorridere.

Aveva un irritante ghigno ironico sul viso...da far venire voglia di dargli un altro pugno.

-fortuna che hai il destro fuori-uso...tanti complimenti per il sinistro..-

con la mano si massaggiò la guancia, tamponando si labbro con la manica della tunica in modo molto poco regale.

-me l'hai chiesto tu di darti un pugno!- gli risposi fa il serio e l'ironico.

Mi voltai per andare verso la porta.

-Shin...- mi chiamò, e girai solo il capo per poterlo guardare.

-io...vorrei cercarla.- era ovvio a chi si riferisse.

Sospirai profondamente -d'accordo...fa come meglio credi, non è un mio problema- e detto ciò, prima che mi facesse cambiare idea.

Il contatto di oggi non era stato un perdono. Avevo solo dato a Dark la possibilità di avvicinarsi, potevo capire la sua posizione, le sue colpe ciò che non aveva calcolato e previsto.

Per mia madre c'era ancora tempo però. Per quel giorno potevo considerare esaurita la mia scorta di maturità.

 

 

Tornai in camera mia e trovai Alex seduta di spalle alla mia scrivania. I fogli erano esattamente come il avevo lasciati, li osservava senza quasi sfiorarli, come se temesse di causare chissà quali irreparabili danni.

-ehi bionda!- le dissi abbracciandola da dietro, ovviamente non l'avevo colta di sorpresa, mi aveva perfettamente sentito entrare, ma da quanto era concentrata mi aveva ignorato.

-che mi combini?- le sollevò il capo per guardarmi dal basso verso l'alto.

-tento di tradurre il dialetto perduto degli antichi demoni- disse con tono serissimo.

-è bello vedere che apprezzi la mia grafia-

per tutta risposta rise di gusto.

-non so se sia solo la tua grafia a renderli indecifrabili...- fece un segno ai fogli -credo che non riuscirei a capirci granché nemmeno se fossero leggibili-

-ti darò qualche ripetizione...prima o poi- le sussurrai chinandomi per baciarla sull'angolo della bocca.

Si alzò e mi fece sedere sulla poltrona, per poi sedersi sopra di me.

 

 

-hai parlato con tuo padre?- chiese infine. Aveva aspettato abbastanza, sapevo che moriva dalla voglia di chiedermelo da quando ero entrato.

La tensione di tutta la giornata stava svanendo. Sentivo il suo respiro caldo sul collo e tutto andava bene.

-si, mia piccola diavoletta.- sospirai prendendola in giro.

-e...quindi?- chiese

-dunque...nulla, abbiamo parlato.- dissi giusto perchè volevo farla cuocere un po'.

-ma no!! non ci credo! Ero convinta che avesse passato il pomeriggio a fissarvi negli occhi!- disse sarcastica dandomi un colpetto sulla spalla.

-volevo sapere di cosa, avete parlato- continuò ovvia.

-bhè...mi, mi ha parlato di mia madre.-

-mmm...- mormorò, temendo di essere indelicata. Avevamo scoperto entrambi che era un argomento che mi rendeva abbastanza suscettibile.

-ha detto che...crede che non mi abbia potato con se per il mio bene, perchè non voleva mettermi in pericolo...non voleva che vivessi nella miseria-

lei annuì con sguardo lontano e cupo, triste.

-Dark, vorrebbe provare a cercarla-

-e tu cosa ne pensi?-

scrollai le spalle, mostrandomi indifferente.

-non lo so, non la sento come qualcosa che mi riguardi-

dopo un po' fu lei a riprendere a parlare, non toccando il tasto “madre”, ma premendone forse uno peggiore.

 

-Shin...ora che Asya è in buone mani, tu...partirai?- chiese con voce febbrile.

-partirò?- provai senza troppe illusioni a fare il finto tonto.

-si...so bene che mi hai capito, ora andrai via? Andrai per il titolo di alchimista...è il tuo sogno...-

sospirai...in fondo sapevo bene che era un argomento che prima o poi andava affrontato.

-io...vorrei, si Alex...io vorrei andare, e non per un semplice titolo. Io voglio salvare Asya e non solo lei...-

lei assentì col capo.

-si...lo so.- sospirò stanca -lo so.-

-avrei preferito parlarne dopo...-

-prima o dopo, che cosa cambia? Fa lo stesso, no? Saperlo ora o fra un mese non cambia che te ne andrai.-

la sua voce era un misto di rabbia, amarezza e rassegnazione. Perchè in fondo per quanto la facesse soffrire la mia partenza sapeva che era la nostra unica possibilità. La mia percentuale di riuscita era una su un milione.

Ma aggrapparsi a quell'uno era la nostra unica speranza.

-quanto mancherai?- mi chiese

-non lo so...il viaggio di routine dura di norma un anno o due...ma io ho un obbiettivo ben preciso...potrei impiegarci di più. Devo salvarla-

si, decisamente dovevo. Perché immaginare una vita senza Asya mi faceva cadere in un baratro nero che mi terrorizzava.

-ti aspetto- mi disse lapidaria.

 

Quelle parole mi fecero paura...

Alex voleva spettarmi, da una parte questo pensiero mi riempiva di gioia. Sapere che una volta tornato l'avrei rivista sorridere per me...faceva sparire il peso di tutte le angosce e i problemi che avremmo dovuto superare.

Dall'altro...e se non fossi tornato?

Non ero stupido sapevo che questa possibilità c'era, e non era nemmeno troppo remota.

Non volevo che Alex passasse il resto della sua lunga vita in attesa di qualcuno che non sarebbe più tornato.

Lei doveva essere felice.

Era tutto quello che desideravo, per lei non dovevano più esserci altre opzioni diverse dalla felicità.

La strinsi forte, fortissimo, come se avessi voluto inglobarla dentro di me per non lasciarla mai.

-Alex..io ti amo, tu non puoi nemmeno immaginare quanto...-

-perchè il mio intuito mi dice che sta per arrivare un “ma”- borbottò interrompendomi

-...ma voglio che tu sia felice- conclusi.

 

-tu.- disse secca guardandomi dritto negli occhi -tu mi rendi felice-

-anche tu...e non immagini nemmeno quanto...ma la tua felicità non comprende l'aspettare qualcuno che...potrebbe non tornar...ahi!-

prima che potessi finire la frase, mi era arrivato dritto sulla spalla un pugno tanto forte da farmi quasi pentire di averla allenata!

Fortuna che era alta un metro!

-prova anche solo a ridirlo e giuro che ti stacco un braccio- disse fulminandomi.

-tu tornerai, e io ti aspetterò. Punto e fine del discorso-

-e credi che questo non mi renda felice!?- le chiesi.

-io voglio da te...solo una promessa. Se non dovessi tornare voglio che tu sia felice, che tu incontra qualcuno che ti ami almeno la metà di quanto ti adoro io...perché per te voglio solo il meglio! Non voglio vederti diventare come...Lady Violet. D'accordo?-

il volto di Alex si oscurò, ma alla fine più per accondiscendenza che per altro fece “si” con la testa.

-faccio finta di crederti...-

 

faceva veramente paura pensare al futuro. Saperla qua, lontana mentre io andavo in posti reconditi e sconosciuti.

Nessun contatto col resto del mondo. Gli anni che mi vedevo davanti erano solo pieni di fango, polvere, piante velenose e pericoli.

E se nonostante tutto non fossi arrivato in tempo?

I volti sorridenti di Asya e Amanda mi si scagliarono davanti agli occhi.

Amanda aveva tutta una vita da vivere, persone da conoscere, posti da vedere... eppure le era negato il futuro. Non era giusto.

Asya meritava di vivere serena e spensierata come ogni ventenne, senza dover ringraziare nessuno per essere arrivata alla sua età.

Doveva avere la possibilità di vivere una vita fuori dal suo guscio di bambagia.

E così come loro due tantissimi altre vite avevano gli stessi diritti.

Dovevo fare qualcosa, o quanto meno provare a farla.

È così che il mondo cambia, qualcuno deve pur dare il via, mettere in moto i fatti.

La speranza è bella, ma non si può vivere di essa in eterno.

Il mondo può anche chiamarli pazzi quelli che osano, che non si arrendono....ma se essere “pazzo” è il prezzo da pagare per continuare ad a vedere il volto delle persone a cui tenevo...allora mi sembrava un prezzo ragionevole.

-Shin?- mi chiamò Alex vedendomi perso nei pensieri -sei qui con me?- chiese mezza ironica.

Le sorrisi -si tesoro, sono con te...starò sempre con te-

mi guardò un attimo, confusa della mia serietà, per poi stringersi al mio petto.

Io dovevo farcela, dovevo salvarle, dovevo ad ogni consto vincere i mei fantasmi...

e dovevo tornare.

Dovevo tornare per lei...ormai parte di me.

  
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