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Autore: LunaSayan    11/06/2012    1 recensioni
Ecco che mi lancio in una long... Ogni capitolo avrà il nome di una canzone, quindi è anche una song-fic, più o meno. Alla Cross arriverà una nuova alunna, molto particolare. La ragazza risveglierà in Zero ricordi assopiti da tempo...
Piccolo estratto dal prologo:
"“Io non sono un livello E. Io non sono un livello E. Io non sono…” è il mio mantra, la mia ancora di salvezza che sta sprofondando sempre più negli abissi..."
Recensite!
Baci
LunaSayan
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Zero Kiryu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo. Questo capitolo è una specie di transito, ma era necessario; nei prossimi comincerà la vera storia. Spero vi piaccia.


BRING ME TO LIFE
 

Lui era vivo. Vivo. Avevo vissuto fino ad allora con un senso di colpa opprimente, pensavo che fosse morto. L’avevo lasciato solo per seguire la mia curiosità, l’avevo abbandonato nelle mani del destino. Ero stata una bambina crudele, ma ero pur sempre soltanto una bambina.

Volevo correre da lui e abbracciarlo, ma mi alzai semplicemente e rimasi immobile a fissarlo. Non credevo ai miei occhi, era davvero mio fratello, colui che avrebbe dovuto proteggermi, me l’aveva promesso. Ma forse non avevo capito che ero io a dover proteggere lui, invece l’avevo tradito. “Zero…” mormorai.

Era da tanto tempo che non pronunciavo più quel nome, era da tanto tempo che non parlavo. Credevo di essermi dimenticata come si faceva, ma le mie corde vocali fecero tutto il lavoro. “Pensavo ti avesse uccisa.” Disse lui tenendo in mano una pistola.

Forse mi riteneva completamente pazza, forse mi voleva uccidere. Si, meglio così. Se non mi avesse sparato gli avrei chiesto io di farlo. “Sparami.” Sussurrai. “Cosa?” domandò sbattendo gli occhi violacei.

“Sparami. Uccidimi. Avresti dovuto farlo già quando ho aggredito la ragazza. Io non merito di vivere, capisci?” doveva essere una domanda retorica, ma non ne colse il senso. “No, non capisco. Tu sei mia sorella, come posso ucciderti?” mosse un passo verso di me, staccandosi dalla parete.

“Io non sono tua sorella. Tua sorella è scomparsa, il mostro ha preso il sopravvento. Io sono un vampiro Zero. Ti prego, fai quel che devi e finiamola qui.” Giunsi le mani in segno di preghiera, non sapevo dove trovassi quelle parole.

“Ho passato tutti questi anni credendo che fossi stata ammazzata da quella donna. Credevo di averti persa per sempre. Tu non sai come mi sono sentito per tutto questo tempo… Ti avevo promesso che ti avrei protetta, e sono uno di parola.” Ringhiò.

Era cambiato, negli anni era diventato freddo e insensibile, glielo si leggeva nello sguardo. “E’ troppo tardi. Tu non hai colpe, ma io si. Sono una bestia Zero,  tu mi devi uccidere! Vuoi che qualche altra ragazzina innocente finisca male? Vuoi che faccia altre vittime?” chiesi bruscamente.

“Mi dispiace Darkness. Ma non posso farlo, non puoi chiedermi di uccidere mia sorella. Non puoi.” Si avvicinò ancora di più, sentivo il calore irradiato dal suo corpo sul viso. “Io sono un livello E, Zero. Se non mi ucciderai tu arriverà presto un Hunter. Sono masochista ma non al punto di farmi torturare, ti scongiuro. Un colpo e sarà tutto finito.”

Zero si girò di scatto verso la finestra aperta e buttò la pistola nel vuoto, doveva essere l’alba, perché un pallido sole cominciava a spuntare dall’orizzonte. “No. Niente colpi. Io non ti ucciderò, mettitelo bene in testa.” Sbottò il ragazzo cominciando ad alterarsi.

“Ma…” possibile che non riuscisse a comprendere il mio dolore? Perché non voleva che cessassi di soffrire? Venni interrotta dal suono della porta della stanza che si apriva, non avevo nemmeno provato a capire dove mi trovassi.

L’odore della ragazzina mi colpì come un pugno in gola, subito il mio collo iniziò a bruciare. Ansimai e mi portai le mani attorno alla gola. Zero mi bloccò le braccia dietro alla schiena e poi si rivolse alla ragazzina.” Credevo che il Direttore l’avesse sistemata nelle sue stanze.”

Affermò senza scomporsi. Strano che non fosse scappata via urlando appena mi aveva visto. “E’ pericoloso stare qua Yuki. Lei non riesce a controllarsi.” La avvertì mio fratello mentre io tentavo di calmare il mostro. “Sono sicura che lei riesca a controllarsi. Ha bevuto un po’ del mio sangue, no? Non dovrebbe più avere così tanta sete.” Osservò sorridendo.

“Perché?” mormorai. “Perché non mi odi?” non riuscivo a capire come potesse starsene li tranquilla a chiacchierare con la sua potenziale assassina. “Perché non ti conosco.” Rispose semplicemente. “Io ti ho quasi uccisa. Se non fosse arrivato Zero a quest’ora saresti morta. Tutto per colpa mia.” Dissi schietta.

“Non volete capire che sono pericolosa? Dovete uccidermi, vi prego. Voi, o qualcun altro. Ma facciamola finita qui, è meglio per tutti.” Insistetti. “Smettila! Ne abbiamo già parlato.” Sibilò mio fratello nel mio orecchio. “Sono sicura che il direttore Cross ti darà una mano, vedrai. E’ il preside di questo istituto.” Spiegò la ragazza. Preside? Direttore? Non capivo dove diamine fossi finita, così accantonai per un attimo l’idea dell’uccisione.

“Dove mi trovo?” domandai. Zero continuava a tenermi bloccata, ma era meglio così. La sette era diminuita, ma non tanto da permettersi di fidarsi di me. “Alla Cross Academy. Io sono la figlioccia del direttore Cross, mi chiamo Yuki.” Si presentò. “Come mai non sei spaventata? Conoscevi già i vampiri?” chiesi tutto d’un fiato.

“Non sono spaventata perché so che i vampiri molte volte possono essere gentili, e credo che non esistano i livelli E; nessuno perde mai completamente la ragione.” Lanciò uno sguardo strano al ragazzo, che fece una smorfia. “E conoscevo i vampiri perché…” si bloccò. “Forse è meglio spiegarle come funzionano le cose qui.” Suggerì Zero.

“Giusto. La Cross è divisa in due parti: la Day Class, dove ci sono gli umani, e la Night Class, dove ci sono…” “I vampiri.” Conclusi per lei. “Esatto.” Sussurrò mio fratello con voce glaciale, facendomi rabbrividire. “Come… come fate a farli convivere? E’ vietato che gli umani vengano a conoscenza dell’esistenza dei vampiri.” Me l’aveva detto un giorno mio padre: un Hunter. “Infatti quelli della Day non sanno che i ragazzi della Night sono vampiri. Pensano che siano studenti prodigio ed estremamente belli. Tutto qui.” Yuki alzò le spalle.

“Il compito di mantenere l’ordine spetta a me e a tuo fratello Zero. Noi siamo i Guardiani.” Disse con orgoglio. “Cosa fanno di preciso i guardiani?” domandai inclinando la testa di lato. “Controllano i trasferimenti della Night Class ed impediscono che i ragazzi della Day vadano durante la notte nei dormitori della Night.” Spiegò brevemente. Non pensavo potesse esistere un luogo del genere.

“Oh. Capisco.” Borbottai. “Lasciala andare, Zero. Non mi farà del male e poi se dovesse succedere qualcosa interverresti.” Sentenziò pacatamente. Mio fratello mollò la presa titubante e io mi massaggiai i polsi, aveva una stretta forte per essere umano.

“Sono le cinque e mezza, quindi sono ancora tutti a letto. Ti portiamo dal Direttore Cross prima che qualcuno della Day ti veda.” Yuki ci fece uscire dalla stanza e percorse un corridoio lungo e spazioso, sembrava una bella scuola. Non c’era anima viva in giro, ma percepivo le presenze degli umani addormentati passando davanti alle varie porte. “Questo è il dormitorio maschile.” Sussurrò la ragazza.

Arrivammo alla fine del corridoio, davanti ad una grande porta di legno; dall’interno proveniva una voce adulta molto concitata. Entrammo senza nemmeno bussare, e quando ci vide, l’uomo dietro alla scrivania riattaccò il telefono e fece un enorme sorriso. “Salve! Salve! Che piacere incontrarti!” si alzò in piedi e mi strinse la mano, lo fissai poco convinta.

Era alto e con lunghi capelli biondi, avrà avuto una trentina d’anni e gli occhi erano nascosti da un paio di occhialetti da vista. “Direttore…” lo avvertì Yuki. “Quante volte ti ho detto di chiamarmi papà!” esclamò lui imbronciandosi. “Parlando di cose serie: benvenuta alla Cross Academy, spero di poterti aiutare.” Si fece improvvisamente serio e sospirò.

“Io non credo di poter restare qui. Mandatemi di nuovo nel bosco, prima o poi un Hunter mi ucciderà. Rischierei di scombussolare tutto, davvero.” Ripresi con le mie suppliche. Non volevo che una scuola particolare come quella, dove vampiri e umani vivevano in pace, fosse stata sconvolta. “No, no. Questo atteggiamento non mi piace per niente. Tu vivrai qua e ti divertirai un mondo!” il simpatico preside mi puntò un dito contro e lo agitò teatralmente.

“Ma… voi non capite.” “Niente ma! Questa mattina, mentre tutti sono in classe, Zero e Yuki ti accompagneranno a visitare la scuola.” Disse. “Dove la metteremo?” domandò Zero. “Nella Night Class. E’ stata troppo tempo nel bosco, deve imparare a controllarsi.” Spiegò Cross.

“Non credo che Kuran sarà contento.” Osservò Yuki. Kuran… avevo già sentito quel nome. “Parlerò io con Kaname, non preoccuparti. Sarà comprensivo. Ora andate via, ho delle faccende importanti da sbrigare.” Ci mandò fuori con irruenza. Zero aveva uno sguardo gelido.” Nella Night la faranno fuori. Non sopportano i livelli E.” disse a Yuki.

“Stai tranquillo. Kaname lo impedirà.” Gli diede una carezza sulla spalla. “Io… io voglio ringraziarvi. Insomma: mi avete lasciato viva, mi avete accolta. Anche se credo che sia una cosa stupida e rischiosa sono in debito con voi. "

"Grazie mille. Mi avete salvata dall’oscurità.” Mormorai. 

  
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