Schegge
Non
aveva idea di dove fosse andato a finire Shifu, e neanche aveva idea di dove
trovare l’altro panda, così Shen decise di tornare al palazzo.
Era
solo metà mattina e tutti dovevano essere ancora impegnati con il loro
allenamento perché l’arena era deserta, e così anche la palestra.
Shen
entrò circospetto.
Ebbe
un attimo di panico quando scorse una sagoma tozza con minuscole orecchie
arrotondare, ma poi si accorse che era solo un punching ball.
Ovviamente
a forma di panda.
“Dannati
panda!”
In
un angolo c’era una rastrelliera con bastoni ed altre imitazioni di armi in
legno.
C’erano
spade, shuriken e lance.
Shen
le osservò tutte attentamente prima di scegliere quella che più somigliava al
suo guan dao.
Le
lame da lancio non gli interessavano perché riteneva che qualunque idiota
avrebbe potuto colpire un bersaglio con una shuriken
affilata su tutti i lati, e lui che aveva sempre lanciato lame a forma di
coltello per cui serviva molta più abilità si rifiutava di usare quelle armi da
incapaci.
Staccò
la lancia dalla rastrelliera e provò qualche mossa.
“Salute, panda! Ci incontriamo
alla fine”
Pensò
con amarezza.
Era
passata una vita intera da quando aveva fatto le prove per “accogliere” il
panda al palazzo imperiale della città di Gong Men.
Il
palazzo che poi lui stesso aveva distrutto.
“Hai appena distrutto la tua casa
avita, Shen!”
“Un sacrificio futile, quando
l’intera Cina è la mia ricompensa”
Si
sentiva così sicuro di se quando aveva pronunciato quelle parole, invece quello
che gli era rimasto era assolutamente nulla.
Sferzò
il vuoto con rabbia e se avesse avuto
davanti il panda e se la lancia
avesse avuto una punta di vero metallo il plantigrade non avrebbe avuto scampo.
:-Il
cai li fo è un’arte complessa-:
Lo
sorprese una voce femminile alle sue spalle.
Shen
scattò in guardia e si trovò davanti Tigress.
:-Che
cosa vuoi?-:
Le
chiese sgarbato.
In
quanto uccello aveva una istintivo timore dei felidi e non gli piaceva che la
tigre comparisse all’improvviso, specie alle sue spalle!
:-Sei
molto abile, ma se vuoi migliorare ancora ti serve un compagno per allenarti. Se
vuoi ho cinque minuti liberi-:
Gli
rispose lei.
“Tsk! Questa non sa che ho messo K.O. Master Croc e Master Ox quando loro erano
due contro uno!”
Shen
la guardò con sufficienza.
:-Per
me va bene-:
Tigress
annuì e staccò a sua volta una lancia dalla rastrelliera.
:-Io
sono pronta-:
Scattarono
all’attacco nello stesso momento, scambiandosi una serie di colpi velocissimi.
Presto
Shen si accorse che la tigre non era molto a suo agio con un’arma, forse perché
più era abituata al combattimento corpo a corpo, invece lui maneggiava il guan dao come se fosse un parte di
se, e questo gli diede una certa sicurezza.
Furono
interrotti dalla voce di Crane fuori dalla palestra.
:-Tigress! Hei, Tigress, mi stai
facendo fare tutto il lavoro da solo!-:
Shen
abbassò la lancia.
:-Sembra
che il tuo tempo si scaduto-:
Le
disse apparentemente indifferente.
:-Sì,
il dovere chiama-:
Gli
voltò le spalle e rimise la lancia al suo posto.
Shen
strinse la sua appena un po’ di più.
Se
non ci fosse stata la costante minaccia di essere sbattuto di nuovo in cella e
se fosse stato armato come si deve non avrebbe esitato ad attaccare la tigre
alle spalle.
Sospirò
amareggiato pensando a quanti “se”
c’erano in troppo poco tempo.
:-Comunque
è stato un bell’incontro-:
Gli
disse Tigress, poi lo salutò come i maestri kung fu,
con il pugno destro contro il palmo sinistro e Shen rimase un attimo interdetto
perché proprio non se lo aspettava, però rispose.
Rispose
con un riflesso che gli era rimasto scolpito nella memoria, quello di piegare
la testa in un mezzo inchino.
:-A
dopo, Shen!-:
Appena
Tigress sparì oltre la porta Shen si diede cento e mille volte dell’idiota.
Che
gli era saltato in testa di inchinarsi per
rispondere alla tigre?!
Lui
era un principe, dannazione, e qualunque gesto di rispetto o ancora meglio di
sottomissione gli era semplicemente dovuto!
La
verità era che combattere con qualcuno in una palestra lo aveva riportato a
quando Master Grey Badger insegnava
le basi del Kung Fu.
“Perché non vuoi fare il saluto,
Shen?”
“Io sono il principe e non mi
inchino davanti a nessuno!”
“Salutare l’avversario è un gesto
di rispetto, non di sottomissione. Se vuoi essere trattato con rispetto devi essere
pronto a rispettare a tua volta”
Riprese
ad esercitarsi con la lancia per farsi passare un po’ di stizza.
Gli
esercizi lo calmavano perché gli facevano distogliere l’attenzione da quello
che lo turbava, e siccome con il suo carattere Shen dava spesso in
escandescenze anche esercitarsi con il guan dao era una cosa che faceva spesso.
Lanciò
in aria l’arma ed al momento di riprenderla al volo, un’ombra alle sue spalle
lo fece saltare terrorizzato.
Un’ombra
grande, ingombrante e con piccole orecchie rotonde.
:-Ma
dannazione, panda, in questo posto non usate bussare?!-:
Stridette
furioso.
:-Veramente
l’ho fatto, ma tu eri troppo concentrato-:
:-Sì,
sì, certo, come dici tu. Adesso ascoltami!-:
Ci
pensò dopo che se voleva ottenere delle risposte forse il modo migliore non era
sputare ordini, ma d’altra parte il panda non pareva essersi offeso e stava
aspettando.
Shen
lasciò un minuscolo sospiro, ripensando ai petali bianchi che gli erano caduti
addosso.
:-Voglio
sapere perché-:
Gli
chiese.
:-Perché… cosa?-:
Per
Shen era assolutamente ovvio, per il panda evidentemente no.
:-Perché
tutto questo!-:
Chiarì
Shen.
:-Bè, allora, quelli sono gli anelli che usa Monkey, la foresta dei Draghi è usata un po’ da tutti… ma sta attento che è pericolosa! Per i tenerini intendo… e poi la
Tartaruga serve a…-:
Decisamente
il panda era lento di comprendonio!
:-Non
quello! Intendevo dire me! Che te ne importa se vivo o se muoio?! Perché
continui ad aiutarmi?!-:
:-Perché
credo che tu abbia bisogno di aiuto. Ti ricordi quella cosa sui genitori?
Quando mi hai detto che non mi amavano? Io credo di sapere perché lo hai
fatto-:
No!
Di nuovo no!
Bastava
già la capra che cercava di strapazzargli la coscienza!
:-Perché
approfittavo della tua debolezza, ovvio! Ci hai messo così tanto a capire che
sono un bastardo sadico e senza cuore?-:
Glielo
disse con una sorta di feroce compiacimento, tanto per ricordargli con chi
aveva a che fare.
:-No,
non è questo. Ok, sì, magari anche, ma secondo me lo hai fatto perché ti
sentivi solo. Tu eri convinto che i tuoi genitori ti odiassero, non è così?
Volevi che qualcuno provasse il tuo stesso dolore per poterti capire-:
Un
altro spigolo del suo orgoglio andò irrimediabilmente in pezzi come un ciottolo
di ossidiana scagliato contro il muro.
:-Io
non provo dolore! Io provo solo… odio!-:
Gli
sibilò contro.
:-E
pensi che continuare ad odiare ti guarirà? Riempirà quel cratere che hai
nell’anima?-:
:-Non
rubarmi le battute, panda!-:
:-Però
questa ci stava bene, ammettilo!-:
Gli
replicò quello con un sorriso.
Shen
scosse la testa rassegnato: la vicinanza del panda si stava rivelando più
deleteria del solito, così decise di andarsene.
:-E
dai, Shen, non ti offendere per così poco!-:
Gli
gridò dietro il panda.
Lui
rimise a posto la lancia di legno prima di girarsi a rispondergli.
:-Non
mi sono offeso. Solo che non capisco-:
Era
la verità: più che offeso si sentiva terribilmente confuso.
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Cantuccio
dell’autore
Salve
a tutti!
Tanto
per cominciare vorrei ringraziare Naty McQueen per aver messo la storia nei
preferiti, Julia Snape per averla
messa tra le ricordate, WareWolf91 e ancora Naty McQueen per averla messa tra le seguite.
Ora
passiamo alle chiacchiere.
Nel
testo ci sono citazioni di parole ma anche di situazioni di Kung
Fu Panda uno e due e mi piace inserirle perché creano continuità con la storia
originale.
Poi
lo sapevate che il titolo originale di Kung Fu Panda
2 è “Kaboom of doom”?
Tradotto
verrebbe più o meno “il Boom (nel senso di esplosione) del destino” che è un
titolo fighissimo che rende perfettamente tutto il
senso del film.
Mi
chiedo perché in Italia, che lasciano tutto in inglese, giusto questo lo hanno
tagliato!
Makoto