Le anime dannate si reincarnano nel loro peccato.
Con animo corroso dal tempo, in una selva dove tutto cresce tranne che la vita, giacerete.
« Non fronda verde, ma di color fosco;
non rami schietti, ma nodosi e 'nvolti;
non pomi v'eran, ma stecchi con tòsco. »
Avete peccato di accidia.
Avete avuto paura di affrontare il mondo.
Il vostro peccato, non è stato la lussuria, essa è una deviazione dell'amore.
Ma siete stati bestiali, avete rinunciato al dono divino della vita.
E' troppo facile morire.
Uomini fummo ed ora siamo sterpi,
 ben dovrebbe essere la tua mano più pietosa anche se fossimo anime di serpi».
Avete sfidato Dio, ma da sconfitti.
Quale pace?
Insieme?
No.
Incarnati in piante senz'anima, senza parola.
Stupidi.
Avevate trovato l'amore, ma siete stati troppo codardi per continuare a vivere.
Dio vi aveva fatto un dono.
Egli non giudica.
Il nostro peggior demone, siamo noi.
Ci odiamo a tal punto, da voler continuare a vivere la vita accanto alla nostra anima malata.
Voi..
vi odiavate.
Eppure nel vostro turpe peccato avreste potuto vivere felici.
Ma..
 
Vi vergognavate di voi, di quello che eravate.
E' facile assolversi.
 Purtroppo, agli occhi di Dio nulla sfugge.
La verità è crudele.
Perchè non ti giri?
Caro lettore, continua a sognare.
Vivi per il tuo amore.
Vivi per te.
 E se un giorno ti vergognerai di te stesso, allora sarà il momento di cambiare.
Morire.
Lo lascio ai deboli.
La via di fuga, con una grande e stupida uscita.
  Quando si parte l'anima feroce
      dal corpo ond'ella stessa s'è disvelta,
  Minòs la manda a la settima foce.
     Cade in la selva, e non l'è parte scelta;
      ma là dove fortuna la balestra,
  quivi germoglia come gran di spelta.
   Surge in vermena e in pianta silvestra:
      l'Arpie, pascendo poi de le sue foglie,
 fanno dolore, e al dolor fenestra.
   Come l'altre verrem per nostre spoglie,
      ma non però ch'alcuna sen rivesta,
 ché non è giusto aver ciò ch'om si toglie.
    Qui le trascineremo, e per la mesta
      selva saranno i nostri corpi appesi,
 ciascuno al prun de l'ombra sua molesta».