Storie originali > Commedia
Segui la storia  |       
Autore: Trigger    09/06/2012    4 recensioni
Agnese era una persona equilibrata, più o meno come i piatti di una stessa bilancia aventi come pesi un elefante a destra e un canarino a sinistra, paziente come la sua prima babysitter durante quel periodo del mese – perchè la nonna le diceva sempre anche quello: non dire mai la parola ‘mestruazioni’ quando sei in compagnia, Nenè! Non è educato, Nenè. - , simpatica tanto quanto il cane di sua zia che le faceva pipì sulle scarpe ogni volta che la vedeva e dolce come una tazzina di caffé senza zucchero.
Non si può dire però, che non fosse una ragazza da sposare, a detta di sua madre, che non vedeva l’ora di levarsela dai piedi e propinarla ad un uomo più giovane in grado di accoglierla nella sua casa e sopportarla per il resto della sua vita.
Questa è la storia che narra le gesta di una bambina e del suo dinosauro; di un’adolescente e del suo fidanzato quattr’occhi; di una giovane donna, di sua madre e di sua nonna.
Questa, questa è la storia di Nenè.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 5
- Buon compleanno! -




Tutti i bambini del mondo aspettano con ansia solo tre cose nella vita: la risposta alla letterina spedita a Babbo Natale in Lapponia, l’arrivo di un cagnolino al posto della propria sorella e il proprio compleanno.

Agnese, all’età di ventidue anni, aspettava ancora con una certa speranza le prime due cose ma di certo no, non aspettava con ansia il giorno in cui sarebbe invecchiata di un altro anno. Ad Agnese infatti, i compleanni facevano piangere, ma di quei pianti così forti che agli estranei poteva sembrare che le stessero strappando il cuore dal petto.
Ogni 5 marzo quindi, da quando aveva varcato la soglia dei diciotto, Agnese restava chiusa in casa con una coppa di gelato al pistacchio sulle gambe, il dvd del Moulin Rouge messo a ripetizione al televisore e Dino, con un imbarazzante cappellino rosa a punta sulla testa, stretto tra le braccia. Agnese era depressa perché sapeva che ogni compleanno la avvicinava alla vecchiaia e si sa, la vecchiaia porta con sé le rughe e Agnese proprio non poteva immaginarsi con delle orrende zampe di gallina intorno ai suoi meravigliosi occhi verdi. E i capelli bianchi? Per tutte le parrucche del mondo, si sarebbe tinta i capelli di verde, piuttosto!

- Dino, amore di mamma, tu mi ameresti con i capelli verdi? Farebbero pendant con il tuo pelo.
- Lo so, lo so che sarebbe una tragedia, ma cosa posso farci? Il tempo scorre per tutti.
- No, per te no, ma tu sei un peluche! Oh, Dino! Come vorrei essere te in questo triste giorno di pioggia.
- Vuoi un po’ di gelato?
- Non mi guardare così, lo so che diventerò una cicciona come la signora Lucia e che Michele non mi vorrà più. Ma tu resterai sempre con me, dillo!

Era arrivata persino ad imitare quella che poteva essere, secondo la sue fervida immaginazione, la voce del dinosauro.
- Certo che non ti lascerò, ma smettila di mangiare come una scrofa.
- Perché, perché sei così cattivo con me?

E puntualmente, arrivata a metà coppa, metà film e metà monologo, scoppiava in lacrime e si girava dall’ altra parte, voltando le spalle perfino al peluche che immobile, continuava a fissarla con due occhietti neri, come da sedici anni a quel giorno.

Ad Agnese però, solo un tipo di compleanni le piaceva: quello degli altri.
Probabilmente ci godeva nel celebrare la vecchiaia altrui e si divertiva da matti nell’organizzare le feste. Certo, a volte aveva successo, altre no, ma questi, per Agnese erano solo piccoli incidenti di percorso sulla strada della sua carriera da organizzatrice di compleanni.

Una volta, ad esempio, per il compleanno di nonna Gisella, Agnese aveva affittato una barca, invitato tutte le sue amiche del poker del venerdì sera e pagato Jim, il maestro californiano di windsurf tutto pettorali e niente cervello, per delle lezioni private. La nonna ancora non smetteva di ringraziarla con baci volanti e paghette passate sottobanco.

- Nenè, non dirlo a Luca…-
- Chi è Luca, nonna? –
- Tuo fratello, smemorata. –
- Mio fratello si chiama Alessandro nonna, e si dia il caso sia anche tuo nipote.-
- Te l’ho mai detto quanto sei pignola, tesoro? –
- Ogni giorno della mia vita, nonnina. –
- Bene, dicevo, non dirlo a tuo fratello, ma posso giurare che tu sei la mia nipote femmina preferita in assoluto. –
- Sono l’unica nipote femmina, nonna. –
- E non sei contenta? Ti lascerò tutta la mia eredità per questo! –
- Oh nonnina, tu sì che sei la nonna più buona del mondo. Mi lascerai anche la casa in montagna? –
- Possiedo una casa in montagna, tesoro? –
- No, ma speravo ne comprassi una prima di tirare le cuoia. –
- Lo farò solo se Jerry…-
- Jim, nonna. –
- Insomma, lo farò solo se Mr.Muscolo mi farà dare una palpatina alla sua tartaruga! –
- Mamma! –
- Oh cielo, è arrivata tua madre, perché l’hai invitata? –
- Io la distraggo e tu palpi Jim? –
- Affare fatto, sei proprio la nipote più bella dell’universo. -

Nella camera della nonna era ancora affissa al muro la fotografia di lei con degli occhiali da sole enormi e un sombrero, appiccicata al famoso insegnante californiano di windsurf. Nonna l’aveva voluta formato gigante e se la guardava ogni sera prima di recitare il rosario delle dieci.



Un altro anno, per Michele e i suoi vent’anni, aveva organizzato una festa così bella, ma così bella – aveva perfino preparato una torta! – che… nessuno degli invitati si era fatto vedere.

- Amore, sei sicura di aver dato l’indirizzo esatto? – le aveva chiesto timoroso Michele.
- Ma certo che sì, tesoro. –
- Via delle Aragoste, 32? Sicura? –
- Michele, ti dico di sì! Guarda! Sull’invito c’è scritto via delle cic… Oh. Amore bello come il sole? –
- Non mi dire, tesoro. –
- Mi ami? –
- Non ne sono molto sicuro in questo momento. –
- In fondo le cicale e le aragoste sono animali così simili! –
- Oh sì, in fondo vivono entrambe nel mare, giusto? –
- Esatto! Mi piace la tua visione del disastro, micino. –
- Perché, perché proprio io? –
- A chi parli, Michi? –
- Al soffitto. –
- Non è che stai avendo una visione divina? –
- Sì, cielo, Spiderman è con noi! –
- Oh, allora hai visto che qualcuno è venuto alla fine? -

Poi Michele non aveva più retto e si era attaccato alla bottiglia di champagne, finendo per ubriacarsi e addormentarsi con la faccia nella torta di Superman, che la sua fidanzata aveva accuratamente preparato, incurante del fatto che Superman era il suo supereroe preferito quando aveva cinque anni.



La festa epica però, una di quelle che sarebbero rimaste nei ricordi di generazioni intere, risaliva a tre anni prima: Marina avrebbe compiuto diciannove anni ed era, ufficialmente, il primo compleanno che festeggiavano da quando il trio delle Tre grazie aveva preso vita. Agnese ci teneva tantissimo a fare le cose per bene, così con un mese di anticipo, aveva già prenotato la sala di uno strip club in centro, chiamato le amiche e le cugine della festeggiata e incaricato il pasticcere per una torta a quattro piani. Il giorno effettivo del compleanno poi, il 9 giugno, Agnese si era infilata l’abito delle grandi occasioni, truccata con il trucco delle grandi occasioni e pettinata con la pettinatura delle grandi occasioni. Poi era arrivato il turno di Dino, unico uomo della serata, e gli aveva messo una cravatta al collo – una di quelle che suo fratello metteva per le grandi occasioni, ovviamente – e spalmato un po’ di olio sulla coda.
Solo il ricordo ad Alessandro, faceva venire la nausea. Non l’avrebbe più toccato, mai più!

- Dino, stasera sei l’unico maschio, quindi non farmi sfigurare. Uscirai da una torta, in un modo che non ho ancora studiato, e no, non la mangerai. Ma pensi sempre a una cosa? Nessuno la mangerà, perché saranno troppo distratte ad ammirare te. Devi essere sexy, lo sai che Marina ti ama. -

- Nonna! Vado a mettere Dino in una torta e poi a comprare gli alcolici per stasera! Ci si vede domattina! -
- Tua madre lo sa? –
- No, ma tu dille che sono da Marina! –
- Va bene tesoro, divertiti! E non accettare le caramelle dagli sconosciuti! –

Per tutta la serata, le ragazze avevano ballato, Carolina si era ubriacata con della tequila, Marina si divertiva come quando Alessandro aveva trovato un hula hoop per strada e Agnese aspettava trepidante il momento della torta. Forse più che per la sorpresa, era per la paura che Dino soffocasse nella panna.

- Miao! -
- Lina, sei per caso ubriaca? –
- MIAO! –
- Marina, Lina è andata! –
- Dove? –
- Nel paese dei gatti che non c’è. –
- Bellini i gatti, dove sono? –
- Non c’è nessun gatto Teresa. –
- Io sono una gatta! E sto sul tetto. Miao! -
- Lina, guarda! Un cane! –

Ed era stato così che Carolina era saltata sopra il bancone del bar e da lì non si era mossa per tutta la serata, continuando a miagolare e barcollare di tanto in tanto come Osvaldo, il barbone sotto il ponte in centro.

Poi era arrivato il tanto atteso momento della torta. A Marina, Agnese aveva detto che ci sarebbe stato l’amore della sua vita.

- Signore e signore! Siamo qui riunite per celebrare degnamente… -
- Seh, i santi misteri. Nenè, muoviti! –
- Un po’ di pazienza, perdinci! –
- Abbiamo fame! –
- Ma se avete mangiato come bufale! –
Quando avevano iniziato a lanciarle le noccioline, Agnese aveva capito che non c’era più tempo per le presentazioni, così aveva fatto entrare la torta.
Un faro era puntato su di essa, Marina aveva preso il coltello e Agnese era girata verso Carolina e… aveva tagliato la torta e un orecchio di Dino.
Marina aveva urlato, Carolina aveva miagolato, le invitate erano scappate e Agnese era svenuta.

- Oh mio Dio, sei un’assassina! -
- Non sono stata io! –
- Se l’è tagliato da solo, l’orecchio? –
- E’ stata la forza di gravità a spingere il coltello. –
- Ma dico io, come ti è venuto in mente di tagliarla con un coltello da prosciutto? Come?! –
- E a te come è venuto in mente di metterlo nella torta? –
- Era il mio regalo di compleanno! –
- Miao. –

Una festa epica, lo era stata comunque: Dino non avrebbe mai più avuto il suo orecchio, Marina non avrebbe mai più tagliato una torta e Agnese avrebbe smesso di cercare l’originalità dei regali.




- Però se ci pensi, adesso assomiglia a Van Gogh. – aveva detto Michele al telefono, quando la sua fidanzata l’aveva chiamato disperata.









- Trig's note -
Sono di strafrettissima, ma dovevo essere qui. Questo capitolo è dedicato interamente alla mia amichetta Sonia alias Marina alias pleinelune alias chi più ne ha più ne metta, perchè è il suo 168° compleanno e questo è l'unico modo che ho per farle capire che se fossi lì con lei forse... sarebbe peggio. LOL
Questo capitolo è un omaggio anche a Giulia alias l'ubriacona alias occhidigatto che stanotte si è ubriacata e mi mandava messaggi molesti con versi da gatto, altrettanto molesti. #Poverapatria.
E inoltre, è per voi tutte, che come al solito mi rendete la tonna più felice del mondo con le vostre recensioni e le vostre letture. Perdonate anche questo ritardo, domani prometto di rispondere a tutte.

Ora scappo *cade*,
vi sbaciucchio tutte,
Trig.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Commedia / Vai alla pagina dell'autore: Trigger