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Autore: soxy88    30/12/2006    3 recensioni
Quando partì la macchina, lei si voltò e lo salutò con un sorriso; lui fece altrettanto, sapendo che quello non sarebbe stato l’ultimo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kanata Saiyonji, Miyu Kouzuki
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

CAPITOLO 3

Consumarono in fretta la cena.

Lei aveva molta fame e mangiò tantissimo, ma con accortezza.

Lui notò questo. Sembrava quasi che l’incidente l’avesse resa più fine: non era mai stata così educata e attenta, prima era una vera pasticciona!

La osservava mangiare… era così bello riaverla lì, accanto a lui…

Poi lei si alzò.

“Scusa se mi alzo… so che non è educato…”

“Ti ho già detto che questa è anche casa tua, puoi comportarti normalmente, senza scrupoli…Vai pure…” disse lui con dolcezza

“Ti ringrazio… per tutto quello che hai fatto per me…” sussurrò e si allontanò, lasciandolo solo.

 

Lei fece un bagno rilassante prima di andare a dormire. Ne aveva bisogno! Forse voleva togliersi di dosso l’odore di quell’ospedale!

Improvvisamente sentì un rumore e, sulla soglia comparve lui. Era un po’ imbarazzata e non sapeva cosa fare.

Lui richiuse subito la porta dietro di sé; era agitato perché pensava d’averla spaventata.

“Scusami… Avrei dovuto bussare… è che non sono più abituato ad avere qualcuno per casa… Mi dispiace!”

Lei uscì, vestita solo con l’asciugamano. Lui la osservò con occhi di ragazzo: era ancora tutta bagnata, con i capelli raccolti in una coda da cui fuoriuscivano le ciocche più corte, rendendola ancora più desiderabile… Quella vista lo rendeva nervoso: capiva di volerla tutta per se, ma la rispettava e fece tacere i suoi istinti.

Lei disse “Perché ti scusi, in fondo… noi… vivevamo insieme a quanto mi hai detto tu… Non penso che non facessimo niente...” Aveva una faccia che faceva intendere che lo stava dicendo solo perché lo pensava e non perché la piacesse davvero essere stata vista!

Lui divenne ancora più nervoso: non voleva approfittarsi di lei solo perché non ricordava niente…

“No… Ecco… vedi… Noi vivevamo sotto lo stesso tetto, ma non facevamo certe cose… Anzi… fino al giorno precedente la tua partenza, non ci siamo mai neanche dichiarati…” fece una breve pausa “… Eravamo proprio degli stupidi…” aggiunse. Tacque e la guardò; sembrava turbata.

“Oh no! Ho frainteso tutto! Ma dopo le tue parole di prima riguardanti le carezze, sapere che avevamo vissuto insieme, il fatto che tu sei l’unico che ricordi, il fatto che questa situazione del bagno non mi è nuova… Ho collegato le cose e ho avuto un’impressione sbagliata… Sono una stupida! Ti avrò messo in imbarazzo! Sono una vera stupida!”

“Davvero ti ricordi la situazione del bagno?!”

“Beh… sì… perché?” rispose un po’ delusa, visto che lui aveva evitato il discorso; lei cercava in tutti i modi di capire cosa ci fosse tra loro, ma lui categoricamente l’evitava…

“Perché proprio grazie a questa situazione ci siamo conosciuti: tu stavi facendo il bagno; ti eri appena trasferita e io non sapevo niente, così entrai e tu… me le desti di santa ragione!” poi cominciò a ridere.

Lei non era affatto felice, era turbata perché lui evitava il discorso del loro passato.

Un attimo dopo, lui smise di ridere e l’abbracciò; si avvicinò al suo orecchio bagnato e le sussurrò

“Comunque, non penso affatto tutto quello che hai detto di te: non sei affatto una stupida! Io ti amo per come sei; perché sei imprevedibile e cerchi sempre di adattarti alle situazioni anche se non ti vanno a genio… Sei eccezionale Miyu… Semmai sono io lo stupido che ho aspettato tanto per dirti quello che provavo per te!”

Ora stava meglio perché sapeva tutto. Era sicura dei sentimenti di quello splendido ragazzo, che sapeva d’amare a sua volta, nonostante l’amnesia.

Ricambiò l’abbraccio

“Ora non ho più dubbi… Quello che pensavo era vero… Anche se non mi ricordavo ho sempre saputo, da quando ti ho rivisto, che sei importante per me… Ti amo Kanata e questo neanche l’amnesia me l’ha fatto dimenticare…”

Si perse in quell’abbraccio protettivo. Successivamente disse

“Potremmo dormire insieme questa sera?”

Lui la guardò con desiderio amorevole e rispose “Certo…”

 

Lei indossò una maglia di lui. Anche se le stava larga per la notte andava benissimo.

“Sei molto sexy con quella maglia!” affermò lui; lei arrossì, imbarazzata… In effetti quella maglia era, sì larga, ma non era abbastanza lunga per coprire la biancheria intima.

“Non prendermi in giro! Non avevo altro da mettermi!” rispose molto agitata

“Stavo solo scherzando, non volevo metterti in imbarazzo…”

Lei si sentì ancora più stupida.

“Dai… Su… Vieni a dormire. Sarai stanca…”

“Già…”

 

Si sedette sul letto poi gli chiese

“Abbiamo già dormito insieme noi due, vero?”

Lui si voltò e gli rispose

“Sì, la sera stessa che ci siamo conosciuti: fu Lou a volerlo e fummo costretti. Ma ti ricordi anche questo?! Stando con me stai riacquistando la memoria, sono contento!”

“Non è che mi ricordo esattamente… mi sembrava soltanto. Comunque sono felice che sei contento! Ah… Chi è questo Lou?”

“Ora dormi! Te ne parlerò domani. Buona notte… piccola mia…” e chiuse gli occhi.

 

Lei rimase a guardarlo. Si addormentò subito, doveva essere proprio stanco…

Più lo guardava più le piaceva: era così calmo e rilassato! Rendeva serena anche lei.

Gli si avvicinò, lo baciò sulla fronte e si raggomitolò tra le sue braccia; lui sembrò accorgersene e la strinse a se.

Così si addormentarono: abbracciati l’una all’altro.

 

Quando lui si svegliò lei non c’era più. Era preoccupato perché pensava che fosse stato tutto un sogno!

Poi corse in cucina, dalla quale sentì arrivare dei rumori. Quando arrivò, la trovò ai fornelli a cucinare una colazione coi fiocchi.

“Buon giorno Kanata!” disse lei sorridente.

Gli fece uno strano effetto vederla lì a cucinare; solo in quel momento si accorse che era tornata sul serio.

“Buon giorno!” rispose.

Pensò per un attimo che lei sarebbe stata un’ottima moglie. –Ma a cosa penso?!- disse tra sé e sé.

 

“Sai… Pensavo che ti potrebbe essere utile guardare delle vecchie foto, di quando eri qui, o leggere tutte le lettere che mi hai mandato in questi anni: le ho conservate tutte! Le vuoi vedere?” cominciò lui

“Credo che tu abbia avuto un’ottima idea!” Era eccitatissima! Non vedeva l’ora di vederle!

Lui tornò con una scatola enorme e passarono tutta la mattina a parlare di vecchie avventure, degli amici, di Lou e Baumiao.

Lei ascoltava con grande interesse i suoi racconti e, man a mano, qualche ricordo cominciò a riaffiorare nella sua mente.

 

Ora finalmente capiva anche il senso di quel sogno: il peluche rappresentava la sua infanzia, il bambino che volava era Lou e rappresentava il passato dimenticato, ed infine quel ragazzo di schiena era Kanata che rappresentava il suo futuro!

Pensato questo, cominciò ad osservare lui mentre le parlava… Quante avventure avevano vissuto, e quante ancora ne avrebbero vissute; di una cosa era sicura: sarebbero rimasti insieme per sempre!

 

“Posso farti una domanda?…” lo interruppe lei

“Sì, dimmi pure!”

“Puoi raccontarmi del giorno in cui ci siamo dichiarati?… Me ne hai accennato ieri…”

Lui la guardò intensamente

“Farò di più… Ora seguimi! Ti porterò in un posto speciale!”

Lei incuriosita lo seguì. Chissà dove l’avrebbe portata?

 

Salirono sulla macchina di lui e fecero un viaggio breve. Lei sapeva di aver già percorso quella strada ma non se la ricordava proprio…

Quando arrivarono si trovarono davanti un immenso castello.

“Questo è il luogo in cui si è svolto il ballo della scuola… è il luogo in cui ci siamo dichiarati…”

Lei si voltò di scatto e lo fisso negli occhi

“Dici sul serio?!”

Lui non rispose; tornò in macchina e prese uno stereo. Lei lo seguì con lo sguardo per tutto il tempo.

“Ma si può sapere cosa stai facendo?!”

Lui accese lo stereo e si sentì una musica nota…

“Questa, Miyu, è la nostra canzone… quella che ha accompagnato il nostro ballo quella sera…” poi s’inginocchiò e disse “… Vuole ballare con me, mia principessa?”

Sentendo quelle parole, la sua mente si sbloccò: finalmente aveva riacquistato la memoria!

Gli sorrise poi disse “Con immenso piacere, mio cavaliere…”

In quel momento, lui capì che lei ce l’aveva fatta: era guarita!

Cominciarono a ballare e lo fecero per molto.

 

Quando smisero, lui si stava preparando per tornare a casa.

Lei disse “Perché dovremmo tornare a casa proprio ora?…” poi, con tutto il coraggio che trovò dentro di sé, dichiarò “… Vorrei entrare nel castello… Vorrei stare sola con te…” non sapeva come altro esprimersi; non sapeva se lui avesse capito cosa intendesse…

Lui la guardò sorpreso: aveva inteso benissimo! Sapeva di desiderarla, e ora che anche lei era pronta, nessuno gli avrebbe fermati!

“Ok… entriamo, piccola…” sussurrò; lo fece con una voce così rassicurante, che ogni minimo dubbio in lei svanì immediatamente.

 

Entrarono in un’immensa camera da letto: era bellissima! Aveva un arredamento ottocentesco, con molti oggetti preziosi appartenuti ad una famiglia benestante.

Si sedettero sul letto a baldacchino e si osservarono per un istante. Lui prese l’iniziativa e cominciò a baciarla: sulla bocca, sul collo, sempre più giù…

Lei cominciò ad accarezzargli i capelli, lasciandosi studiare dalle labbra di lui. Poi gli accarezzò la schiena, alzando sempre di più la maglia fino a togliergliela. Lui smise di baciarla e le sbottonò lentamente la camicetta. Presero a studiarsi con le carezze; volevano conoscere ogni centimetro dell’altro!

Quando furono nudi completamente, ripresero a baciarsi con passione e si stesero l’uno sull’altra.

Si unirono fino a diventare un’unica persona…  

I movimenti di lui erano decisi, quasi esperti. Lei era completamente persa in lui, nel suo sudore, nel suo eccitamento.

Continuarono a baciarsi, a studiarsi, ad amarsi…

Quando smisero, si addormentarono abbracciati. Avevano le mani sudate strette in una morsa indivisibile; questo le faceva pensare che, in quel momento d’intimità, si erano avvicinati del tutto: ora erano una cosa sola!

 

Si svegliarono il giorno dopo, a metà pomeriggio… Se l’erano presi comoda! Fecero un bagno veloce, usufruendo ancora una volta di quel castello che ormai, per loro, rappresentava il posto più importante… con i ricordi più belli.

 

Ritornarono al tempio e lo trovarono addobbato a festa: i loro amici avevano organizzato una festa di benvenuto a Miyu. Lo avevano saputo dai suoi genitori che intanto erano arrivati.

Lei osservò un attimo quelle due persone che fino a qualche giorno prima considerava solo due estranei, poi urlò

“Mamma, papà! Finalmente ho riacquistato la memoria!…” corse verso di loro e gli abbracciò “… Vi voglio bene e scusatemi se vi ho trattato con freddezza.” Una lacrima di gioia bagnò i suoi occhi.

“Oh… Miyu…” rispose la madre, che aveva cominciato a piangere a dirotto “… Non preoccuparti per quello… l’importante è che tu sia guarita! Ti voglio bene figlia mia!”

“Anche io, figliola!” e si abbracciarono intensamente, tutti e tre.

Successivamente Miyu ringraziò anche tutti gli amici e la festa fu magnifica!

 

Alla sera rimasero solo loro quattro.

“Mamma… scusa se ti do questo dispiacere… ma ho deciso di trasferirmi di nuovo qui! Vorrei rimanere vicino a Kanata… vorrei rimanere vicino all’uomo che amo!” non credeva che sarebbe riuscita a dirlo così facilmente!

“Miyu… Io ti voglio bene e desidero solo il meglio per te. Ti assicuro che non riuscirei mai ad immaginarti insieme ad un uomo che non sia Kanata; quindi non sarò dispiaciuta per questa tua decisione, anzi, ti appoggio in pieno! Ora dobbiamo ripartire; ti manderò tutte le tue cose. Mi raccomando, stammi bene! Ti saluto.” e la baciò.

“Kanata!…” intervenne il padre “… Prenditi cura della mia bambina, chiaro?!”

“Certo signore!…” disse lui facendo ironicamente il saluto da militare “… Sarà fatto!”

Poi partirono, lasciandoli soli.

 

“Giornata pesante, vero?” disse lei.

“Però ti è piaciuta la festa, dì la verità!”

“Sì… Può essere…” affermò con tono birichino “… Però la cosa che mi piace di più, è sapere che, d’ora in poi, vivremo insieme… Ti amo Kanata!”

“Ti amo anche io, piccola…”

“Mi piace quando mi chiami < piccola > con quella voce dolce…”

“Di te, invece, mi piace tutto… Sei il mio tesoro…”

“Come siamo romantici stasera, signor Saionji!” affermò scherzosa.

“Già… futura signora Saionji…” lei si voltò di scatto, lo guardò con gioia e corse ad abbracciarlo.

 

La sua vita ora era perfetta, proprio come nel suo sogno premonitore. La sua felicità sarebbe stata infinita perché sapeva che sarebbero stati insieme per sempre.

 

 

 

 

 

EPILOGO

Passarono tre anni d’allora e finalmente arrivò il giorno del matrimonio. Erano stati invitati tutti; i genitori di lei arrivarono dall’America il giorno stesso.

“Come sei bella, figlia mia!” disse la madre

“Grazie mamma… Ti voglio bene! Ti ringrazio di essere venuta.”

“Ma vorrai scherzare! Per nulla al mondo mi sarei persa il matrimonio di mia figlia!”

Poi l’aiutò a sistemarsi i capelli che ormai erano tornati lunghi.

Aveva un vestito stupendo! Un busto allacciato dietro, il sotto un po’ voluminoso in vecchio stile, e un bellissimo velo trasparente. I capelli se li legò in modo che le cadessero sulla spalla sinistra: era bellissima!

Lui era già all’altare e l’aspettava con impazienza… Poi lei entrò.

Quando la vide rimase scioccato per la sua bellezza. Non appena si avvicinò, le alzò il velo e le sussurrò

“Sei bellissima, mio piccolo angelo…”

Lei gli sorrise ed ebbe inizio la cerimonia.

 

Alla sera, quando tutti gli invitati lasciarono il tempio, ancora vestiti da sposi, si stesero sul prato del giardino, l’uno verso l’altra, si baciarono, ed insieme contemplarono la luna piena.

Successivamente lei si voltò di nuovo e l’osservò attentamente; i suoi occhi, illuminati dalla luna, erano ancora più belli.

Pur non sapendo perché, provò una sensazione d’imbarazzo… Tentennando disse

“Kanata… Dovrei dirti una cosa… ho aspettato proprio questo giorno… Kanata… io… io… sono incinta!”

Lui si voltò di scatto e la guardò sorpreso

“Dici sul serio?!”

Lei annuì.

“Mi stai dicendo che avremo un figlio?! Miyu ma è fantastico!”

“Già, lo è, signor Saionji…”

Lui si alzò e la prese in braccio e cominciò a volteggiare come in un ballo romantico; alla fine disse

“Già… signora Saionji…”

 

Così, illuminati dalla luna, festeggiarono la notizia; quella nuova notizia che gli avrebbe cambiato la vita in meglio, confermando ancora una volta il loro amore infinito.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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