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Autore: vampiredrug    01/06/2012    6 recensioni
Questa storia vorrebbe essere la riscrittura di una piccola parte del 4° libro della Harris (la parte che tutte noi abbiamo consumato a furia di leggere e rileggere), una mia visione personale, insomma. Anche se la pubblico solo ora, è stata scritta prima che la quarta stagione di True Blood andasse in onda, per cui il mio smemo-Eric si discosta abbastanza da quello della serie, è più allegro e ha conservato un barlume di dignità, pur esternando abbondantemente i suoi sentimenti per Sookie.
Scusate il primo capitolo assai palloso (- e gli altri no? – direte giustamente voi), ma un minimo di riassunto e introduzione a tutta la situazione mi sembrava d’obbligo, anche per chi magari non conosce bene la saga. Perdonatemi! :)
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eric Northman, Sookie Stackhouse
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SESSO, BUGIE ED EX FIDANZATI

 
Mi diressi in camera e come un’automa mi dedicai ai riti serali (sciolsi i capelli, mi struccai e infilai la camicia da notte).
Eric era steso sul letto, appoggiato ai cuscini esattamente come la sera prima… ma ora era tutto diverso. Mi stesi accanto a lui in silenzio, senza toccarlo.
Lui non disse una parola, rimase immobile per un tempo infinito e quando infine parlò mi prese il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo negli occhi. Cercai di fare resistenza ma dopo il carico extra di emozioni che la giornata mi aveva regalato, non fui molto combattiva.
 
- Ok. Senti, hai ragione: io ti voglio, Sookie. Ma… non come pensi tu. Ti voglio accanto a me. E basta. Se occorre, lascerò la mia posizione di sceriffo. Se serve, troverò un’altra strega e farò in modo di perdere nuovamente la memoria. Farò quello che occorre. Ma. Resta con me.
 
Oh.
 
Non ce la facevo più a respingerlo, anche un cieco avrebbe visto che era sincero. E addolorato. E… meraviglioso.
Non ero innamorata dell’altro Eric.
Ero innamorata di Eric, punto e basta.
Accidenti, ero innamorata dello sceriffo dell’Area cinque!
 
Mi concessi di ricambiare il suo sguardo, e in quei meravigliosi occhi azzurri potei distintamente scorgere la verità. Non stava mentendo. Mi amava davvero.
 
Mi lasciai avvolgere da quell’improvvisa ondata di felicità come se fosse una coperta calda, lasciando che tutta la rabbia di poco prima si disperdesse…
Lo baciai, piano.
Lui mi lasciò fare, schiudendomi appena le labbra con la lingua.
Poi, con un unico movimento fluido, si sfilò la maglietta e si liberò dei jeans (ogni singola volta restavo incantata a guardarlo, dovevo essere malata), mi tolse la camicia da notte e si sdraiò su di me, sostenendo il suo peso sulle braccia.
Anche se tecnicamente non era la nostra prima volta, in pratica lo era eccome, stavolta avevo di fronte il vero Eric e non sapevo assolutamente cos’aspettarmi.
Mi accorsi di stare trattenendo il fiato. Anzi, diciamoci la verità, ero attanagliata dal terrore.
 
Occhi azzurri indagatori puntati su di me.
 
- Sookie, non avrai paura di me, vero?
- No… non so… non paura ma…
- Non potrei mai farti del male. Mai. Non ci sono mai riuscito e non ci riuscirei certo ora.
 
Gli credevo.
Gli credevo ma non riuscivo a togliermi dalla testa il modo lascivo con cui si era sempre rivolto a me, le volgari cameriere del Fangtasia che, con ogni probabilità, prestavano servizi di ogni genere al loro padrone, le allusioni, le battute, mille anni di sesso con mille donne diverse… cos’avrei dovuto pensare?
Venni letteralmente strappata ai miei pensieri dalla bocca di Eric, che si fece largo tra i miei capelli fino a raggiungere l’orecchio destro, mordicchiandolo con estrema delicatezza.
Il mio corpo impiegò circa un decimo di secondo a reagire, il sangue di Eric mi ribolliva nelle vene, rispondendo alla vicinanza del legittimo proprietario (perlomeno, questa è la scusa con cui giustifico ciò che avvenne dopo… bastavano tre gocce di sangue ingerite mesi prima a provocare una reazione simile?): cercai di aggrapparmi a lui per trattenerlo e fargli continuare quello che stava facendo, ma lui si tirò indietro, spostandosi sull’altro lato del collo e poggiandovi le labbra, insolitamente calde.
Poi le premette con più forza sulla mia giugulare.

- Hai le pulsazioni a mille, Sookie… se continui così mi toccherà portarti al pronto soccorso…- mormorò direttamente sulla mia pelle, scendendo ancora con la lingua lungo la linea delle mie clavicole e soffermandosi a guardarmi brevemente negli occhi. Mi sentivo avvampare, il battito del mio cuore rimbombava talmente forte  nella mia testa che mi sembrava quasi di sentirlo anche all’esterno.
Nel frattempo Eric era sceso ancora, la sua lingua stava descrivendo piccoli cerchi attorno ai miei capezzoli, mentre mi accarezzava impercettibilmente il seno col dorso della mano. Nessuno mi aveva mai riservato tanta delicatezza, sembrava che per lui fossi fatta di vetro… per questo fu uno shock vederlo scendere ancora, inginocchiarsi tra le mie gambe e aprirmi con fermezza le ginocchia.
 
Non ero mai stata tanto imbarazzata in vita mia.
 
Oh, no. Eric mi stava guardando. Guardava me e poi guardava… lì.
Non riuscendo a sostenere il suo sguardo e quasi con le lacrime agli occhi per la vergogna cercai di divincolarmi, ma la sua presa era ferrea.
Continuava a fissarmi, in silenzio, con i canini completamente estesi.
 
- Eric, ti prego, lasciami - piagnucolai.
- Sookie, che c’è? Sono io. Ti sto solo guardando…
- Sì ma… io… non ce la faccio… non…
- Sei così bella, e io voglio guardarti. Tutta.
 
Quindi si abbassò, fino a sfiorare l’interno delle mie cosce col naso e baciandole con una lentezza esasperante, solleticandomi appena con l’accenno di barba che aveva sempre, mentre risaliva fino all’inguine.
Ogni singola cellula del mio corpo vibrava d’eccitazione, così quando la bocca di Eric arrivò a destinazione e prese a leccarmi dolcemente, non dimostrai molto autocontrollo.
Eric era un vero maestro, non so dove avesse imparato a fare quello, ma sono certa che molte donne avrebbero ucciso per poter provare quello che stavo provando io in questo momento.
Il mondo attorno a me perse i contorni e ad un certo punto iniziai a sentire un suono fastidioso, poi mi resi conto con sgomento che quel suono ero io, e che stavo urlando senza ritegno.
Mentre ancora stavo sperimentando gli strascichi di un orgasmo senza precedenti, lui scivolò dentro di me e cominciò a muoversi molto, molto lentamente, guardandomi come se volesse entrare nei miei pensieri e permettendomi di entrare nei suoi… con meraviglia e orrore allo stesso tempo, realizzai che non era mai, mai stato così con Bill.
Quella che avevo creduto fosse passione era stato solo istinto animale, non c’era mai stata l’intensità e la tenerezza che vedevo in Eric, non avevo mai fatto l’amore in quel modo… ad ogni spinta il suo viso si trasformava, diventando più umano e se possibile ancora più bello.
Non accennò nemmeno a mordermi, sembrava completamente appagato da quello che stavamo facendo e da ciò che leggeva mei miei occhi.
Totalmente persa in un mondo di beatitudine, non avrei più voluto staccarmi da quel corpo meraviglioso ma, quando gli piantai le unghie nella schiena in preda ad un’ondata di piacere, venne anche lui con un lungo gemito, crollando su di me.
 
Dovetti aspettare un bel po’ e ricacciare indietro lacrime di felicità, prima di riuscire a parlare. Il corpo di Eric era freddo, ma il blood bond mi faceva sentire distintamente la felicità e l’amore che lui irradiava come se fosse una stufetta.
 
- Eric.
 
- Dimmi, amore mio.
 
- E’ stato… incredibile.
 
- Sì. Lo è stato. Tu, sei incredibile. Non ricordavo che potesse essere così bello…
 
- Ma tu… l’avrai fatto un miliardo di volte - balbettai io (sempre pronta a denigrarti, eh, Sook?).
 
Eric si girò su un fianco, puntellandosi su un gomito e riprendendo a guardarmi accigliato come se fossi un po’ tarda.
 
- Hai ragione, ho sempre fatto moltissimo sesso. Sesso. Non c’entra niente con stasera, non credevo che avrei mai più provato quello che provo ora… poi sei arrivata tu, una piccola umana, e hai buttato all’aria il mondo che mi sono costruito in 1000 anni - tacque e mi osservò per qualche istante, restio a continuare.
- All’inizio non l’ho presa affatto bene, sai… già non tolleravo i… sentimenti… che provavo per te, poi vederti così innamorata di Compton ed essere a conoscenza dei suoi sordidi giochetti mi faceva uscire letteralmente di testa. Se non fossi stato lo sceriffo e senza Pam a fermarmi credo che avrei commesso qualche stupidaggine molto, molto tempo fa…
 
Deglutii, soppesando il significato di quelle parole.
Eric non era certo uno che definiva “stupidaggine” abbuffarsi di gelato ascoltando Barry Manilow, insomma, le cose che si fanno quando si soffre per amore. L’avevo visto con i miei occhi smembrare un lupo mannaro a mani nude, sapevo perfettamente cos’era in grado di fare Eric Northman quando era furioso.

Non si sarebbe limitato a rigare la macchina di Bill.
 
Grazie Pam, grazie a chiunque avesse nominato Eric sceriffo.
 
Odiavo Bill, lo odiavo davvero, ma non volevo vederlo fatto a pezzi o bruciare alla luce del sole. Desideravo solamente non trovarmelo più di fronte e seppellire tutta la nostra storia in un angolino del mio cervello, dove non guardare mai più.
 
- Quando il castello di bugie di Compton è crollato, non è stato certo divertente vederti ferita e umiliata, ma per un attimo ho sperato. Ho sperato che ci fosse una maniera di avvicinarmi a te. Ma tu eri così arrabbiata… con Bill, con i vampiri, col mondo. Con me. -
 
- Poi è successa questa cosa con la strega e… bè, il resto lo sai. Mentre ero senza memoria è stato molto più facile lasciar uscire i miei… - e qui incespicò nuovamente sulle proprie parole - sentimenti… ecco, e dopo è stato impossibile rimandarli indietro.
Voglio che tu sia mia, che dimentichi ogni altro uomo, che dimentichi Bill. -
 
- Non so di chi tu stia parlando. -
 
Eric sorrise e mi strinse forte a sé. Non mi ero mai sentita più al sicuro in vita mia.
Restammo in quella posizione per un po’, poi la mano che mi aveva pigramente accarezzato la spalla fino a quel momento prese una direzione più obliqua… ci volle un secondo per risvegliarmi dal torpore e ritrovarmi di nuovo sotto l’imponente mole di Eric, affascinata dall’effetto che mi facevano le sue mani, la sua lingua… se i vampiri erano creature delle tenebre, allora tra inferno e paradiso il confine doveva essere davvero labile.
 
Completamente inebetita dalle meravigliose sensazioni che stavo provando, mi sfuggì una frase che mai avrei pensato di poter pronunciare.
 
- Mordimi, Eric. -
 
Mi fissò, prima stupito e poi incantato da quella prospettiva. Restò un secondo in attesa, come se aspettasse che cambiassi idea, poi tornò a chinarsi lentamente su di me.
 
Mi baciò a lungo l’incavo del collo, mentre sotto di lui tremavo per la tensione. Bill l’aveva fatto decine di volte, ma questa era… speciale, ero stata io a chiederlo, e l’avevo chiesto proprio a Eric. Mi stavo mettendo in un grosso guaio?
 
- Amore mio… - mormorò tra sé e sè.
 
Poi mi morse.
 
E fu incredibile.
   
 
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