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Autore: _MoonShine_    04/06/2012    8 recensioni
Lui voleva solo l'anima di quell'umana, solo quella. Voleva tornare a casa vincitore.
Lui non voleva che accadesse tutto questo. E ora si ritrovava a volere lei, solo lei.
E lei voleva lui. Ma lui era come un inferno, lui era l'inferno.
E l'inferno non era mai stato così attraente.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fine, Shade, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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♦ MALEDETTO POTERE ♦

L’indomani Fine e Rein si svegliarono puntuali, merito di Rein che aveva buttato giù la sorella dal letto.
Le due camminavano verso scuola lentamente. Fine sbadigliava ogni tre per due, non era abituata a svegliarsi così presto anche se accadeva spesso quando Rein si fermava a dormire da lei.
Arrivarono a scuola prima del solito. In classe di Fine c’era un’agitazione mai vista. Rein, essendo in anticipo accompagnò Fine nella sua aula con la scusa che ne avrebbe approfittato per salutare delle amiche. Ormai si conoscevano tutti del primo anno.
-Che succede?- chiese Fine risvegliandosi di colpo dal suo sonno vedendo le facce dei compagni agitati e preoccupati.
-Non hai saputo?- le disse Lione, una sua compagna. Era molto carina, lunghi capelli arancioni erano legati in un morbida coda alta e due occhioni la fissavano triste.
Fine guardò sua sorella confusa. Nemmeno Rein sapeva nulla.
Scosse la testa incitandola a raccontare.
-È per Mirlo- si intromise Altezza in compagnia di altre ragazze della classe.
-Che le è successo?- chiese Rein. Anche lei conosceva quella ragazza, erano molto amiche. Videro le compagne abbassare la testa.
-Sua madre ha avuto un incidente- disse Lione a bassa voce.
Fine e Rein ci rimasero di sasso. In effetti Mirlo non era in classe, lei di solito era la prima ad arrivare. Chissà come si sentiva.
Le due ragazze conoscevano sua madre, era capitato di parlarci nelle riunioni di classe o quando ci si incontrava in giro, era davvero una brava persona.
-E come sta?-
-Non lo sappiamo. Da quanto hanno detto è una cosa abbastanza grave..- disse vaga Altezza.
-Pensavamo di andarla a trovare in ospedale dopo la scuola, per starle vicino. Siete dei nostri?- le invitò Lione.
-Certo!- riposero Fine e Rein.

Dopo le lezioni tutti corsero in direzione dell’ospedale. Dopo aver chiesto il numero della stanza, la raggiunsero.
-Mirlo!- la chiamarono vedendola seduta fuori dalla camera con le lacrime agli occhi. Vicino a lei c’era un passeggino con il piccolo Narlo, il fratello della ragazza.
Lei alzò lo sguardo incontrando quelli preoccupati dei suoi amici.
-R-ragazzi..- sussurrò lei sorpresa di vederli –Cosa fate qui?-
-Volevamo sapere come stavi- le sorrise Rein cercando di essere confortante.
Mirlo abbassò lo sguardo. Era felice di avere degli amici come loro, ma proprio non riusciva a sorridere.
-Come sta tua madre?- le chiese Fine mettendole una mano sulla spalla.
La ragazza iniziò a piangere silenziosamente.
Fine dedusse che doveva essere una cosa davvero grave se lei stava così, era sempre stata una persona pacata e seria, che non si lasciava sopraffare dalle emozioni.
-È.. è in coma- disse singhiozzando e abbracciando Fine che era la più vicina.
La ragazza la strinse con gli occhi sgranati. In coma.. quindi era come se.. si insomma, era quasi come se fosse morta. E se non si fosse più risvegliata?
Mirlo piangeva rumorosamente tra le braccia di Fine. Presto tutti i compagni le furono vicino in un grande abbraccio di gruppo. Gli amici si sostengono, no? 
Qualche momento dopo i ragazzi chiesero se era possibile vedere la madre di Mirlo. Li fecero entrare insieme alla ragazza, dando il cambio al padre che era rimasto dentro tutto il tempo.
La donna era sdraiata sul lettino bianco con diversi fili e flebo. Sembrava la stessa di sempre, a parte la brutta fasciatura alla testa. Sembrava quasi stesse dormendo.
Mirlo ricominciò a singhiozzare, non si era ancora abituata a vederla così. Anche alcune delle sue compagne iniziarono a far scendere delle lacrime, faceva sempre impressione una scena del genere.
-Vedrai andrà tutto bene- le sorrise Rein cercando di non piangere anche lei. Poi però scoppiò anche lei finendo tra le braccia di Bright, che cercava di consolarla.
I ragazzi rimasero con la loro amica fino alle cinque. Poi tornarono a casa, si stava facendo tardi e loro non potevano fare nulla.
Fine mise piede fuori dall’ospedale. Mirlo era rimasta da sola, c’era solo suo padre che però doveva prendersi cura di Narlo.
Salutò tutti per tornare da lei con la scusa di aver lasciato una cosa. Corse su per le scale e raggiunse di nuovo la camera.
Si fermò prima di bussare. Immaginò cosa avrebbe potuto fare lei se fosse sua madre quella nel letto d’ospedale. Come avrebbe reagito lei? Non avrebbe sopportato di perdere la mamma.
Non poteva capire come si sentisse la sua amica, ma poteva riuscire a immaginarlo. Voleva starle vicino, ma non voleva sembrare invadente o appiccicosa. Molte persone di solito preferiscono stare sole in momenti come questi.
Appoggiò una mano sulla maniglia e aprì di pochissimo la porta.
Vide Mirlo seduta su una sedia accanto al letto. Teneva stretta la mano di sua madre e cercava di sorridere mentre le raccontava che i suoi compagni di classe erano andati a trovarla.
Le si strinse il cuore a vedere una scena simile, non era giusto che una ragazza come lei perdesse la madre in quel modo e a quell’età.
Si rese conto che non poteva davvero fare nulla. Le stava venendo da piangere e se fosse entrata con quello stato d’animo non le sarebbe stata di alcun aiuto.
Richiuse la porta rimanendo sola nel corridoio. Era quasi vuoto.
Vide Shade fuori dalla finestra che le volava davanti. La fissava serio, inespressivo.
Fine non aveva voglia di dire nulla. Si incamminò verso le scale e uscì dall’ospedale. Camminava lentamente verso casa, con il volto basso. Stava percorrendo il parco.
Shade le camminava a pochi passi dietro. Non diceva niente. Capiva che lei era dispiaciuta per la sua amica, ma in fondo non era un problema di Fine, anzi doveva essere felice che non fosse sua madre quella in coma. Ah, gli umani! Sono così deboli.
-Non capisco perché te la prendi tanto per sua madre. Non è la tua- le disse lui quasi senza tatto.
Lei si voltò. Come poteva dire una cosa simile? È vero era un demone, ma pensare prima di aprire quella maledetta bocca?
-Non potresti capire- già, non poteva capire, lui non aveva un cuore. Non sapeva cosa fossero gli amici e l’affetto per essi. Non sapeva il dolore che si provava vedendo una persona a cui vuoi bene stare male, soprattutto quella se quella persona non merita niente, NIENTE di tutto quello.
-Forse questo mondo è l’inferno di un altro pianeta- disse lei rivoltandosi e riprendendo a camminare.
Shade la guardò senza dir nulla. Che poteva dire in fondo?

Per la settimana seguente i ragazzi andarono a trovare Mirlo e sua madre tutti i giorni dopo la scuola, chi si tratteneva di più, chi meno. Ma tutti le stavano vicino, loro erano una piccola grande famiglia.
Fine sperava con tutto il cuore che andasse tutto bene, che sua madre si risvegliasse, ma sembrava che non cambiasse nulla.
Shade si era accorto più volte del desiderio della ragazza, lo voleva davvero. Ma bastava quella speranza? Sarebbe stata così forte da salvare persino una persona dal rimanere un vegetale per chissà quanto?
-Come sta?- chiese Shade saltando sul balcone di Fine e mettendosi di fianco a lei con i gomiti appoggiati sulla ringhiera. In realtà non gli interessava poi molto, gli umani morivano e nascevano come funghi. Era per Fine che lo faceva, notava l’umore pessimo della ragazza. Non sapeva perché, ma la preferiva quando sorrideva.
Fine scosse la testa. Ogni sera quando lui glielo chiedeva otteneva sempre la stessa risposta: nessun miglioramento.
-E la tua amica?-
-Come dovrebbe stare?- rispose lei sarcasticamente fissando il cielo. Mirlo era a pezzi, chissà fino a quando avrebbe retto.
-I-io.. vorrei solo che lei guarisse, così Mirlo tornerebbe a sorridere- disse lei quasi con le lacrime agli occhi. Mirlo era una delle sue migliori amiche, ridevano sempre insieme, ora invece era impossibile.
-Perché non glielo dici?- disse Shade fissandola serio, con quell’espressione indecifrabile che solo lui sapeva fare.
Fine lo guardò confusa, perché avrebbe dovuto farlo? A che serviva?
-Beh.. sua madre non è morta, se qualcuno le parla può sentirlo no? Tutti fanno così quando un altro mortale è in coma. Parlale anche tu, le farà piacere sapere che sua figlia ha un’amica come te-
Sì, forse se Fine sarebbe stata più vicina a quella donna, se il suo desiderio fosse stato più vicino a lei, magari avrebbe contribuito. Sempre che il suo potere possa permettere di salvare una persona.
Fine era sbalordita. Quelle parole non se le sarebbe mai aspettate da uno come Shade, da un demone. Come poteva avere così maledettamente ragione? Sì, aveva ragione. Forse avrebbe dovuto dirle qualcosa anche lei, ma.. sarebbe servito? Lei non credeva nei miracoli, però voleva provare a farne uno, a far piacere alla madre di Mirlo.
Sorrise con gli occhi umidi, un sorriso bellissimo. Shade aveva sempre pensato che quella ragazza avesse uno splendido modo di sorridere, ma ogni volta era come una cosa nuova.
-Grazie- disse correndo fuori dalla stanza.
-Fine dove vai?- le chiese sua madre allarmata vedendola correre fuori, erano quasi le sette, dovevano cenare.
-Arrivo, tu cena senza di me!-

Arrivò davanti alla stanza della madre di Mirlo con il fiatone. Quello non era l’orario ricevimenti, infatti la figlia e il padre erano andati a mangiare alla mensa dell’ospedale. Fine non poteva nemmeno stare lì.
Entrò cautamente nella camera richiudendo la porta per bene, non dovevano scoprirla.
Si avvicinò piano al lettino. Fissò la donna. Sembrava davvero che stesse dormendo. Come si poteva pensare che quella persona magari non si sarebbe più svegliata, che sarebbe rimasta così, immobile, per chissà quanto?
Guardò i vari macchinari indecisa sul da farsi. Doveva dire qualcosa, ma cosa?
-S-salve- iniziò titubante. Che inizio banale.
-I-io mi chiamo Fine, sono una compagna di classe di Mirlo-  disse con voce tremante, le sembrava di parlare da sola  –e-ecco io.. volevo solo provare a dirle qualcosa, non potrei nemmeno stare qui- continuò guardandosi alle spalle, verso la porta. Speriamo che non entri nessuno.
Tornò a fissarla.
-I-io.. ci tengo a dirle che.. che mi dispiace. Non la conosco bene, ma so che non se lo meritava, non merita di rimanere così. L-lei non deve rimanere così-  disse iniziando a cedere ai singhiozzi  –Mirlo le vuole bene, e anche suo marito.. loro stanno soffrendo, le sono accanto giorno e notte. Non può lasciarli così.. non può! La prego!- alzò la voce facendo scendere sofferenti lacrime sulle sue rosee guance.
Si svegli, si svegli!
Improvvisamente uno di quegli strani macchinari  collegati con dei fili alla donna iniziò ad emettere suoni strani, lampeggiando e producendo lucette ovunque. Che cos’era? Fine non aveva idea di cosa fossero o a cosa servissero quelle apparecchiature. Cosa aveva fatto? Era stata colpa sua? Forse aveva inavvertitamente toccato qualcosa? Oh no!
La porta alle sue spalle si aprì di colpo. Due dottori si catapultarono nella stanza in allerta.
-Cosa ci fai qui?- chiese uno. Non era orario di visite, non poteva stare lì, per nessun motivo!
-I-io..- provò a dire Fine, ma venne bruscamente presa per un braccio da uno dei medici.
-Esci, non puoi stare qui!- disse agitato, avevano del lavoro da fare, c’era stato un avviso proprio da quella camera. La paziente stava..
-No, no vi prego!-  cercò di fermarlo lei, doveva ancora dirle tante cose  –Non ho finito!- disse mentre la trascinava a forza sulla porta.
-La prego si svegli! Pensi ai suoi figli, non possono stare senza una madre! Perfavore!- urlò lei sulla porta per farsi sentire.
Detto questo, il medico la spinse del tutto fuori dicendole che dovevano lavorare, che c’era stata un’anomalia. Le chiuse la porta in faccia pronto per il suo lavoro.
Fine rimase a fissare la porta con gli occhi pieni di lacrime. Cosa stava succedendo là dentro?
Vide Mirlo e suo padre arrivare di corsa, la ragazza la abbracciò chiedendole cosa ci facesse lì. Fine si limitò a sorriderle, erano amiche no?
Dopo circa mezzora i medici uscirono. Sul loro viso c’era un enorme sorriso.
Il padre di Mirlo si alzò di scatto chiedendo cosa fosse successo, era agitato, preoccupato.
-Credo che qualcuno voglia vedervi- disse facendo entrare la ragazza e l’uomo nella stanza.
I due si catapultarono dentro rimanendo paralizzati. La donna che prima sembrava morta ora.. ora era sveglia, sorridente e li guardava divertita.
Mirlo iniziò a piangere correndole addosso. Non poteva essere vero! Era un sogno!
Fine era rimasta sulla porta sbalordita, con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta. Un dottore le si avvicinò sorridendole.
-Non so cosa tu abbia fatto prima, ma credo che hai appena fatto accadere un miracolo- disse scompigliandole la frangetta e uscendo dalla stanza per lasciare la famiglia insieme.
Un miracolo.. era merito suo? Sorrise. No, sicuramente no, era un modo di dire, era stato solo l’amore che provava quella donna per la sua famiglia. Solo quello e la forza di volontà le avevano permesso di risvegliarsi.
Shade fuori dalla finestra guardava tutto con estrema estraneità. Aveva ragione, era stata lei, era merito suo perché lo desiderava davvero.
Sorrise pensando all’incredibile potere racchiuso nell’anima di quella piccola ragazzina.
La vide sorridere, come non sorrideva da una settimana. Forse è questo che rendeva gli umani tanto diversi dai demoni, la loro capacità di provare affetto e un forte bisogno di aiutare le persone care. Ma soprattutto la capacità di saper sorridere veramente.

 





Buonasera! Mi scuso per ritardo, mi diaspiace davvero, ma in questi giorni sono impegnatissima.
Pensate che ho malapena il tempo per leggere qualche capitolo nuovo e commentarlo,  figuriamoci per aggiornare -.-''
Comunque stasera ce l'ho fatta :3  Spero vi sia piaciuto!
(tralasciando che io ho sempre odiato Mirlo.. e non so perchè.. in questa storia l'ho voluta far soffrire un pochino ma darle la parte di una delle ragazze brave e buone xD)
Sono perfida lo so..
Beh ora scappo che sto crollando dal sonno, buona serata e buona notte!

  
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