Anime & Manga > Vocaloid
Segui la storia  |       
Autore: Ryoucchi    18/06/2012    4 recensioni
Rin si sveglia una mattina d'aprile e tutto le sembra normale: è una bella giornata, la sua migliore amica, Miku, è in ritardo come al solito e la sua vita non poteva scorrere più naturalmente. Entrata in classe, nota un ragazzo, che non aveva mai visto prima, e che le ruberà il cuore ...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gumi, Luka Megurine, Nuovo personaggio | Coppie: Kaito/Miku, Len/Rin
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Festivities


Da quella volta, quante ne avevamo passate! Era arrivato maggio, poi giugno, luglio, agosto … Andammo anche al mare, a volte soli, altre tutti insieme, a vedere a fuochi d’artificio, a girovagare per i festival estivi la sera … La mia vita, da quando c’era Len, aveva preso una svolta che non avrei mai immaginato. Ora uscivamo molto più spesso insieme, e, nonostante mio padre continuasse a storcere il naso, mi sentivo più libera e … felice. La felicità è una cosa cui l’uomo aspira da sempre, ne è alla ricerca tutta la vita. E io potevo affermare di averla trovata.
Dopo il caldo, il mare, la sabbia e le belle giornate arrivarono il freddo, la pioggia, l’umidità e l’inverno. Un nuovo semestre stava cominciando e ci preparavamo a ricominciare la scuola dopo la pausa estiva. Fu un po’ difficile riabituarsi al solito tran-tran: sveglia presto la mattina, colazione veloce, corse per non arrivare in ritardo, studio tutto il pomeriggio e solo i week-end liberi. Per non parlare della pioggia! Ultimamente incombeva minacciosa senza sosta, e quelle poche volte che dal cielo non scendevano fiumi d’acqua, esso rimaneva sempre plumbeo e grigio. Totalmente opposto al mio umore quando stavo con Len.
Era ottobre, di sabato pomeriggio. Io stavo leggendo una rivista sul tappeto, mentre Miku, sul suo letto, messaggiava continuamente con Kaito.
«Sai, dovresti darti un freno» le dissi «Non vorrei mai che ti slogassi il pollice con tutte quelle mail … Diamine Miku! A quante sarete arrivati, cinquecento?!»
«Senti, se tu e Len non vi messaggiate mai non è colpa mia» disse, senza staccare gli occhi dal telefonino «Non capisco come tu faccia a stare senza parlare con lui a volte per giorni»
«Ma se ci vediamo tutti i giorni a scuola!»
«E il pomeriggio?!»
«Studiamo» dissi sarcastica. Non capivo quella “smania da messaggio”.
«Appunto! Quindi quando hai un minuto libero, mi sembra giusto dedicarlo a lui, no?»
«Il tuo non è di certo un minuto … Sarai lì da mezz’ora!»
Miku si girò e mi fissò imbronciata. Era così carina a pensare al suo ragazzo tutto il tempo, ma poteva anche dargli un po’ di respiro! Come avrei potuto farglielo capire senza offenderla? Permalosa com’è …
«Uhm … Miku» attaccai «Come ti sentiresti se una persona ti mandasse continuamente dei messaggi?»
«Dipende» disse «Se è Kaito sono felice, se è uno che non conosco allora mi preoccuperei. Perché?»
«Niente» sospirai «Lascia perdere»
Era impossibile parlare con lei, a volte. L’ultima parola e la ragione le spettavano sempre.
«Gumi e Luka? Sai cosa stanno facendo?» domandai.
«Luka so che è impegnata col lavoro, mentre Gumi … bah, credo sia libera. Perché?»
«Luka quando lavora?»
«Dal lunedì al venerdì tutto il giorno, sai, lei la scuola l’ha finita, mentre il sabato a volta la mattina, altre il pomeriggio»
Miku mi fissò per un po’. Poi sgranò gli occhi e gridò: «HO CAPITO!» e m’indicò col dito «Tu vuoi organizzare la tua festa di compleanno!!!»
«Ebbene sì» ammisi «Mi hai scoperto»
«Questa è la prima volta, giusto? Non ne ha mai fatto una»
Si mise a girare intorno per la stanza, rimuginando. Quando Hatsune Miku si mette in testa qualcosa, non c’è niente e nessuno che la possa fermare. E infatti …
«Penso a tutto io: prenoto una sala al karaoke, la riempio di addobbi, eccetera. Poi compro bibite e pasticcini; infine la torta!» Era raggiante, entusiasta «Metto come canzoni le tue preferite … anche se della musica classica a un compleanno non mi sembra perfetta … Idea! Metterò le canzoni dei Vocaloid, la band di Kaito!»
«La festa è la mia, ma stai decidendo tutto tu» le dissi sorridendo.
«E’ perché tu non sei pratica» e mi abbracciò.
«Quel ragazzo è stata un benedizione per te, sai?» disse.
«Sì, lo so»
La guardai per un po’. Ero così felice di averla come amica che l’avrei voluta come sorella.
 
31 ottobre. Pioggia. Ore diciassette e trenta. Karaoke. I preparativi per la festa erano in atto già da un po’ …
«Miku! Attenta a non cadere!» le urlai «Quella scaletta è pericolosa: fa’ attenzione!»
«Kitto daijōbu!*» disse, e mi fece l’occhiolino.
Era tutto come avevo immaginato: festoni e addobbi decoravano l’intera stanza; bibite e dolcetti sul tavolino; luci e colori rendevano gioiosa l’atmosfera; musica fantastica di sottofondo. Mancava solo la torta e gli invitati, ovvio.
«La torta quando arriva?» chiesi infatti.
«Quella arriva dopo» rispose Miku «Basta chiamare e ce la portano»
Guardò l’orologio e si accasciò sulla poltroncina: «Ah, sono sfinita! Per fortuna mancano ancora dieci minuti prima dell’arrivo di Kaito, Gumi, Luka e Len»
Mi sedetti anch’io ma, al contrario di Miku che se ne stava beata accanto a me a poltrire, ero agitata. “Dieci minuti che sembrano quaranta” questo pensai. Poi vidi la pota aprirsi e …
«O TANJŌBI OMEDETŌ GOZAIMASU!!!*» urlarono Kaito, Luka e Gumi entrando. Gumi mi si buttò letteralmente al collo, e mi diede un bacino sulla guancia. Luka, composta come sempre, si limitò ad abbracciarmi, scusandosi per la sua imōto*. Kaito mi salutò e basta (forse perché c’era Miku). Osservai un altro po’ la porta: Len dov’era?
«Adesso arriva» disse Kaito, interpretando la mia espressione «Si è ritardato perché si è fermato a prendere una cosa …»
Poco dopo, infatti, lo vidi entrare correndo, tutto affannato e accaldato.
«Go-gomen*» disse «Ho … ho fatto tardi?»
«No» sorrisi «Sei in perfetto orario»
Mentre Luka e Kaito parlottavano e Miku sfidava Gumi in una battaglia al karaoke, io mi misi a scartare i regali: una collana con un ciondolo a forma di cuore da parte di Gumi; dei vestiti da Luka e il CD della band da parte di Kaito. “In esclusiva!” mi disse. Miku invece mi regalò una foto con io e lei quand’eravamo andate al maneggio dove c’era il mio cavallo, Star Light. C’era anche lei infatti nella foto. Len si sedette accanto a me e mi disse: «Allora? Ti stai divertendo?»
«Tanto. E tu?»
«Anch’io. Sbaglio o manca il regalo di qualcuno?» e nel dirlo si girò per frugare nel suo cappotto.
«Happy B-Day, Rin» disse sorridendo.
Era una scatolina piccola e graziosa. Era rivestita di una carta nera lucida, con un fiocchetto rosa. “Cosa potrà mai esserci di tanto piccolo, qui dentro?” mi domandai. Tolsi la carta e mi mancò il respiro.
«Su, aprilo! Altrimenti non saprò mai se ti è piaciuto»
Aprii con mani tremanti il cofanetto di velluto, e dentro c’era …
«Un anello!» esclamai, commossa. Era bellissimo: fino, argento, con una pietra sopra, piccolina, ma graziosa. Me lo rigirai tra le mani, ancora incredula.
«Chissà cosa t’è costato …»
«Sì, anche se piccolo, ammetto che un diamantino come quello non è esattamente economico, ma per te avrei potuto comprarti una miniera intera» mi rispose, sempre col suo adorabile sorriso.
Mi prese la mano e mi mise l’anello.
«Io … io non so che dire»
«E allora non dire nulla» e mi baciò.
Fu il primo di tanti altri compleanni bellissimi, ma come quello, non provai mai tanta emozione.
Il resto della serata fu ancora più divertente: scoprii che anche Len sapeva cantare, e la sua voce era meravigliosa. Andammo avanti fino a mezzanotte, e per fortuna smise di piovere.
“Un anello. Mi ha regalato un anello!!!” Ero così felice che non mi resi nemmeno conto del baccano che stavo facendo mentre aprivo la porta di casa.
Dalla vita, ora, avevo davvero tutto, non desideravo altro. E più me lo ripetevo, più Len riusciva a stupirmi con nuove sorprese.

D’altro canto, non ero l’unica a vivere un’esperienza simile. Anche Miku e Kaito se la passavano bene: non solo stavano sempre insieme, ma anche a scuola non si lasciavano un minuto! Al contrario di me e Len, più riservati rispetto a loro due. Erano così carini. Quando li vedevi, era la prima cosa che ti saltava in testa. Se Miku ricopriva di attenzioni Kaito preparandogli il pranzo un giorno sì e l’altro pure, lui non era da meno: fiori, cioccolatini e peluche. Erano la reincarnazione dell’amore romantico e coccolone: un San Valentino perenne!
Ogni tanto io e Gumi ci divertivamo a farle qualche scherzo, lo ammetto. Qualche volta partecipava anche Luka: “Io sono qui solo per assistere!” diceva “Chiariamo bene le cose: io non centro niente con voi!” ma poi anche lei rideva insieme a noi.
Ecco un esempio: un giorno Kaito e Len erano andati insieme in piscina e Luka, nostra infiltrata, era riuscita a sfilare il cellulare dalla tasca del giaccone di Kaito e aveva mandato una mail a Miku con scritto: «Ehi Miku! Sai no che oggi dovevo andare in piscina con Len? Purtroppo ha un impegno e non può venire. Che ne dici se andiamo a fare un giro? Ho il pomeriggio libero» Invio.
Io ero a casa di Miku, per tenere d’occhio la “situazione”.
«Miku» dissi «Ti è arrivato un messaggio» aggiunsi con faccia “indifferente”.
Vidi Miku leggere velocemente la mail, scrivere qualcosa, girarsi verso di me, per poi aggiungere:
«Kaito mi ha chiesto se esco con lui. Non ti dispiace, vero?» disse con faccia da cucciolo.
«Ma figurati! Vai e divertiti» risposi sorridendo.
Si preparò e uscì. Io nel frattempo ne inviai una a Gumi e Luka dicendo loro: «Fase 1 completata! Ci vediamo in piazza!!!»
Gumi intanto era già là (ognuna aveva il suo compito) e quando vide arrivare Miku ci avvisò. Raggiungemmo la sorellina di Luka e ci appostammo insieme a lei dietro al muretto della gelateria per vedere cosa stava facendo Miku. Lei si era seduta su una delle sedie all’aperto e aspettava, giustamente, l’arrivo di Kaito. Passò un quarto d’ora e Kaito non si faceva vedere. Intanto noi tre ridevamo come delle matte e vedere Miku spazientirsi così era ancora più spassoso. Lei, infuriata, prese il telefono e vedemmo che stava chiamando qualcuno.
«Hai spento il cellulare di Kaito, vero?» chiesi divertita.
«Ovvio!» mi rispose Luka «E gliel’ho anche rimesso nella tasca del giaccone»
«Guardate Miku! Guardatela!» ci disse Gumi, ormai senza fiato e in lacrime dalle risate.
Aveva scagliato il telefono nella borsa incavolata nera, dato che “il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile o ha il telefonino spento”. La vedemmo alzarsi, ormai dopo trentacinque minuti d’attesa (di solito Kaito è puntualissimo!) e dirigersi verso la sua bicicletta dicendo: «Al diavolo! Io me ne torno a casa!»
Noi eravamo già “scappate”, correndo a casa Hatsune per anticiparla. Arrivammo circa dieci minuti prima, e avemmo tutto il tempo per inscenare la parte restante del piano.
La sentimmo rientrare, sbattendo la porta, e imprecare.
«Quel deficiente!» sbraitò aprendo la porta della sua camera.
«Oh, ciao Miku! Sono rimasta qui a casa tua e Gumi e Luka sono venute a trovarmi. Ma che ti succede?» chiesi, recitando alla perfezione “la parte dell’amica turbata”.
«Ciao Gumi, ciao Luka» sbottò Miku «Quello scemo di Kaito mi ha mandato un messaggio dicendo di incontrarci, no? E sai cos’ha fatto?!»
«Cos’ha fatto?» domandammo in coro.
«MI HA DATO BUCA!!!»
«Nooooo!!!» commentammo all’unisono.
«Ma che cattiveria» disse Luka.
«Non ci si comporta così» sottolineò Gumi.
«Si merita una bella punizione» commentai io.
«Giusto, Rin! Una punizione!» disse Miku. Quando era arrabbiata sapeva essere tremenda.
Andò in cucina, noi la seguimmo, e vedemmo che stava prendendo la torta di sua madre.
«Ora ci penso io» sogghignò.
Con sorprendente spirito d’intuizione, si diresse a piedi alla piscina (casa sua era praticamente a portata di tutto!) e, appena vide Kaito e Len venire dagli spogliatoi, gli si avvicinò. Il poverino non fece in tempo a spiccicare parola che si ritrovò una millefoglie al cioccolato sparpagliata sulla faccia, mentre tutti lo fissavano. Len li guardava incredulo.
«Ben ti sta!!!» gli disse Miku, girò i tacchi e se ne andò.
Lui rimase a bocca aperta, fissandosi i vestiti sporchi di dolce. Io e le sorelle Megurine dovemmo sederci, tanto erano forti le risate che ci assalivano: ci tenevamo la pancia e ci lacrimavano gli occhi. Len mi guardò: ovviamente aveva intuito tutto e, da bravo amico qual è, accompagno il giovane Shion a casa sua, per farsi un altro bagno.
Una settimana! Non gli parlò per una settimana! Kaito non sapeva che fare. Poi però trovò comunque il modo di farsi perdonare, e, quando scoprirono che il tutto era un piano diabolico architettato da noi tre (“Voi due!”, aveva detto in realtà Luka), tornarono a essere i soliti piccioncini di sempre.
 
Anche Natale fu piuttosto divertente: andammo in giro la sera del 25 dicembre per vedere Sakurami illuminata dalle luci e l’immenso albero che regnava sulla piazza principale. Uno spettacolo magnifico! Mentre l’ultimo dell’anno visitammo il tempio, com’era abitudine fare. Un nuovo anno era cominciato e tra pochi mesi saremmo andati in terza. La mia paura più grande era quella di non essere più in classe con Len: perché c’era questa stupida abitudine di rimescolare le classi?! Non che prima me ne importasse più di tanto: io e Miku, negli anni delle medie e nei primi due delle superiori, eravamo sempre state insieme, ma adesso c’era seriamente il rischio che io e lei, o io e Len, non fossimo nella stessa sezione. E il responso non tardò ad arrivare: a fine Marzo c’erano già i tabelloni con le nuove classi esposti. Noi quattro (Miku, Kaito, Len ed io) decidemmo che ci saremmo andati lo stesso giorno. Così, una domenica mattina, ci demmo appuntamento davanti alla scuola per scoprire la verità.
«Eccoci!» esclamò Kaito vedendoci già là «Avete dato un’occhiata?»
«No, siamo appena arrivate anche noi» gli rispose Miku.
Io guardai Len e lui mi prese la mano: “Non sarà di certo questo a separarci, no?” sembrava dirmi il suo sguardo. Mi strinsi ancora di più a lui: cosa avrei fatto senza averlo più vicino come del resto era successo per un anno intero?
«Allora, controlliamo la sezione 1 intanto …» Kaito scorse tutti i nomi, ma non trovò nessuno dei nostri.
«Nella sezione 2 ci sono io» sospirò Len «Solo io» aggiunse poi amareggiato.
«Nella 3 … Io e Kaito» dissi.
«Quindi io sarò da sola nella 4?!» commentò Miku, incredula.
«Ma con che criterio hanno diviso le classi?» si domandò Kaito.
«Coi bigliettini» commentai sarcastica io.
Delusi e amareggiati tornammo a casa. Quando aprii la porta vidi mia madre che stirava mentre guardava la TV.
«Tadaima*, kāsan» dissi un po’ sottotono.
«Okaerinasai*, Rin» disse. Poi mi guardò meglio in faccia e aggiunse: «Che ti è successo?»
«Non sono in classe né con Len né con Miku» sbuffai «Ma con Kaito. Lui mi è anche simpatico, però …»
«Non è come avere la propria migliore amica e il proprio fidanzato, lo so» completò. Poi si avvicinò e mi prese le mani «Ma devi anche imparare a staccarti un po’ da loro, devi capire che non vivrai attaccata alla tua migliore amica ogni secondo della tua vita. Bhe, forse al tuo fidanzato, ma non a Miku»
Sapeva trovare sempre delle risposte adatte ai miei problemi, cercando di farmeli affrontare, piuttosto che evitare. Era una donna molto saggia sotto questo punto di vista.
«Grazie, mamma»
«Figurati. Ah, Rin! Hai per caso visto i miei occhiali? Non li trovo da nessuna parte»
«Ce li hai addosso, haha*. Sennò come faresti a vedermi?!»
 
  
 
Spazidellautrice: Sesto capitolo :D La nostra storia sta per giungere al termine çwç *è la sua prima fanfic a capitoli --- commossa* non so ancora se farla finire in sette o otto capitoli: il sette è un numero fortunato per il mondo occidentale, ma l’otto lo è in giapponese …. *pensa* bah, vedrò cosa verrà fuori la prossima volta xD ! Ultimamente il mio spazietto non è più così “affollato” da mie idee strampalate xD comunque, VI CHIEDO CORTESEMENTE DI COMMENTARE/RECENSIRE QUESTA FAN FICTION *inchino di ringraziamento* grazie per le belle parole negli altri capitoli  *^* quanto mi fa felice vedere delle recensioni nelle mie storie >w<
 
*Note
Kitto daijōbu! = Andrà tutto bene!
O tanjōbi omedetō gozaimasu!!! = Tanti auguri di buon compleanno!!!
Imōto = sorella minore/sorellina
Gomen = Scusa
Tadaima = Sono a casa
Kāsan = mamma/madre
Okaerinasai = Bentornato/a
Haha = mamma (in modo affettuoso); abbreviazione di “Hahaue” 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vocaloid / Vai alla pagina dell'autore: Ryoucchi