CAPITOLO 3
Consumarono in fretta la cena.
Lei aveva molta fame e mangiò tantissimo, ma
con accortezza.
Lui notò questo. Sembrava quasi che
l’incidente l’avesse resa più fine: non era mai stata
così educata e attenta, prima era una vera pasticciona!
La osservava mangiare… era così bello
riaverla lì, accanto a lui…
Poi lei si alzò.
“Scusa se mi alzo… so che non è
educato…”
“Ti ho già detto che questa è
anche casa tua, puoi comportarti normalmente, senza scrupoli…Vai
pure…” disse lui con dolcezza
“Ti ringrazio… per tutto quello che hai
fatto per me…” sussurrò e si allontanò, lasciandolo
solo.
Lei fece un bagno rilassante prima di andare a
dormire. Ne aveva bisogno! Forse voleva togliersi di dosso l’odore di
quell’ospedale!
Improvvisamente sentì un rumore e, sulla soglia
comparve lui. Era un po’ imbarazzata e non sapeva cosa fare.
Lui richiuse subito la porta dietro di sé; era
agitato perché pensava d’averla spaventata.
“Scusami… Avrei dovuto bussare…
è che non sono più abituato ad avere qualcuno per casa… Mi
dispiace!”
Lei uscì, vestita solo con l’asciugamano.
Lui la osservò con occhi di ragazzo: era ancora tutta bagnata, con i
capelli raccolti in una coda da cui fuoriuscivano le ciocche più corte,
rendendola ancora più desiderabile… Quella vista lo rendeva nervoso:
capiva di volerla tutta per se, ma la rispettava e fece tacere i suoi istinti.
Lei disse “Perché ti scusi, in
fondo… noi… vivevamo insieme a quanto mi hai detto tu… Non
penso che non facessimo niente...” Aveva una faccia che faceva intendere
che lo stava dicendo solo perché lo pensava e non perché la
piacesse davvero essere stata vista!
Lui divenne ancora più nervoso: non voleva
approfittarsi di lei solo perché non ricordava niente…
“No… Ecco… vedi… Noi vivevamo
sotto lo stesso tetto, ma non facevamo certe cose… Anzi… fino al
giorno precedente la tua partenza, non ci siamo mai neanche
dichiarati…” fece una breve pausa “… Eravamo proprio
degli stupidi…” aggiunse. Tacque e la guardò; sembrava
turbata.
“Oh no! Ho frainteso tutto! Ma dopo le tue
parole di prima riguardanti le carezze, sapere che avevamo vissuto insieme, il
fatto che tu sei l’unico che ricordi, il fatto che questa situazione del
bagno non mi è nuova… Ho collegato le cose e ho avuto
un’impressione sbagliata… Sono una stupida! Ti avrò messo in
imbarazzo! Sono una vera stupida!”
“Davvero ti ricordi la situazione del
bagno?!”
“Beh… sì…
perché?” rispose un po’ delusa, visto che lui aveva evitato
il discorso; lei cercava in tutti i modi di capire cosa ci fosse tra loro, ma
lui categoricamente l’evitava…
“Perché proprio grazie a questa
situazione ci siamo conosciuti: tu stavi facendo il bagno; ti eri appena
trasferita e io non sapevo niente, così entrai e tu… me le desti
di santa ragione!” poi cominciò a ridere.
Lei non era affatto felice, era turbata perché
lui evitava il discorso del loro passato.
Un attimo dopo, lui smise di ridere e
l’abbracciò; si avvicinò al suo orecchio bagnato e le
sussurrò
“Comunque, non penso affatto tutto quello che
hai detto di te: non sei affatto una stupida! Io ti amo per come sei;
perché sei imprevedibile e cerchi sempre di adattarti alle situazioni
anche se non ti vanno a genio… Sei eccezionale Miyu… Semmai sono io
lo stupido che ho aspettato tanto per dirti quello che provavo per te!”
Ora stava meglio perché sapeva tutto. Era
sicura dei sentimenti di quello splendido ragazzo, che sapeva d’amare a
sua volta, nonostante l’amnesia.
Ricambiò l’abbraccio
“Ora non ho più dubbi… Quello che
pensavo era vero… Anche se non mi ricordavo ho sempre saputo, da quando
ti ho rivisto, che sei importante per me… Ti amo Kanata e questo neanche
l’amnesia me l’ha fatto dimenticare…”
Si perse in quell’abbraccio protettivo.
Successivamente disse
“Potremmo dormire insieme questa sera?”
Lui la guardò con desiderio amorevole e rispose
“Certo…”
Lei indossò una maglia di lui. Anche se le
stava larga per la notte andava benissimo.
“Sei molto sexy con
quella maglia!” affermò lui; lei arrossì,
imbarazzata… In effetti quella maglia era, sì larga, ma non era
abbastanza lunga per coprire la biancheria intima.
“Non prendermi in giro! Non avevo altro da
mettermi!” rispose molto agitata
“Stavo solo scherzando, non volevo metterti in
imbarazzo…”
Lei si sentì ancora più stupida.
“Dai… Su… Vieni a dormire. Sarai
stanca…”
“Già…”
Si sedette sul letto poi gli chiese
“Abbiamo già dormito insieme noi due,
vero?”
Lui si voltò e gli rispose
“Sì, la sera stessa che ci siamo
conosciuti: fu Lou a volerlo e fummo costretti. Ma ti ricordi anche questo?!
Stando con me stai riacquistando la memoria, sono contento!”
“Non è che mi ricordo esattamente…
mi sembrava soltanto. Comunque sono felice che sei contento! Ah… Chi
è questo Lou?”
“Ora dormi! Te ne parlerò domani. Buona
notte… piccola mia…” e chiuse gli occhi.
Lei rimase a guardarlo. Si addormentò subito,
doveva essere proprio stanco…
Più lo guardava più le piaceva: era
così calmo e rilassato! Rendeva serena anche lei.
Gli si avvicinò, lo baciò sulla fronte e
si raggomitolò tra le sue braccia; lui sembrò accorgersene e la
strinse a se.
Così si addormentarono: abbracciati l’una
all’altro.
Quando lui si svegliò lei non c’era
più. Era preoccupato perché pensava che fosse stato tutto un
sogno!
Poi corse in cucina, dalla quale sentì arrivare
dei rumori. Quando arrivò, la trovò ai fornelli a cucinare una
colazione coi fiocchi.
“Buon giorno Kanata!” disse lei
sorridente.
Gli fece uno strano effetto vederla lì a
cucinare; solo in quel momento si accorse che era tornata sul serio.
“Buon giorno!” rispose.
Pensò per un attimo che lei sarebbe stata
un’ottima moglie. –Ma a cosa penso?!- disse tra sé e
sé.
“Sai… Pensavo che ti potrebbe essere utile
guardare delle vecchie foto, di quando eri qui, o leggere tutte le lettere che
mi hai mandato in questi anni: le ho conservate tutte! Le vuoi vedere?”
cominciò lui
“Credo che tu abbia avuto un’ottima
idea!” Era eccitatissima! Non vedeva l’ora di vederle!
Lui tornò con una scatola enorme e passarono
tutta la mattina a parlare di vecchie avventure, degli amici, di Lou e Baumiao.
Lei ascoltava con grande interesse i suoi racconti e,
man a mano, qualche ricordo cominciò a riaffiorare nella sua mente.
Ora finalmente capiva anche il senso di quel sogno: il
peluche rappresentava la sua infanzia, il bambino che volava era Lou e
rappresentava il passato dimenticato, ed infine quel ragazzo di schiena era
Kanata che rappresentava il suo futuro!
Pensato questo, cominciò ad osservare lui
mentre le parlava… Quante avventure avevano vissuto, e quante ancora ne
avrebbero vissute; di una cosa era sicura: sarebbero rimasti insieme per sempre!
“Posso farti una domanda?…” lo
interruppe lei
“Sì, dimmi pure!”
“Puoi raccontarmi del giorno in cui ci siamo
dichiarati?… Me ne hai accennato ieri…”
Lui la guardò intensamente
“Farò di più… Ora seguimi!
Ti porterò in un posto speciale!”
Lei incuriosita lo seguì. Chissà dove
l’avrebbe portata?
Salirono sulla macchina di lui e fecero un viaggio
breve. Lei sapeva di aver già percorso quella strada ma non se la
ricordava proprio…
Quando arrivarono si trovarono davanti un immenso
castello.
“Questo è il luogo in cui si è
svolto il ballo della scuola… è il luogo in cui ci siamo
dichiarati…”
Lei si voltò di scatto e lo fisso negli occhi
“Dici sul serio?!”
Lui non rispose; tornò in macchina e prese uno
stereo. Lei lo seguì con lo sguardo per tutto il tempo.
“Ma si può sapere cosa stai
facendo?!”
Lui accese lo stereo e si sentì una musica
nota…
“Questa, Miyu, è la nostra canzone…
quella che ha accompagnato il nostro ballo quella sera…” poi
s’inginocchiò e disse “… Vuole ballare con me, mia
principessa?”
Sentendo quelle parole, la sua mente si
sbloccò: finalmente aveva riacquistato la memoria!
Gli sorrise poi disse “Con immenso piacere, mio
cavaliere…”
In quel momento, lui capì che lei ce
l’aveva fatta: era guarita!
Cominciarono a ballare e lo fecero per molto.
Quando smisero, lui si stava preparando per tornare a
casa.
Lei disse “Perché dovremmo tornare a casa
proprio ora?…” poi, con tutto il coraggio che trovò dentro
di sé, dichiarò “… Vorrei entrare nel castello…
Vorrei stare sola con te…” non sapeva come altro esprimersi; non
sapeva se lui avesse capito cosa intendesse…
Lui la guardò sorpreso: aveva inteso benissimo!
Sapeva di desiderarla, e ora che anche lei era pronta, nessuno gli avrebbe
fermati!
“Ok… entriamo, piccola…”
sussurrò; lo fece con una voce così rassicurante, che ogni minimo
dubbio in lei svanì immediatamente.
Entrarono in un’immensa camera da letto: era
bellissima! Aveva un arredamento ottocentesco, con molti oggetti preziosi
appartenuti ad una famiglia benestante.
Si sedettero sul letto a baldacchino e si osservarono
per un istante. Lui prese l’iniziativa e cominciò a baciarla:
sulla bocca, sul collo, sempre più giù…
Lei cominciò ad accarezzargli i capelli,
lasciandosi studiare dalle labbra di lui. Poi gli accarezzò la schiena,
alzando sempre di più la maglia fino a togliergliela. Lui smise di
baciarla e le sbottonò lentamente la camicetta. Presero a studiarsi con
le carezze; volevano conoscere ogni centimetro dell’altro!
Quando furono nudi completamente, ripresero a baciarsi
con passione e si stesero l’uno sull’altra.
Si unirono fino a diventare un’unica
persona…
I movimenti di lui erano decisi, quasi esperti. Lei
era completamente persa in lui, nel suo sudore, nel suo eccitamento.
Continuarono a baciarsi, a studiarsi, ad amarsi…
Quando smisero, si addormentarono abbracciati. Avevano
le mani sudate strette in una morsa indivisibile; questo le faceva pensare che,
in quel momento d’intimità, si erano avvicinati del tutto: ora
erano una cosa sola!
Si svegliarono il giorno dopo, a metà
pomeriggio… Se l’erano presi comoda! Fecero un bagno veloce,
usufruendo ancora una volta di quel castello che ormai, per loro, rappresentava
il posto più importante… con i ricordi più belli.
Ritornarono al tempio e lo trovarono addobbato a
festa: i loro amici avevano organizzato una festa di benvenuto a Miyu. Lo
avevano saputo dai suoi genitori che intanto erano arrivati.
Lei osservò un attimo quelle due persone che
fino a qualche giorno prima considerava solo due estranei, poi urlò
“Mamma, papà! Finalmente ho riacquistato
la memoria!…” corse verso di loro e gli abbracciò
“… Vi voglio bene e scusatemi se vi ho trattato con
freddezza.” Una lacrima di gioia bagnò i suoi occhi.
“Oh… Miyu…” rispose la madre,
che aveva cominciato a piangere a dirotto “… Non preoccuparti per
quello… l’importante è che tu sia guarita! Ti voglio bene
figlia mia!”
“Anche io, figliola!” e si abbracciarono
intensamente, tutti e tre.
Successivamente Miyu ringraziò anche tutti gli
amici e la festa fu magnifica!
Alla sera rimasero solo loro quattro.
“Mamma… scusa se ti do questo
dispiacere… ma ho deciso di trasferirmi di nuovo qui! Vorrei rimanere
vicino a Kanata… vorrei rimanere vicino all’uomo che amo!”
non credeva che sarebbe riuscita a dirlo così facilmente!
“Miyu… Io ti voglio bene e desidero solo
il meglio per te. Ti assicuro che non riuscirei mai ad immaginarti insieme ad
un uomo che non sia Kanata; quindi non sarò dispiaciuta per questa tua
decisione, anzi, ti appoggio in pieno! Ora dobbiamo ripartire; ti
manderò tutte le tue cose. Mi raccomando, stammi bene! Ti saluto.”
e la baciò.
“Kanata!…” intervenne il padre
“… Prenditi cura della mia bambina, chiaro?!”
“Certo signore!…” disse lui facendo
ironicamente il saluto da militare “… Sarà fatto!”
Poi partirono, lasciandoli soli.
“Giornata pesante, vero?” disse lei.
“Però ti è piaciuta la festa,
dì la verità!”
“Sì… Può
essere…” affermò con tono birichino “…
Però la cosa che mi piace di più, è sapere che,
d’ora in poi, vivremo insieme… Ti amo Kanata!”
“Ti amo anche io, piccola…”
“Mi piace quando mi chiami < piccola > con
quella voce dolce…”
“Di te, invece, mi piace tutto… Sei il mio
tesoro…”
“Come siamo romantici stasera, signor
Saionji!” affermò scherzosa.
“Già… futura signora
Saionji…” lei si voltò di scatto, lo guardò con gioia
e corse ad abbracciarlo.
La sua vita ora era perfetta, proprio come nel suo
sogno premonitore. La sua felicità sarebbe stata infinita perché
sapeva che sarebbero stati insieme per sempre.
EPILOGO
Passarono tre anni
d’allora e finalmente arrivò il giorno del matrimonio. Erano stati
invitati tutti; i genitori di lei arrivarono dall’America il giorno
stesso.
“Come sei bella, figlia mia!” disse la
madre
“Grazie mamma… Ti voglio bene! Ti
ringrazio di essere venuta.”
“Ma vorrai scherzare! Per nulla al mondo mi
sarei persa il matrimonio di mia figlia!”
Poi l’aiutò a sistemarsi i capelli che
ormai erano tornati lunghi.
Aveva un vestito stupendo! Un busto allacciato dietro,
il sotto un po’ voluminoso in vecchio stile, e un bellissimo velo
trasparente. I capelli se li legò in modo che le cadessero sulla spalla
sinistra: era bellissima!
Lui era già all’altare e
l’aspettava con impazienza… Poi lei entrò.
Quando la vide rimase scioccato per la sua bellezza.
Non appena si avvicinò, le alzò il velo e le sussurrò
“Sei bellissima, mio piccolo
angelo…”
Lei gli sorrise ed ebbe inizio la cerimonia.
Alla sera, quando tutti gli invitati lasciarono il
tempio, ancora vestiti da sposi, si stesero sul prato del giardino, l’uno
verso l’altra, si baciarono, ed insieme contemplarono la luna piena.
Successivamente lei si voltò di nuovo e
l’osservò attentamente; i suoi occhi, illuminati dalla luna, erano
ancora più belli.
Pur non sapendo perché, provò una
sensazione d’imbarazzo… Tentennando disse
“Kanata… Dovrei dirti una cosa… ho
aspettato proprio questo giorno… Kanata… io… io… sono
incinta!”
Lui si voltò di scatto e la guardò
sorpreso
“Dici sul serio?!”
Lei annuì.
“Mi stai dicendo che avremo un figlio?! Miyu ma
è fantastico!”
“Già, lo è, signor
Saionji…”
Lui si alzò e la prese in braccio e
cominciò a volteggiare come in un ballo romantico; alla fine disse
“Già… signora Saionji…”
Così, illuminati dalla luna, festeggiarono la
notizia; quella nuova notizia che gli avrebbe cambiato la vita in meglio,
confermando ancora una volta il loro amore infinito.