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Autore: Buck    25/06/2012    4 recensioni
Che cosa prova Petunia alla morte della sorella? È sollevata, disperata o semplicemente non le importa nulla? A distanza di anni una Petunia più matura e meno animata dal rancore si reca alla tomba di Lily, e parla alla sua foto. Che cosa le dirà?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Petunia Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Poso la mano sulla pietra fredda. Le mie dita seguono tremando le lettere che compongono il tuo nome. Il marmo è così bianco… anche tu eri così una volta, sorella mia: candida come questa pietra.

Visto? Sono qui. Ci è voluto un po’ di tempo, ma sono venuta alla fine. Tardi, ma sono venuta.

Inizia a piovere, e le mie lacrime si mischiano alle gocce di pioggia.

Non doveva finire così. Non dovevi andartene, Lily. Con te è morta anche la parte buona di me. So di averti trattata male, di averti fatto piangere. So che ti ho detto cose terribili, che ti ho fatto credere di odiarti. Il fatto è che lo credevo anche io, ero davvero convinta di odiarti. Solo ora mi rendo conto che non ti ho mai odiata veramente, che volevo soltanto un pretesto per allontanarmi da te. Sarebbe stato più facile dimenticarti. La tua lontananza non mi avrebbe imposto un continuo confronto con la tua persona. Se tu eri marcia, allora diventavo io la stella della famiglia, la prediletta dei genitori, anche se forse non la più bella e intelligente. Ovviamente non è stato così. Le mie erano soltanto fantasie, false speranze. Non avrei mai potuto eguagliarti: semplicemente, tu eri qualche gradino sopra di me, in tutti i sensi. E ora… ora non posso che parlare alla tua tomba e, per quanto serva, urlare al vento che non ti ho mai odiata, neanche per un istante.

Ti ricordi quando eravamo bambine, Lily? Non eri solo mia sorella, eri la mia migliore amica. Poi hai scoperto di essere una strega. E l’invidia ha superato l’amore che provavo per te. Volevo anche io un po’ della tua magia. Volevo essere come te. Tu eri perfetta: intelligente, bella, solare. E pure strega. Chi ero io in confronto a te? Nessuno.

Non mi importava nemmeno che tu facessi di tutto per mostrarmi il tuo affetto. I tuoi sorrisi cominciarono a sembrarmi fasulli, le tue parole di disprezzo.

Non capivo che tutti i tuoi sentimenti, così come i tuoi gesti, le tue azioni e le tue frasi erano sincere. Tu eri bella, Lily. Eri bella fuori, ma soprattutto dentro, nell’anima. Eri semplice e immacolata come questo marmo che sto accarezzando. Mi manca il tuo sorriso dolce. Mi basterebbe rivederlo una volta, una soltanto, per essere felice. Perché vorrebbe dire che, nonostante tutto, mi hai perdonata.

Ho stracciato le tue lettere, distrutto i tuoi ricordi, vanificato i tuoi tentativi di riallacciare i rapporti. La verità? Hai sempre avuto ragione, Lily, e io torto.

Quel giorno in cui ho aperto la porta e ho trovato Harry sulla soglia di casa mia insieme ad una lettera, ho subito capito che cosa vi avrei letto. E ti ho odiata ancora di più: te ne eri andata per sempre e io non avevo più la possibilità di vederti, di parlarti, di chiederti scusa.

So che sei morta con orgoglio, per amore. Con quel coraggio che io non sarei mai stata capace di dimostrare, nemmeno per mio figlio. Vedo i tuoi capelli, rossi come il fuoco, turbinarti intorno e i tuoi occhi verdi incendiarsi un’ultima volta, asciutti nella determinazione di quello che ti accingevi a fare, senza rimpianti, prima di chiudersi per sempre.

Non meritavi di morire. Ma non eri capace di stare da parte, di chinare il capo. Mi avevi detto che c’era una guerra nel tuo mondo, che avresti combattuto perché tuo figlio potesse avere un futuro migliore, ma non credevo che dicessi sul serio. Ci sono tanti modi di combattere, e avrei dovuto immaginare che tu avresti scelto il più diretto, il più pericoloso. Eri forte, invincibile. Eppure sei morta.

Guardo la tua foto, e tu agiti la mano, e sembri quasi ascoltarmi. Pieghi la testa all’indietro e ridi, felice e spensierata. La tua immagine è viva come lo eri tu un tempo. Eri così giovane.

Tuo figlio se ne è andato, questa mattina presto. Ci ha salutati e ci ha augurato buona fortuna. Dice che deve sconfiggere il mago che vi ha assassinati, che solo lui può farlo. L’ho pregato di non partire. Non mi ha ascoltata: è intrepido e cocciuto quanto te.

Sono stata una pessima zia, ma avevo paura di legarmi troppo a lui. In quanto mago mi avrebbe lasciata un giorno, proprio come te, e io non volevo avere altre ferite con cui convivere. Sarei morta dissanguata. Sono egoista Lily, debole ed egoista. Ti chiedo perdono anche di questo, oltre che di tutti i torti che ti ho fatto. Per quanto possa valere, voglio anche che tu sappia che gli ho voluto bene e che saresti fiera di lui.

Ti ho detto tutto, sorella mia. Anzi no, non è vero. Avrei così tanto da dirti, ma non c’è tempo. Devo andarmene anche io, Harry ha insistito perché accettassimo l’aiuto dell’Ordine per nasconderci. Forse un giorno, quando questa guerra sarà finita tornerò, Lily. Harry ce la farà, ne sono certa. Se mi cercherà gli chiederò scusa, e gli parlerò di te.

Un’ultima cosa prima di andarmene. Ricordi quell’ultima volta in cui ci siamo viste? Sei apparsa all’improvviso nella mia cucina con tuo figlio in braccio. “Ti presento Harry” hai detto con il volto luminoso.

Io ti ho detto che dovevi andartene, perché Vernon sarebbe tornato a momenti. Tu te lo aspettavi.

“Volevo salutarti un’ultima volta, Tunia” hai dichiarato con gli occhi lucidi.

Ho aperto la bocca per parlare, ma tu non me lo hai permesso.

“Hai fatto le tue scelte, Petunia. Io le mie. È giusto così, in fondo. Adesso siamo adulte, e io non ti chiederò di accettarmi come strega. Non puoi o non vuoi farlo, l’ho capito”. Ti sei fermata un momento a riflettere. Eri seria e serena al contempo. Non rassegnata, ma a ripensarci adesso, è evidente che sapevi di non avere più molto da vivere. “Quello che ti sto chiedendo adesso è di non dimenticare la Lily babbana. So che almeno quella l’hai amata. Ti ricordi quanto eravamo legate? Sono certa di si. Ripensa a quei momenti”. Io non riesco a formulare un pensiero coerente. Una parte di me vorrebbe cacciarti, l’altra correre ad abbracciarti.

“Promettimi che lo farai, Tuny, e che quando ti troverai di fronte ai tuoi sbagli perdonerai te stessa e ricomincerai da capo”.

Non te ne sei andata fino a quando, allibita, ho fatto quello che mi chiedevi, spaventata, consapevole che c’era qualcosa di tremendamente sbagliato e definitivo in quel gesto. Mi hai rivolto un ultimo caldo sorriso e, girando su te stessa, sei scomparsa per sempre.

Eri speciale da babbana, e sei stata speciale da strega. Probabilmente non mi potrò mai perdonare, ma ti sono infinitamente grata per quella promessa, Lily. Sapevi che un giorno non avrei più potuto nascondermi dietro menzogne e bugie, che avrei dovuto affrontare la realtà, e hai fatto in modo che sapessi che mi volevi ancora bene. Non merito il tuo affetto. Avresti dovuto odiarmi, ma tu non eri capace di odiare. E andando incontro alla morte, consapevole del tuo destino, ti sei ricordata di me. Mi hai teso ancora una volta una mano. Allora non l’ho presa, ma la afferro adesso, come un salvagente. Il mio salvagente.

Prima di lasciarti lascio un giglio sulla tua tomba. È semplice e bello quanto te, mia adorata Lily. Il fiore di cui porti il nome ti ha sempre rappresentata meravigliosamente.

Mi sollevo faticosamente da terra e mi asciugo le lacrime con un fazzoletto. Una folata improvvisa di vento mi solleva i capelli e mi sembra quasi di udire un sussurro perdersi nell’aria.

Sorrido: anche se non lo merito, so che mi hai perdonata.

 
NOTE

Innanzitutto un saluto a tutti coloro che sono arrivati a leggere fin qui. Grazie, davvero!

Che dire di questa one-shot? Non so come mi sia venuta in mente, a dirla tutta. Ho sempre odiato il personaggio di Petunia almeno quanto ho amato quello di Lily. Diciamo che ho voluto provare a riscattarla, almeno un pochino. Cioè, sono perfettamente consapevole che il ritratto che ho fatto di lei non è esattamente un elogio alla sua persona. Però ho voluto provare a dare una spiegazione al suo comportamento, a immergermi nei suoi pensieri. Petunia, secondo me, era una persona debole, egoista. Amava profondamente la sorella ma non poteva accettare che Lily fosse così speciale. Era lei quella bella, intelligente, divertente. Petunia non poteva reggere il suo confronto e l’invidia è cresciuta quando Lily è partita per Hoghwarts. Così ha incominciato ad odiarla, a escluderla dalla sua vita. Probabilmente sperava che così facendo la sorella sarebbe ritornata da lei, senza capire che Lily non avrebbe potuto essere diversa da quello che era: era una strega fin nel profondo, nel cuore e nell’anima. Petunia ha continuato a fingere di odiarla. Era più facile. Poi però Lily è morta, e Petunia si è ricordata di quella promessa. Si è trovata Harry davanti alla porta di casa e lo ha tenuto con sé per amore di Lily, ma non è riuscita a mostrargli il suo affetto, perchè le somigliava troppo. Solo quando lui se ne va e Petunia sa che potrebbe non fare ritorno, trova il coraggio di andare alla tomba sorella, per la prima volta dalla sua morte. Ha una promessa da mantenere, e delle scuse da porgere. parlare anche con Harry, ma non ce la fa. Chiude la porta dietro di se, limitandosi ad augurargli di sopravvivere, ripromettendosi di parlargli a guerra finita. Non fingerà più che la sorella non esista, non tenterà più di cancellare il passato e, chissà, forse riuscirà ad essere una persona migliore. Spero di essere riuscita a spiegarmi, anche se temo che il mio sproloquio non sia troppo chiaro… fatemi sapere cosa ne pensate. Pareri, opinioni domande e critiche sono ben accette!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :) Baci, Buck

  
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