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Autore: WriteForLove    22/06/2012    5 recensioni
"Sappiamo tutti che le persone sono le stesse, dovunque andiamo.
C’è il bene e il male in ognuno di noi.
Noi impariamo a vivere, impariamo a dare
Ciò di cui abbiamo bisogno per sopravvivere è stare insieme."
[Ebony and Ivory- Paul McCartney e Stevie Wonder.]
Una nuova arrivata a Parigi sconvolgerà l'equilibrio della città, partendo dalle fondamenta, dalla corte dei miracoli e dal suo Principe, passando per un poeta che non ha mai conosciuto l'amore.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clopin Trouillefou, Nuovo Personaggio, Pierre Gringoire
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dopo tanto tempo, rieccomi! Mmmh, zero commenti al capitolo precedente? Sì, è stato anche questo il motivo della mia assenza ma hei, non importa! Spero che chi leggerà questo piccolo delirio abbia pietà di me e commenti, visto che in effetti sono un po' demorallizzata! A voi la lettura!

Cap. 3: Un Poeta e Una Stracciona

Il mattino seguente Genevieve fu svegliata dai raggi del sole che le colpivano il viso e dalle voci della gente sul sagrato. Jacques dormiva beato e lei si alzò ancora assonnata. Sul tavolo di legno era stato posto del latte, un pezzo di pane e della frutta. La ragazza sorrise, Quasimodo doveva aver preparato tutto quello. Dopo aver bevuto un bicchiere di latte, si mise alla ricerca del suo mostruoso amico che trovò su una balconata qualche piano più in basso -Quasimodo buongiorno! Sei stato veramente gentile a prepararci la colazione!-
il gobbo però non la degnò di uno sguardo continuando a fissare qualcosa nella piazza – Amico mio? Cosa c'è? Cosa ti turba?-
solo in quel momento lui si voltò verso di lei
- Qualcosa che non ho mai provato prima, l'amore, cara amica mia. Una stupenda creatura ha incatenato il mio cuore. Guarda, guarda come balla leggiadra, è un angelo!-
la giovane incuriosita si sporse dal parapetto e in un istante capì. Sul sagrato della chiesa, una giovane andalusa danzava al ritmo di qualche musica della sua terra
- é veramente bella, come si chiama?-
- La Esmeralda -
 La Esmeralda, che nome curioso. Il piccolo Jacques li interruppe -Buongiorno! Gen mi avevi detto che oggi potevo andare a visitare la città! Posso, posso posso?-
 la ragazza sorrise, -Sì sì, vai! Ma per il tramonto dei trovarti all'interno di Notre Dame, non farmi preoccupare!-
 -Ok sorellona! Ciao Quasi, a questa sera!-
 il gobbo lo salutò con la mano -Non hai paura che gli succeda qualcosa?-
 lei rise -Quel piccoletto sa cavarsela! E poi con la sua carnagione chiara potrebbe essere scambiato per un qualunque parigino, e ora scusami, ma vado a guadagnarmi il pane!-
 detto questo gli diede un bacio sulla fronte e corse via. Una volta fuori dalla cattedrale trovò il suo amico Rainè ad aspettarla - Gen! Gen, sono qui!-
lo raggiunse sorridendo -Buongiorno amico mio! Siamo pronti per lavorare?-
 il ragazzo, moro e dalla carnagione scura ghignò -Sempre pronto!- i due erano, infatti, ladri e tagliagole, i più abili del loro gruppo. -Avete trovato un posto in cui riunirci questa sera?-
 -sì, ai piedi della grande ghigliottina-
 lei ridacchiò
 -molto, molto caratteristico-
 i due si sorrisero un'ultima volta, si fecero calare i propri cappucci sulla testa e si misero al lavoro. Dopo qualche ora Genevieve era stanca e infreddolita, così decise di andare a ripararsi nel primo luogo che trovò. All’interno era stato allestito un palco, dove alcune persone stavano discutendo. La giovane incuriosita si avvicinò e capi subito che quelli erano attori che provavano una qualche opera a lei sconosciuta. Si sedette ai piedi di una balaustra e togliendosi il pesante cappuccio continuò ad ammirare lo spettacolo fino a quando una voce la fece trasalire –è di vostro gradimento Madame?-
 istintivamente portò una mano alla cintura dove teneva nascosto il pugnale, ma poi si calmò. Non era un pericolo ma un semplice ragazzo, anzi, un uomo così gli sorrise
 –Sì messere, lo trovo decisamente interessante, sapete dirmi di cosa si tratta?-
 il giovane gonfiò il petto magro e alzò il mento, orgoglioso –è la mia creazione, il mio mistero-
 -Siete stato voi a scriverlo?-
 -Assolutamente, madamigella-
 –Mi complimento con voi dunque, è veramente straordinario. Ma chi siete, per essere riuscito in questa impresa?-
 - Il mio nome è Pierre Gringoire, poeta e filosofo, per servirla- e accennò un inchino degno di un nobile, nonostante i suoi abiti lisi.
Solo in quel momento Gen si soffermò a guardarlo con più attenzione, era un bell’uomo, dai tratti eleganti e con due occhi del colore del cielo di Luglio, erano…erano splendidi. Gringoire, dal canto suo era rimasto piacevolmente colpito da quella ragazza che aveva mostrato tanto interesse per la sua creazione denotando quindi una spiccata intelligenza degna di una qualsiasi ragazza di buona famiglia, anche se i piedi nudi tradivano la sua natura di stracciona, anche se non aveva le caratteristiche fisiche di un’Egiziana – E voi invece, come vi chiamate?- azzardò.
Lei accennò un sorriso – Genevieve, il mio cognome non lo ricordo più, non rammento nemmeno se l’ho mai posseduto. Sono certa però che un uomo di poesia come voi non baderà a questo-
 era una sfida e lui lo sapeva bene, lo leggeva in quegli occhi che brillavano furbi e nei muscoli tesi pronti a scattare, per aggredirlo o per fuggire, in caso lui avesse tentato di consegnarla alle guardie. In ogni caso non l’avrebbe mai fatto, la ragazza aveva ragione lui era uomo d’intelletto, non di spada. Le sorrise e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. Lei accettò e quando le sue dita strinsero quelle piccole e fredde di lei, una scossa elettrica li attraversò e si ritrovarono a fissarsi negli occhi, a un passo l’uno dall’altra. Proprio in quel momento dal portone entrò un agitatissimo Jacques che prese a tirare la donna per un braccio. Il poeta rimase sconvolto dalla loro somiglianza, che fosse suo figlio?
–Vieni sorellona! Alcuni uomini nella Place de Greve hanno attaccato Ophelie e Santana, gli altri stanno già accorrendo, dobbiamo andare!-
 In un primo momento Gringoire fu sollevato dal costatare che quella piccola furia rossa era il fratello della sua nuova conoscenza ma poi inorridì, due donne erano state attaccate. Genevieve senza pensarci due volte, uscì correndo dal palazzo a grandi falcate. Il poeta, confuso ma intrigato, decise di seguirla, lasciando i suoi attori alle loro prove.



Questo di solito è l'angolo dei ringraziamenti che mi piace fare per far capire a chi recensisce quanto lo apprezzo ma non essendoci nessuna recensione rigrazio TE che hai appena letto sperando che continuerai a farlo!

con affetto

WfL
   
 
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