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Autore: Kooskia    08/06/2012    1 recensioni
Una fanfiction ambientata nel mondo di Temeraire, saga letteraria di Naomi Novik. Un mondo dove l'uomo ha sempre coesistito coi draghi. Temeraire è ambientato durante le Guerre Napoleoniche, Vindex invece è ambientato durante e dopo la Spedizione dei Mille in Italia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 – Tra le onde.

Il mare lo aveva sempre lasciato a disagio.
Non era qualcosa che si poteva prevedere né capire tanto facilmente. Quando aveva preso parte alla Guerra di Crimea col suo Capitano era stato portato fin lì da un trasporto per draghi, fornito dai loro alleati Britannici: non si era mai fatto piacere quell’ immensa massa di acqua scura che poteva inghiottire navi intere. Inoltre il sapore del sale incrostato gli dava fastidio, cercò di leccarsi nuovamente il muso ma sapeva che i suoi sforzi sarebbero stati vanificati in breve tempo. Il Lombardo non poteva certo essere definita una nave di lusso, essendo un modesto piroscafo metallico con un motore esterno a pale e una velatura quadra. Non essendoci posto su di essa per i draghi, erano stati costretti a mettere a rimorchio una grossa chiatta che forniva scarsa protezione e stabilità.
Un rumore liquido distrasse Vindex: era Libertaria sulla fiancata opposta della chiatta, impegnata a rigettare in mare metà del suo pasto (sempre che una singola pecora striminzita si potesse definire in tale modo). Vindex non si era stupito quando, dopo aver abbandonato la sua caverna, la notte del 5 Maggio egli incontrò la femmina in volo verso la sua stessa meta: Quarto, dove Garibaldi aveva detto di recarsi. Nessuno aveva cercato di fermarli e Vindex ebbe alcuni sospetti riguardo all’intera operazione.
Lo stesso “furto” dei due piroscafi, il Piemonte e il Lombardo, sembrava non aver avuto nessun intoppo benché l’azione si fosse svolta nel cuore del porto di Genova. Il drago sospettò che la spedizione fosse stata tacitamente approvata ai piani alti, benché non avesse ricevuto alcun appoggio ufficiale.
–Ma se dovesse andare male, ci aiuteranno?-
La domanda, rivolta a se stesso, non ottenne risposta.
–Oh … di nuovo! Certo che voi draghi Piemontesi non siete proprio abituati al mare eh? Io ho imparato a nuotare poco dopo esser uscito dal guscio e fidati se ti dico che queste onde non sono niente, una volta ricordo che… - Vindex sbuffò, un po’ annoiato e un po’ divertito, quando il piccolo drago color rosso fuoco con screziature dorate si appollaiò sulla vasta schiena del Chanson de Guerre. Era il terzo drago che aveva deciso di prender parte alla spedizione: si faceva chiamare Puck, ed era un peso piuma originario della Sardegna. Era nato selvatico, all’interno di uno dei pochi gruppetti rimasti di draghi selvatici tra i monti più impervi della sua isola natia: col passar del tempo egli si era messo a saccheggiare greggi locali, guadagnandosi l’appellativo di “Flagello del Supramonte”. Venne inviata un intera squadra aerea per scovarlo nei suoi nascondigli e gli venne “offerto” di stabilirsi nella Riserva sul Gran Paradiso invece che continuare a causare problemi in Sardegna. Puck aveva accettato, interessato all’idea di avere cibo (e femmine) senza dover lottare; fu anche in quel periodo che si scelse da solo il proprio nome dopo aver ascoltato un ufficiale delle Forze Aeree leggere ad alta voce un opera di Shakespeare durante il viaggio di trasferimento.
La mancanza di azione tuttavia doveva essere troppo per lui e per questo motivo si era unito alla spedizione. Era rimasto deluso quando i Corpi Aerei avevano rifiutato per più di una volta di accettare in una squadriglia un drago non addestrato e senza un capitano come lui. Evidentemente gli organizzatori della spedizione non potevano permettersi di essere tanto selettivi.
Mentre Puck continuava a parlare, narrando senza sosta le sue incredibili gesta da nuotatore, Vindex osservò con curiosità un giovane uomo avvicinarsi a Libertaria. Il peso massimo aveva notato come l’uomo fosse giunto a Quarto in volo insieme alla dragonessa, l’unico umano ad aver accompagnato uno dei draghi durante il tragitto. I suoi pensieri vennero interrotti quando dalla poppa del Lombardo venne allungata una scaletta con degli uncini sull’estremità, per fissare quest’ultima al bordo della chiatta. La nube scura che usciva dalla ciminiera del piroscafo diminuì, segno che la velocità del battello era stata ridotta per permettere il congiungimento della chiatta col Lombardo e il passaggio di alcuni uomini sulla prima. In testa al gruppetto vi era un uomo dall’aspetto tenace, un paio di modesti baffi coronavano un volto che esprimeva sicurezza di se. Vindex sapeva di chi si trattava: Nino Bixio, l’uomo che era stato messo al comando del Lombardo. Quest’ultimo si fece avanti, schiarendosi la gola…
-Volevo comunicarvi che a siamo riusciti ad individuare le squadre di uomini adatti a costituire i vostri equipaggi: nessuno di loro ha esperienza di volo ma abbiamo selezionato i veterani più tenaci, senza timore delle altezze e che hanno avuto modo di combattere vicino a dei draghi. Sarà importante che riusciate ad adattarvi a loro così come loro dovranno adattarsi a voi, i draghi del Regno delle Due Sicilie…-

Andò avanti per alcuni minuti, impegnandosi in un discorsetto su strategie di battaglia già perfettamente note a Vindex e quest’ultimo non poté fare a meno di trovare leggermente irritante il tono di voce dell’uomo che non cercava di sminuire la sua importanza né la sua esperienza.
–Tu per esempio, di che razza sei? –
Vindex ci mise un paio di secondi a realizzare che si stava rivolgendo a lui; il drago sollevò il collo e drizzò le spalle, sbilanciando il povero Puck che dovette spalancare le ali per non cascare dalla sua posizione di riposo. –Io, signore, sono di razza Chanson de Guerre e … -
-Strano.- Lo interruppe l’uomo -Ho avuto modo di combattere contro degli Chanson de Guerre a Roma, le tue scaglie sono in predominanza arancione chiaro mentre loro erano decisamente più multicolori, mi sembra evidente che la tua linea di sangue sia stata incrociata con una razza Alpina… ma dovresti essere forte abbastanza per affrontare i pesi massimi Siciliani.- Vindex era sul punto di avvampare per la furia, ferito nell’orgoglio per quel “dovresti”.
–Certo che lo sono, stupido ometto! Aspetta e vedrai.. –
Nino Bixio non aggiunse altro e si diresse verso Libertaria, che cercava di riposare con l’espressione ancora un po’ nauseata. Il sole a picco rendeva la dragonessa ancora più affascinante di quanto Vindex avesse mai immaginato, le scaglie blu erano scintillanti e le leggere striature arancio sui bordi dell’ala e sulle scaglie della schiena creavano un contrasto di colori affascinanti. Peccato che le sue capacità di resistenza si stessero dimostrando scarse fino a quel momento. Il giovane uomo, che non aveva lasciato il fianco di Libertaria fin dalla loro partenza, si accostò a Nino Bixio. L’ufficiale in comando sovrastava il ragazzo di una buona spanna umana: i due parlarono a bassa voce per alcuni istanti.
Bixio infine si volse verso il piccolo Puck che lo guardava incuriosito da sopra la schiena di Vindex.
–E tu? Un selvatico senza la minima preparazione bellica, immagino che dovremmo fare conto sul tuo entusiasmo più che sulla tua preparazione… - Puck annuì con espressione divertita, Vindex dubitava che il drago rosso avesse compreso il sottile insulto di Bixio e probabilmente aveva afferrato al volo la parola “entusiasmo” per iniziare a parlare di quanto fosse eccitato per l’avventura imminente.
–Non vedo l’ora comandate! Ero stufo di starmene su quelle montagne, troppo fredde per i miei gusti… va bene ricevere cibo tutti i giorni e non nego di aver avuto qualche incontro interessante lassù, ma mi manca l’azione e quando quei tipi buffi col cappello mi hanno attirato da parte per parlar a quattr’occhi mentre gli inservienti pulivano il padiglione di noi pesi piuma, non mi sono fatto pregare! Però non ho intenzione di far salire degli uomini sulla mia schiena. A cosa servirebbero poi? Non ci sarà spazio per più di tre o quattro di loro e non ho intenzione di portarmi del peso addosso… - Ascoltare Puck era come mettersi in silenzio e lasciarsi sovrastare dal rumore di un torrente in piena, se non fosse per la sua voce leggermente acuta: la quantità di parole che riusciva a pronunciare in un pomeriggio eguagliavano quelle dette da un drago normale in una settimana. Per una volta Vindex fu comunque contento che il drago ciarliero riuscisse a zittire quell’umano un po’ troppo sicuro di sé.
-Comunque ero anche venuto ad informarvi che se continuate a nutrirvi così rischieremo di avere poche scorte per lo sbarco. Non sappiamo in quale quantità potremo reintegrare le provviste sia per voi che per gli uomini nell’imminente tappa di rifornimento, né se in effetti dovremo imbatterci in problemi e … -
Puck, tanto per cambiare, fu rapido a scattare in piedi e Vindex mosse la testa all’indietro per osservarlo dopo che aveva avvertito il cambio di peso improvviso sul suo dorso.
–Non credo sia un problema… il mare è pieno di cibo e poi mi ero stufato di quelle pecore piene di lana.- Vindex era leggermente preoccupato, anche se in teoria sapeva che una delle tattiche degli scontri navali prevedeva la possibilità che i draghi di supporto si rifornissero da soli di cibo in mare, piuttosto che far pesare tutto sulle spalle sulle navi di rifornimento o i vascelli più grandi. –Puck, sei sicuro di poter trovare del cibo? Io … diciamo che non ho mai avuto occasione di farlo quando partecipai alla Campagna in Crimea, il cibo lì non era un problema… -
Libertaria si fece avanti, l’espressione ancora un po’ sofferente e spossata. –Forse… volare mi farà bene.-
-Volare fa sempre bene!- Pensò con una vampata di ottimismo mentre Vindex si librò in aria facendo ondeggiare la chiatta e riempiendo di spruzzi generati dal contraccolpo sia lo stesso Bixio che i suoi uomini. In pochi istanti, i suoi due compagni lo seguirono mentre il comandante del Lombardo cercava di farsi sentire. –Non allontanatevi troppo o non riuscirete più ad individuarci! E ricordate di evitare di esser avvistati da pattuglie Papaline! Ricordate che ci stiamo dirigendo a Talamone per rifornirci di carbone e acqua …-

-Racconta Vindex ! Come è stata la Guerra di Crimea? Hai partecipato a tante battaglie?-
Era un sollievo lasciarsi alle spalle quella chiatta instabile e poter volare in quel cielo azzurro, senza peraltro essere confinati da alte montagne oppure dover volare col rischio della morte sul campo di battaglia
–Era così che si sentivano i nostri antenati? Prima che i Romani iniziassero a impiegarli in battaglia?-
I suoi pensieri vennero resi più foschi quando rammentò della Crimea, quell’assurda spedizione al quale la sua nazione aveva partecipato unicamente a scopo politico. –Niente di esaltante, ho preso parte alla Battaglia della Cernaia sotto il comando del Generale La Marmora, non molto distante da Sebastopoli. I draghi russi non sono dei vigliacchi ma pare siano trattati molto male e non avevano un enorme voglia di combattere. Ricordo che prendemmo prigioniero uno di loro e cercò in tutti i modi di convincere il suo capitano nel voler restare prigioniero piuttosto che tornare nei loro ranghi tramite uno scambio di prigionieri-
Libertaria gli si accostò, lo sguardo attento e avido di sapere. Vindex sapeva cosa si stava immaginando la giovane dragonessa. –Non posso dire altro e del resto non ho mai avuto modo di vedere come vivono, non che mi interessasse almeno. Ho visto molti morti in quella Guerra, i russi sono stati dei pazzi ad affrontare l’Impero Ottomano e quei mostri dei loro Kazilik. -
Il discorso cadde nel silenzio, Vindex non voleva entrare nei dettagli di una guerra della quale ricordava ben poco onore o gloria, Libertaria rimase evidentemente in preda ad attente elucubrazioni su quanto appreso e il piccolo Puck sembrava deluso.
L'espressione triste del drago rosso durò solo pochi istanti.
–Oh guardate! Un banco di tonni! No scusate, che peccato sono scesi a fondo… però quelli sono delfini!-
Vindex aveva colto solo una fugace occhiata dei pesci sotto di loro ma aveva notato le sagome dei rapidi mammiferi marini che guizzavano appena sotto la superficie a breve distanza.
–Aggiriamoli e badate che le vostre ombre non calino su di loro o sarà tutto inutile, poi buttiamoci in picchiata!- Vindex comprese e condivise l’entusiasmo del piccolo drago rosso, in un lampo egli scordò tutto: i cumuli di cadaveri del San Martino, il drago russo che avevano catturato e che era sfregiato sui fianchi più dalle cicatrici di punizioni inferte dagli umani che ferite in battaglia, le preoccupazioni sul suo futuro e il suo ruolo nel nuovo conflitto che stava per cominciare. In quell’istante c’era solo il vento contro il muso, l’odore del mare e infine lo scatto predatore delle sue zampe anteriori nell’acqua azzurra. Prese quota con un delfino stretto in entrambe le sue grinfie, non aveva prolungato a lungo la loro agonia perché con una forte presa si era assicurato di spezzare le lunghe colonne vertebrali. Vindex si mise a planare, allungò in avanti il delfino nella sua zampa anteriore destra e piegò in basso il lungo collo per afferrarlo: lo divorò con un paio di rapidi morsi, lasciando comunque il tempo alle carni di diffondere il loro sapore. Con la coda dell’occhio, vide che anche i suoi due compagni erano stati fortunati ed avevano afferrato un delfino a testa: più che sufficiente per placare la fame dei loro corpi più piccoli. Il gruppo (ormai dimezzato ) di delfini era intanto scomparso, immerso nella sicurezza di acque più profonde.

Non ci volle molto per raggiungere la costa, Vindex aveva imparato grossomodo le geografia e la toponomastica della penisola Italiana senza troppi problemi: la memoria di un drago raramente falliva. Era consuetudine preparare i draghi per saper localizzare e individuare le diverse località; l’esito di una battaglia poteva essere deciso dalla scarsa conoscenza dei luoghi. Talamone non sembrava un centro abitativo particolarmente vistoso ma i draghi videro movimento per le strade e nei pressi di un vecchio forte. Mentre atterrava, il peso massimo osservò i due piroscafi della spedizione ancorati in porto e i Garibaldini sparsi sulla banchina e nelle vie esterne. Erano tutti impegnati in operazioni di carico. Gli uomini intorno a loro si fermarono per un istante di silenzioso rispetto per i draghi, mentre ben più timorosa fu la reazione dei cittadini che si affrettarono ad allontanarsi dalle strade. Vindex osservò con curiosità un folto gruppo di Garibaldini che sembrava essere in procinto di prepararsi per una marcia. –Cosa succede? Dove stanno andando?-
Il volontario più vicino rispose con un tono di voce solo leggermente innervosito, a causa della domanda diretta del grande drago. – Credo… sono gli uomini del Colonnello Zambianchi, Garibaldi in persona li ha inviati nell’entroterra… sembra che debbano reclutare volontari e raggiungere l’Abruzzo, così da tenere l’attenzione del nemico qui al nord.-
-Un buon piano.- Commentò cauta Libertaria. – Ma per realizzarlo da qui, essi dovranno attraversare lo Stato Pontificio: mi chiedo se non fosse stato più sensato sbarcarli in una località più a Nord, considerato il fatto che il Papato non vedrà certo di buon occhio una banda di Garibaldini nelle loro terre, a meno che il motivo della loro spedizione non sia ... -.
Da un portone aperto delle mura antiche che proteggevano il centro storico della città, uscì all’improvviso un folto gruppo di volontari, accompagnati da soldati dell’esercito Regio. Erano tutti impegnati a trasportare alcuni cannoni e pesanti casse probabilmente cariche di fucili o munizioni. Alla testa del gruppo apparve un volontario dalla divisa da ufficiale, pulita e scarlatta, il suo volto era decorato da un paio di baffi particolarmente pronunciati. –Cerchiamo di stivare tutto il più in fretta possibile, dobbiamo ancora rifornirci di acqua e carbone ma viste le scorte locali temo che ci toccherà una sosta a Porto Santo Stefano e .. oh eccovi qui!-
L’uomo si prodigò in educato inchino, e si rivolse ai tre draghi con parole pacate.
–Sono felice di fare la vostra conoscenza, sono Francesco Crispi: membro dello Stato Maggiore. Ho partecipato per anni ad azioni Mazziniane e … -
-Mazziniane? Siete solo un traditore, ecco cosa siete!-
Il sottofondo di voci e di uomini al lavoro si interruppe quando un gruppetto di giovani, chiaramente volontari dall’aspetto, si avvicinò. – Quando abbiamo chiesto a Mazzini il permesso di unirci alla spedizione, nessuno ci ha informato che sarebbe avvenuta solo a condizione di sottomettere la causa anti-borbonica ad una stretta visione unitaria e monarchica! Noi siamo Repubblicani, non possiamo permettere che il Sabaudo sfrutti il sangue e la lotta di veri patrioti per … - Crispi sollevò le mani, come per placare le accuse rivolte. –Ragazzi miei, dovete rendervi conto che vista l’attuale situazione, ottenere l’Unità del paese dovrebbe essere il nostro primo obiettivo. Non possiamo lottare per ottenere una Repubblica Italiana quando ancora il nostro popolo è disunito … -
Vindex voltò il capo, senza prestare ascolto alla lunga spiegazione di Crispi. Il drago era sicuro che essa non avrebbe sortito il minimo effetto e la spedizione avrebbe perso altri volontari, sebbene Crispi sembrasse essere un uomo politico: un individuo estremamente intelligente e capace nel ruolo di convincere gli altri.
Vindex analizzò con lo sguardo la banchina del porto.
Il Nizzardo era lì ad osservare il mare, da solo.
-Cosa prova il tuo cuore in questo momento?-


Note: In questo capitolo ci sono diversi elementi di cui parlare. Intanto i personaggi storici di Nino Bixio e Francesco Crispi, quindi la citazione della Guerra di Crimea: essa vide la Francia, la Gran Bretagna e il Regno di Sardegna alleati insieme all’Impero Ottomano battersi contro la Russia, prevalentemente nel Mar Nero. La guerra fu estremamente sanguinosa e benché persa dai Russi comportò veramente poche conseguenze pratiche (la cessione del delta del Danubio) e maggiori conseguenze politiche. E’ evidente come nel mondo di Temeraire un ruolo chiave potrebbero averlo avuto i Kazilik nell’assicurare la vittoria alla coalizione alleata contro i Russi. Essi sono una razza di draghi turchi particolarmente temuti per il fatto di essere sia sputafuoco sia dei pesi massimi (le altre razze di sputafuoco Francesi o Sudamericane sono più piccole). Le soste in Toscana (che in quei mesi era già sotto il controllo militare Sabaudo) come anche la separazione di alcuni volontari dal corpo di spedizione sono tutti fatti reali.


Aggiunta!!:  Ecco un piccolo fumettino auto-parodistico che ho fatto su questo capitolo XD Spero vi piaccia ^^    (è in inglesem troverete altri piccoli lavoretti fatti da me sul mio account di Deviantart)
(Nota: i colori dei personaggi ... sono in realtà ad interpretazione vostra abbastanza "larga" (un elemento tipico della Novik è lasciare molto al lettore) inoltre non sono contento dei colori che ho usato qui per Vindex)


  
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