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Autore: _MoonShine_    30/05/2012    7 recensioni
Lui voleva solo l'anima di quell'umana, solo quella. Voleva tornare a casa vincitore.
Lui non voleva che accadesse tutto questo. E ora si ritrovava a volere lei, solo lei.
E lei voleva lui. Ma lui era come un inferno, lui era l'inferno.
E l'inferno non era mai stato così attraente.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Shade, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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♦ MALEDETTA DELUSIONE ♦

-Fine!-
Fine si voltò trovando sull’uscio della sua aula, Rein. Le sorrise radiosa. Le due sorelle erano al settimo cielo.
Era passata un’altra settimana da quando Fine e Shade avevano avuto quella strana e difficile conversazione. Lui si comportava normalmente, lei cercava di fare lo stesso.
La sera prima Shade fortunatamente non si era fatto vedere. Era una di quelle domeniche in cui Fine, Rein e i loro genitori cenavano tutti insieme.
Le due sorelle finita la cena erano come sempre andate in camera, in questo caso di Fine, dato che avevano cenato a casa sua e della loro madre. La scusa erano i compiti o “cose da ragazza”. La verità era che volevano lasciarli soli, con il loro spazio. Sapevano che si amavano, era sempre stato così, e chissà che rimanendo il più tempo possibile insieme non si fossero riappacificati per bene.
Le due sorelle poco prima di salutarsi si erano messe di nascosto sopra le scale osservando i genitori senza farsi vedere. Li avevano colti in fragrante mentre si scambiavano un dolce e appassionato bacio. Non come quello dell’altra volta, ma più.. più pieno di amore.
Fine e Rein erano convinte che presto avrebbero condiviso di nuovo la stessa casa e litigato per il possesso del bagno e del telecomando.
-Arrivo!- le rispose Fine, correndole incontro.  Insieme si diressero sul tetto della scuola, come solito fare.
-Ah, ma li hai visti! Erano così teneri!- Rein aveva uno sguardo sognante. Era davvero felice di questo passo avanti.
-Già, sono sicura che torneranno presto insieme- disse Fine con sorriso a trentadue denti.
Rein annuì, speriamo presto.
Passarono l’intero intervallo a parlare dei loro genitori, elaborando diverse strategie per farli riunire il più presto possibile.

-Allora io porto mamma davanti alla fontana alle due e tu convinci papà ad andarci con qualche scusa, ok?- ricapitolò Fine alla fine del parco. Le lezioni erano finite.
-Ok, a dopo!- disse sua sorella.
Si diedero un cinque con la mano per poi correre ognuna nella direzione di casa sua.
Fine arrivò davanti casa correndo tutta eccitata.
-Ciao- la salutò Shade. Come al solito era appoggiato al muro vicino all’entrata.
-Ciao- disse lei di fretta entrando in casa senza degnarlo di uno sguardo. Shade la guardò chiudersi dietro la porta senza dargli importanza. Che aveva oggi?
Fine arrivò in camera sua, trovando Shade già lì. Ormai si stava abituando.
-Che fai?- le disse mentre lei appoggiava la cartella e correva di nuovo di sotto. La seguì, tanto sua madre non era casa in quel momento, non c’era pericolo che lo vedesse.
Fine non rispose alla domanda, era troppo occupata a.. ehi, che stava facendo?
La ragazza era intenta a svuotare la dispensa. Tirò fuori tutto il pane che c’era. Lo nascose in una scatola nell’anta opposta, più tardi lo avrebbe fatto sparire.
Shade la fissava stupito, non capiva che stesse facendo.
-Perché lo nascondi?-
Fine lo guardò fiera e determinata –Perché devo far rimettere insieme i miei genitori-
Dopodiché sentì la serratura della porta d’ingresso aprirsi.
-Fine, sono a casa- urlò Elza mentre richiudeva la porta.
-Vattene- sussurrò Fine e Shade spingendolo fuori dal balcone della cucina.
Il ragazzo la fissava confuso, non ci aveva capito nulla. Che c’entrava il pane con i suoi genitori?
-Fine!- la chiamò, di solito Fine le correva sempre incontro. –Oh, ciao- le sorrise poi, trovandola in cucina intenta a chiudere la porta del balcone.
-Ciao mamma!- disse lei un po’ agitata chiudendo velocemente la tenda.
-Cosa fai?-
-Oh.. è.. è finito il pane!- disse sudando freddo, speriamo ci sarebbe cascata. Sua madre la guardò con un’espressione da “lo sapevo, devo andare a comprarlo”.
Fine capì che sua madre aveva inteso.
-Vengo anche io! Che ne dici se poi facciamo una passeggiata?- chiese lei entusiasta. Dai, dai funziona!
Elza sorrise –Va bene-.
Era strano però, Fine non voleva mai passeggiare con lei, preferiva giocare a calcio con gli amici o stare con Rein. Comunque accettò subito contenta.
Le due uscirono per comprare il pane. Shade le seguì tutto il tempo volando sopra ai tetti senza farsi vedere. Voleva proprio vedere cosa aveva in mente quella ragazzina.
Fine portò sua madre al parco come d’accordo con Rein. Avevano in mano il sacchetto del pane appena comprato. Passeggiarono allegramente per diversi minuti, raggiungendo il centro. Una grande e antica fontana era illuminata dal sole di quella bellissima giornata.
Fine guardò l’orologio, le 3.30, perfetto! Suo padre sarebbe dovuto arrivare tra poco.
-Mamma, mi aspetti un secondo? Vado a prendere un gelato- sorrise Fine facendola sedere su una panchina vicino alla fontana.
-Un gelato? E dove?- chiese la madre incuriosita. Non aveva visto gelatai.
-Oh.. c’è.. c’è un carretto di gelati più in là, l’ho visto prima- si inventò. Perché sua madre doveva fare sempre domande?
-Va bene, ti aspetto qui- le sorrise infine.
Fine corse via, meno male era filato tutto liscio.
Appena fu fuori dalla visuale della madre, si nascose dietro a dei cespugli avvicinandosi di nuovo alla fontana.
-Fine- si sentì chiamare sussurrando. Trovò Rein accovacciata in un cespuglio vicino, la raggiunse.
-Allora?-
-Tutto ok, papà sta per arrivare. Gli ho spedito una mail con un indirizzo privato, dando appuntamento qui per uno scoop!- sorrise Rein facendole l’occhiolino.
Perfetto! Loro padre faceva il giornalista, quindi gli capitava spesso di ricevere messaggi e richieste di incontri da qualcuno che voleva spifferare una notizia al mondo intero. E Tolouse non se la sarebbe mai persa!
Si misero a guardare Elza sulla panchina. Dopo qualche minuto Rein diede una gomitata a Fine indicandole loro padre che arrivava. Nessuno dei due si era accorto della presenza dell’altra.
Li videro incrociare gli sguardi e salutarsi.
-Cosa ci fai qui?- chiese lui sorridendole come un ebete. Si vedeva che innamorato perso.
-Sto aspettando Fine, è andata a prendere il gelato-
-Ma non ci sono gelaterie qui- disse lui stranito. Rein lanciò una frecciatina alla sorella.
-Un gelato. Non c’era una scusa migliore?- disse sarcasticamente mentre Fine le faceva la linguaccia.
I loro genitori si misero a parlare sedendosi vicini. Che coppia, ragazzi!Fine e Rein li guardavano sorridenti.
Dopo un bel po’ che erano lì a chiacchierare, Tolouse guardò l’orologio. Era in ritardo di mezzora quel tizio.
-Non verrà più- disse pensando ad alta voce.
-Chi?-
-Oh, un tipo che mi ha spedito una mail dicendo che aveva uno scoop- disse alzando le spalle.
-Ora che ci penso, Fine è sparita!- disse Elza alzandosi in piedi.
Oh no, no! Se ora si metteva a cercare la figlia era la fine. Il piano sarebbe andato a rotoli!
Elza stava per fare un passo verso la direzione in cui prima era andata Fine, ma sentì un forte dolore alla caviglia. Come se qualcosa l’avesse colpita, come se le avessero lanciato un sasso.
Presa alla sprovvista dal dolore perse l’equilibrio. Fortunatamente Tolouse la prese al volo, ritrovandosi con il viso di lei a pochi centimetri.
I due si guardarono per un lungo istante per poi unirsi in un impulsivo e amoroso bacio.
Fine e Rein guardavano arrossite con occhi sognanti. Sì! Erano dei geni! Non sentirono cosa si dissero, ma erano soddisfatte comunque.
Meno male che la mamma era inciampata, altrimenti non sarebbe mai successo niente.

A qualche metro di distanza da Fine e Rein, una sagoma scura si nascondeva dietro a un tronco. Shade le guardava con la coda nell’occhio, aveva seguito Fine tutto il tempo.
Aveva visto gli sforzi della ragazza e della sorella per far andare tutto liscio. Ora capiva la questione del pane.
Era incredibile come gli umani fossero devoti all’amore e ai sentimenti, a come ci tenessero ad essere felici.
Guardando i genitori delle ragazze si rese conto che nel suo mondo non c’era nulla ti tutto questo. Se qualcuno baciava o si portava a letto un altro era solo per puro divertimento. Qui era diverso.
Si era sentito come in dovere di aiutare Fine. Non sapeva perché, ma voleva vederla sorridere. Aveva preso il primo sasso che gli era capitato e lo aveva lanciato, con il semplice gesto delle dita, sulla caviglia di Elza.
Meno male che aveva una buona mira. E soprattutto che le due ragazze non si erano accorte di nulla.

-Mamma!- la chiamò Fine pochi minuti dopo correndole incontro. Il piano aveva funzionato, non c’era altro da aggiungere. Tutto perfetto.
-Fine! Dov’eri finita?!- le saltò al collo Elza preoccupata. E il gelato? Dov’era?
Fine si inventò una scusa per poi abbracciare suo padre.
Poco dopo si salutarono, tornando ognuno a casa proprio.
Tolouse una volta entrato in casa constatò che anche Rein doveva essere uscita, la casa era deserta. Beh era abituato alle sue uscite non programmate.
Andò in salotto sedendosi alla scrivania e stiracchiandosi ripensando al bel momento di prima.
La sua attenzione venne attirata dal monitor del computer acceso. Era aperta la finestra della posta elettronica. Cliccò su “posta inviata” rimanendo dubbioso su ciò che leggeva. La mail che aveva ricevuto risultava inviata da quello stesso computer. Ma cosa..? Oh no, Rein.
Non trattenne un sorriso, Rein doveva avergli fatto uno scherzo. Che sbadata, aveva dimenticato di cancellarla. Sicuramente si era messa d’accordo con Fine. Conosceva le sue figlie, erano uniche.

Fine, una volta arrivata a casa, andò in camera sua a fare i compiti, o almeno quello che ne capiva.
Elza era impegnata in cucina a sistemare il pane nella dispensa misteriosamente vuota. Chissà chi aveva mangiato tutto il resto del pane.
Estrasse dal sacchetto della spesa anche un sacchetto di pasta, ne aveva approfittato.
Aprì l’anta opposta a quella del pane per riporla. Lo spazio però era occupato da una scatola marrone. Cos’era?
La tirò giù e la aprì. Pane? Che.. che ci faceva lì il pane? Fine aveva detto che era.. Si mise a ridere. Non poteva essere cascata come un’allocca nel piano di sua figlia. Sicuramente Fine lo aveva usato come scusa per portarla alla fontana, e Rein ne era complice, dato che anche Tolouse non aveva avuto il suo incontro per lo scoop. Sorrise. Adorava Fine e Rein.

Fine era seduta alla scrivania con davanti il quaderno di matematica. Faceva roteare la penna tra le dita pensando con un sorriso stampato in faccia al bacio dei suoi genitori. Era proprio fiera del suo lavoro e di sua sorella.
-Che fai?- chiese Shade entrando dal balcone aperto.
Fine si voltò. Quel ragazzo doveva perdere l’abitudine di entrare così, senza permesso e senza preavviso.
-I compiti- disse lei tornando a guardare il quaderno. Già, era ora che li facesse.
Shade sbuffò, che noia. La guardò bene, Fine sembrava più serena e felice del solito. Probabilmente era per quello che era appena successo.
-Com’è andata con i tuoi genitori?- chiese facendo finta di niente.
Fine lo guardò divertita. Maccome?
-Vuoi dirmi che non mi hai seguita?- disse ridendo. Era sicura che Shade l’avesse seguita, era troppo curioso, e poi lei non lo aveva degnato di uno sguardo prima, quindi era certa che lui ferito nell’orgoglio avesse visto tutto quello che era successo.
Shade la guardò con aria colpevole. Colpito e affondato. Sbuffò voltandosi.
-Perché avevano litigato?- chiese. Gli umani a volte litigano da soli, senza l’intervento o i dispetti dei demoni. Già, perché i demoni ormai potenti, che si sono appropriati di più Anime Speciali, spesso si divertono sulla Terra a far dispetti e far bisticciare i mortali. Era davvero uno spasso!
Fine abbassò un po’ la testa sorridendo amaramente al ricordo di quando avevano iniziato a non andare più d’accordo.
-Non lo so, hanno iniziato a litigare così, per banalità. Non me lo sono mai spiegato-
Shade fece una specie di smorfia, non ci arrivava?
-E chi vuoi che sia stato, se non noi demoni?- disse lui di getto. Non aveva pensato a quello che stava per dire, lo aveva fatto e basta, senza pensare alle conseguenze.
Fine alzò di scatto lo sguardo verso di lui. Demoni? E-erano stati loro? Lo fissava imbambolata, sbalordita, in un misto tra l’orrore e la delusione. I demoni quindi si prendevano gioco degli umani così, per farsi quattro risate? E per colpa loro i suoi genitori avevano rischiato di separarsi per sempre?
Abbassò piano lo sguardo coprendo gli occhi con la frangetta rossa.
-Esci- disse lei fredda.
Shade la guardò confuso con aria interrogativa, ma non si mosse.
-ESCI!- gli urlò Fine alzandosi di scatto in piedi e sbattendo una mano sulla scrivania.
Il ragazzo rimase stupito da quella reazione. Ma che le prendeva ora? Non capiva.
-Ma che ti prende?- disse irritato. Perché cavolo lo trattava così ora?
-E me lo chiedi?! È colpa vostra se i miei genitori si sono lasciati!- disse lei infuriata –E ora vattene, stai lontano! Non permetterò che un altro demone si metti tra loro!-
Sì, era quella la sua paura. La paura che Elza e Tolouse potessero avere altri problemi, visto che proprio al fianco della loro figlia c'era un demone. Uno della stessa specie responsabile di quello che era accaduto.
Shade rimase zitto. Aveva compreso perché Fine era così arrabbiata. Per gli umani la famiglia era una delle cose più importanti, anche se lui non comprendeva a pieno questi sentimenti. Forse avrebbe fatto meglio a non dire niente prima, almeno Fine non avrebbe reagito così.
Lei lo fissava dura, quasi con odio. Non verso di lui specificamente, ma verso ciò che era, ciò che faceva.
-Non posso- disse semplicemente lui serio. Non poteva andarsene.
-Eh?-
-Che tu lo voglia o no, sei mia. Non posso andarmene-
Fine si ricordò del simbolo a forma di luna sul suo petto, il marchio di quel demone. Non ci pensava più tanto spesso a parte la mattina quando lo osservava attentamente. Ormai si era abituata alla presenza di Shade e alle sue frasi senza senso sui demoni o sul suo mondo.
Strinse i pugni. Non poteva farci nulla, poteva dirgli di tutto, ma sapeva che non se ne sarebbe mai andato. Almeno fino a quando sarebbe morta.
-Allora non ti avvicinare ai miei genitori- disse lei rassegnandosi all’evidenza.
Shade si limitò a guardarla. Lui non si era mai interessato ai suoi genitori, non gliene importava niente. Lui era qui solo per la sua anima.
-Non preferiresti qualcos’altro al posto di rimanere qui in attesa che io muoia?- chiese lei voltandosi dalla parte opposta. Magari così dicendo lui avrebbe accettato e lasciata in pace, se ne sarebbe andato. Gli avrebbe dato o aiutato a fare qualsiasi cosa, beh "qualsiasi" entro certi limiti. Almeno se lo sarebbe levato di torno, la sua vita sarebbe tornata quella di prima. Ma.. era quello che voleva? Era sicura che volesse che Shade sparisse dalla sua vita? Le venne in mente questa domanda. Perché? Era ovvio che volesse che lui andasse via, perché non dovrebbe volerlo? Però.. c’era qualcosa che le diceva che.. che ci sarebbe rimasta male se si fosse allontanato da lei, ma cosa? Perché?
Shade sorrise alle sue spalle avvicinandosi di qualche passo.
-Disputare col demonio non potrà esserti di alcuna utilità. Ha più di cinquemila anni di pratica. Conosce tutti i punti deboli dei mortali- le disse con voce suadente.
-Conosce ogni tua minima debolezza- le disse infine alle sue spalle accarezzandole il braccio.
Fine si irrigidì, sentiva il suo respiro sul collo. Arrossì di colpo.
-Non toccarmi!- disse lei d’impulso allontanandosi di un passo e voltandosi verso di lui.
Nello stesso istante in cui diceva quelle parole, Shade sentì come una scossa nella mano con la quale prima l’aveva toccata, provocata da una scintilla che si era creata tra i due. Una scarica elettrica molto forte, gli aveva fatto.. male? Come..
Ritrasse il braccio, guardandola basito. Che cos’era successo? Lui non poteva provare dolore, gli umani non potevano fargli niente.
Fine lo fissava spaventata e sorpresa. Cos’era quella scintilla? Che.. era stata lei?
-S-sono stata io?- chiese più a sé stessa, in un sussurro.
Shade non lo sapeva, forse sì. Forse era quella la particolarità della sua anima? Ma che cos’era di preciso? Cos’era quel “potere”, se si poteva definire così?






 


buonaseraa!
Ho detto che avrei aggiornato oggi? L'ho fatto, anche se a un orario un po' così.. -.-
Beh spero vi sia piaciuto, iniziano ad esserci degli sviluppi !!
Che teneri Elza e Tolouse *-* Mi sembrano Romeo e Giulietta dell'anime
(sono indentici, non trovate? anche i comportamenti che hanno nei rispettivi anime si somigliano! 0.0)
Ok, ora devo scappare, fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione, buona notte :3

  
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