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Autore: Vichannie    15/06/2012    1 recensioni
Annyeong! Questa è la mia prima LongFic in assoluto, so è probabile scriverò un mucchio di cavolate ^^"" [possibili cambi di pairing/JongKey]
JongHyun ferisce KiBum per uno stupido errore dettato dalle sue incertezze ma, quando si rende conto di amarlo, KiBum sarà pronto a perdonarlo? Sarà forse troppo tardi? O magari, qualche scheletro del passato tornerà a infestare le loro vite, complicandole ancora di più?
E chi può mai sapere cosa combinerà il nostro Bling Bling per riconquistare la Divah ferita...
Riusciranno a superare le loro *brillanti debolezze*??
Dal primo capitolo:
"-- It’s just a mistake. Forget everything, Kim Kibum.
E con queste atterranti parole pronunciate in un inglese stentato, il mio sogno si era dissolto nel nulla più assoluto. Il mio amore mi aveva lasciato in quella stanza impregnata di lui ad accasciarmi al suolo contro il muro freddo come le sue dita, portandosi via il mio cuore che gli avevo affidato credendo in un noi."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5

 
Il dottore moro con gli occhialini tondi del pronto soccorso finalmente finì di fasciarmi il polso, mentre contemporaneamente io e il mio vicino sospiravamo.
Ma com’eravamo arrivati a questo punto? Ah, giusto.
-- KIM JONGHYUN!
Steso a terra, con gli occhi chiusi e un peso sull’addome.
Mi lamentai impercettibilmente per la mano che, innaturalmente girata, sottostava al mio corpo.
Il carico che avevo addosso si mosse leggermente, facendomi gemere rumorosamente. Si spostò ancora un po’, e potei finalmente prendere un sospiro mentre toglievo la mano da sotto la mia stessa schiena.
Mi faceva male tutto, dalla testa poggiata mollemente sul pavimento alle caviglie che avevo entrambe storto durante la caduta.
Pff, quello stupido scimmione! Certo, quello che voleva farlo cadere ero io… ma non per questo avrebbe dovuto saltarmi addosso a quel modo!!
Sempre coricato sul pavimento grigio, sbuffai pesantemente.
Non lo capivo più, davvero. Sarei impazzito.
Mi aveva baciato in modo assorto, facendomi pensare che tenesse a me in quel senso, per poi solamente lasciarmi in camera nostra a piangere disperato poiché non aveva accettato di buon grado la mia confessione.
Aveva fatto di tutto per cambiare stanza e non stare con me, così da farmi ritrovare con Onew.
Mi aveva ignorato per settimane intere, finché non si era deciso a rivolgermi parola… solo per mettermi in cattiva luce davanti agli altri.
E poi questo stesso giorno. Prima alla gioielleria. Aveva riso di gusto guardandomi in quelle condizioni ma io… io sono convinto di aver visto qualcosa in quegli occhi. Sono certo che quegli occhi scuri e umidi di lacrime divertite, avessero una strana luce. Una nuova luce. Una luminosità così ambigua, che non gli avevo mai visto.
Come avrei dovuto interpretarlo? Non pensai di sicuro di esserne io la causa. Pensai fosse per quella Noona dai capelli arancio, che il Bling Bling stesse brillando come il suo soprannome.
Ma poi a casa, arrivò tutto umido come un cucciolo abbandonato sotto la pioggia e febbricitante. Me ne presi cura, logico, ma… non saprei… era come se avesse un’aura positiva nonostante tutto. Sebbene non stesse apposto, fosse bagnato e proprio io, colui che sembrava ormai odiare a morte, lo stessi curando continuava a emanare una strana tranquillità da tutti i pori del corpo.
Ne, forse sono io che sono stato drogato… magari proprio al bar del centro commerciale, ma mi diede quella sensazione per tutto il tempo che gli fui vicino.
Inizialmente non l’avevo realizzato, troppo preso dall’imbarazzo e la frenesia di far qualcosa per aiutarlo. Ma poi, quando uscii e mi diressi in cucina per preparare il pranzo; dopo che mi ebbe ringraziato in quel modo così assolutamente dolce e imprevisto, io… mi ero reso conto di come fosse cambiato.
Mi girai su un fianco. Spalancai gli occhi, quando sentii qualcosa che mi toccava la spalla destra.
-- Bummie? S-Stai bene?
Grugnii, urlandogli un “no” secco in risposta.
-- Ehi, dovresti a-alzarti. Te-temo che ci sia un problemi-mino.
Mi ruotai verso di lui, con espressione un po’ spaventata.
Cacciai subito un urlo disumano, quando un dolore straziante prese una parte del mio corpo. Non seppi neanche localizzarlo, era troppo forte. Riuscivo solo a sentire un profondo fuoco lancinante che partiva da una qualche estremità del mio corpo impotente e che si diffondeva in tutto il resto.
-- J-Jonghyun?! Cos’è? Dimmi cos’è!! -- gli latrai come un cane ferito. Continuai a urlare dal dolore, finché non si focalizzò in un punto preciso che, istintivamente, guardai con occhi umidi: il mio polso destro.
-- KIM JONGHYUN?!
Tutt’e tre - io, l’interpellato e il dottore - ci girammo verso l’entrata della sterile stanzina bianca che puzzava fin troppo di disinfettante.
Furioso, il manager seguito da Jinki Leader, si apprestava a dare un cazzotto sulla nuca a Jjong.
-- Ahi!! -- urlò quest’ultimo, passandosi una mano sul punto colpito dalla manona di Choi Jin.
-- AISH, CHE DIAMINE AVETE COMBINATO, VOI GRANDI IRRESPONSABILI?! -- ci urlò contro. Non la presi sul personale. Choi Jin manager teneva a noi come dei figli, ci proteggeva e seguiva da prima di quel giorno di maggio del 2008. Lui ci voleva bene, e faceva parte della nostra nuova seconda famiglia, era normale che ci sgridasse.
Nel profondo lo ringraziai per quella sgridata responsabilizzante che stava per arrivare... e per aver dato una lezioncina a quel brutto scemo di Jonghyun - lo ammetto, ci stavo davvero godendo a vedere quella forma rossa di cinque dita stampate dietro il collo del dinosauro sconsolato.
-- Lo sapete che non dovete fare roba nelle scale… -- disse sospirando, lasciandoci tutti molto perplessi riguardo al far roba. -- E TU! -- continuò corrucciando la fronte e lanciando un dito sotto il naso di Jonghyun. -- Tu, lo sai che il nostro Kibummie è delicato! Potevi star più attento e proteggerlo da bravo Hyung! E invece no! Perché non lo aggrediamo alle spalle proprio sulle scale, da bravo maniaco quale siamo?! -- Mi girai verso Jjong, che si accingeva a scrutarmi nello stesso momento. Nell’istante esatto nel quale i nostri occhi s’incontrarono, entrambi ci tingemmo di rosso leggero in viso per poi rivolgere le iridi alle pareti opposte. Nel frattempo Choi Jin continuava a parlare: -- …Tanto poi è solo il nostro povero manager Jin che ci rimette, ad avere Almighty Key injured a qualche giorno dal fan meeting! Come farà a firmare autografi ora?!
-- Come?! Un fan meeting… tra qualche giorno? -- urlammo in coro io, Onew e Jonghyun.
-- Ma… perché non ce ne avevate ancora fatto parola? -- chiese Onew da bravo capo gruppo, con tono professionale.
-- Be’, me n’ero dimenticato. -- rispose il nostro competente manager, grattandosi la testa e quasi fischiettando cercando di nascondere la propria colpa.
Emisi un urlo di sconforto cercando una valvola di sfogo per non scoppiare del tutto là davanti a tutti loro. Poi sospirai.
-- N-Non si preoccupi. -- gli dissi, abbassando mollemente la testa. -- P-Può succedere che-che ci si dimenti-tichi qualcosa… anche ai m-migliori. -- Tutti mi fissarono - dottore compreso, che ormai per poco non iniziava a partecipare attivamente alla nostra discussione - sorpresi della mia esitazione e ambigua comprensione. -- C-Che c’è??
Improvvisamente tutti si girarono verso Jonghyun, che tremò impaurito.
-- Er… che succede? -- chiese anche lui, mentre ritmicamente quegli occhi rapaci si spostavano da lui a me, che iniziavo a esser seriamente preoccupato.
-- CHE DIAVOLO GLI HAI FATTO?! -- urlò Choi Jin, quando quelle tre paia di occhi si posarono definitivamente sul mio fellow mal capitato.
Jonghyun sgranò gli occhi con la mascella che quasi gli toccava le ginocchia.
-- Che cosa mai avrei dovuto fargli?! Ma siete tutti impazziti?! Aish, non ci capisco più niente. -- affermò, mentre si alzava dalla sedia di plastica. -- Annyeonghi gyeseyo! -- E lasciò definitivamente la stanzina del pronto soccorso.
Sospirai. Mi alzai anch’io dalla sedia e mi avvicinai al manager. Gli buttai le braccia al collo e, stringendolo, gli dissi: -- Tivvogliobbene!! -- con una delle mie vocine più dolci e persuasive di cui disponessi. Dopo di che mi avviai all’uscita ringraziando a salutando il dottore moro con gli occhialini tondi.
-- Che…cavolo…gli…ha…fatto… -- sentii ripetere sempre a Choi Jin, mentre le porte automatiche si aprivano per darmi accesso al giardino esterno del pronto soccorso.
Una figura allampanata e affannata dalla corsa mi venne addosso improvvisamente appena misi un piede oltre l’entrata.
-- Omma!! Stai bene?! -- mi urlò singhiozzando Taemin attaccato al mio collo. -- E-Ero così preoccupato!! Quell’Oppa dispetto-toso ti ha fatto di nu-nuovo male, v-vero??
-- Tae…Taemin?! Chi sarebbe l’Oppa?! -- gli domandai scostandolo da me, mentre sgranavo gli occhi.
Sbarrò anche lui le iridi scure guardandomi a bocca aperta.
-- O-Oppa?! -- si mise a ridere tingendosi d’imbarazzo. -- Ahem, volevo dire Hyung! Keke. Ho sbagliato! Keke. Succede a tutti, no? No?! -- strillò come una ragazzina,  allontanandosi del tutto da me e iniziando a camminare avanti e indietro con espressione ambigua.
Oh bene, ci mancava solo Taemin con le crisi sessuali.
M’incamminai lungo il giardino. Era un tipico giardino stile antica Corea, con tanti fiori ormai sul punto di sfiorire ma comunque belli e coloratissimi; ogni tanto c’era qualche laghetto con due o tre carpe che ci sguazzavano felici e un ponticello di legno per passare dall’altra parte del fiumiciattolo; qualche vecchia panchina rendeva il tutto più confortevole, soprattutto per coloro che dovessero stare per un lungo periodo nell’ospedale adiacente. Era davvero un bel parchetto.
Attraversai il ponte diretto verso l’uscita, passando accanto a una di quelle panchette dove un ragazzo stava seduto guardando assorto verso il cielo.
Quando un singhiozzo strozzato lasciò la sua bocca, mi fermai d’istinto per poi girarmi completamente verso di lui. Lo guardai finché finalmente lui non abbassò il proprio sguardo incontrando il mio.
Wow.
Due paia di occhi verdi luminosi e profondi quanto umidi di lacrime si posarono su di me, squadrandomi immediatamente. Io, come attirato da essi, mi avvicinai al ragazzo, fino a essergli talmente vicino che dovette piegare la testa indietro per poter continuare a seguire la mia figura.
Misi una mano in tasca e - sempre guardandolo negli occhi - ne estrassi un fazzoletto di stoffa rossa antico, per poi porgerglielo. Lui lo afferrò con mano instabile, visibilmente scosso dal mio atteggiamento e, mentre mi sedevo accanto a lui sul legno logoro della panchina, gli dissi:
-- Non dovresti piangere, con un così bel tramonto in attivo. -- alzai gli occhi verso l’orizzonte, scrutando il cielo attraverso delle verdi piante di media lunghezza. -- Sarebbe un peccato sprecare una vista così solenne. Don’t you think so? -- gli chiesi, tornando ai suoi occhi smeraldo e sorridendogli.
Lui sembrò risvegliarsi alle mie parole, e mi guardò con espressione sorpresa e un pizzico più allegra. Si asciugò le ultime lacrime che gli inumidivano ancora le gote arrossate col mio fazzoletto.
-- S-Sai parlare inglesee?? -- mi domandò con gli occhi che gli brillavano e le mani giunte davanti al petto. Fu tutto così improvviso e imprevisto che sussultai visibilmente, emettendo un leggero urlo. -- Oh… Scusa, non volevo spaventarti!! -- mi disse grattandosi la nuca, fulmineamente allegro.
Che strano tipo.
Mi riporse il pezzo di stoffa ma io, scuotendo leggermente la testa, dissentii dal prenderlo indietro.
-- Non preoccuparti. Primo: non mi hai spaventato, solo sorpreso per esserti ripreso così velocemente! -- lo rassicurai, ridendo. Anche lui si mise a sogghignare a quelle mie parole. -- Secondo, tienilo pure, il fazzoletto. A me non serve, ne ho tanti altri uguali! In questo, potrò sempre esserci per asciugare i tuoi stupendi occhi dalle lacrime più variopinte. Avrò la possibilità di asciugarli dalle lacrime di tristezza, tirandoti su il morale come tuttora; avrò la possibilità di asciugarli dalle lacrime di rabbia, facendoti rasserenare come ho cercato di fare poco fa; infine avrò la possibilità di asciugarli dalle lacrime di gioia, cosa di cui sarei immensamente grato io a te. -- gli dichiarai, sempre e comunque sorridendogli dolcemente e ammirando le iridi color prato che si spalancavano mano a mano che continuavo. -- E, dulcis in fundo, terzo: si! So parlare inglese!! -- finii saltellando da seduto, mentre lui rideva divertito.
Si alzò inaspettatamente in piedi, mostrandosi in tutta la sua altezza. Sarà stato sul metro e novanta. Solo allora notai il suo abbigliamento: aveva un paio di larghi bermuda color sabbia che gli lasciavano scoperti i polpacci abbronzati, una polo fucsia - già lo amavo - e delle semplici infradito dello stesso colore dei pantaloni. Si passò una mano tra i capelli corvini, scompigliandoli un poco.
-- Ah!! -- esordì alzando entrambe le sopraciglia. Mi alzai anch’io, mentre mi tendeva una mano. -- Io mi chiamo Cho KiJung… piacere. -- mi annunciò sorridente, sempre con il palmo teso verso di me.
Feci per stringergliela ed enunciare il mio, di nome, quando una fitta mi prese il polso, ricordandomi di dover star attento. Gemetti lievemente, per poi scusarmi per non potergli stringere la mano, spiegandogli la situazione. Lui non la prese sul personale, comunque rifiutando le mie scuse.
-- Non devi certamente scusarti! Mica e colpa tua, no? -- mi diede una pacca sulla spalla sinistra. -- Mi puoi comunque dire il tuo nome?
-- Ah, sì. Certo. -- feci imbarazzato. -- Mi-mi chiamo Kim KiBum.
I suoi occhi presero a brillare e splendere di luce propria - anche più di quanto mi aveva sentito parlare inglese - e mi prese la mano sinistra tra le sue.
-- Oh…my…God!! -- urlò come una ragazzina eccitata.
-- Che…Che c’è? -- gli chiesi, improvvisamente timoroso. Avrebbe potuto avermi riconosciuto come la Divah degli SHINee, e volermi rapire.
Ahh, Kibum. Quanti viaggi stupidi ti fai!
Infatti, come a confermare la vocina che all’interno della mia testa mi dava dello scemo, lui disse:
-- Uh, abbiamo la prima sillaba del nostro nome proprio uguale! -- mi disse esaltato. -- KiJung, KiBum, KiJung, KiBum, KiJung, KiBum…!! -- canticchiò. Okay, ora ero davvero spaventato.
Iniziai a indietreggiare, togliendo la mia mano pallida dalle sue così scure in confronto. Mi guardò un po’ stralunato ma, con la scusa di dover far ritorno a casa, riuscii a eclissarmi celermente.
-- E’… E’ stato un piacere incontrarti, Cho KiJung!! -- gli dissi allontanandomi senza dargli le spalle.
-- Piacere mio, Kim KiBum. -- mi rispose con aria ambigua.
Appena svoltato l’angolo, iniziai a correre, felice di poter essere coperto dalle piante profumate che contornavano quel giardino.
 
Arrivai a casa un quarto d’ora dopo, circa.
Esausto, mi lanciai letteralmente sul divano, mentre Onew usciva dalla cucina con una coscia di pollo in mano per salutarmi.
-- Annyeong!
-- Annyeonghaseyo, Leader!! -- gli risposi con tono ufficioso, facendolo ridacchiare.
-- Dai, Kibum. Vieni, la cena è già arrivata! -- mi annunciò, sventolando il cosciotto in segno vittorioso.
Mi alzai svogliatamente da quella superficie soffice in cui ero stato inghiottito, e mi diressi verso la cucina.
La porta d’ingresso si spalancò all’improvviso con un tonfo, dando ingresso a una grossa figura scura. Quest’ultima si rivelò essere un Minho esausto e sconvolto. Sia io che Jinki sussultammo, mentre le teste di Taemin e Jonghyun spuntavano dalla porta scura della sala pranzo curiose e preoccupate.
-- Min… -- iniziai a dire, ma quel gigante così scuro quel giorno si mise a correre diretto alle scale.
Al suo passaggio, mi prese in pieno, facendomi cadere di sedere sul pavimento duro.
Mi lagnai ben poco, alzandomi immediatamente e correndo all’inseguimento dal ragazzone - era pur sempre il mio migliore amico, e, evidentemente, qualcosa lo turbava assai.
Aish, però è possibile che in questa casa non ci sia mai un attimo di tregua?!

N.d.A. Ce l'ho fatta ^^ anche se a quasi mezzanotte .__. mavvabbè, l'importante è riuscire xD
Spero troviate interessante questo capitolo così...ambiguo, anche per me che l'ho scritto ^^;; e spero mi farete sapere che ne pensate :D vorrei davvero sapere la vostra :)
Annyeong-- Vì ^^
  
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