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Autore: Anjulie    03/07/2003    1 recensioni
Lui, Benjiamin Price, è il famoso SGGK. Lei, Martine, una bambina di soli tre mesi. Accanto a loro gli amici, i compagni di squadra e una giovane donna… Clare, il cui passato è segnato da una tragedia che le ha sconvolto la vita. Saranno proprio Martine e Clare che, seguendo la traccia del cuore, insegneranno giorno dopo giorno, al tenebroso e solitario campione cosa significa amare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera a tutti… eccomi qui con un nuovo capitolo, sentendomi immensamente buona perché sono leggermente in anticipo e perché ha deciso di aggiornare oggi dal momento che giovedì non mi sarà possibile.

Un saluto particolare a Luxy che ha scritto la sessantesima recensione a “Scent of hearts”.  Grazie mille!

Un ringraziamento anche a tutti coloro che oltre e lasciare una recensione sul sito di Erika mi incoraggiano con le loro mail piene di affetto e mi danno la carica giusta per continuare.

Un saluto affettuoso, un buon fine settimana e ad maiora!

Julie

 

 

CAPITOLO XVI

 

“ Sono giorni e notti

che la cerco

La sabbia è stanca delle mie impronte

Amore mio! Amore mio!

Disperato e solo grido, grido.

Grido sopra le pietre

Dai muri rotti del castello sul mare.”

( R. Alberti)

 

Solo pochissime persone erano state invitate a partecipare alla riservatissima cerimonia che si sarebbe svolta nel Comune di Monaco davanti all’ufficiale di stato civile. Uno di questi, Karl Heinz Schneider, aveva assunto un’espressione compiaciuta fin da quando il suo compagno di squadra gli aveva chiesto di essere il suo testimone alle nozze ed era estremamente curioso di conoscere la donna che sembrava mettere tanto in agitazione il SGGK.

Nella loro prima trasferta di inizio campionato era rimasto molto stupito dall’atteggiamento di Benji e aveva iniziato a provare una nuova forma di rispetto per il portiere. Al termine della partita, dopo aver cenato con i compagni per festeggiare la vittoria, aveva salito le scale, diretto in camera sua, ignorando volutamente la splendida rossa che gli si era letteralmente buttata fra le braccia.

- C’è proprio cascato questa volta. – Karl sorrise, adocchiandone il volto tirato – Questa Clare deve averlo stregato, senza che neppure lui se ne accorgesse. - 

Benji gli scoccò un’occhiataccia e si passò nervosamente una mano sulla fronte prima di ricordarsi indispettito, per l’ennesima volta, che quel giorno non indossava il suo inseparabile cappello. Gli era servito tutto il suo autocontrollo per impedirsi di cancellargli, a suon di pugni, quel sorrisetto ebete dal volto e il capitano tedesco aveva continuato indisturbato a gironzolare nella sala delle cerimonie del Comune in attesa della sposa, con l’aria compiaciuta del gatto di fronte ad una ciotola di panna.

Con una mossa degna di un grande stratega, l’avvocato Kraser si era premurato di estendere l’invito al matrimonio del SGGK anche al giudice Leumann e, non appena il magistrato era giunto in Municipio, si era appartato in sua compagnia vicino alla finestra, in attesa della sposa. Anita Leumann era rimasta piacevolmente sorpresa dell’invito e si era detta molto felice di poter conoscere in anteprima la neo-signora Price, in un occasione che non fosse l’udienza per l’affidamento definitivo della piccola Martine. Entrambi  i cultori di legge sapevano che la prima impressione che Clare avesse fatto avrebbe sicuramente contribuito a formare la decisione dell’illustre giudice in favore dell’adozione definitiva.

In un angolo Mrs. Bauer teneva in braccio la piccola Martine, abbigliata in un delizioso vestitino di lana bianco e rosa. La piccina avvertiva la trepidazione del momento e ogni tanto si lasciava sfuggire qualche gridolino emozionato, agitando i piccoli pugni e sorridendo felice all’espressione corrucciata dell’alto uomo bruno in piedi accanto alla finestra.

Mark Lenders era il testimone della sposa.

Aveva ricevuto la telefonata di Benji dalla Germania mentre si trovava in ritiro con la Juventus, a Torino, in attesa di partire per la Gemania per disputare una partita di Champions League con il Bayern Leverkusen e, all’inizio, non aveva capito molto bene chi si trovasse dall’altra parte del filo - Price?! – aveva mormorato incredulo.

- In carne ed ossa, Mark, scusa se ti ho disturbato ma è piuttosto urgente. – aveva replicato stringato il portiere.

- Cosa diavolo vuoi, per telefonarmi addirittura qui? – Lenders era rimasto scioccato dalla telefonata – E’ successo qualcosa? – chiese preoccupato. La risposta negativa di Benji lo rassicurò – Allora spicciati, dimmi perché mi hai chiamato. Devo ancora finire gli allenamenti e domattina devo prendere un maledetto aereo! -

- Ho bisogno che tu mi faccia un favore quando verrai in Germania per la partita. -

- Sicuro. – sul viso di Lenders era apparso un ghigno ironico – Sono qui per questo. -

- Sposo Clare, giovedì pomeriggio, nel Comune di Monaco e lei bisogno di un testimone. -

Lenders era caduto dalle nuvole.

- Mark? -

- Un testimone? Perché proprio io? – aveva mormorato stordito.

Dall’altro capo del filo aveva sentito Price sbuffare sonoramente – Perché a lei farebbe sicuramente piacere e perché sei l’unico in questa maledetta parte di mondo che detesti la stampa e i fotografi più di me e quindi so per certo che terrai la bocca chiusa! – era stata la replica esasperata prima che riattaccasse.

Mark era scoppiato a ridere mentre abbassava incredulo la cornetta del telefono.

A pensarci bene gli scappava da ridere anche adesso nel vedere il grande SGGK lanciare uno sguardo impaziente all’orologio che portava al polso.

Al contrario di Schneider, però, si teneva a debita distanza dal portiere, limitandosi a scoccargli ogni tanto un’occhiata compiaciuta. Non credeva che Benji avrebbe raccolto i suoi suggerimenti in così breve tempo ma era pienamente convinto che l’amico stesse facendo la cosa più giusta.

Benji controllò per l’ennesima volta l’ora e si lasciò sfuggire un sospiro.

- Ansia da sposo novello?- Schneider gli era giunto alle spalle di soppiatto e lo guardava gongolante con le mani dietro la schiena.

- No. - Benji avrebbe voluto strozzarlo – Sto solo constatando che è in ritardo. - disse cercando di mantenersi calmo – Ho mandato l’auto a prenderla più di un’ora fa. -

Mark li raggiunse e Karl strizzò l’occhio allo sposo – Non essere impaziente, avrai tutta la vita davanti per stare con lei. – ridacchiò, mentre anche sul volto della Tigre si apriva un largo sorriso.

Benji stava rimpiangendo amaramente la scelta dei due testimoni, cercando con lo sguardo una buca dove infilarli entrambi, quando lo sguardo di Schneider si perse oltre le sue spalle in direzione della porta e sul volto gli apparve un’espressione di completo stupore.

- Santo Cielo, Price… - riuscì a mormorare.

Benji si voltò di scatto e gli ci volle tutto il suo autocontrollo per non rimanere poco elegantemente a bocca aperta. Clare era entrata in quel momento nella sala e aveva subito un’altra delle sue imprevedibili e mirabolanti trasformazioni. Al posto della ragazzina, in jeans e maglione, che aveva visto quella mattina giocare nel prato davanti casa con Guerriero e dare il biberon a Martine, seduta attorno al tavolo della sua cucina, vi era una giovane donna bionda, con i capelli perfettamente acconciati, abbigliata con sobria eleganza. 

L’abito a maniche lunghe, di lana color crema, le arrivava appena sopra il ginocchio e disegnava perfettamente il suo corpo snello, scoprendo un paio di gambe da capogiro. Una cintura di roselline di seta sottolineava il vitino da vespa e i medesimi fiori le erano stati infilati tra i capelli, che Mrs. Bauer aveva raccolto e intrecciato in un elegante chignon. Le scarpe di raso a tacco alto avevano lunghi nastri intrecciati attorno alle caviglie sottili e uno scialle di lana, ricamato in tinta, era appoggiato sulle sue spalle. Tra le mani reggeva un piccolo bouquet di orchidee purpuree che Benji le aveva fatto recapitare quella mattina assieme al vassoio della colazione, in omaggio alla tradizione che i fiori non potessero mai mancare ad un matrimonio.

Era talmente bella da togliere il fiato.

- Scusate per il ritardo, c’era un po’ di traffico... – La voce era bassa, poco più di un sussurro, e il suo viso era soffuso dal rossore dell’emozione, ma nei felini occhi d’ambra Benji poté leggere chiaramente la paura. Quando si avvicinò e prese la mano sottile di lei fra le sue, si accorse che tremava.

Clare trasse un profondo respiro, cercando di tenere a bada l’ansia che le lievitava dentro. Il volto di Erika le balenò nella mente, doloroso come una stilettata, e lei lo respinse con forza, cercando di concentrarsi sulla mano che copriva le sue dita gelide. Avrebbe voluto girarsi e scappare, dichiarare il proprio rifiuto a quella che chiaramente era una farsa ma i suoi piedi sembravano aver messo radici. Le sue dita erano imprigionate nella mano grande e calda di lui, in una stretta che non tradiva incertezze. Cercò con lo sguardo il volto placido e sereno di Martine e si convinse che stava facendo la cosa più giusta per la bambina ma, ciò nonostante, non riuscì a scrollarsi di dosso i timori per quell’unione.

Il celebrante guardò entrambi con aria interrogativa e Benji annuì

- Procediamo. -

Giurarono, nella sala delle cerimonie del Comune di Monaco, di essere marito e moglie.

A Clare tremava leggermente la voce per l’emozione mentre Benji pronunciò la formula di rito con voce ferma e chiara. Si chiese se fosse il frutto della sua immaginazione, o se mano di Benji era veramente scossa da un lieve tremito, mentre le infilava all’anulare della mano sinistra una sottile vera d’oro bianco tempestata di diamanti. Lui aveva scelto di non portare anelli.

Udì appena la solenne dichiarazione finale dell’ufficiale di stato civile e Benji le sfiorò la guancia per attirare la sua attenzione – E’ finita, Clare. –

Clare sentì la fascia preziosa pesare al suo dito come una catena che le era impossibile spezzare ed improvvisamente realizzò l’enormità del passo che aveva compiuto.

Era sua. Era la moglie di Benjiamin Price.

- Finita? – chiese come stordita.

- Si, certo. La parte noiosa, per lo meno. -

- Vuole baciare la sposa? – chiese il sindaco sorridendo.

Schneider, Lenders e gli altri presenti applaudirono ma il sorriso di Benji era asciutto e privo di qualunque scintilla di allegria – Adesso comincia la parte interessante. –

Al ricevimento di nozze erano presenti poco più di dieci persone e, a poco a poco, con l’avanzare della serata gli invitati lasciarono Ville Rose per consentire ai novelli sposi di godersi un po’ di intimità.

A causa degli impegni di campionato e dell’udienza per l’adozione, Benji e Clare avevano deciso di rinunciare, di comune accordo, a qualsiasi viaggio di nozze fittizio ma Mrs. Bauer si era impegnata perché la cena del loro matrimonio, per quanto intima e riservata, fosse un’occasione di festeggiamenti all’altezza di qualunque raffinata aspettativa. Il salmone in crosta, accompagnato da verdure al burro, era così tenero che si scioglieva in bocca. C’erano le crudités e non mancavano neppure gli uccelli ripieni di mele e uva passa e guarniti con il cerfoglio. Lo champagne era stato servito come aperitivo per il brindisi di rito e le cameriere avevano avuto l’ordine di tenere sempre pieni i bicchieri degli ospiti.

Nessuno aveva pensato a procurare una vera e propria torta nuziale ma al termine della cena era stata servita come dessert una deliziosa creme brulé e anche Martine aveva gradito un assaggio della morbida crema che Clare le aveva pazientemente imboccato.

Il giudice Anita Leumann era rimasta letteralmente conquistata dalla giovane sposina, lasciandosi andare a complimenti sommamente lusinghieri. Il giudice del Tribunale dei Minori aveva deciso che Clare Miller Price era una madre decisamente più che affidabile per la piccola Martine Hauermann e una splendida moglie per un uomo come Benjiamin Price. Erano una coppia di una bellezza impressionante: lui così alto, bruno e muscoloso, lei flessuosa e dorata come un’antica dea nordica ed entrambi sembravano legatissimi alla piccina.

Anita Leumann ricordava perfettamente il suo primo incontro con Benji Price alcuni mesi prima e, da come il campione aveva messo ordine nella sua vita, doveva riconoscere che si era attenuto scrupolosamente a quelli che erano stati i patti dell’affidamento temporaneo. Si era sposato, aveva creato una situazione sentimentale stabile e adesso mancava solo la sua decisione in merito a quella vicenda.

Ormai l’udienza di adozione della bambina sembrava diventata solo una mera formalità. Erano già una famiglia a tutti gli effetti.

- Anche se è contrario alle regole, mi sembra che questa sia l’occasione ideale per comunicarvi che ormai ho preso la mia decisione in merito all’adozione di Martine – aveva commentato il giudice accomiatandosi dalla coppia – E ritengo che voi due possiate davvero la famiglia di cui questa bambina ha bisogno. Congratulazioni signori Price, state per diventare genitori a tutti gli effetti. -

Clare aveva accolto con immensa gioia la notizia, stringendo le mani del giudice fra le sue, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime di gratitudine, dimostrando al magistrato, seppur ce ne fosse ancora bisogno, quanto Martine fosse importante in quell’unione. Benji aveva ringraziato il giudice per la bella notizia e aveva stretto la mano all’avvocato Kraser, pienamente soddisfatto per la conclusione dell’intera vicenda.

Mark Lenders era ripartito per l’Italia subito dopo la cerimonia, non potendo trattenersi più a lungo a causa degli impegni di campionato, ma prima di salire sul taxi diretto all’aeroporto aveva omaggiato Benji di un discorsetto che aveva lasciato il SGGK senza parole.

- Non so se ti meriti un simile tesoro – aveva affermato la Tigre, in piedi, di fronte all’automobile che lo attendeva con il motore acceso – Ma poiché Clare non ha parenti e sono stato praticamente io a suggerirti di sposarla mi sento in dovere di dirti che se la farai soffrire dovrai vedertela con me. E’ una donna speciale. Vedi di meritartela. -

Benji sorrise brevemente nell’oscurità del suo salotto facendo girare il ghiaccio che aveva nel bicchiere, pieno per metà di liquore. La casa era ormai silenziosa e solo brevi rumori soffocati gli giungevano dal piano di sopra dove Clare era salita per addormentare Martine. Lo aveva lasciato di stucco vedere un uomo privo di sentimentalismi come Mark Lenders prendere le difese di Clare come avrebbe dovuto fare un fratello maggiore.

La gentilezza di lei e la sua apparente fragilità risvegliavano l’istinto di protezione degli uomini e anche la Tigre non era rimasta immune dal suo fascino discreto.

Adesso la sua “moglie speciale” era di sopra insieme a quella che era diventata da poche ore la loro figlia a tutti gli effetti, mentre lui si trovava da solo a pianterreno.

Sorrise amaramente di se stesso.

Avrebbe dovuto essere soddisfatto, aveva raggiunto il suo scopo: una madre per Martine, una moglie e niente guai.

Eppure in tutta quella faccenda c’era qualcosa che non quadrava, un’inquietudine interiore che non lo lasciava completamente tranquillo. Posò il bicchiere panciuto sulla mensola del caminetto del salotto e si infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, cercando di scacciare quella strana sensazione.

Niente della sua vita sarebbe cambiato… doveva solo andare avanti come prima, concentrandosi sulle sue mete. Aveva dato un nome e una madre a Martine ed era più di quanto Liesel gli aveva chiesto, più di quanto lui stesso potesse sperare di trovare in un così breve tempo.

Tuttavia…

Sapeva che niente sarebbe stato davvero come prima. Perché a prescindere da tutti i buoni propositi e dalla sua proverbiale impassibilità si era infatuato della sua giovane moglie come uno scolaretto di dieci anni che quasi non ha l’età per andare da solo da casa a scuola.

Non potendo più tergiversare, salì al piano di sopra, pienamente consapevole di andare a distendersi, di fronte alla sua ritrosa mogliettina, in quel letto di spine che lui stesso si era tanto accuratamente preparato con le sue mani.

La porta della nursery era aperta e Benji vide la ragazza china sul lettino di Martine, intenta a rimboccarle le coperte. Indossava ancora l’abito nuziale ma aveva sciolto i capelli che ora le ricadevano sulla schiena come un manto di seta dorata. Clare percepì la sua presenza e si voltò con un sorriso, facendogli cenno di avvicinarsi

- Si è addormentata di botto – sussurrò piano, mettendosi un dito sulle labbra per raccomandargli di parlare a bassa voce – E’ stata una giornata molto intensa anche per lei -

Benji osservò il visino da angioletto della bimba e le sfiorò la testolina bruna con una leggera carezza

- Non è da tutti assistere al matrimonio dei propri genitori. -

A Clare sfuggì una risatina – E’ vero. – concordò, continuando a guardare Martine addormentata – Mi sento così fortunata ad avere lei... – gli confidò con un sorriso, lisciando la copertina di lana bianca e rosa.

Benji si voltò a sbirciarla di sottecchi, quasi a soppesare la verità contenuta nelle sue parole, e si irrigidì trattenendo il fiato. Sui lineamenti di Clare c’era un’espressione d’amore materno così intenso che quasi gli sembrava che il sentimento fosse divenuto palpabile. Si rifletteva nella piega appena accennata delle sue labbra leggermente dischiuse, nel luccichio dei suoi occhi, nella curva della sua guancia levigata e illuminata dalla morbida luce della lampada.

Non poteva credere che lei fingesse. Lui non aveva mai conosciuto uno sguardo simile negli occhi di una donna. Non aveva mai visto gli occhi di sua madre accendersi di quella luce.

- Sei felice, Clare? -

Lei sollevò su di lui i fumosi occhi ambrati e annuì impercettibilmente – Martine è la gioia più grande della mia vita e ti sarò sempre grata per avermi permesso di essere sua madre. -

Il volto di lui era cupo - Anche se questo significa essere sposata con me? – le parole gli sfuggirono dalle labbra e a Clare sembrò che fossero velate da una profonda amarezza. 

Trasse un profondo respiro, mentre sentiva le sue guance imporporarsi per l’emozione e il cuore farle le capriole nel petto. Capì l’importanza di quella risposta: era il momento per gettare le basi del loro futuro insieme.

Non poteva esitare, non adesso. Chiamò a raccolta tutto il suo coraggio.

- Non vorrei essere sposata con nessun altro, Benji. – mormorò sommessamente, pregando fervidamente che lui non riuscisse a sentire i battiti tumultuosi del suo cuore, che capisse cosa significava per lei aver pronunciato quelle parole.

Attese una sua replica. Invano. Alla fine non riuscendo più a resistere sbirciò il viso di lui e per un attimo vide un’espressione di intensa sofferenza sul bel volto bruno. Una sofferenza antica, come qualcosa di mai dimenticato.

Quando lui, sentendo il suo sguardo, voltò il capo, sul suo volto non c’era nessun sorriso… solo quella maschera impenetrabile.

Clare si sentì trafiggere il cuore come una stilettata e il batticuore di poco prima divenne un tonfo pesante  e doloroso proprio al centro del petto.

Perché aveva quello sguardo così distante?

Che cosa aveva detto di sbagliato?

Essere sposato con te mi fornirà un adeguato riparo da tutte quelle donne ansiose, in caccia di un buon partito “.

Benji non voleva una moglie che lo tediasse con inutili discorsi sull’amore e sulla devozione!

E lei con quella frase aveva supposto che fra loro potesse nascere un’intesa sentimentale che lui non voleva, né cercava! Non voleva il suo amore, la voleva come donna nel suo letto, senza complicazioni e senza la certezza di un domani insieme.

Con la morte nel cuore e gli occhi bassi per la mortificazione Clare si scostò da lui e gli voltò le spalle allontanandosi.

Suo malgrado gli occhi dell’uomo vennero attirati dal lieve ondeggiare dei fianchi di lei sotto la morbida stoffa di lana del vestito. Seguì affascinato il movimento e la fiamma del desiderio si accese immediatamente nei suoi occhi scuri. Il muscolo iniziò a fremere sulla guancia abbronzata e Benji si affrettò ad uscire dalla stanza ben sapendo che se fosse rimasto nulla avrebbe potuto fermarlo da prenderla fra le braccia.

Riscuotendosi dal suo torpore Clare andò a frugare nel mobile vicino alla finestra. Aveva ancora un compito da portare a termine quella sera, poi avrebbe potuto ritirarsi nella sua stanza e dare libero sfogo al nodo di dispiacere annidato in fondo ala suo cuore. Aprì l’ultimo tiretto di un basso cassettone e per un attimo fece scorrere la punta delle dita sul tessuto damascato giallo con il quale aveva rifasciato l’album dalle sottili pagine pergamenate. Raddrizzò la schiena e si voltò, tenendo stretto al petto il volume, scoprendo che Benji aveva abbandonato la nursery in silenzio e si era ritirato nella propria stanza da letto.

Senza pensarci troppo a lungo spinse la maniglia della porta e lo seguì, varcando la soglia con il suo dono in mano.

Non era mai entrata prima di allora nella camera da letto dell’uomo e con l’occhio d’artista ne ammirò la superba combinazione cromatica, unita al sapiente uso della pelle e del legno. Era arredata con massicci mobili in mogano scuro, nei colori del blu e del grigio e nell’insieme era imponente e seria come l’uomo che la occupava. Un enorme letto era stato posto contro la parete occidentale, rivestito di un pesante copriletto damascato blu scuro, sul quale spiccava il biancore delle lenzuola di lino smerlato, ripiegate in maniera invitante. Alle pareti erano appesi quadri rappresentanti bellissimi paesaggi nordici ma il posto d’onore, sopra un settimanale francese dallo splendido pianale in marmo nero e azzurro, era stranamente vuoto. Un chiodo era stato accuratamente piantato nel muro e la sagoma di una tela di modeste dimensioni scuriva leggermente la tappezzeria grigia.

Doveva essere una tela che a Benji piaceva particolarmente, vista la posizione che le aveva riservato e, aggrottando leggermente la fronte, Clare si chiese il motivo di quella mancanza. Mrs. Bauer dirigeva la casa del SGGK con scrupolosa precisione e forse il quadro era stato rimosso semplicemente per essere ripulito.

Si mordicchiò il labbro inferiore in preda all’incertezza. Non sapeva come fare a vincere l’atteggiamento scostante di lui che, in quel momento, era in piedi, accanto alla finestra, con le mani dietro la schiena quasi si trovasse in equilibrio sul ponte di una nave. Non le era mai le era apparso così freddo e distante. 

Si era liberato di giacca, cravatta e panciotto e aveva gettato tutto alla rinfusa su una sedia accanto al letto, rimanendo in maniche di camicia. Le ampie spalle muscolose tendevano il tessuto candido, facendo risaltare la struttura imponente del suo fisico scultoreo, mentre osservava il giardino immerso nel buio.

Sarebbe stato molto più semplice optare per una saggia ritirata ma Clare strinse caparbiamente la mascella: non poteva rinchiudersi in quei suoi terribili silenzi ogniqualvolta sentiva minacciata la propria indipendenza! Si sedette sul bordo del letto e attese pazientemente che lui si voltasse, ignara del conflitto che si agitava nella mente dell’uomo. Passarono lentamente i minuti e finalmente Benji si decise a lasciare la sua posizione accanto alla finestra.

Si voltò e il sorriso dolce e un po’ esitante di Clare lo colpì allo stomaco come un pugno.

- Io… volevo darti il mio regalo di nozze. – gli disse tutto d’un fiato tendendogli l’album voluminoso che lui non aveva neppure notato – Spero che ti piaccia. -

Lui tese il braccio e prese meccanicamente il dono, mentre il sorriso che lei gli offriva in quel momento era in grado di sgelare i ghiacci e condurre alla perdizione anche l’uomo più morigerato.

- Grazie. – mormorò guardando appena l’oggetto che aveva fra le mani – Non era necessario. -

Lo sguardo di Clare si accese da una luce birichina – Ma non lo guardi neppure? – chiese indicando il pacchetto che lui continuava a rigirare tra le mani.

Benji sedette accanto a lei sul letto e il materasso si affossò sotto il peso della sua mole imponente. Il profumo di Clare era talmente delicato e sfuggente da essere appena percepibile e lui dovette fare uno sforzo enorme per non voltarsi e tendere le mani verso quel volto di porcellana e affondarle nel  torrente di seta dei suoi capelli.

L’album rivestito di damasco giallo oro era un poco più grande del normale ma i suoi occhi si spalancarono per la sorpresa quando iniziò a scorrere il contenuto delle sottili pagine di pergamena.

Al posto delle fotografie erano stati inseriti splendidi ritratti di Martine, fatti al carboncino oppure con i pastelli ad olio. Il viso della bimba era stato riprodotto con precisione assoluta da una miriade di angolazioni diverse, ora sorridente, ora addormentata, ora mentre agitava le manine strette a pugno o cercava di afferrare un dito che le veniva offerto. Martine in braccio a Patty sulla spiaggia, al mare, nella casa di Kanagawa, a Mrs. Bauer nella nursery della villa in Giappone, a lui stesso mentre giocavano con un piccolo animale di pezza. Martine che sorrideva orgogliosa mostrando il primo dentino, che tendeva il braccino paffuto verso l’enorme muso di Guerriero, sul seggiolone alle prese con le prime pappe, distesa prona sul tappeto a tentare di muoversi a gattoni. Martine a tre, quattro, sei, otto mesi.

In uno degli ultimi ritratti Clare aveva disegnato se stessa, il suo volto accostato a quello sorridente della bimba. Con una sensibilità e un talento eccezionali aveva riportato sulla carta, come tante istantanee, immagini della bambina e delle persone che le erano state accanto in quei mesi.

- E’ bellissimo. – il tono di Benji era di reverente ammirazione mentre sfogliava lentamente i ritratti.

Le guance di Clare si colorarono leggermente per il piacere del complimento – Davvero ti piace? – chiese.

Benji annuì – E’ uno splendido regalo. – affermò con convinzione – E sarà anche un meraviglioso ricordo per Martine, quando sarà cresciuta. -

Lei sorrise contenta – Sono molto felice. – gli disse guardandolo in volto.

Benji si sentì perso nelle profondità ambrate degli occhi di lei – Posso ringraziarti? – le chiese in un sussurro.

Il cuore di Clare prese a battere furiosamente e istintivamente si irrigidì mentre gli dava il suo consenso con un leggero cenno del capo.

Il viso di Benji si chinò a pochi centimetri dal suo e lei poté percepire distintamente l’aroma amarognolo della colonia di lui. Chiuse gli occhi e i suo corpo fu attraversato da un lieve tremito quando la guancia dell’uomo, leggermente ruvida per via della barba, sfiorò la sua e le sue labbra si posarono sulla sua pelle per un lungo interminabile attimo. Le sfuggì un lieve gemito.

A Benji si era stretto il cuore nel vederla irrigidirsi in attesa del suo bacio e, facendo molta attenzione, le si era accostato, attento a toccare il suo viso solo con le labbra. Il lieve gemito di lei lo colse di sorpresa. Staccò un poco il suo volto da quello di Clare e la vide sorridere leggermente con gli occhi chiusi, il respiro irregolare.

Si fermò a guardare emozionato la squisita bellezza dei lineamenti di lei e incoraggiato da fatto che non si fosse ritratta o non avesse mostrato disgusto le fece scorrere le labbra lungo la linea della mandibola, fino ad arrivare all’angolo della morbida bocca teneramente dischiusa. Le labbra di Clare fremettero al contatto con quelle calde e ferme di lui mentre il calore che aveva già provato accanto Benji le sbocciava nel petto come una rosa rossa dai petali scuri. Nella sua mente una vocina la metteva in guardia a fare molta attenzione a scatenare le oscure passioni dell’uomo ma la sensazione delle labbra di lui sulle proprie era talmente inebriante da farle gettare al vento ogni precauzione. Mosse istintivamente le labbra contro quelle di lui e Benji dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non cedere ai propri impulsi e spingerla giù sul letto. Le sue mani affondarono nella massa dorata dei capelli apprezzandone la ricca consistenza mentre le sue labbra accarezzavano sensualmente il tepore di quelle di lei. La sua timida risposta gli accese il sangue e con tenera fermezza esplorò languidamente la calda cavità della sua bocca, l’aroma della menta e del rosmarino del suo dentifricio, la sua incredibile dolcezza. La sua lingua si mosse stuzzicando, lusingando, stimolando la sua passionalità di donna e Clare gli si abbandonò, rispondendogli istintivamente, travolta dal desiderio che lui aveva saputo scatenare.

Con un sospiro rotto Benji si ritrasse e la vista di lei con le labbra umide e lievemente dischiuse, il respiro affannoso e lo sguardo pieno di completa meraviglia fu quasi troppo per lui.

Il suo corpo reclamava a gran voce quello di lei ma voleva che anche Clare arrivasse a desiderarlo con la sua stessa intensità. Fece scorrere di nuovo le mani nei suoi capelli in una lunga carezza rassicurante

- Mettimi il braccio intorno al collo. – la istruì con voce rauca mentre le sue mani scivolavano dietro la schiena di lei.

Clare obbedì e le sue dita si infilarono tra i capelli neri dell’uomo accarezzandogli gentilmente la nuca. Benji abbassò nuovamente il capo e le prese le labbra in un bacio pieno di squisite promesse e di una brama selvaggia. Si lasciò cadere sul letto trascinandola con se e le sue braccia cinsero nodose lo snello corpo di lei avvicinandolo e plasmandolo contro il proprio, duro e irrigidito dal desiderio. Vide un lampo di paura sfrecciare negli occhi di Clare quando l’enorme mole del suo corpo la sovrastò per un attimo e il tempo rimase sospeso fra loro, mentre faceva scorrere lo sguardo sul bellissimo volto di lei acceso dal desiderio. Con il respiro spezzato si rovesciò sulla schiena, tenendola stretta fra le braccia, in modo che fosse quasi completamente distesa sopra di lui come una calda coperta.

Il contatto con le soffici curve del suo corpo fu esplosivo. Staccò le labbra da quelle di lei e affondò il volto nei suoi capelli aspirandone il profumo di rose bianche che lo ossessionava, cercando di riguadagnare un minimo di controllo.

Clare ansò per la sorpresa ma ben presto iniziò ad apprezzare il contatto con quel corpo potente appoggiato contro il proprio. Aprì gli occhi e fece scorrere leggermente le mani sulle ampie spalle dell’uomo, sentendo ammirata, sotto le proprie dita, le ampie fasce muscolari che si contraevano al suo timido tocco. Benji trattenne il fiato al leggero contatto delle dita di lei che lo sfioravano e le sue mani si mossero sulla sua schiena in lunghe e sensuali carezze, facendo scorrere verso il basso la cerniera lampo del vestito.

Le sue carezze si insinuarono tra il lembi aperti della stoffa, accarezzando la liscia levigatezza della schiena, facendole scivolare l’abito giù dalle spalle, curvandosi attorno alla vita sottile. La sua bocca prese quella di lei in un bacio fiero e divorante, che bruciò ogni difesa e annullò ogni resistenza, esigendo una risposta, trascinandola nel baratro della passione che lui stesso aveva alimentato.

Le accarezzò i fianchi snelli, scivolando ai lati del seno con un tocco indugiante, sfiorando quella pelle serica coperta solo dalla  lieve pellicola di seta della sottoveste.

La giovane tentatrice tra le sue braccia lo assecondò, esercitando una gentile pressione sulla sua nuca, impedendogli di ritrarsi, andandogli incontro, rispondendo ad ogni suo bacio con fervore appassionato.

Facendo appello ad un ultimo brandello di autoconservazione Benji staccò le labbra da quelle di Clare e la tenne stretta, cercando di ignorare il battito frenetico del proprio cuore ed il corpo morbido che teneva tra le braccia. – Dobbiamo smettere. – sussurrò con voce sofferta facendole appoggiare il capo contro la propria spalla – Se non vuoi dividere il mio letto, Clare, dobbiamo smettere, qui e subito. -

Completamente persa e vinta dai suoi baci, Clare giaceva con la mano posata sul petto muscoloso dell’uomo, incapace di comprendere che cosa fosse successo. Sotto il suo palmo poteva sentire il folle battito del cuore di lui mentre il suo respiro le fluiva sui capelli. Non sapeva cosa dire.

I suoi timori erano svaniti, spazzati via dalla passione e dal desiderio che Benji aveva saputo suscitare, e lei non poté fare altro che contemplare piena di meraviglia quelle emozioni e quei sentimenti che aveva appena iniziato ad assaporare.   

- Perché? – la sua voce era poco più di un bisbiglio.

Benji capì che si stava riferendo a quello che era successo tra loro ed emise una risatina che suonò come un sigulto. Già…perché? Perché quell’esplosione di sensi appena la sfiorava? Che cosa aveva di speciale quella ragazzina da ridurlo in quello stato: pieno di brama e di desiderio di lei, soltanto di lei?

Fin dal giorno in cui l’aveva conosciuta aveva saputo che Clare era speciale: coraggiosa, sensibile, dolcissima … Ora era lì, tra le sue braccia, abbandonata come un’innocente dea dorata.

Che cosa poteva dirle? Che era la donna giusta al momento giusto?

- Non lo so. – il suo tono era aspro e sofferto – A volte succede. -

Lei sospirò leggermente, accettando la risposta di lui come un dato inconfutabile e poi sollevò lo sguardo fino ad incontrare le traslucide profondità. Benji lesse nei suoi occhi l’emozione, lo stupore e il turbamento della sua risposta appassionata e dovette fare un terribile sforzo per costringersi a scioglierla dal suo abbraccio. Scostò a fatica le mani dal corpo di lei e si alzò in piedi stringendo i pugni nelle tasche dei pantaloni e voltandole le spalle per nascondere ai suoi occhi le prove evidenti del suo desiderio scatenato.

- Vai a dormire, Clare. – la sua voce era un rauco sussurro – Vai nella tua stanza, fino a che sono ancora sotto controllo. -

Lei si alzò con le gambe tremanti dall’emozione e tese la mano verso di lui sfiorandogli il braccio

– Benji , io … -

L’uomo sussultò al suo tocco e Clare poté vedere il suo volto, bello e severo, irrigidito nel tentativo di controllarsi. – Vai via! – le ordinò aspramente – Se rimani, un semplice no potrebbe non essere più sufficiente. –

Con il volto soffuso dal rossore Clare raccolse i lembi del suo vestito abbassato fino ai fianchi e i piedini calzati nelle raffinate scarpine di raso volarono leggeri attraverso la stanza chiudendosi la porta alle sue spalle con un tonfo. Si rifugiò nella quiete della sua camera da letto, il respiro irregolare e il corpo acceso dai baci e dalle carezze ma anche dopo che si fu appoggiata con le gambe tremanti allo stipite della porta le parve di udire una risata da ragazzaccio, un po’ sguaiata, provenire attraverso lo spesso pannello di quercia.

 

 

 

 

 

 

 

  
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