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Autore: Kodamy    01/01/2007    10 recensioni
[Serie di Oneshot basate sulla LJ Community 52Flavours]
34. The imperious Life. || “31 Dicembre: è finito un altro anno, e siamo ancora rintanate sotto le coperte. Fuori c’è bel tempo anche se fa freddo, ed i fuochi d’artificio erano bellissimi! Proprio come l’anno scorso! Ino-chan mi ha regalato un nuovo nastro. Anche questo è rosso, ma è di seta. E’ luccicosissimo! Saremo amiche per sempre, vero, Ino-chan? - Certo che sì, sceeema! Non ti eccitare per così poco!” [Ino e Sakura. Missing Moment. Malinconico.]
19. Another grey day in the deep blue world.|| Perchè a volte svegliarsi il giorno dell'anniversario della morte di tutta la tua famiglia con un lancinante crampo al polpaccio, scoprire l'ennesima nuova ragnatela sul soffitto e concludere in bellezza passando l'intera giornata in balia di un singhiozzo così poco... Uchiha, darebbe a chiunque il diritto di sentirsi un po' più emo ed inclini al suicidio del solito. (s)Fortunatamente, gli amici servono anche a questo. [Team Seven.] [PostHaku, preOrochimaru] [Amicizia.]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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E dire che le sue gambe erano ancora troppo corte, per sfiorare quell’acqua

2. The Cruelest Month

 

 

E dire che le sue gambe erano ancora troppo corte, per sfiorare quell’acqua.

Forse ci provava inconsciamente, tendendo appena le punte dei piedi.
Non ci riusciva, e lo specchio d’acqua rimandava severo il suo riflesso.
L’acqua lo guardava dal basso, e lui ricambiava lo sguardo. Oziosamente.
Quell’espressione era troppo pensierosa, per un bambino di quell’età.
E pensare che le sue gambe erano ancora troppo corte, per sfiorare quell’acqua.
Eppure, quell’espressione adulta era lì, sul viso.
Aveva piantato le tende lì, quell’espressione, ma lui non aveva davvero avuto né il tempo né la voglia di  rendersene conto. Semplicemente, pensava e ricambiava il suo stesso sguardo vagamente contrito.
E cercava di incrinare quel riflesso con le punte dei piedi, e non ci riusciva.
Se solo fossi più grande… più adulto… più forte…
Quasi un mese, che andava avanti in questo modo
.
Sarebbe stato, forse, più normale piangere. Invece, il bambino rimaneva così.
E Iruka davvero non ne poteva più, di vedere un suo alunno ridotto a quel modo.
Di vederlo seduto lì, ogni giorno, dopo le lezioni, a qualche passo dall’Accademia, dove l’acqua del piccolo canale scorreva tranquilla e senza troppe pretese.
Su quel pontile che, alla fin fine, era sempre bagnato.

Iruka sapeva affezionarsi ad ogni suo alunno.
E, ormai, non ne poteva più.
“Che cosa stai facendo?”
Fu questa la domanda che, accondiscendente, abbandonò le labbra del maestro. Domanda che non ottenne risposta, se non una piccola ruga accentuata fra le sopracciglia del bambino. Con un sospiro, l’uomo gli si sedette accanto, sul pontile. A gambe incrociate, quasi avesse preso in considerazione i sentimenti dell’altro, e non volesse fargli vedere quelle gambe adulte che raggiungevano l’acqua bagnata.
Il bambino non si accorse di quella piccola considerazione, e si limitò a stringere le labbra.

“Dovresti andare a casa.”

“Non ancora.”
Un altro sbuffo sfuggì dalle labbra di Iruka, che sollevò gli occhi scuri al cielo. Ma non trovò nulla da ridire – non poteva costringerlo a tornare in quella casa - e si limitò ad abbozzare un sorriso, nonostante il bambino fosse troppo concentrato sull’acqua per vederlo.

“Hai intenzione di rimanere qui a lungo, allora?”

“Perché non ritorna?”
La domanda era poco più d’un sussurro, senza alcuna inclinazione particolare della voce.
E non era affatto pertinente alla domanda che lui stessa aveva rivolto.
Battè ciglio, non riuscendo a capire dove si stava dirigendo il filo dei pensieri di quella logica infantile.

“Come?”

“Mio fratello. Perché non torna?”
Ancora quel sussurro
. E l’espressione era talmente abbandonata da stringergli il cuore. 
Sapeva che il bambino guardava l’acqua ma non la vedeva. Nessuno può avere un’espressione così sola, guardando semplicemente una mera striscia d’acqua.
Iruka non rispose, forse tentando di trovare la risposta più giusta ed adeguata.
Ma il bambino interpretò male quel silenzio.

“Non mi importa davvero, ecco. Mi basta che torni, posso perdonarlo, sa? E’ che se n’è andato anche lui. Ma lui è vivo, no? Può tornare indietro, se è vivo. Perché non torna?”
Quasi faceva male.

Perché mi ha lasciato solo, qui?”

“Non può più tornare indietro, sai.” Ammise a malincuore Iruka, con un sospiro.

“Può invece. Mi aveva promesso che mi sarebbe venuto a prendere dall’accademia, e mi avrebbe insegnato… Ha ucciso tutti, e mi ha lasciato solo. Allora deve tornare. Lui deve…”
Iruka crucciò
appena le sopracciglia, spostando anche lui lo sguardo sull’acqua.
Disposto a perdonare tutto quel che era successo, pur di non rimanere solo.
Pur di non rimanere solo.
Iruka, in fondo, lo sapeva: era orrido, ritrovarsi soli a quel modo, da un momento all’altro.
E quel bambino, che aspettava di crescere stando seduto su un pontile bagnato… che aspettava l’impossibile.

Se torna, lo perdono. Torna… per favore? Prometto che non mi arrabbierò. Davvero.
E le prime giornate passavano tra la più ostinata negazione della realtà, alla disperazione che solo la solitudine può portare. Quella realtà e quella solitudine che facevano male.

Iruka lo sapeva, ci era passato anche lui.
Presto sarebbe cambiato tutto, probabilmente. Avrebbe capito la realtà, e l’avrebbe distinta dall’illusione.
Crescendo, la solitudine immancabile
– perché non sarebbe mai tornato -
avrebbe alimentato l’odio.
L’odio e la rabbia. Solo quelle.
Ma per quel momento…
 … il primo mese…
… era sempre quello, il più difficile.

 

 


 

A/N: Quante idee che aspettano solo una scusa per essere scritte >_>” Un po’ meno Stilosa dell’altra volta, forse. Ma quest’idea mi piaceva espressa così. Senza troppi fronzoli annessi e connessi >_< Iruka è un uomo così dolce… chissà me lo vedo un pochino mamma chioccia, sapete. Vuole un mondo di bene ai suoi alunni, è così… dolce, appunto. Nulla da dire, va. Spero non sia troppo OOC. Come avrete inteso, ambientata il primo mese dopo il massacro Uchiha XD
Buon Anno a tutti! [La mia prima Fic da 16enne *_*]
Prossima: Four rings of light upon the ceiling overhead . Inizio a demordere nel mio intento di farle in ordine. Ma è questione di principio, ora XD

  
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