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Autore: Maricuz_M    17/06/2012    4 recensioni
Serie di Missing Moments della mia storia "Amore al primo tweet".
E' altamente consigliata la lettura dell'originale.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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E’ passato un mese e mi faccio schifo, ma parliamo del Missing Moment che leggerete tra circa un minuto.
Sarebbe cosa buona leggere il capitolo precedente, se non l’aveste fatto, perché questo avviene esattamente il giorno dopo, e la parte iniziale parla proprio del giorno prima!
A questo punto, beccatevi ‘sto spezzone di Amore al primo tweet.
 

Ilaria & Gabriele


Ilaria POV

“Manca poco, vero?” mi sussurrò all’orecchio. Io annuii brevemente, lanciando un’occhiata furtiva alla professoressa e una all’orologio che avevo al polso “Quanto poco?”
“Non lo so, poco.” Sibilai, esasperata.
“Ok, proviamo.. dieci.. nove.. otto.. sette.. sei.. cinque.. quattro.. tre.. due.. uno.. zero!” niente. Solo la prof che continuava a ciarlare. Sospirò “Perfetto.”
Sghignazzai “Provo io. Cinque.. quattro.. tre.. due.. uno..” la campanella suonò. Mi trattenni dall’alzarmi in piedi ed esultare stupidamente giusto per rispetto dell’avversario ed educazione verso chi era l’addetto all’insegnamento, ma battei ugualmente le mani mentre mormoravo un “Sì!” guardando l’espressione rassegnata del ragazzo alla mia destra.
“Ok, hai vinto. Brava, davvero. Vuoi umiliarmi ancora? Che so, farmi pagare pegno?”
“No, non mi ser-” venni bloccata dalla vibrazione del mio cellulare. Con gli occhi spalancati abbassai lo sguardo sui miei jeans, dubbiosa, poi guardai il resto della classe. Si stavano preparando tutti. Mi alzai, tirai fuori il telefono e controllai chi fosse: una chiamata da Gianmarco. Sapeva che ero a scuola, a differenza sua, vero? Cosa aveva di così urgente da dirmi? Alzai la testa e vidi Gabriele fare un cenno verso il cellulare, dandomi l’ok per rispondere. Tornavamo insieme con la sua macchina, solo per quello. Ero libera di fare quello che volevo, non dipendevo da lui, e per la cronaca: la cosa era reciproca.
Chiudendo lo zaino, premetti il tasto verde e avvicinai l’apparecchio all’orecchio “Pronto?”
Oh, grazie a Dio hai risposto!
“Gi-emme, sono ancora in classe.” Per dire, eh.
Dovresti ringraziarmi, visto che non ti ho chiamato all’intervallo!
“Va bene, ho capito. Dimmi tutto.” Mi misi il cappotto con qualche difficoltà, avendo una mano occupata, ma infine ci riuscii. Zaino in spalla e via, verso l’uscita, dietro Gabriele e Davide che se la ridevano per una qualche stronzata detta da quest’ultimo.
Non mi bastano cinque minuti, Ila! Cioè, posso anche dirtelo brevemente, ma mi chiederesti di più ed ecco che ti prendo un’ora!” solo in quel momento notai quanto effettivamente fosse euforico. Aggrottai la fronte, facendomi sfuggire però un sorrisetto.
“Scusami, ma ti sono venuta a trovare ieri pomeriggio. Mi spieghi quante cose possono esser successe in meno di ventiquattro ore?”
Ti dimentichi forse del fatto che abito con Francesco?” chiese, retoricamente. Spalancai gli occhi.
“C’entra lui? Oh Cristo, che è successo? Gianmarco, non farmi aspettare. Se non parli immediatamente giuro che gli dico che sei etero!” lo minacciai.
Ma che cazzo dici? Fammi parlare! Cazzo. Da dove inizio?
“Gianmarco.” Lo richiamai, perentoria.
Versione breve o lunga?
“Breve, per adesso. La lunga, se resisto, me la racconti più tardi in chat.” Sospirai, seppur incerta. Speravo di resistere davvero.
Ok. Allora, lo sai no che ultimamente si era incaponito per scoprire chi mi piacesse?” aspettò la mia conferma, poi riprese“Ecco. Ieri ti aveva fatto delle domande riguardo ciò, e la sera, quando è tornato, sosteneva che a me piacesse Bonetti.” Scoppiai a ridere, attirando l’attenzione pure del soggetto in causa, che poi scrollò le spalle per riprendere a discutere con l’amico.
“Poco fuori strada.” Affermai, ironica.
Esatto. E’ quello che gli ho detto io. Fatto sta che dopo si è convinto che in realtà tu non sapessi niente non perché si trattava del tuo ragazzo, ma perché non te l’avevo proprio detto.
“E quindi?”
E quindi è finita lì. Abbiamo cenato, parlato tranquillamente di altro e tutto apposto. Il bello è venuto dopo. Bello? Che dico? Stupendo, meraviglioso, sensazionale, fenomenale, paradisiaco, eccez-
“Sì, vai al dunque.” Lo incitai ansiosa, mentre salutavo con un gesto della mano Davide e mi accostavo a Gabriele, entrambi diretti verso il parcheggio.
E’ entrato nella stanza blaterando qualcosa che ti dirò nella versione lunga e.. Cristo, non ce la faccio a dirlo!” non sapevo se stesse piangendo dalla felicità o fosse esageratamente felice, senza le lacrime di mezzo.
“Parla, stronzo!” gridai, facendo sghignazzare il castano che stava aprendo la macchina.
Mi ha baciato! Cazzo, Ila! Mi ha baciato!” urlò anche lui, scioccandomi. Svenni praticamente sul sedile e chiusi la portiera con un tonfo, fissando allibita il cruscotto. Riprese “Io inizialmente non sapevo cosa cazzo fare! Non ho neanche ricambiato, ti rendi conto?
“Che minchia hai detto?” sibilai, cominciando a sentire la rabbia ribollirmi nelle vene.
Mi ha baciato!” ripeté, per la centesima volta.
“No, la parte dopo, coglione.”
Non ho ricambiato.
“MA TU SEI COMPLETAMENTE RIMBECCILITO.” Gabriele stava per accendere il motore, ma in quel momento aveva fermato ogni movimento solo per girare lentamente la testa verso di me e guardarmi dubbioso. Alzai l’indice chiedendogli di aspettare, che tanto gli avrei raccontato ogni cosa appena chiusa la chiamata “Ti sembra normale una cosa del genere? Cioè, tu gli vai dietro da un anno e mezzo e.. Cioè, io non lo so!” sbottai, incredula.
Non ho finito, diamine!” mi informò, non perdendo ovviamente la sua allegria nonostante i miei insulti “Dopo c’è stata una conversazione, che verrà anche questa affrontata nella versione lunga, e poi..
“E poi cosa? Dannazione, Gianmarco. Devo tirartele fuori con le pinze le cose?” stavo rasentando la pazzia.
L’abbiamo fatto.
Ilaria, non pensare sempre male, chiedi prima spiegazioni. Boccheggiai per qualche secondo, afferrando il braccio di Bonetti che stava tranquillamente guidando verso casa mia e facendolo gemere piano dal dolore.
“Avete.. avete fatto cosa? Una partita a briscola? A bocce? Alla playstation?”
Direi proprio di no.” Rispose vagamente lui, facendomi cascare le braccia, una delle quali rimase appesa alla felpa di Gabriele, che adesso sbuffava, impaziente di sapere.
“Quindi.. quello?
Quello.
“Quello.” Ripetei.
Quello.” Disse lui.
“Porca merda.”
Cazzo, sì!” sospirò lui.
“O..Ok. Allora io adesso ti riattacco in faccia, realizzo ciò che hai detto, rielaboro, lo dico a Gab, passo una giornata in tranquillità e poi mi connetto su Facebook per farmi raccontare tutto, nei minimi particolari.” Asserii, con tono calmo e pacato.
Ila, che intendi per minimi particolari? Cioè, vuoi sapere anche di come lo abbiamo fatto o..
“No, no.” Lo bloccai “La parte prima. Quella del dialogo.”
Ok.”
“Ok. Ciao.” E riattaccai, come avevo precedentemente detto.
Rimisi il cellulare in tasca ed incrociai le braccia, fissando la strada che stavamo via via percorrendo. L’avevano fatto, quindi? Fino al giorno prima, e così era stato per più di un anno, Gianmarco aveva nascosto quasi a tutti i suoi sentimenti per Francesco e adesso mi veniva a dire che ci era pure andato a letto? Mi avrebbe dovuto assolutamente spiegare un sacco di cose, quella sera. Stavano insieme, allora? Francesco cosa provava esattamente per lui?
“Quindi,” Gabriele ruppe il silenzio che mi aveva permesso di avere per le mie prime elucubrazioni sulla faccenda “deduco che Gi-emme e Francesco non abbiano né fatto una partita a briscola, né a bocce, né alla playstation.”
“Hanno fatto sesso, ti rendi conto?” sbottai io, guardandolo e inclinando la testa. Lui annuì.
“Beh, meglio per lui.”
“Ma Francesco, per lui, cosa prova? Voglio dire, lo conosco, ok? So che non è il tipo da una botta e via, poi vuole sicuramente bene a Gianmarco e non gli farebbe mai una cosa del genere, ma se mi sbagliassi? Tante volte mi sbaglio!” mi disperai, parlando a manetta. Gabriele sospirò, con un leggero sorriso ad increspargli le labbra.
“Piccola, io credo tu debba calmarti un attimino.”
“No, non mi calmo. Se davvero lo stesse prendendo in giro? Gianmarco non ha bisogno di questo. Non deve ricevere niente del genere. Sai quello che ha passato, Gabriele! Prova davvero qualcosa di grande per quel ragazzo, se lui lo tradisse reggerebbe? Cazzo, non dimenticherò mai quando è venuto a casa mia dopo Natale, l’anno scorso. Era in lacrime, capisci? Era distrutto!”
“Sono sicuro che riuscirebbe a sopravvivere.” Ribatté tranquillo, premendo il freno per fermarsi ad uno stop.
“E’ la parte prima che mi spaventa!”
“E qui ti volevo.” Alzò le sopracciglia, poi mi guardò per due secondi “Spaventa te, non lui. E poi non sai neanche come sono andate precisamente le cose. Dubito che Gianmarco sia così stupido da sprecare la sua prima volta, almeno con un uomo, con una persona che forse neanche ricambia i suoi sentimenti. Per quanto ne so, e non per esperienza personale, un rapporto tra due uomini è diverso da quello che avviene tra un uomo e una donna. E questo so come funziona.” Mi lanciò un’occhiata maliziosa, facendomi arrossire “Quello che voglio dire è che lui, da persona innamorata, non si lascerebbe scopare dal primo che capita.”
“Ma non è il primo che capita! Cioè, è Francesco! E’ innamorato di lui!”
“Un motivo in più. Tu, che sei innamorata di me, se io non ti avessi amato, saresti venuta a letto con me?” mi chiese, prima di sbuffare per un semaforo rosso.
Rimasi zitta a riflettere. Forse un po’ troppo.
Si voltò infatti verso di me, sorpreso e quasi divertito “..Davvero?”
Alzai le spalle, distogliendo lo sguardo “Beh, quando uno è innamorato, se è il massimo che può ottenere dall’altro..”
“E’ masochismo.”
“Stessa domanda. Tu non lo faresti?” chiesi, curiosa.
“Non me lo chiederesti mai.” Ribatté subito, facendo ripartire la macchina.
“Vero, ma neanche tu me lo chiederesti.”
“Touché.”
“Quindi?” insistetti. Lui sospirò paziente e pensieroso, aggrottando la fronte.
“Beh.. Sì, accetterei.”
“E allora perché non dovrebbe farlo Gianmarco?” chiesi, mettendomi le mani fra i capelli “Quello mi si rovina! Cristo!”
“Dai, Ilaria, prima di farti i trip mentali aspetta questa sera. Capisco che sei preoccupata, ma non esagerare. E’ un uomo, quest’anno compie diciannove anni, è indipendente. Sa cosa fa e, cosa non meno importante, non sei sua madre!” così dicendo, parcheggiò. M’imbronciai e uscii immediatamente dall’auto, incamminandomi verso la porta di casa mia. Sentii chiaramente i passi veloci di Gabriele, poi la sua mano stretta intorno al mio polso.
“Ti sei offesa?” chiese, sorpreso.
“Sono solo preoccupata per il mio migliore amico e mi dici che esagero! Se non ti sta bene come reagisco non sono affari miei.”
“Non dire cazzate, per favore.” Mi supplicò, quasi. Voltai la testa verso la strada, per non guardarlo, e lui ne approfittò per avvicinarsi a me e appoggiare il viso sul mio collo. Brividi, come ogni volta.
“Dai..” si lamentò, lasciando un bacio sotto l’orecchio.
“Dai cosa? Sei te che hai problemi, mica io.” Ero più permalosa del solito, quel giorno, ma giuro che non era colpa del mio carattere. Colpa del ciclo. Maledetto. Ogni mese mi ponevo la stessa domanda: perché le donne dovevano sopportare anche quello?
“Non ho nessun problema, stavo semplicemente cercando di calmarti. Ho detto che capisco la tua preoccupazione, ma che la ritengo eccessiva, tutto qua. Non ti sto dicendo di fregartene di lui, anzi..” spiegò, prendendomi tra le dita il mento per permettergli di avere il mio controllo mentale. Dico così perché voleva fare in modo che io lo guardassi negli occhi, in quegli occhi così chiari e glaciali che.. Ecco, stava funzionando.
“Smettila di controllare la mia mente!” sbottai, allontanandomi di un passo. Lui alzò un sopracciglio.
“Scusa, cosa starei facendo?”
“Sei cattivo!”
“Cos.. Eh?”
“Lasciami in pace!”
“Ma stai facendo tutto da sola!” allargò le braccia, del tutto impotente.
“Sei tu che mi guardi negli occhi!”
“Mi piace guardare le persone, mentre parlo con loro.” Disse ovvio, e anche abbastanza ironicamente. Mi morsi il labbro, iniziando a sentirmi in colpa.
“Scusa.” Mormorai, abbassando la testa.
“..Ilaria, tutto bene? Non per offenderti, ma oggi sei..”
“Lunatica? Permalosa? Acida? Rompiscatole?” rialzai il capo, elencando tutti i possibili aggettivi che erano potenzialmente collegabili a me.
“Volevo dire instabile, però..” mi prese una mano “Penso tu sia solo particolarmente.. donna, oggi.”
“Simpatico.”
“Perdonato?” chiese il bastardo, tirando in fuori il labbro inferiore.
“Ovvio..” borbottai.
 
“Gab, no.” Mi impuntai categorica e aggrappandomi al piumone. Salì sul letto e posizionò le gambe ai lati dei miei fianchi, costringendomi quindi a stare sotto di lui e a dargli le spalle.
“Ila, sì!” mi afferrò i fianchi “Attenta, sai? Potrei darti dei pizzicotti. No, ancora meglio.” Lo sentii abbassarsi, poi un soffio caldo e sensuale sul collo “Il solletico.”
“No.” Cercai di liberarmi, ma con scarsi risultati.
“Perché no?” chiese lui, già stanco del suo stesso gioco, stendendosi sopra di me. Mi lamentai, perché non era affatto una piuma, anche se in pieno Febbraio un bel ragazzo che ti si mette sopra a mo’ di coperta non è affatto spiacevole, specie se il bel ragazzo è il tuo bel ragazzo. Sospirai, prima di spiegargli la stessa cosa per la centesima volta “Gabri, sono le cinque e mezza, dobbiamo ancora studiare inglese per domani..”
“Ascolta.” Per fortuna –o sfortuna?- si spostò di fianco a me, per guardarmi e farmi il lavaggio del cervello “Siamo tornati, abbiamo pranzato e ci siamo messi subito a studiare. Erano le due e ventiquattro, ho controllato. Ora sono le cinque e trentasette. Sono più di tre ore che stiamo studiando senza sosta, e siamo pure stati tanto bravi! Inglese non è un problema, andiamo bene entrambi, e poi il compito di domani è una stronzata. Che ti costa se usciamo un po’?”
“Fa freddo.”
“Ma per favore, non può che farti piacere! Ogni volta con la scusa del freddo mi abbracci.” Gonfiai le guance.
“Scusa se sei un termosifone umano.”
“No, non è per quello, tigre, e lo sai.”
“Ma non ho voglia.”
“Te la faccio venire.” Mi posò una mano sulla guancia, poi spostò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio. Sorrise, malizioso “Sono sicuro, sicurissimo, che non vedi l’ora di sederti e di stringere tra le mani.. una deliziosa crepe alla nutella.” Strinsi le labbra, mentre continuava “Calda, dolce, gustosa.. imperdibile come solo la stessa nutella può essere.”
“Giochi sporco.”
“Fidati amore che se volessi giocare sporco non avresti i vestiti addosso.” Scherzò, e mi scappò pure una risatina. Amavo il modo in cui si poneva con me, quel modo che aveva di inserire tra le righe i suoi sentimenti.
“Hai rovinato il momento crepposo.” Mormorai, accucciandomi addosso a lui.
“Che stai facendo?”
“Mi sistemo.” Risposi ovvia.
“No, così ti addormenti. Alzati, andiamo fuori, dai!”
“Ma perché insisti tanto?” chiesi, giusto per curiosità, mentre mi mettevo a sedere. Sorrise soddisfatto, si tirò su anche lui e mi afferrò la mano, trascinandomi verso l’ingresso “Così! Ho voglia di uscire!”
Ci coprimmo per bene e, come voleva il signorino, uscimmo. Mi afferrò subito la mano e prese a camminare tranquillo, col sorriso sulle labbra e gli occhi puntati davanti a sé. Lo osservai perplessa, non capendo il motivo per cui fosse così spensierato, ma poi lasciai perdere. Insomma, il fatto che fosse calmo non era certo un male, anzi, meglio per tutti.
Comprammo due crepes, che pagò lui da bravo gentiluomo, e facemmo un giro per il centro chiacchierando e sparando le solite cavolate.
“No, senti, Chris Evans è molto più figo quando interpreta Johnny Storm ne “I fantastici 4” rispetto a quando fa Capitan America.” Affermai, convinta delle mie idee. Lui annuì.
“Sì, ma perché è proprio più figo il personaggio. E poi era più giovane.”
“Pignolo.”
“Comunque se proprio devo dirla tutta, preferisco la donna invisibile, ovvero Jessica Alba.” Precisò. Lo guardai male.
“Ti piace davvero?”
“E’ bella.” Disse semplicemente, facendo spallucce.
“Anche Chris Evans è bello.”
“Non lo metto in dubbio.”
“Bene.”
“Ottimo.”
Restammo in silenzio per due minuti buoni. Se prima era freddo, adesso l’aria era ancora più gelida. Mi veniva a dire che gli piaceva Jessica Alba? Magnifico, io gli avrei detto chi piaceva a me. Dopo poco, però, Gabriele mi fece con tono incerto una domanda che mi sorprese, e non poco “Se.. Sei incontrassi Chris Evans e ti venisse dietro, mi lasceresti?”
Ero rimasta un po’ zitta per osservarlo, con la fronte aggrottata “Ehm.. no..?”
“Lo stai chiedendo a me?”
“No, più che altro queste sono domande.. da donna.”
“..Tutti abbiamo una parte femminile, dentro.” Replicò, invano.
“Proprio con la tua ragazza devi tirarla fuori, questa parte femminile?” ridacchiai, vedendolo mettere il broncio.
“Beh, io con te dico quello che mi passa per la testa, devo stare a valutare se è una cosa maschile o femminile, giusta o sbagliata, morale o immorale, prima di dirtela? Non credo funzioni così.” Sghignazzai ancora, poi lo fermai e mi misi davanti a lui.
“Va benissimo così. Puoi, anzi, devi dirmi quello che ti passa per la testa.”
“E allora rispondi alla mia domanda, dai!” mi incitò. Sbuffai.
“Ma in cosa dovrebbe batterti?”
“Che ne so. Bellezza?”
“Non ci credi manco tu.”
“Eh, ma sono il tuo ragazzo, mica il mio.”
“Ci manca pure che ti metti con te stesso.”
“Se potessi..” sospirò teatralmente, facendomi ridere come una cretina e scuotere la testa.
“No, non ti lascerei.”
“Ma sei sicura?” ridacchiò, circondandomi il busto con le braccia.
“Certo. E tu? Mi lasceresti per Jessica Alba?”
“Secondo te?” mi sfidò lui, alzando il mento.
“Anche subito.”
“Infatti.”
Risi ancora, dandogli una leggera botta sulla spalla “Posso sempre sperare che tu non la incontri mai nel corso della tua vita.” Ops. Se la sua parte femminile avesse agito in quell’istante, avrebbe sicuramente registrato quell’affermazione come un “Vorrei stare con te per tutto il resto della nostra vita.” Deglutii, aspettando la sua reazione, che fu un’occhiata intensa. Ecco, sarebbe scappato via a gambe levate. Nei film capitava sempre!
Porca vacca, maledetta parte femminile. Magari era solo un caso e non aveva capito nessun messaggio nascosto. Sì, dovevo stare tranquilla.
Un leggero sorriso fece capolino sulle sue labbra, che subito dopo baciarono le mie per qualche secondo.
“Penso proprio che non l’incontrerò mai.”
“E ti dispiace?”
“No.”
 


Non potete capire che razza di benessere ho provato a scrivere di nuovo qualcosa su questi due.
Non so voi, ma a me erano mancati da morire, specialmente Gabriele. Dà tante emozioni a me quante ad Ilaria, per cui figurarsi.
So benissimo che alla fine non succede niente di particolare, ma sono dell’idea che a loro non serva. Sono io, che parlo da creatrice (forse), ma loro sono speciali così, per cui scusatemi se non siete soddisfatti di ciò che ho scritto, vi prego.
 
Su Twitter una ragazza mi ha dato un paio di idee per qualche altro Missing Moment, che proprio Missing Moment non è. Poi capirete.
Comunque, se avete qualche consiglio da darmi, datemelo pure. Cercherò di farmelo tornare utile. :)
 
Grazie a tutti voi che continuate a seguire questa storia, quando l’originale si è conclusa ormai tre mesi fa, a chi continua a recensire e tutte le altre cose che permette di fare il sito.
Grazie anche a chi viene a contattarmi su Twitter per farmi complimenti “personalmente” o per dirmi che legge ciò che scrivo. E’ davvero stupendo quello che fate e avete fatto per me in tutto questo tempo pur non sapendo di farmi sentire così bene, quindi GRAZIE.
 
Adesso vi saluto.
Non so quando tornerò, ma so che lo farò.
Grazie in anticipo per chi mi aspetterà per la prossima volta. :’)
 
Un bacio
 
Maricuz
   
 
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