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Autore: AliceWonderland    31/05/2012    5 recensioni
La vita di Kappeita Taira, detto Capeta, trascorre tranquilla e serena tra scuola, amicizie e le immancabili gare di kart che oramai lo vedono campione indiscusso delle piste, dopo l'incredibile spettacolo offerto al pubblico in visibilio nel circuito di Haruna, contro Ryou Shiba.
Al seguito della gara, infatti, Capeta ha finalmente attirato l'attenzione di uno sponsor, è supportato da un team specializzato, un nuovo telaio ha sostituito il glorioso quanto sgangherato Capeta III e, cosa ancor più importante, è in concorso per ottenere la tanto ambita borsa di studio messa in palio dalla FSRS (Formula Stella Racing School) che potrebbe aprirgli le porte verso la tanto agognata categoria dove gareggia il suo 'eterno rivale', Naomi Minamoto; ancora non immagina che, ben presto, una notizia inaspettata sconvolgerà la sua tranquilla routine, portandolo ad avvicinarsi al suo rivale, ma... in maniera assai diversa da come se l'aspettava!
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Capeta Taira, Naomi Minamoto, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: i personaggi presenti in questa fanfic appartengono al loro rispettivo creatore, Masahito Soda. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!



_Chapter 02: Curry discreto_



Quando scese in cucina, Naomi aveva già preso posto a tavola, insieme ai due genitori; facendo altrettanto, Capeta gli lanciò una breve occhiata, senza però riuscire a comprendere cosa gli stesse girando per la testa in quel momento.
Sembrava proprio il solito Minamoto conosciuto sul circuito: schivo, introverso e di poche parole, con una perenne indifferenza sempre impressa sul viso.
-Ma come riesce ad essere sempre così apatico?- pensò tagliando la bistecca che la signora Nanako gli aveva servito.
-Oggi pomeriggio hai ancora le prove alla scuderia, Naomi?- la sentì domandare.
-A dire il vero ci hanno dato qualche giorno di riposo. I tecnici devono revisionare le auto, così non hanno noleggiato il circuito per il fine settimana- spiegò il ragazzo.
-Riposo? E' una parola che non ti sentivo pronunciare da parecchio tempo- disse la donna, lanciando un sorriso ai due nuovi inquilini -E i risultati per l'assegnazione della borsa di studio non sono ancora arrivati, Capeta?-.
Il ragazzino si riscosse dai suoi pensieri e smise di torturare l'insalata, alzando lo sguardo verso di lei: -No. Dovrebbero arrivare fra qualche giorno-;
-Sei preoccupato?-;
-Capeta pensa che l'incidente causato gli precluderà la possibilità di ottenerla- intervenne il padre.
-Ed è così, solitamente- s'inserì Naomi, lanciando un'occhiata fulminea al vicino, il quale percepì all'istante una dolorosa morsa allo stomaco.
-S-sì. Questo lo so- replicò amareggiato. Si sentiva terribilmente a disagio a parlarne proprio davanti ai Minamoto...
-Ma, a parte questo, mi risulta che tu abbia fatto un'ottima impressione ai responsabili- gli assicurò la donna.
-Infatti! Non è detta l'ultima parola- intervenne vivacemente Shigeo -L'incidente non gli ha certo impedito di dare il meglio di sé, in pista. Ha addirittura ottenuto il miglior tempo del circuito!-;
-Sì, il signor Tanaka ci ha informati e sembrava molto soddisfatto- asserì la signora Nanako -Non temere, Capeta. Andrà tutto bene se continuerai ad impegnarti come hai fatto fin'ora-.
Tuttavia, questo non impedì agli inquilini di chiudersi in un imbarazzante silenzio che durò per alcuni interminabili minuti.
-Piuttosto... Capeta, è da un po' che non vedo in giro Sarukki. Dov'è finita?- gli domandò, ad un tratto, il padre, guardandosi intorno.
-Sarukki? L'ho lasciata a casa di Monami-;
-Parli della tua scimmietta? Ma non dovevi preoccuparti, per noi non c'è nessun problema. Immagino che ti sia affezionata- sorrise la signora Minamoto.
-Già! E' un regalo di quel ragazzo... L'ha ricevuta il giorno della sua prima gara sui kart. Com'è che si chiama, Capeta?- chiese Shigeo.
-Momotaro Tagawajo-;
La signora Nanako annuì: -Ah, sì, quello strano pilota multimiliardario. Sin dall'inizio, Naomi l'ha trovato terribilmente inquietante!-;
-Proprio lui pensa una cosa simile degli altri piloti- pensò Capeta, sorridendo divertito -UrghCOFF! COUGH! COFF!-;
-Ehi, figliolo! Va tutto bene? Mastica piano- esclamò l'uomo, passandogli un bicchiere d'acqua che quest'ultimo bevve tutto d'un fiato, col pessimo presentimento che l'interessato fosse riuscito a leggergli nel pensiero.
-Que-questa bistecca è davvero buona; complimenti, signora Nanako!- biascicò a disagio, cercando di intavolare una degna conversazione che non avesse a che vedere con kart, gare e strambi piloti.
-Mi fa piacere. Oh, a proposito: tuo padre mi ha detto che in cucina non te la cavi affatto male-;
-Ma no, faccio quello che posso-;
-Sai, anche Naomi cucina spesso. Io, invece, me la cavo solo con bistecche e insalate-;
-Mamma- brontolò turbato il figlio, sgranando gli occhi.
-Ehi, ho un'idea. Shigeo, cosa ne diresti se questa sera fossero i ragazzi a preparare la cena?-;
-Ma che idee ti saltano in mente, adesso, mamma?-.
La signora Minamoto, nel frattempo, aveva ripreso a chiacchierare, incurante delle proteste del figlio: -Cosa c'è di male, scusa? Due cuochi sono meglio di uno, e poi dobbiamo festeggiare l'allargamento della famiglia, no?- puntualizzò sollevando il suo bicchiere e brindando.
-Allora è deciso- asserì Shigeo, lasciando entrambi spiazzati -Ho già l'acquolina in bocca!-;
-Ti ci metti anche tu, papà?- protestò Capeta, imbarazzato. Cucinare assieme a Minamoto? Ma cosa passava per la testa di quei due?!

-Grazie per il pranzo, ora devo proprio scappare- si congedò l'uomo.
-Ci vediamo questa sera-;
-Buon lavoro, e vedi di non tardare- lo salutò la donna.
-Se vuoi, questa sera, posso cucinare io- pigolò, nel frattempo, Capeta.
Naomi lo squadrò con indifferenza e, alzatosi da tavola, sollevò piatti e posate sistemandole dentro la lavastoviglie: -Fa niente. Lascia stare- disse risalendo in camera.
-Ma...-;
-Non farci caso, Capeta. Lui è fatto così- lo rassicurò la signora Nanako, rientrando in cucina.
-Ho come l'impressione che mi detesti- mormorò il ragazzino, a disagio, stringendosi nelle spalle.
-Detestarti? Ma che cosa dici?- si stupì lei -Invece devi sapere che sei uno dei pochi piloti che Naomi tiene in grande considerazione. Specie dopo quell'incredibile gara ad Haruna- gli bisbigliò lanciandogli un'occhiata complice -Non dirgli che te l'ho detto, però-;
-Di-dice davvero?-;
-Certo. Tranquillo, quando avrai imparato a conoscerlo meglio, molte cose saranno più chiare anche a te, vedrai-.
Forse la signora Minamoto non aveva tutti i torti. Naomi non era affatto un cattivo ragazzo. Aveva solo una maniera molto particolare, forse unica, di esprimere la sua stima agli altri...
-Ora vado anch'io. Mi aspettano in clinica alle tre- disse lei, volgendo una rapida occhiata all'orologio -Sarò di ritorno per cena, va bene? La dispensa e il frigorifero sono già pieni, non ci sarà bisogno di fare spesa-;
-Sì, ma...- balbettò Capeta, seguendola fino all'entrata.
-Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure a Naomi. Mi raccomando, non date fuoco alla casa! A stasera-, e si chiuse la porta alle spalle, lasciando piombare l'appartamento nel silenzio.

Devi sapere che sei uno dei pochi piloti che Naomi tiene in grande considerazione. Specie dopo quell'incredibile gara ad Haruna (…) quando avrai imparato a conoscerlo meglio, molte cose saranno più chiare anche a te, vedrai.
I pensieri di Capeta erano tutti per le parole della signora Nanako, mentre risaliva le scale, diretto alla sua stanza.
Da quando Naomi era entrato alla Sam's, in Formula Stella, non aveva più avuto molte occasioni di incrociarlo sui circuiti di kart, però aveva notato con gran sorpresa che, nonostante questo, i Minamoto sembravano interessarsi ad ogni particolare e ad ogni risultato delle sue competizioni; la cosa, stranamente, gli metteva addosso una sorta di sciocca felicità che proprio non sapeva spiegarsi.
Doveva ottenere quella borsa di studio a tutti i costi. Prima sarebbe riuscito ad ottenerla e prima si sarebbero potuti sfidare per il titolo di campione di categoria. Sentiva che mancava poco, veramente poco per raggiungerlo; quasi non gli sembrava vero.
Pensando ciò, aprì i libri e cercò di terminare i compiti prima possibile.
-Dunque: “Prendendo in analisi l'equazione n° 34, noteremo come la retta DC...”-.

Erano circa le sette quando un fragrante sapore di spezie e dei rumori provenienti dalla cucina lo destarono.
Si era addormentato sui libri, ancor prima di riuscire ad inviare un messaggio di risposta a Nobu, ed il modellino in lego che aveva ripreso ad assemblare con pazienza era rimasto a metà, poggiato di fronte alla scrivania dove si era assopito.
Ancora frastornato dal sonno, si alzò ed uscì dalla stanza, seguendo l'invitante profumo, fermandosi sulla rampa di scale e lanciando un'occhiata furtiva al piano sottostante.
-Signora Nanako?-;
-A quest'ora è in clinica- rispose la voce di Naomi, facendolo sobbalzare.
-Credevo fosse rientrata prima- pensò Capeta, entrando in cucina e scoprendolo impegnato ai fornelli -M-ma stai cucinando?!- esclamò stupito.
-Cosa ci trovi di strano? Preferisci digiunare?-.
Il ragazzino serrò le labbra, intimorito: -Sì, cioè, no, ma perché non mi hai chiamato?- e lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete -Accidenti, ma quanto ho dormito?!-;
-A giudicare dalle piaghe sulle tue guance direi parecchie ore di fila- rispose pacato Naomi, mentre l'interessato si tastava le gote arrossate.
-Questo profumo è...- cambiò argomento facendosi avanti e lanciando uno sguardo al contenuto dell'alta pentola sul fuoco.
-Risotto al curry-;
-Curry? Posso aiutarti?-;
-Non serve, oramai è quasi pronto-.
Capeta arricciò le labbra, deluso. Insomma, anche lui voleva rendersi utile...
-Hm... Tieni d'occhio il riso- lo incalzò, poco dopo, il sedicenne, passandogli il cucchiaio -E ci sono quelle verdure da tagliare-;
-Ah, s-sì!-.
Senza farselo ripetere due volte, Capeta si mise all'opera.
Mai e poi mai avrebbe pensato di trovarsi in una situazione simile. Se solo li avessero visti Nobu e Monami! Assurdo, anche se, sotto sotto, pensava, era davvero divertente vedere il ragazzo impegnato ai fornelli, con quella sua espressione concentrata e burbera sempre impressa sul viso. Minamoto non era mai stato eloquente: era proprio il tipo di persona che prediligeva i fatti alle parole e metteva impegno e serietà anche nelle piccole cose, ottenendo sempre risultati appaganti; come pilota non si poneva mai dei limiti, tirava sempre fuori il meglio di sé, e la cosa più incredibile era che, proprio tramite quella sua peculiarità, riusciva a spronare anche chi gli stava intorno. Capeta lo sapeva bene, perché se non fosse stato per quella forte rivalità venuta ad instaurarsi tra loro in pista, sicuramente, guidare kart e monoposto non sarebbe stata la stessa cosa, per lui.
-Ehi, è pronto?- domandò Naomi, facendogli segno di sveltirsi.
-Sì, ecco- si affrettò, facendosi poi da parte e limitandosi a fissarlo in silenzio per qualche buon minuto, inalando il profumo pungente e saporito della salsa al curry -C'è solo il riso?- chiese quando il ragazzo distolse l'attenzione da padelle e tegami -Possiamo preparare qualcos'altro, nel frattempo- propose.
-E cosa vorresti preparare?-;
-Non saprei- ammise il ragazzino, balzando giù dallo sgabello su cui si era seduto -Che cosa ti piacerebbe?-;
-A me?- ripeté l'altro, colto alla sprovvista.
-Un dolce?-;
-Come?-;
-Potrei preparare un dolce al cioccolato. Credo che ti piaccia, no? Gli ingredienti ci sono?- chiese Capeta, aggirandosi per la cucina ed aprendo alcuni sportelli a caso -Anche mio padre ne va matto. Tra l'altro, il giorno del suo compleanno è vicino e...-;
-Fa attenzione!-;
-Eh?-.
Voltandosi, scorse Naomi tendersi nella sua direzione e tirarlo bruscamente verso di sé, sotto il fragore metallico delle pentole che, rovesciandosi fuori dal ripiano, si infransero a terra, sotto lo sguardo spaventato del ragazzino.
-C-c'è mancato poco... Erano in bilico e mi sono scivolate- sussurrò frastornato Capeta, mentre il rumore dei tegami andava scemando, lasciando percepire soltanto il battito irregolare del suo cuore -Grazie- disse abbassando lo sguardo e scorgendo la mano tesa del ragazzo circondargli e stringergli ancora il polso.
-Minamoto... Mi stai bloccando la circolazione-;
-Che ne sai se mi piace il cioccolato, scusa?- mormorò di tutta risposta lui, continuando a guardarlo, sorpreso.
-Eh? Ecco, per via di quella volta all'ospedale- disse Capeta, avvampando in viso -Ricordi? M-mi regalasti una scatola di cioccolatini-;
-Questo non vuol dire nulla...-;
-Però, Momotaro che li aveva visti disse che erano cioccolatini di prima qualità, non scelti a caso- spiegò lui, cominciando a sentire la mano formicolargli -Ho pensato che, per averli scelti così scrupolosamente, dovessero piacere molto anche a te. E poi, li abbiamo mangiati insieme o sbaglio? Anzi, non ti ho ancora ringraziato... Non mi sarei mai aspettato una tua visita. Sei stato molto gentile-.
Naomi spalancò gli occhi ambrati e lo liberò dalla presa, voltandosi.
-L'-l'ho fatto perché mia madre continuava a tormentarmi- balbettò, sotto le occhiate perplesse del quindicenne -E così... Quel tizio sarebbe venuto a trovarti?-;
-Momotaro? Si è presentato con un enorme mazzo di rose, chiamandomi 'suo eterno rivale', o qualcosa di simile...-;
-Che egocentrico- borbottò il sedicenne fra le labbra.
-Poteva andarmi peggio, in fondo-;
-Mh?-;
-Stando a quanto mi dicesti tu ad Hobara, si sarebbe potuto presentare con qualche strano animale esotico, ricordi?- sorrise il più piccolo, sotto lo sguardo sorpreso dell'altro.
Un animale esotico? -Taira... Ci hai creduto davvero?-;
-A cosa?-;
-Alla storia che ti ho raccontato a proposito di quel tizio e dei camion pieni di animali?- chiese Naomi, con inaspettata spontaneità, senza perdere di vista le pentole sul fuoco.
-Come? Vuoi dire che...!-;
-Di tanto in tanto si presentava al circuito con qualche animaletto strano- ricordò il ragazzo -Ma non certo con un intero esercito di bestie come tigri o elefanti-;
-C-che cosa?!- disse Capeta, arrossendo per la vergogna -Ma allora perché mi hai raccontato quella storia assurda?-.
Il silenzio di Naomi lo lasciò ancor più disorientato.
-... Lascia perdere, Taira-.
Capeta si zittì, inghiottendo lo stupore e sporgendosi verso il ragazzo che ora gli dava le spalle, scorgendo, stranito, accenni di rossore che andavano cogliendo le sue gote.
-Ma...-;
-L'occorrente è qui. Fai tu, io non sono pratico di dolci-;
-Ah, s-sì... ma avrò bisogno del tuo aiuto. Abbiamo solo mezz'ora per prepararla e sistemare tutto quanto- disse, trasalendo e disponendo davanti a sé gli ingredienti.

-NON HA RISPOSTO NEANCHE A TE?! ACCIDENTI, KACCHAN, CHE COSA TI E' SUCCESSO?!- ruggì Monami, quando Nobu gli comunicò di non aver ricevuto alcuna risposta al messaggio inviatogli nel primo pomeriggio.
-Su, adesso calmati. Sarà stato molto preso dal trasloco- balbettò quest'ultimo.
-Macché preso e preso?!- urlò lei, facendo sì che il cellulare all'orecchio del ragazzo si librasse per aria a forza di strilli -Che razza di team-manager sei se non riesci neanche a rintracciare Kacchan? La verità è che anche tu, come quel traditore di Shigeo, sei succube di quella vecchia megera! In questo momento, il povero Kacchan sarà sicuramente sotto le grinfie di quella famiglia di pazzi!-;
-Che assurdità! Ti decidi a calmarti? Domani, a scuola, gli chiederemo com'è andata, no?-;
-SEI UN MANAGER CORROTTO, ECCO COSA SEI! NON VENIRTI A LAGNARE DA ME SE DOMANI KACCHAN VERRA' A SCUOLA RIDOTTO COME UNO ZOMBIE!- e gli chiuse il telefono in faccia, costringendolo ad accasciarsi a terra, demoralizzato.
-R-ridotto come uno zombie? ...Capeta, ti prego, resisti!-.

-E' perfetta!- annunciò il ragazzino, alzando lo sguardo soddisfatto, mentre l'altro sistemava le stoviglie sotto il getto dell'acqua -Ne vuoi...?-;
-Co...?-.
Capeta alzò la posata ricoperta di cioccolata e gliela mise davanti al viso -Vuoi pulire il cucchiaio?-;
-Mi hai preso per un cane?- brontolò Naomi, allontanando il cucchiaio che scivolò dentro la pentola della salsa, sotto lo sguardo strabuzzato dei due.
Ci fu un breve attimo di silenzio, interrotto soltanto dal rintocco dell'orologio e dai clacson delle auto che transitavano in lontananza, sulla strada principale, poi...
-E' caduto dentro il curry!- esclamò allarmato Capeta, sporgendosi sul contenuto della pentola e voltando piano lo sguardo verso Naomi -Minamoto, ma cosa ti è preso?-;
-Sei tu che me lo hai messo sotto il naso!-;
-Era cioccolata, non veleno!-.
Nel panico, Capeta si guardò intorno, indeciso sul da farsi; sollevò uno dei mestoli più vicini e, facendo spallucce, lo riempì con la salsa, portandoselo alle labbra: -Lo assaggio-;
-Il curry col cioccolato? Non dire sciocchezze, potresti sentirti male. E' da buttare-;
Capeta lo caricò di uno sguardo sconvolto.
-Buttare?! Sarebbe uno spreco? Tanto lavoro per niente!- lo rimbeccò deciso, sorseggiando la salsa sotto lo sguardo stupito del sedicenne: -...GHM!-;
-Taira?- lo chiamò Minamoto, preoccupato, scorgendo il volto del ragazzino imporporarsi pericolosamente -Ehi, Taira...!-;
-Pfu! Sto scherzando!- ridacchiò Capeta, voltandosi verso di lui col mestolo -Sai che non è male? Assaggia-.
Naomi guardò con diffidenza la salsa, come se si fosse davvero tramutata in veleno, poi, scorgendo il viso soddisfatto del nuovo coinquilino, fece spallucce sollevando il cucchiaio e avvicinandolo alle labbra.
-Allora, che ne dici?-.
-Hm...-.
Inizialmente, il sapore del curry non sembrava contaminato, tuttavia giungeva, pochi attimi dopo, un piacevole retrogusto di cioccolata che rendeva il pungente sapore della salsa molto più delicato... discreto e non invadente, ecco. Taira non aveva tutti i torti; era uno strano accostamento, però soddisfava il palato.
Voltandosi per replicare, scorse gli occhi grandi e profondi del ragazzino osservarlo con impazienza, e nel caldo castano delle sue iridi riscoprì con sorpresa un po' di quel gustoso cioccolato che fino a poco prima sembrava aver causato un bel pasticcio...
-Minamoto?-.
L'interessato si riscosse dai suoi pensieri e, fissando il mestolo oramai vuoto, lo posò, annuendo.
-Sì, non è male- ne concluse, strappando un sorriso sollevato al giovane pilota accanto a lui.
-Per fortuna! O avremmo dovuto ricominciare tutto daccapo-;
-Ragazzi? Sono a casa!- annunciò la signora Minamoto -Naomi, Capeta, ci siete?-;
-Siamo qui, signora Nanako-;
-Ah, che buon profumino. Chi mai pensava che avreste davvero cucinato insieme. Che bravi- sorrise la donna -Shigeo non è ancora rientrato?-;
-Dovrebbe arrivare fra poco-;
-Allora, nell'attesa, andrò a farmi una doccia- e si allontanò canticchiando verso le scale.
-Tua madre è sempre così attiva!- osservò Capeta, tornando in cucina, divertito, sotto lo sguardo indecifrabile di Naomi.
-Già...-.

-Buonasera, presidente. Anche per oggi abbiamo terminato- annunciò Shigeo, scendendo dal furgone assieme ai due colleghi.
Il presidente Ikari, un ometto basso e tarchiato dallo sguardo burbero ma dal gran cuore, li attese sulla soglia dell'ufficio ed annuì, fissando l'orologio.
-Siete in ritardo. Per fortuna che questo era l'ultimo turno della giornata- gli fece notare.
-E' colpa nostra, capo- spiegarono due dei dipendenti -Eravamo in anticipo, ci siamo fermati a bere qualcosa e abbiamo perso la cognizione del tempo-;
-Hm- brontolò l'uomo, sotto i baffi -Shige, sbrigati a tornare a casa. Tuo figlio ti starà aspettando-;
-Come? Ah, certURGH!- biascicò l'operaio, impallidendo pericolosamente davanti a tutti.
-Cosa ti prende, Shigeo? Ti senti male?-;
-Le nove e mezza?! SONO IN RITARDO MOSTRUOSO!- gridò questo, facendoli sobbalzare.
-Come dici? Sei proprio un irresponsabile, Shigeo! Mi domando come riesca a sopportarti, quel tuo povero ragazzo-.

-E-etchum!-.
Capeta guardò l'orologio appeso alla parete della cucina e tirò un lungo sospiro. Ma che fine aveva fatto suo padre?
-E' tardi. Spero che non sia successo niente- disse la signora Nanako, proprio mentre la porta dell'appartamento si apriva alle sue spalle.
-Sono a casa, scusate il ritardo!- gemette l'uomo, sopraggiungendo col fiatone.
-Ah, meno male-.
Sollevata, Nanako si alzò da tavola per raggiungerlo, quando scorse Capeta allungare il passo e precederla verso l'ingresso.
-Oh, ciao Cape...-;
-PAPA', MA DOV'ERI FINITO, SI PUO' SAPERE?! CI HAI FATTI SPAVENTARE! DOVEVI ESSERE A CASA DUE ORE FA!- lo interruppe il figlio, facendo sussultare tutti quanti.
-C-Capeta, ti chiedo scusa. Non avevo calcolato che dall'ufficio a qui avrei impiegato più tempo. Calmati, ti prego- biascicò l'operaio terrorizzato, appiattendosi contro la parete, sotto le occhiatacce ed i rimproveri furiosi del ragazzino.
-Per una volta che ti veniva chiesto di essere puntuale! Ma che figure ci fai fare, papà?! Chiedi subito scusa a tutti quanti!-;
-Che severità, i-insomma!-;
-Non intervieni?- domandò Naomi rivolto alla madre, rimasta a fissare la scena sulla soglia del salone.
-E perché? Ci sta già pensando lui. Non li trovi anche tu terribilmente buffi?- ridacchiò tornando in cucina, sotto lo sguardo perplesso del figlio -Su! Serviamo in tavola, nel frattempo-;
-Mh. Ok-.
Certo che Taira aveva proprio un bel caratterino.

Continua...

Disse l'autrice:
ALOHAAAA!! <3 <3 <3
Buonsalve a tutti! ^^ Vi è stato appena 'servito' il secondo capitolo di F1ove!
Qui la storia comincia pian piano a prendere forma; il my obbiettivo è di NON porre OOC farlocchi (?!), perciò sto cercando di studiare minuziosamente le personalità dei protagonisti, sia nel manga che nell'anime, e di sviluppare gli avvenimenti del racconto nella maniera più 'coerente' possibile! Spero di non deludervi!
Ancora non so da quanti capitoli sarà composta la storia. La mia Tension è imprevedibile: potrebbe impossessarsi di me per sette capitoli come per venti; al momento non saprei proprio dire altro, about.
Parlando di tempi di pubblicazione... Mi è stato chiesto di “abbandonare la strada della pubblicazione mensile” (XD); ovviamente farò il possibile per accontentarvi, aggiornando anche ogni due settimane ma, nel caso ciò non avvenisse (cause di forza maggiore quali: allineamenti interplanetari poco propizi, eventuali e nefaste profezie maya-incas-azteche, ed impegni irrevocabili quali compleanni, matrimoni, comunioni etc...!), state certe che l'appuntamento mensile rimane, comunque, il più attendibile! Vi chiedo, ancora una volta, di portare molta pazienza.
Piuttosto, ciarlando di questo capitolo: l'ispirazione venne all'Autrice scorgendo la bella casa dei Minamoto, nell'anime, e Naomi che preparava il pranzo! AMO quella cucina! E' così cool, così modern, così american!!!** Quanto desidererei quella cucina! Questo anime è così pieno di particolari incredibili da commuovermi! Ma sto divagando; è venuto il momento dei...

Ringraziamenti! (Come nei manga! oAo)
Thanks a Toru85, Camiel, Vel90, Isetta, rossanaeheric, HikaruUzumaki e Olivier_hiwatari per aver inserito la ff tra seguite e preferite, e per i loro primi commenti! Spero di ritrovarvi anche nei prossimi capitoli!
Particolare menzione all'utile e dolce Soe Mame, per aver 'revisionato' la punteggiatura di questo capitolo! ^^ Danke tante!
Infine, grazie anche a coloro che hanno semplicemente posato gli occhi su questa storia!
Non resta che rinnovarvi i miei saluti e darvi appuntamento alla prossima!
“Chapter 03: Considerando la situazione...”!

+AliceWonderland+
  
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