Film > Sweeney Todd
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Autore: LovleySev394    26/06/2012    4 recensioni
questa è la mia prima fanfiction! Spero che vi piaccia è ispirata la film di Tim Burton e ho pensato come potrebbe essere il rapporto tra Sweeney e Nellie: tra amore e odio....
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mrs Lovett, Sweeney Todd
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nellie si avvicinò al tavolo dove aveva appoggiato il vassoio con il thé. Lo sollevò tremante e lentamente si avvicinò alla porta. Sperava di essere fermata che lui si girasse con impeto e che la afferrasse per le spalle e la baciasse rivelandogli il suo amore. Niente. Era tornato alla fredda indifferenza di sempre quando pochi secondi prima era stato così romantico e passionale così…come lei lo avrebbe voluto. Sembrava che non fosse successo niente e che lei fosse appena entrata con il thé: “Sono io signor T., le ho portato il thè”, e così via. La signora Lovett aprì la porta il più lentamente possibile facendola scricchiolare in modo che lui si accorgesse, si accorgesse che lei se ne stava andando. Ninete. Lucidava i suoi rasoi come una macchina programmata solo per quello. Silenzio. Nellie si schiarì la voce. Niente. Si fermò incerta sulla soglia e sussurrò: “Signor T….ma perché lo ha fatto?”. Lui rispose con una voce secca tagliente come una lama: “Lasciatemi in pace Nellie Lovett”. Lei rassegnata con un sospiro chiuse la porta. Passarono un giorno, due giorni, tre giorni… Sweeney aveva chiuso le persiane di tutte le finestre e non usciva ne a colazione, ne a pranzo, ne a cena. Sopra la porta aveva affisso un cartello: “Studio da barbiere da Sweeney Todd chiuso, apertura nei prossimi giorni”. E i ‘prossimi giorni’ passavano lenti e inesorabili con una cadenza strascicata e infinita…dall’interno non una parola, un suono, niente. Tutti i giorni la signora Lovett saliva le scale con le lacrime agli occhi e il vassoio del pasto traballante nelle mani che tremavano. Bussava, bussava e bussava senza ottenere alcuna risposta, ogni tanto aveva ricevuto un roco: “Andatevene!”. Nellie per una settimana intera non poté dormire, stesa nel letto con gli occhi gonfi fissava la finestra della camera da letto di Sweeney senza darsi pace, aspettava una luce, un segno, che potessero convincerla che lui stesse bene. La stava uccidendo e lui lo sapeva, lo sapeva bene. La stava torturando…e ci provava gusto quel dannatissimo: quando avrebbe voluto farla finita! Pensava nascondendo il viso nel cuscino e piangendo lacrime amare. Dopo esattamente due settimane da quando Sweeney Todd si era rinchiuso nel suo studio aveva preso una decisione definitiva: “Come si sentirà”, pensava ,“quando saprà che la sua odiata complice si sarà uccisa? Proverà mai compassione? Ma la mai provata per me quel demonio? Dio quanto ti amo Sweeney Todd come puoi non capirlo, sono qui in camera mia con un coltello che tra poco mi trapasserà da una parte all’altra per te, amore mio…Soffrirò quello che devo soffrire e mi ricongiungerò a mio marito, ma ti aspetterò all’inferno Todd non portai non venire prima o poi saremo di nuovo insieme…addio”. Sollevò il coltello che brillò alla luce lunare mandando bagliori argentati nella stanza semi buia, ma qualcosa la fermò…e come poteva abbandonare l’unico che non gli aveva mai fatto del male: “Cosa posso fare per Toby? Quando io sarò morta quel pazzo lo sgozzerà… Sweeney Todd stai distruggendo la vita di una povera donna e non ti basta? Ucciderai anche quel povero bambino vero? Bestia che non sei altro…ma io ti odio! E non sono io che me andrò, non ora…SARAI TU CHE MORIRAI AMORE MIO!”. E come un automa Nellie Lovett attraversò la casa con il coltello in mano e salì le scale con gli occhi vitrei e il cuore bloccato. Bussò alla porta dicendo tutto d’un fiato: “Aprite sono Nellie Lovett”. E per la prima volta in due settimane la porta si aprì. Lei entrò e richiuse velocemente la porta. La stanza odorava di ferro e di sangue. Sweeney Todd era seduto su una poltrona al centro della stanza, i due rasoi in mano, gli occhi gelidi.

  
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