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Autore: Crystin    13/06/2012    0 recensioni
Sono ritornata con la mia seconda Fan fiction! Un nuovo personaggio, più potente comincerà a far parte della Night Class...Si chiama Makenna e ha 16 anni.
"Londra, ecco perché abitavamo qui. A Londra il sole esce raramente e questo ci fa stare meglio. Ecco perché loro volevano che andassi alla Cross Accademy. Era un luogo sicuro per i vampiri. Ci era stato anche Kuran Kaname e Kuran Yuki, nostri alleati." spero di avervi incuriositi e spero vi piaccia...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cross Academy 


Eravamo appena giunti alla Cross Academy. Adoravo viaggiare in macchina perché ascoltavo musica e mi perdevo nei miei pensieri e sapevo che   quello non era ‘tempo sprecato’ se proprio cosi si può dire. Ero solita a leggere, scrivere o guardare film quando stavo a casa oppure uscivo con le amiche e mi sembrava che perdermi nelle mie fantasie, a meno che non fosse mentre scrivevo, era un’inutile perdita di tempo che mi concedevo di tanto in tanto. Adoravo scrivere e con la musica mi sentivo molto più ispirata. Preferivo scrivere di notte, non so perché ma era meglio per me.
In quel momento vedevo davanti a me l’enorme accademia che mi apriva le sue porte. La macchina era parcheggiata sul parcheggio prima del Main Gate. Era divisa in due parti. Tra il dormitorio del Sole e quello della Luna c’era il bosco e per andare nella struttura principale dove si svolgevano le lezioni bisognava attraversare un ponte. C’era il ponte che collegava il dormitorio della Luna con l’edificio principale e un altro ponte che faceva lo stesso lavoro solo che con quello del Sole. In mezzo ai ponti c’era il posto dove dormiva il guardino. Accanto ai due dormitori c’erano anche i dormitori degli insegnanti e tra loro, oltre al bosco, c’era un lago dove si affacciava la casa del preside. Era una bella scuola ma al tempo stesso paurosa. Avrebbe rappresentato per me una sorta di prigionia. Appena entrati ci venne in contro il preside che ci accolse molto calorosamente.
“Benvenuti alla Cross Academy, siamo lieti di avere come allieva una Hamilton. La vostra famiglia è sempre stata molto onorata.” Disse cosi prima di guidarci dentro alla scuola. Tutti gli altri allievi, ovviamente tutti brillanti visto che per entrare alla Cross bisognava essere dei geni, mi guardavano male. Era risaputo da tutti che chi era scortato dal preside era una persona molto importante. Giurai di sentire gli altri dire “che cos’ha lei più di noi per entrare nella Night Class?”  A quella stupida domanda avrei risposto con un ‘Sono un vampiro, ecco cos’ho in più di voi. Ma se tanto ci tenete a entrare nella Night Class ve lo concedo molto più che volentieri. L’essere vampira mi fa schifo perché non posso stare vicino alle persone che amo senza fare loro del male, se sono umani ovviamente.’ Il preside doveva guidare gli studenti della futura Day Class a vedere i dormitori e io essendo l’unica nuova della Night non potevo fare altro che seguire loro. Alla fine del tour il preside ringraziò tutti e disse che sarebbe tornato subito. Detto questo ci siamo diretti verso il dormitorio Luna sotto lo sguardo scontento di allievi e genitori. Sentivo i loro pensieri e vedevo che già mi odiavano e pensavano che non fosse giusto che io avessi visto il dormitorio Sole e loro non potessero vedere quello Luna. Loro non sapevano quello che significava per me quella differenziazione. Non sapevano quanto avrei preferito essere al loro posto piuttosto che al mio. Si un posto prestigioso a scuola l’ho sempre sognato ma darei via tutto pur di stare di nuovo con Jordan. Jordan, quel nome mi frullava in testa tutto il tempo. Sognavo un giorno in cui io e lui saremmo potuti stare insieme senza rischi. Ma purtroppo quel giorno non sarebbe mai arrivato. Ero triste per la piega che stava prendendo la mia vita. Il dormitorio Luna era stupendo, la mia camera semplicemente magnifica. Dopo che Kaname era andato via io avevo, non solo ereditato la sua camera, il suo studio e tutto ciò che li apparteneva di materiale in quel posto, ma avevo ereditato anche il suo posto nella leadership. Infatti io avrei ‘comandato’ li, io avrei mantenuto l’ordine e io avrei dovuto rispondere dei miei compagni che neanche conoscevo. Quel posto però era confortevole. Non so perché ma mi piaceva parecchio. Avrei voluto rimanere li per un po’ ancora ma dovevamo andare. Ma poi pensai che era inutile rimuginare sul fatto che volevo rimanere li, tanto ci sarei dovuta stare per tutto il prossimo anno se si escludono le varie vacanze, ma al contrario dalle mie aspettative l’idea mi piaceva. Sentivo che li potevo avere ciò che a Londra non avevo mai avuto, il comando su tutti e con tutti si intente anche il preside. Il viaggio in macchina fu corto, mio padre andava veloce ma io amavo la velocità quindi non faci una piega nel vedere la tacca raggiungere i  180km/h. Continuai a pensare a Jordan. Non sembrava essere arrabbiato, anzi sembrava essere ritornato quello di un tempo, quando non eravamo fidanzati ma solo buoni amici. Io e Joe ci conoscevamo da bambini. Chissà forse i suoi sanno della mia famiglia e gliel’hanno spiegato. Sperai fosse cosi. Tornai a casa leggermente stordita dal viaggio. Si lo so è strano per un vampiro sentirsi stordito ma io non lo ero del tutto, qualcosa di umano ancora mi era rimasto e fui lieta di questo. Presi il pigiama e la macchina fotografica e uscii in balcone a scattare foto a caso quando sentii il cellulare vibrare e lo schermo illuminarsi. Risposi senza neanche guardare il nome. Sapevo chi  era.  Era la mia migliore amica, Caroline, che doveva aver saputo del mio trasferimento. Senza che neanche la salutassi lei cominciò a sbraitarmi contro:
“No ma grazie per avermi avvisata, mi raccomando eh! No adesso tu mi spieghi bene tutto. Cosa cazzo ti hanno detto per convincerti ad andare in quella maledetta scuola? No perché non capisco! Insomma prima mi dici che non vuoi andarci poi ci vuoi andare. Poi con Joe, cioè neanche questo mi hai detto! Io non ti capisco…” mentre Caroline si sfogava sentii Joe che usciva dal balcone e, vedendomi, mimò con la bocca un ‘scusa’. Quando si fu calmata cominciai a parlare.
“Caroline scusa –se non ero davvero dispiaciuta non la chiamavo mai con il suo nome per esteso e questo lei lo sapeva quindi sentii il suo respiro calmarsi- il punto è che stanno succedendo tante cose tutte insieme nella mia vita e io mi sto perdendo. Non riesco a connettere e Londra è diventata un posto triste per me, per ragioni che ti spiegherò in futuro e che tu capirai, almeno spero. Lo so in questi giorni non ti ho chiamata e non ti ho detto niente ma sono stati dei giorni bruttissimi. E per quanto riguarda Joe ho deciso, anche se questo mi spezza il cuore, –nel dirlo li girai le spalle e abbassai la voce-  di lasciarlo per il suo bene. Prima di partire definitivamente per la Cross ti spiegherò tutto giuro.” Caroline ascoltò tutto attenta, poi appena finito la frase la sentii singhiozzare da dietro al telefono e mi disse in tono di scongiura:
“Posso venire da te?” a sentirla le lacrime cominciarono a salirmi e risposi solo con un ‘si’. Dopo i saluti passai il tempo a fare le foto ignorando Joe che era solito a guardarmi mentre facevo le foto. Mi aveva detto che era questo che li aveva fatto capire che mi amava. Sarebbe stato ore a vedermi mentre fotografavo. Diceva che mi adorava mentre lo facevo perché ero tutta stra concentrata e in un certo senso tenera e sexy allo stesso tempo. Andai a sdraiarmi negli sdrai che aveva preso mia madre e con la macchina fotografica appoggiata al viso cominciai a scattare foto. In quel momento mi accorsi che qualcosa mi mancava. Prima di mettermi con Joe prendevo sempre l’iPod con me mentre fotografavo. Fu lui il primo a innamorarsi di me e di seguito io di lui visto il modo in cui si comportava. Decisi di entrare in camera a prendere l’iPod. Lo misi con il volume al massimo. Nonostante questo riuscivo a sentire i pensieri di Joe. Pensava che stava rivivendo un flashback, che stava passando di nuovo i momenti quando si era innamorato di me ma quando io non sapevo niente solo che era leggermente diverso. Dopo un po’ misi giù la macchina fotografica e mi misi semplicemente a guardare il cielo. Nonostante tutto il tempo che era passato da quando mi ero sdraiata Joe era rimasto li a guardarmi. Chiusi gli occhi e mi scesero lacrime di dolore. Dopo un po’ sentii Carol che apriva la porta di camera mia ma non mossi un muscolo. Restai sdraiata con gli occhi chiusi. Lei uscì nel balcone e si mise nello sdraio accanto al mio. Lo faceva sempre quando mi vedeva ridotta in questo stato. Stava sdraiata accanto a me in silenzio ad aspettare che io parlassi e io facevo lo stesso con lei, nonostante morivamo dalla curiosità di sapere cos’era successo stavamo in silenzio pronte ad ascoltare ma senza forzare. Eravamo fatte cosi, io e Carol, ci conoscevamo da poco più di due anni ma lei mi aveva capito meglio di chiunque altro. Mi ricordo che un giorno eravamo state ferme due ore cosi aspettando, finché non mi decisi a parlare. Lei si apriva quasi subito con me e quando non lo faceva era per farmi provare quello che lei provava quando io facevo cosi, anche se lei stessa moriva dalla voglia di sfogarsi. Mi aveva sempre invidiato la capacità di stare in silenzio in quel modo. Dopo qualche minuto spensi l’iPod.
“Sai Carol, l’accademia è davvero bella!” e mentre lo dicevo mi colpì un lampo di genio! “Ci sono!” dissi spaventando sia lei che Joe, che era rimasto a guardarci, con lo scatto improvviso che feci. Carol lo aveva salutato prima di sdraiarsi ma non si erano parlati. Anche lui sapeva di questi momenti che io e lei avevamo, che erano solo nostri e di nessun’altro.
“Che lampo di genio ti è venuto adesso?” mi disse lei scettica ma allo stesso tempo curiosa. Vidi i suoi occhi azzurri riempirsi si una certa impazienza mentre io riflettevo con il sorriso tra le labbra. Caroline era il contrario di me. Aveva lunghi capelli dorati, era alta 1.70 e aveva gli occhi azzurri mentre io avevo i capelli di media altezza, castano rossiccio, alta poco più di 1.65 e occhi marroni. Una cosa ce l’avevamo in comune. Il colore della pelle. Entrambe eravamo bianche come la porcellana. Lei era ricca quanto me e a scuola era brava, poi con la mia parola sarebbe potuta entrare sicuramente alla Cross. Neanche a lei piaceva Londra quindi no problem!
“Carol e se tu venissi con me alla Cross Academy?” domandai io con gli occhi pieni di entusiasmo. Anche nei sui parve accendersi un certo entusiasmo mischiato alla sorpresa.
“Maki, non credo mi prenderanno…” disse lei prendendo in considerazione l’idea.
“Si fidati di me, se vuoi venire io posso assicurarti al 100% che ti faranno entrare. Anche se avremo orari diversi di lezioni.” Dissi
“Ma chi se ne importa! Almeno saremo nello stesso posto no?” disse lei. Ci precipitammo dai miei, lasciando Jordan, il quale aveva sentito tutto, di stucco. Spiegata la situazione i miei chiamarono i genitori di Caroline e cominciarono a parlarci. L’indomani sarebbero venuti a parlare con i miei genitori e se per i genitori di Carol andava bene anche lei sarebbe partita con me.

***


Era già pomeriggio tardi e cominciammo a preparare la cena.
“Makenna per favore vai a prendere il vino giù in cantina.” Detto fatto. Presi le chiavi della cantina e scesi giù. Cercando tra i vini trovai un sacco di cose interessanti tra cui un medaglione che mi portai su. Era strano ma bello e poi aveva un non so che di misterioso e gotico. Beh, diciamo che questa storia del vampiro comincia sul serio a piacermi, se si tralascia Joe. Lo presi insieme alla bottiglia di vino e tornai sopra. Arrivata su mia madre aveva già sistemato tutto. Mancava solo il cibo. Dopo questo mia madre e io ci andammo a preparare. Mia madre aveva gli occhi verdi e i capelli leggermente più chiari dei miei. Mio padre invece era come me, occhi marroni e capelli castano rossiccio. Mia madre si mise un vestito di pizzo e i decolté di 12 cm. Io invece optai per un vestito nero che aveva la parte superiore del busto liscia e tra la parte liscia e quella a balze c’era un fiocco bianco. Ai piedi avevo le ballerine bianche. Al collo indossavo una semplice collana di oro bianco con alla fine un quarzo bianco. Gli orecchini anche quelli semplici d’oro e di quarzo bianco cosi come il bracciale. Avevo i capelli boccoli con dei fermagli neri. Quando suonò il campanello andammo ad aprire. Caroline era stupenda, lei aveva fatto il contrario di me. Aveva il vestito bianco e tutto il resto nero. Dopo aver cenato, di solito io e Carol andavamo in camera mia ma questa volta restammo sedute nel tavolo insieme ai nostri genitori. Allora i genitori di Carol capirono che per noi era una cosa molto importante non solo l’ennesimo capriccio da adolescenti. Allora dopo un po’ acconsentirono a mandare Carol alla Cross. Ero molto contenta. La mattina i miei avrebbero chiamato il direttore e avrebbero detto di Carol e dopo ci avrebbe fissato un colloqui per visitare la scuola. Beh la parte difficile era andata. Insomma avevamo convinto i genitori di Carol e il resto era già tutto fatto. Ovviamente lei non avrebbe fatto parte della Night Class ma della Day però andava bene lo stesso. Se si voleva avere un contatto con quelli della Day da parte di quelli della Night era possibile. Ero elettrizzata e per la prima volta non vedevo l’ora di iniziare scuola. Sarebbe stato tutto diverso, io e Carol saremmo state diversa ma non tra noi…tra noi tutto sarebbe rimasto uguale. Saremmo cambiate noi nei confronti altrui!   

Salve a tutti. Allora parto con il dire che questo capitolo non mi piace tanto. Sarà perché l'ho scritto alle 2 di notte, o perché a volte è ripetitivo oppure perché le descrizioni rallentano l'andamento ma va bene.
Per me le descrizioni sono la cosa più fondamentale di una storia perché ti fanno intuire come sono i luoghi le persone eccetera insomma ti fanno capire come sono le cose pensate dall'autore.
Dopo questo capitolo ci saranno quelli meno deprimenti e più carini (forse) spero vi piaccia. 
Baci da Cry

  
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