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Autore: MissyHarry    06/06/2012    3 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
Unfaithful


Crescere in America in un quartiere poverissimo significava vivere ignorando completamente le altre culture. Una volta arrivata a Roanapur, Revy si era ritrovata di fronte ad un'infinità di usanze mai viste prima, una mescolanza di costumi e di genti inimmaginabile, favorita anche dalla vicinanza al porto. Aveva così visto per la prima volta un manga - lei, che aveva letto per caso una volta solo un fumetto della Marvel e ne era stata parecchio delusa. Il caso volle che quel manga fosse uno per ragazzine (dopo la terza pagina non ci aveva capito niente e l'aveva buttato, nonostante Benny cercasse in tutti i modi di spiegarle che si leggeva dal fondo e non all'occidentale), ed era rimasta disgustata dall'insistente presenza di scene inutili di lunghi sguardi, interminabili silenzi e imbarazzanti ciglia lunghe.

Ecco, pensò quando Rock si voltò a guardarla, quel giapponese aveva proprio lo 'sguardo da manga' in quel momento. Represse un sorriso canzonatorio.

"Revy!" tuonò lui, ignaro dei pensieri che stava suscitando. "Per una volta, smettila di lamentarti!" Strinse i pugni e corrugò la fronte. Doveva essere il più conciso possibile, o la ragazza l'avrebbe interrotto. "Zitta e ascoltami! Mi sono appena trovato in una sparatoria guarnita da una meravigliosa bomba a mano - scusami, una GRANATA" si corresse, non appena Revy aprì la bocca per contraddirlo "mi ritrovo completamente solo perché la gente mi dimentica in giro" sottolineò le ultime parole premendole un dito al petto "e metto a posto tutto rivelando a Balalaika con che macchina sono fuggiti quei delinquenti che VOI avete dimenticato" agitò l'altra mano con fare teatrale "ma ovviamente, oh, ovviamente tutto quello che TU riesci a vedere è che stavo parlando con un'altra ragazza… Che fra l'altro mi stava dando una mano per rimediare al VOSTRO casino! Mi sembri una fidanzatina gelos…" 

Revy roteò gli occhi e gli afferrò il polso. "Zitto, colletto bianco!" Sbuffò, lo sguardo annoiato. "E così ci hai dato una mano, eh? Spassandotela al night??"

"Io non ci sono nemmeno entrato!" esclamò lui, aprendo le braccia esasperato. "non ho messo piede in quel posto, devi credermi! Non so nemmeno che… Ehi, aspetta un momento!" si corresse "Perché diavolo dovrei giustificarmi?!"

La pistolera aprì la bocca per ribattere, ma non seppe che dire e rimase in silenzio, interdetta. "Beh…" Mugugnò, grattandosi la nuca. In effetti, era quello che avrebbe dovuto fare, complicazioni a parte. Incrociò le braccia e sbuffò. "Beh!" Sbottò di nuovo, voltandosi e allontanandosi a grandi passi dall'auto. Raggiunse il bordo della strada e si accese una sigaretta, contrariata. Non le piaceva proprio quando la gente la lasciava senza parole. 

Rock la seguì con lo sguardo. Quella donna era proprio impossibile da capire… Alzò gli occhi al cielo, domandandosi chi gli desse la forza per andare avanti, e la raggiunse sedendosi accanto a lei. "Ora che ti sei un po' calmata, mi spieghi che ti è successo…?" si soffermò a guardarle le gambe piene di graffi.

"Mh" mugugnò lei, guardando fissa davanti a sé. "io e Eda abbiamo… Oh, a proposito…!" sgranò gli occhi, puntandoli inquisitori sull'amico. "Eda, l'hai vista?? È scomparsa poco prima che facessi irruzione nel night".

Rock annuì, pensoso. "Sì, sì. L'ho trovata vicino alla Harley priva di sensi. Mi sa che qualcuno l'ha messa KO… L'ho fatta portare via dall'ambulanza che è passata poco dopo la granata. Se vuoi chiederle qualcosa…" La rossa scosse la testa. "Cazzo. Ecco perché non arrivava". Corrugò la fronte. "Strano, però. I tipi che stavamo inseguendo li ho tenuti d'occhio io. Chi cazzo può essere stato…? Magari qualcun altro ci stava seguendo…" Il giapponese si morse un labbro. "Non penso. Siete arrivati da soli." Sospirarono all'unisono, la testa piena di troppi pensieri che non riuscivano ad accantonare. Seguì un silenzio pesante, interrotto dai brevi e saltuari sbuffi di fumo.

"Brrr." Revy scattò in piedi, gettando il mozzicone lontano e passandosi una mano sulle braccia. "Fa un freddo cane stasera". "Sei tu che esci sempre mezza nuda" si lamentò il giapponese, appoggiandole sulle spalle la propria giacca. Lei se la strinse attorno, scaldandosi.

"È proprio fatta bene, mica come quella di Mark…" Rock sorrise, punto sul vivo. "Beh" gongolò "bisogna anche saperla abbinare. Certo, se sotto metti una maglietta di un gruppo…" le sue labbra improvvisamente si spalancarono, e Rock fece cadere la sigaretta ancora accesa per terra. Revy si voltò, alzando un sopracciglio. "un gruppo…?" lo incitò a finire, inclinando la testa.

Il ragazzo la prese per le spalle, scuotendola. "Revy! Cazzo, mi è appena venuto in mente dove ho visto quella maglia! È l'album di un gruppo musicale!" 

La rossa sgranò gli occhi, sbattendo le palpebre. "Rock, ti droghi? Fin qua c'eravamo arrivati tutti." Lui scosse la testa. "Sì, ma non pensavo al nome del gruppo… Revy, è una maglietta dei Deep Purple!"

La ragazza chiuse gli occhi. "Guarda, avrei la tua reazione solo nel caso in cui fosse una maglietta dei White Zombie, casomai. Sti qua io non li ho mai… Un momento…" socchiuse le labbra e puntò gli occhi dritti in quelli di Rock. "Hai detto…. Deep PURPLE…??"

 

 

 

 

Nicole batteva i denti ormai da diversi minuti, incurante del meraviglioso brillantino che il suo dentista le aveva affisso qualche anno prima. Probabilmente l'aveva anche perso, ma in quel momento ogni suo pensiero era focalizzato sull'immagine di suo padre a terra in una pozza di sangue e sulla porta di fronte a lei che aveva inghiottito uno dopo l'altro tutti gli uomini che la stavano scortando. Da quando quei russi erano riusciti chissà come a trovare la loro auto e a catturarli, e da quando li avevano buttati senza tanti complimenti in quella stanza all'interno della base dell'Hotel Moscow, non le erano rimaste molte speranze; tuttavia, erano andate sempre più scemando ogni volta che quell'energumeno  - Boris, si chiamava…? -entrava da quella porta, faceva cenno a uno di loro di uscire e lo cacciava fuori. 

Ora era rimasta da sola, erano usciti tutti. Si era rannicchiata in un angolo della stanza, le ginocchia strette sotto il mento, e fissava impaurita la porta. Si aspettava che si aprisse da un momento all'altro, ma era quasi un'ora che era uscito il suo ultimo uomo - un'ora? non ne era poi così sicura, stava pian piano perdendo la cognizione del tempo. Avrebbe volentieri dormito, ma il terrore non le permetteva di abbassare le palpebre. Cercò di tendere le orecchie per captare qualche rumore dall'esterno, ma niente. Non riusciva a sentire nulla, forse la stanza era insonorizzata.

 

Balalaika scrocchiò le nocche, sospirando. Aveva fatto fuori tutti gli uomini che Rock le aveva indicato, tranne la ragazza che doveva essere la figlia del boss. Eppure, del contatto indiano nemmeno l'ombra.

Nessuno di loro aveva parlato, neppure quando gli avevano proposto di barattare informazioni per la vita della giovane. No, evidentemente i segreti di quella odiosa associazione erano più importanti… O magari, in mano a quell'indiano c'era molto di più di quello che si pensava. Mollò un pugno al corpo senza vita dell'ultimo mafioso. "Boris!" Tuonò, il sigaro stretto fra i denti. "Chiama dentro la ragazza. Ora. Anzi…" lo bloccò non appena lui si volse verso la porta "sei troppo grosso e brutto. Ci vuole qualcuno di più carino" sogghignò, pensosa "non vorremo spaventare la nostra ospite, da…?"

 

 

 

Dutch alzò pigramente la cornetta che stava insistentemente squillando ad un volume decisamente troppo alto per i suoi timpani. "Mh, pronto? Ah, ciao." Incastrò il telefono fra la spalla e l'orecchio, finendo di prepararsi l'hot dog sul tavolo della cucina. "No, Rock non c'è, è fuori con Revy. Cioè, Revy è andata a prenderlo, in teoria dovrebbero tornare a momenti." Lanciò un'occhiata all'orologio appeso al muro. Si concesse un sorrisetto. "I casi sono due: o Rock è schiattato, o si stanno divertendo, perché sono fuori già da un bel po'…" 

 

La russa si passò due dita su una tempia, premendo una vena che stava dolorosamente pulsando. Proprio ora dovevano decidersi a corteggiarsi, quei due disgraziati? "Mi fa piacere per loro, ma appena rientrano, fammi chiamare dal Japonski. Ho bisogno di lui." Alzò gli occhi su Boris. "Ah, se vuole venire pure Two Hands, mandamela. Ho voglia di salutarla." Sorrise al generale, facendogli un cenno con la testa. Non appena riattaccò, scoppiò in una fragorosa risata.

 

 

Il nero fissò sconcertato la cornetta. Si stava sbagliando, o aveva sentito la russa ridere…? Gli si gelò il sangue nelle vene, e riattaccò in fretta, come a voler spezzare ogni legame con quella pazza. Addentò il panino, seguendo con lo sguardo Mark che, uscito dalla doccia, si stava precipitando fuori dall'appartamento.  "Ehi" lo richiamò, la bocca impastata dal boccone. "Dove diavolo stai andando adesso?"

L'inglese alzò una mano come per zittirlo, ma gli rispose comunque. "Vado a cercare Rock e lo porto dai russi" mugugnò, aprendo la porta e precipitandosi fuori. Dutch alzò un sopracciglio. "E come ci vai, che la macchina…" gli urlò. "In taxi!" esclamò il biondo, la voce ormai flebile inghiottita dalla tromba delle scale.

Benny si rivoltò nel letto. Le urla fuori da camera sua erano un chiaro segno che qualcosa non andava, ma il suo cervello ormai era allenatissimo a bypassare qualsiasi informazione quando era in debito di ore di sonno.

 

 

 

Rock stava guidando come un pazzo - almeno, secondo i suoi standard - verso il quartier generale dell'Hotel Moscow, tentando debolmente di sporgere lamentele verso la passeggera.

"Ah, Revy!" piagnucolò "se tu ti portassi dietro l'iPhone che ti ho regalato, avremmo potuto subito chiamare Balalaika e…" fu zittito da un indice premuto tempestivamente sulle labbra. "falla finita! Prima cosa, se me lo portassi dietro sarebbe già rotto… Non posso usarlo come scudo per proiettili, no?! Ti immagini? Come quelli che tengono la bibbia nel taschino…! Seconda cosa, che cazzo di numeri ci salvo su?! Quello della sorellona lo so a memoria, e Dutch non ha il cellulare, quindi…" si stiracchiò sul sedile, annoiata dalla flemma del giapponese alla guida e pienamente convinta delle proprie motivazioni.

Il guidatore sospirò, socchiudendo gli occhi sconsolato. "Beh, i numeri li saprai anche a memoria, ma a che ti serve se tanto non puoi chiamare nessuno perché non hai un cellulare?!" "Ma io ce l'ho un cellulare! Me l'hai regalato tu!" sbottò lei, ponendo fine alla conversazione che stava pericolosamente entrando in un loop degenerativo. "Piuttosto, vediamo di capirci. Tu mi stai dicendo che il contatto indiano era Mark…?" alzò un sopracciglio. "Devo ammettere che è difficile crederci, cazzo. Sei veramente sicuro di quello che dici? Porca puttana, lo conosco da anni…"

Rock si mordicchiò un labbro, pensoso.

"In effetti, è l'unica soluzione plausibile. Pensaci: arriva con una nave dall'India, e quando arriva lui cominciano i guai. Hai detto che hai visto quella ragazza, la figlia del capo evidentemente, al porto quando arrivava la nave. Ergo, il contatto era a bordo!" La rossa provò ad obiettare. "Questo non vuol dire che…" "Ah, lasciami finire! Mi fai una domanda e poi… Dunque: si offre volontario per andare a scovare gli altri membri al night, e nonostante ci dovessimo vestire eleganti tiene su quella orrida maglietta per farsi vedere, evidentemente. Maglietta che indossava anche quando è sbarcato… Evidentemente sperava ci fosse un altro dell'associazione ad accoglierlo." Si fece prendere dall'enfasi del racconto, ed agitò le mani sopra al volante. "Capisci? Poi, va da Bao, il posto dove c'è più gente possibile, sempre vestito uguale. Inoltre, inscena la lite con me fuori dal night per evitare di entrare insieme e farsi scop…"

"Lite…?" La ragazza lo interruppe, improvvisamente interessata ai suoi sproloqui. Lo fissò in volto, notando finalmente i lividi che Mark gli aveva regalato quella sera per strada.

"Oh, cretino. Vi siete presi a pugni? E perché? Ha insinuato che il tuo colletto era poco stirato…? cercò di buttarla sul ridere, sentendosi gli occhi severi del giapponese addosso.

"No. Non proprio. Diciamo che…" si schiarì la voce "…Diciamo che ha detto qualcosa che temevo fosse vero".

La rossa si sentì improvvisamente  sotto accusa. Gli occhi dell'altro la stavano letteralmente trapassando con uno sguardo che non era abituata a leggere nei suoi occhi… E quella punta di rimprovero che riusciva a scorgerci la metteva terribilmente a disagio. Si accese una sigaretta, tirando giù il finestrino ed interrompendo volutamente il contatto visivo. "Rock" mugugnò con la voce roca "Facciamo che non ti chiedo più niente e tu non mi dici più niente, ok…?" si incupì, sentendosi improvvisamente in colpa anche per quello che aveva pensato mentre guidava alla ricerca di Rock poco prima. No, era infantile sperare che quei due litigassero per lei e che questi scontri potessero in qualche modo danneggiare quel dannato giapponese. Era lei che doveva proteggerlo, non il contrario... Sentì la rabbia salirle fino ai pugni, e li strinse inconsciamente. 

Che la storia del contatto indiano fosse vera o meno, una volta davanti a Mark gli avrebbe fatto una bella lavata di capo.

~~~

Angolo Autrice

Hi guys! Sono sempre io. Mi spiace come al solito per il ritardo - sì, come no, lo sapete che ci prendo gusto oramai... - però ciò che mi dispiace veramente è che... La storia sta per finire!
Sì, l'avrete notato, ormai siamo agli sgoccioli. Ho in mente qualcos altro, con nuovi personaggi, con vecchi personaggi, con nuovi vecchi personaggi... Hm... Non è il caso di parlarne qui, però!
Comunque sia, godetevi uno di questi ultimi capitoli. Spero sia di vostro gradimento!
Come al solito, ringrazio le meravigliose ragazze che recensiscono. Siete davvero gentili! Continuate così, eheheh!
Buona lettura! Harry

  
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