Per lui sono come un
lampione, rimango immobile, ma da sotto la visiera del mio berretto non
sfugge nemmeno
un battito di ciglio appena sta per avvicinarsi, con molta dolcezza
faccio
scendere dalla manica nella mano sinistra, un tubicino rigido di
metallo, con
all'interno, già pronto in precedenza, un ago
avvelenato..... poi un sibilo e
il lupo di mare cade atterra tramortito.
Nel buio del vicolo, mi avvicino molto velocemente
senza farmi vedere in
viso, in quanto lui non è morto è solo
paralizzato come un bastone con un effetto
di parecchie ore. Lo giro con il viso verso terra e gli svuoto tutte le
tasche
in pochi secondi, gli tolgo l'ago dalla nuca, per non lasciare tracce e
mi
incammino verso il negozio poi, subito prima, giro a sinistra per la
strada
laterale che continua fino al porto. Facendo l'indifferente una volta
raggiunto
il porto, compro dal fruttivendolo una mela ed addentandola mi guardo
attorno
alla ricerca dei vascelli che stavo cercando.
Al porto c'è tantissima gente, devo
stare molto attento affinché non mi
rubino il mio sacco preferito, dato che ci saranno sicuramente anche
persone
male intenzionate. Continuo nello sgranocchiare la mia mela e noto che,
mentre
parte un'imbarcazione da pesca, mi si libera la visuale su un
bellissimo
vascello nuovo, nel quale stavano stivando dentro parecchie provviste
coordinati
da un signore molto sicuro di se che dava ordini ben precisi ai
lavoratori.
Continuo la mia passeggiata mattutina, controllando
tutto quello che
stava accadendo su e giù da quel vascello, fin a che, un
altro personaggio anche
lui ben vestito dal vascello urla: < Monsieur
Jacques.....> e il signore
che dava in precedenza ordini ai lavoratori, si gira e gli risponde che
sarebbe
arrivato anche da lui.
Jacques Carter, un signore abbastanza alto con la
barba, uno spadino
nella cita, vestito con una camicia bianca e il resto degli indumenti
che
indossava erano neri compreso il cappello a tre punte. Mi sembrava
molto sicuro
di se anche se il lavoro che faceva lo portava a scoprire posti mai
esplorati, chi
mi ha pregato e pagato per trovarlo mi diceva, che fossero dei luoghi
pieni
d'oro. Ora devo mettermi in contatto con il nobile che mi ha assoldato
per avere
da lui nuove istruzioni, anche perché la campana della
chiesa ha dato i
rintocchi come da accordi. Mi reco al mercato nella piazzetta di fronte
alla locanda,
dove ho dormito, per trovare il proprietario di un cavallino che traina
un
carretto colorato di rosso intenso pieno di fiori, da lui
dovrò comprare una
rosa prendendo altre istruzioni sulla missione e gli dirò
dove si trova Jacques.
Camminando vedo avanti a me che la strada si
allarga e cominciano i
primi banchetti di frutta e verdura che si
alternano a quelli del pesce e dei formaggi, un venditore vuole che
assaggio il
suo formaggio in quanto dice che è speciale, ne prendo un
pezzo sembra buono
quindi lo mangio senza nessun timore, mi chiede un giudizio e gli dico
che è
talmente buono che sarei ripassato a prenderne un po' dopo aver
acquistato del
pane, lo ringrazio e lo saluto. Giungo all'imbocco della piazza, guardo
a
destra e a sinistra e niente mi sorprende è un mercato
normalissimo, mi chiedo
tra me e me dove sarà il fioraio che sto cercando.
Nell'angolo in fondo a
destra vedo un carretto sommerso di rose rosse e altri fiori colorati,
avvicinandomi
noto che anche il carro è rosso, forse è proprio
quello che cerco. Mi avvicino
sempre di più e controllo se intorno ci sono persone
sospette, armate e magari
con facce losche, ma non mi sembra pericoloso. Mi faccio avanti e parlo
con
l'ambulante: < Bonjour Monsieur
... vorrei una rosa rossa
> prima parte della parola d'ordine, mentre lui si gira verso di
me, mi
guardo le spalle scrutando bene che nessuno si ferma ad ascoltare la
frase
successiva. Come da copione mi risponde: < Bonjour ... certamente ecco a lei >
porgendomi una rosa bellissima.
Ora per farmi riconoscere gli chiedo: < Adoro le rose come fa a
curarle e a
tenerle così bene? > lui mi guarda negl'occhi,
capisce chi sono, e
mi risponde come da copione: < Ho una
serra molto grande e luminosa, molta acqua e un buon
terreno...Voilà >.
Finito il discorso ci riconosciamo entrambi allora gli dico che al
porto ci
sono tre vascelli nuovi che stanno caricando tanta merce e tra qualche
giorno
partiranno per esplorare nuovi mondi. Lui quindi, certo al cento per
cento che
stava parlando con la persona che aspettava, mi consegna un manoscritto
arrotolato e mi augura buona fortuna.
Oggi è stata una mattinata molto piena
devo tornare alla locanda per
leggere tutti i documenti che ho con me, prima però sento un
buon odore di pane
fresco appena fatto, lo seguo e al commesso del banchetto gliene chiedo
un
pezzo ben cotto, lui me lo porge pago e mi incammino per la locanda.
Passando
davanti a un calzolaio, rimango sorpreso
in quanto non ricordavo di averlo visto dalla finestra
della camera nella
locanda, uno corre
fuori dal negozio con
una borsa in mano e il proprietario del negozio che gli corre dietro
urlando al
ladro. Questo succede tutto in una frazione di secondo, il ladro mi sta
venendo
incontro e dietro di lui il calzolaio quando mi sta per incrociare, lui
è
intento a correre non pensa a me, io in una frazione di secondo gli
lancio in
faccia la polvere che tengo sempre in tasca e lui si distrae, gli si
irritano
le pupille degli occhi e quindi non riesce più a scappare
così il calzolaio lo
riesce ad acciuffare. Anche in questo caso con molta nonchalance riesco
nel mio
intento, senza nessun rischio per me. Il calzolaio, acciuffato il
ladro, gli
riprende la refurtiva e non sa come ringraziarmi, vorrebbe sdebitarsi,
ma io al
momento non ho bisogno di nessun lavoretto nelle sue
capacità. Gli dò una pacca
sulla spalla come cenno di amicizia e gli dico: < Nella vita
sicuramente ci
si rincontra e probabilmente avrò io bisogno di te, non ti
preoccupare > lo
saluto e proseguo per la mia strada verso la locanda.
Camminando sento chiamare: < Monsieur…
Monsieur…. > subito non mi giro perché
nessuno mi conosceva e sicuramente
non chiamava me, poi sentendo che insisteva mi volto dal lato di
provenienza
delle urla un po’ incuriosito, era il tizio che vendeva formaggio voleva che ne
comprassi un pezzo
assolutamente, non amo le persone insistenti, ma per non essere
sgarbato lo
accontento.
Ora non mi deve fermare niente e nessuno devo
andare alla locanda, più mi
avvicino più mi accorgo che questa notte la
passerò ancora lì ma poi vedrò se
continuare a pernottarvi. Pensavo che forse sarebbe meglio avvicinarsi
al porto
per aver più sotto controllo i vascelli, nel mentre sono
arrivato alla locanda,
entrando noto che la sala è sempre uguale anche se le
persone cambiano tutte le
volte, c'è sempre lo stesso rumore, fumo, persone alticce
dopo aver bevuto
parecchio, ma allo stesso tempo non c'è niente di speciale o
meglio di
preoccupante per me. Mi avvicino al bancone, fortunatamente non
c'è il
locandiere ma Natalie che appena mi vede gli si illuminano gli occhi,
lo noto
immediatamente, probabilmente ero meglio della marmaglia che animava il
locale
a tutte le ore del giorno e della notte.
Con tono molto tranquillo quasi confidenziale le
chiedo:
Devo muovermi a fare quello che devo prima che
ritorna a portarmi le
coperte, apro la finestra, le strade del paese si animano sempre
più, il sole è
già alto in cielo sostituendosi alla pioggia mattiniera e il
terreno è già
asciutto. Mi viene da riflettere; il lupo di mare avrà
ripreso la sua mobilità,
sinceramente non è che poi mi preoccupa la cosa anche
perché, l'intruglio
dell'ago faceva anche perdere relativamente la memoria, non si
ricorderà niente
di quello che gli è capitato penserà di essere
caduto, ha perso i documenti, i
soldi e se dice che lo hanno rapinato non gli crederà
nessuno.
Vediamo un po' se scopro chi era quello che ho
derubato, apro il mio
sacco e frugo dentro, il sacchettino contiene molte monete d'oro, bene
molto
bene, il documento che portava lo srotolo e comincio a leggere.
Praticamente
dice che chi portava quel documento con se, era autorizzato dal Re
Francesco I
di Francia, con tanto di sigillo, a prendere le armi che gli servivano
sia a
lui sia a una parte della missione di esplorazione di Jacques Carter, andando avanti a leggere
pare di capire che
le persone come il nostro lupo di mare fossero tre. Devo riflettere
bene, mi
stanno rimpallando in testa tante idee, quindi vediamo che dice la
missione che
mi ha dato il fioraio, apro anche questo rotolo di carta con tanto di
sigillo
del nobile da cui prendo ordini, leggo attentamente anche queste
istruzioni
e....
Sento bussare alla porta, siccome ero immerso nei
pensieri e nel
collegare le due cose, la missione da compiere e il furto del
faccendiere del
Re, non rispondo subito ma altrettanto velocemente rimetto le cose che
ho letto
dentro al mio sacco e il sacco stesso sotto al letto. Sento dall'
esterno della
stanza: < Sono Natalie, posso entrare? > acconsento
mentre mi alzo dal letto
e mi avvicino alla porta per aprirla. Apro molto delicatamente con in
mano, ma
senza estrarlo del tutto dal fodero, il pugnale, vedo che è
sola e la faccio
entrare lasciando il pugnale dove stava nella sua custodia all'interno
della
tasca. Mi fa vedere che ha portato le coperte pulite, allora le chiedo
se
lavora sempre o se alcune volte è libera, lei mi dice che
è libera alla sera
dopo cena, il locandiere, nonché suo padre, è
molto possessivo ed
assillante la vorrebbe sempre lì. Per
contraccambiare il suo essere premurosa con me, le porgo la rosa rossa
che ho
comprato dal fioraio. Apre molto quei bellissimi occhi azzurri per lo
stupore,
non se lo sarebbe mai aspettata da un viandante come me, non sa
più cosa dire,
le ho esaurito il fiato, ha raggiunto il settimo cielo secondo me dalla
reazione che ha avuto non aveva mai ricevuto nemmeno un complimento
figuriamoci
un fiore. Non è mia abitudine regalare rose ma lei
è bellissima, è sprecata
dentro questa locanda, dovrebbe stare a corte, ogni movimento che fa
sono come
volteggi di una farfalla colorata. Le dico che le ho fatto questo dono
perché è
molto premurosa nei miei confronti, poi se la merita siccome
è bellissima come
quel fiore. Mi risponde che è contentissima e che porta su
una brocca per
metterla in acqua, in quanto se la porta giù ora, suo padre
la noterebbe subito
e lei dovrebbe spiegare, quindi la prenderà sta sera tardi
quando dorme. Le dà
anche una moneta d'oro, se in serata porta in camera della carne di
maiale per
mangiare qualcosa. Natalie esce di corsa è troppo tempo che
è dentro la stanza deve
tornare al lavoro altrimenti il padre sarebbe salito a vedere che
faceva la
figlia.
Nascondo in camera molto bene, i documenti che ho
letto prima che la
ragazza fosse entrata, per non portarmeli sempre con me, poi scendo e
torno al
porto per poter controllare i vascelli e pensare come mettere in pratica il piano per soddisfare il
nobile. All’uscita
dalla locanda mi giro a destra, passo d’avanti al vicolo del
commerciate d’armi
e il faccendiere del Re
non era più
coricato a terra, molto probabilmente sarà finito
l’effetto del veleno e
stranito si sarà alzato ed avrà iniziato a
girovagare perso e senza meta non
riuscendo a capire quello che fosse successo. Alla mia sinistra
sfrecciano freneticamente
le carrozze tirate da bellissimi cavalli verso il porto portando ogni
genere di
cosa e persona. Se qualcuno avesse trovato e portato il lupo di mare
tutto
tramortito dal medico allora si che il medico avrebbe capito cosa gli
fosse
successo ma anche in quel caso, il tutto non sarebbe riconducibile a
me.
Proseguendo per la strada principale che arriva al porto vedo in
lontananza i
tre vascelli ancora
attraccati e tanta
gente che viene e va, arrivato nelle immediate vicinanze mi siedo
proprio di fronte
in una panchina di ferro battuto molto robusta ad osservare ogni minimo
ed
anche insignificante movimento.
Vedo che Jacques Carter scende dalla nave e chiede
a dei passanti se
conoscevano delle persone volenterose per lavorare, lui avrebbe un
lavoro da
offrigli come mozzo, vedo che un signore goffo, ben vestito, con un
buffo
cappello e la pipa in bocca si ferma a parlare per un po’ di
tempo, poi indica
il negozio che fa angolo con un altro vicolo, non sento molto bene
siccome sono
seduto abbastanza lontano. Quindi lascia la conversazione, il capitano,
e si
dirige verso il negozio, lo seguo con lo sguardo fino a che passa molto vicino alla
mia panchina, a
questo punto lo chiamo con tono alto e deciso: