Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Edelvais    14/06/2012    10 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 








>> Capitolo 29: Da un ti odio a un ti amo!





 
Dopo circa una ventina di minuti, Gwen aprì gli occhi - che fino ad ora aveva tenuto serrati a causa del vento-,  e notò di essere su una stradina sterrata di campagna, dove ai lati torreggiavano gli alberi dalle chiome fitte e rigogliose e diversi cespugli che lasciavano intravedere un paesaggio mozzafiato; la collina su cui Duncan stava guidando dava sulla città di Toronto, illuminata dalle luci artificiali delle case e dei lampioni.
La gotica si accorse con piacere che non stavano andando così veloce come aveva pensato, anzi, dopo una manciata di minuti, Duncan si fermò e fece cenno a Gwen di scendere.
Dopo aver silenziosamente parcheggiato la moto al lato della stradina deserta, si voltò verso la ragazza, e ridacchiò sotto il suo sguardo inceneritore.
<< Be'? Cos'hai da ridere? >> Esclamò Gwen indispettita.
<< Oh niente, solo sei dannatamente buffa con quel casco addosso. >>
In effetti l'oggetto in questione era un po' troppo grande per Gwen, e quest'ultima se ne accorse guardando la sua immagine riflessa negli specchietti retrovisori della moto, arrossendo.
Duncan le si avvicinò e l'aiutò a togliersi il casco, appoggiandolo sopra la sella del bolide.
<< Vogliamo incamminarci, Madame? >>  Esordì poi porgendole il braccio.
Gwen non si mosse di un millimetro, completamente spaesata.
<< … Gwen? Ti sei incantata? >>
Le pareva di aver già visto quel posto da qualche parte.
<< Dove siamo? >> Chiese ignorando la domanda.
<< Segreto! Ma se mi seguirai lo saprai molto presto. >>
Gwen storse la bocca in una smorfia contrariata.
<< Odio le sorprese. >>
Duncan rise, prendendola per mano e incamminandosi per quella stradina sterrata, circondata da alberi dalle chiome rigogliose.
Dopo aver percorso alcuni metri, Duncan deviò a destra, verso una stradina che al buio era quasi invisibile, dove l'erba si faceva abbastanza alta da arrivare più in su del ginocchio.
Evidentemente il punk conosceva molto bene il posto, altrimenti di certo non sarebbe stato in grado di trovare questa viuzza.
<< Toglimi un dubbio; quando il cameriere mi ha portato il bicchiere di Coca Cola dicendo che era da parte di un ragazzo… è stata opera tua? >> Chiese Gwen curiosa.
Duncan annuì. << Si, e anche quando mi hai intravisto dietro il sipario. Ovviamente ho notato che mi stavi guardando e mi sono spostato immediatamente. Però il bicchiere di Coca Cola l'ha chiesto Nick per me, quando ha chiamato il cameriere sul bordo del palcoscenico. Non potevo mica rischiare di farmi vedere! Avrei rovinato tutto! >> Sorrise, fiero del suo operato.
<< Quindi, in sintesi, ti eri messo d'accordo con quel cameriere in modo da avermi sotto controllo! Ma come mai avete suonato una sola canzone? >>
<< Be' di solito alcune sere le passiamo a suonare da Arnold's, però oggi ci ha chiesto solo di fare un brano di apertura alla serata. >>
<< E invece cosa stavate confabulando tu e Nick quando ti ha preso da parte? >>
<< Mamma mia Gwen, quante domande! Sembra un interrogatorio! >>
<< Non è colpa mia se mi hai riempito la testa di dubbi! >>
Duncan alzò le spalle, ed esitò un momento prima di rispondere.
<< Ehm… Nick mi stava solo chiedendo se secondo me avrebbe avuto qualche speranza con la ragazza che voleva rimorchiare. >>
La conversazione terminò in quel momento, poiché i due si stavano addentrando in una viuzza tutta rovi e erbacce che non lasciava spazio alle parole.
Tenendo saldamente la mano della giovane, come per timore di perderla in mezzo a tutta quell'erba esageratamente alta, Duncan la condusse attraverso quella stradina ormai quasi cancellata dalla sterpaglia, in un immenso e meraviglioso campo di fiori; margherite, per la precisione. Si fermarono dinanzi a questo spettacolo, ammirando il cielo costellato dalla moltitudine di puntini luminosi e irradiato dal sorriso argenteo della luna, i cui tenui raggi lambivano i petali dei fiori delicati. Gwen, che fino a questo momento non aveva spiccicato parola, proruppe in un sonoro: << wow!>>.
Duncan sorrise, e la guidò in mezzo al fiabesco campo fiorito, nel quale gli steli dei suddetti fiori, erano molto più alti del normale. Il ragazzo, giunto al ciglio di questo campo, diede prova a Gwen della sua imprevedibilità; la distesa di fiori dava su un burrone, e dinanzi ad esso si stagliava un panorama a dir poco mozzafiato: la città illuminata solo dalle luci artificiali delle case, che sembravano tanti puntini luminosi disposti a casaccio nel lontano orizzonte.
Si sedettero con le gambe a penzoloni sul precipizio, sempre mantenendo quel meraviglioso clima di silenzio, interrotto improvvisamente dalla voce di Gwen.
<< Duncan, questo posto è magnifico! Come ci sei arrivato? … Insomma, per trovarlo bisognerebbe conoscere bene il posto, mi sembra un labirinto. >>
<< Quando ero piccolo, mia madre mi ci portava spesso la sera, soprattutto quando mio padre tornava a casa ubriaco fradicio e cominciava a sbraitarci contro, diventando pericoloso. Questo era il posto preferito della mamma. Ricordo che si stendeva sempre qui, nel punto dove siamo noi ora, e che guardava le stelle, senza fiatare. In effetti, non ha mai amato dialogare molto con gli altri, preferiva dar voce al silenzio. >>  Rispose mantenendo lo sguardo fisso davanti a sé, come se le immagini della propria infanzia scorressero sotto i suoi occhi.
Gwen rimase intenerita da quelle parole, e sorrise dolcemente.
<< E' molto bello qui. >>
Duncan annuì, andando indietro con la schiena fino a stendersi sull'erba umida. Lo stesso fece Gwen, noncurante di brividi che le provocò il contatto con la rugiada degli steli dei fiori.
I loro occhi ora erano puntati contro il cielo stellato.
<< Gwen, posso farti una domanda? Però voglio che tu risponda sinceramente. >>
<< Certo, dimmi pure. >>
Prima che il punk cominciasse a parlare, la gotica intravide le sue gote dipingersi lievemente di un rosso vermiglio, anche se nel buio non ne ebbe la completa certezza.
<< Secondo te, se mia madre fosse ancora in vita, si vergognerebbe di avere un figlio come me? … >>
Questa domanda colse Gwen di sorpresa; non sapeva che rispondergli, non era mai stata una tipa loquace, infatti dalla madre non aveva certo ereditato la parlantina!
<< Duncan, io non ho mai conosciuto tua madre, ma non credo proprio che debba vergognarsi di te. Sai, mio nonno prima di andarsene mi diceva sempre che le persone, quando muoiono, rilasciano la loro anima, che salendo al cielo va a formare una stella. Quindi anche coloro che non ci sono più fisicamente in questo mondo, lo sono comunque spiritualmente dentro di noi, e ci osservano dall'alto senza mai abbandonarci. Certo, non sei stato e non sei tuttora uno studente modello, né ti sei comportato da angioletto, ma sei il ragazzo migliore che io abbia mai conosciuto. E sono sicura che anche tua madre lo pensa da lassù. >>
Duncan nel frattempo aveva puntellato i gomiti sul terreno, e ascoltava Gwen con grande attenzione, senza perdersi nemmeno una sillaba.
Poi, senza dire una parola di rizzò in piedi, mantenendo il suo sorriso enigmatico, e lo stesso fece Gwen, che nel frattempo si stava dando dell'idiota per il discorso sentimentale che aveva appena formulato.
"Stupida stupida stupida!" Eccola, ci mancava solo lei! La tanto odiata coscienza di Gwen, che come il grillo parlante di Pinocchio, esordiva sempre nei momenti meno opportuni, e con le parole meno opportune. Per una volta però, la gotica si ritrovò d'accordo con lei.
"Chissà cosa sarà andato a pensare!"
Invece, senza alcun preavviso, il punk le si avvicinò lentamente e le prese il viso fra le mani, appoggiando lievemente le labbra sulle sue. Anche una volta staccatosi da lei, non si mosse di un millimetro, tenendosi vicinissimo alla giovane in modo tale che i loro nasi si sfiorassero.
<< Gwen, le parole che hai detto sono le più belle e profonde che io abbia mai sentito, ma la cosa che più mi ha colpito, è stato il fatto che stavi parlando di me. Nessuno mi ha mai detto cose del genere, nemmeno Courtney c'è mai arrivata. Però ora ho capito. Gwen, vorresti essere la mia ragazza? >> Il suo respiro pungente le solleticò il collo, mentre quella domanda le mandò totalmente in tilt il cervello.
Persino la sua coscienza rimase interdetta.
Aveva sentito bene oppure se lo era solo immaginato?
A Gwen pareva di sognare. Si, certo, doveva essere tutto frutto della sua fantasia!
E invece no, Duncan si era davvero inginocchiato davanti a lei, reggendo fra le sue mani un grazioso anello rigorosamente nero, semplice e sobrio, e aveva appena formulato la famosa domandina che è l'inizio di tutti gli amori. Rimase imbambolata dinanzi a lui, mantenendo la sua espressione sorpresa, fino a quando il venticello tagliente non la riscosse dai suoi pensieri.
<< I-io… Duncan… -, balbettò ancora spiazzata dalle sue parole. - Oh al diavolo! Si, si si che lo vorrei! >> Gridò piombandogli addosso in un impeto di gioia. Duncan la strinse in un dolce abbraccio, facendole appoggiare il capo sul suo petto.
<< Forse penserai che sia troppo presto per dirlo però… Ti amo, Gwen. >> Le sussurrò all'orecchio.
<< Anche io… Nuovo fidanzato. >> Rise lei stringendosi più a lui.
<< Tieni, questo è per te. >>
Duncan le porse l'anello nero e lo infilò nell'anulare della gotica.
<< Grazie Duncan, è bellissimo. Quindi ora… siamo una coppia? >> Chiese Gwen sorridendo a pochi centimetri dal volto del punk.
<< Non del tutto; manca ancora una piccola formalità. >>
Non le diede il tempo di replicare, che appoggiò nuovamente le labbra sulle sue. Gwen si lasciò andare a questo bacio, avvertendo in quel contatto il piacevole profumo alla menta. Duncan le cinse la vita con una mano, e l'altra la appoggiò lievemente sulla guancia della ragazza. Quel bacio fu totalmente diverso da quelli che si erano precedentemente scambiati; infatti entrambi potevano riconoscere nelle labbra dell'altro la loro "proprietà", e da quel momento non ci sarebbe stata più nessuna sfida, nient'altro che loro due: Duncan e Gwen.
Quando si staccarono, sorrisero entrambi.
<< Ora siamo una vera coppia. >> Disse il punk stringendo a sé la fidanzata.
 
Passarono insieme tutta la serata, e a Gwen pareva un bellissimo, meraviglioso sogno; fino a qualche mese prima si odiavano talmente tanto da non sopportarsi a vicenda, ed ora sono diventati una coppia "ufficiale", accorgendosi una volta per tutte di amarsi. E' incredibile come i sentimenti per una persona possano cambiare di giorno in giorno.
Ma come in ogni sogno, arriva sempre il momento in cui devi svegliarti e tornare alla realtà, per quanto dura o monotona possa essere; quella realtà per Gwen corrispondeva al messaggio che le aveva mandato Sophie per telefono.
 
Tesoro, ti ricordo che domani mattina ti dovrai svegliare presto per andare a trovare Bridgette, quindi cerca di tornare a casa più presto che puoi.
 
Baci, Mamma.

 
<< Devi andare? >> Chiese Duncan scivolando dietro di lei e cingendole i fianchi.
<< Si, domani dovrò svegliarmi presto per prendere il treno per New York insieme a Geoff.>>
<< Andate a trovare Bridgette? >>
Gwen annuì, triste del fatto di dover lasciare quel posto meraviglioso e di allontanarsi dal suo nuovo fidanzato, ma anche entusiasta di rivedere l'amica il giorno successivo.
<< Nessun problema piccola, ti riporto a casa in un baleno! Prima però voglio farti vedere una cosa. >> Le prese la mano e la riportò velocemente nel sentiero dove aveva parcheggiato la moto, fermandosi poi sotto un albero secolare, le cui foglie verdi e fresche di Primavera rendevano le sue fronde fitte e rigogliose.
Nonostante questo, il posto emanava un'atmosfera sinistra e persino tetra.
Gwen ora era sicura di conoscere quel posto, ne era certa al cento per cento; l'unico problema era che non si ricordava affatto dove lo aveva già visto.
<< Gwen, hai visto il film horror "Tutta colpa della Luna? >> Chiese notando questo suo deja vu. Lei annuì, ricordando il bellissimo film che trattava di licantropi. Uno dei suoi film horror preferiti. All'inizio del film vi era una coppia di fidanzati che, baciandosi proprio sotto un albero secolare fu aggredita da un lupo mannaro… Un momento. Un albero secolare?
<< Ma allora… >>
<< Esatto! Quel film è stato girato proprio qui ancora prima che noi nascessimo! >>
Ecco svelato il mistero!
<< Ma, prima di andarcene, vorrei sfidare quel cagnolino -, continuò alludendo scherzosamente al lupo mannaro - baciandoti proprio qui sotto, come quella coppietta di imbranati all'inizio del film… >> Detto ciò si protese nuovamente verso di lei, stringendola a sé e lasciandosi andare ad un bacio passionale.
Inavvertitamente, qualcosa si mosse nei cespugli, interrompendo i due.
<< C-che cos'è stato? >> Balbettò Gwen guardandosi intorno.
<< Non ne ho la più pallida idea. >>
Poi all'improvviso da un cespuglio spuntò fuori qualcosa -, o meglio, qualcuno - che si avvicinò silenziosamente alle loro spalle.
Duncan, accorgendosene,  tirò istintivamente una gomitata all'indietro, colpendo in pieno quel qualcuno…
<< Ahia Duncan! >>
Il punk e la gotica si voltarono immediatamente, e videro che l' "essere" che li aveva spaventati, non era altro che Nick con una maschera da lupo calata sul viso, steso per terra dopo il colpo subìto dal compagno di band.
<< Nick? >> Chiesero in coro.
Subito dopo spuntarono dal boschetto anche Roger e Dan, che intanto se la stavano spassando, ridendo come due matti alla vista di Nick che si contorceva dolente per terra.
Duncan aiutò l'amico ad alzarsi.
<< Diavolo Duncan, sei un bastardo! >> Scherzò il bassista dandogli una gomitata amichevole.
<< Te lo sei meritato! E poi scusa, non sei neanche capace a fare uno scherzo fatto bene?>>
<< Be' in parte è riuscito; all'inizio vi siete presi un bello spavento! - Dissero in coro Roger e Dan. - In ogni caso, tu non ce l'hai raccontata giusta Gwen! >>
La gotica inarcò un sopracciglio, perplessa.
<< Ci avevi detto che tu e Duncan eravate solo amici! >>
Gwen arrossì, e Duncan le fece scivolare un braccio attorno alla vita, attirandola a sé.
<< Be', lo eravamo un ora fa… Ora siamo qualcosa di più! >> Disse sorridendole.
I presenti si guardarono per un istante, poi risposero con un sonoro applauso; acclamazione che fece sprofondare Gwen in un mare di imbarazzo.
<< Ma ragazzi, come avete fatto a sapere che eravamo qui? >>
<< Vi abbiamo seguiti, mi sembra ovvio! >>
Tutti scoppiarono in una fragorosa risata che aleggiò nel firmamento, in memoria di quella serata fantastica; per Gwen la più bella della sua, fino ad ora, breve vita adolescenziale.











Nota dell'autrice

Buonasera! Eccomi giunta finalmente al 29esimo capitolo, un traguardo che sono riuscita a raggiungere solo grazie a voi che mi seguite; grazie infinite ai recensori e anche ai lettori silenziosi!
E... TA DAAAN!
Finalmente ecco apparire ufficialmente la Gwuncan!

Contenti? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, grazie ancora a tutti quanti! :D


Vostra Ed.




   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Edelvais