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Autore: Gillian_Lightman    26/06/2012    2 recensioni
E se la dichiarazione di Cal in "Killer App" non è bastata, il destino gli darà una mano
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Ciao a tutti, questa è la mia prima Fan Fiction sulla mia coppia preferita, quindi siate buoni nel giudicare :P
Tre brevi premesse e poi vi lascio a quella che, spero, sarà una piacevole lettura:
1.     Questa FF è il mio “seguito” a Killer App.
2.     Per scopi narrativi ho aggiunto un nuovo personaggio Sarah Black; ciò che dovete sapere:
-         E’ la migliore amica di Gillian da più di vent’ anni e stretta amica di Cal da sette
-         Vive a New York ed è in visita a Washington proprio per passare un po’ di tempo con i capi del Lightman Group. Se vorrete altre informazioni su Sarah fatemelo sapere :)
3.     A volte per specificare le persone che parlano uso le iniziali: C= Cal; G= Gillian; S= Sarah etc.
Detto ciò…Buona lettura!
 
Capitolo 1. Una visita inaspettata.
 
Cal la stringeva a se accarezzandole i fianchi, mentre finalmente la guardava negli occhi, dicendole semplicemente “Ti amo”, le due parole che lei, Gillian, aveva tanto atteso. Poi la avvicinava ancora di più a se e la baciava,i due si incontrarono in un tenero e passionale bacio e…
Gillian si svegliò di soprassalto, nel suo letto. Era sola. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco quella triste realtà, in cui passava le nottate in un matrimoniale mezzo vuoto.
Si tirò su e ripensò a quel meraviglioso sogno: era già la terza notte filata che l’ arrogante viso del suo migliore amico allietava le sue notti. Migliore amico, ah questa poi era proprio bella! Sognava di baciarlo, di stringerlo forte a se e di avere finalmente il coraggio di dichiarargli ciò che provava, e osava pure definirlo amico! D’ altro canto se non aveva il coraggio di ammetterlo neppure a se stessa, come poteva ammetterlo a Cal? Come poteva dirgli che credeva di amarlo? Che le sue carezze un tempo solo affettuose ora la facevano sentire la donna più voluta del mondo? Che quando la chiamava “tesoro” un brivido di piacere le percorreva la schiena? Insomma, come poteva ammettere di essersi innamorata del suo migliore amico!? Ed era proprio questo il punto: lei non notava segni di “interesse” da parte di Cal e, dichiarandosi, aveva paura di porre fine alla più pura delle amicizie oltre che, naturalmente, smettendo di sognare il giorno in cui finalmente lui la avrebbe amata.
Tormentata da questi pensieri alle quattro di notte, Gill si ripose sotto le coperte, sebbene sapesse che non avrebbe più chiuso occhio.
 
Quattro ore prima, a quattro chilometri di distanza…
 
“Gillian…Le vuoi bene?”
“Certo che le voglio bene, le voglio molto bene”
“No, intendevo…Se sei innamorato di lei?”
“…Si”
“Allora, cosa stai aspettando?”
“A questa domanda non so rispondere tesoro”
“Hai paura?”
“Bhe...Insomma…Si. Non ho trovato indicatori di interesse nel suo viso, non credo di essere corrisposto, e per averla rischierei di perdere quella meravigliosa amicizia che per ora è il nostro unico legame.”
“Indicatori, tu sempre con il tuo maledetto lavoro! E’ per questo che hai perso la mamma…Vivi papà, buttati!”
Ed Emily se ne andò a letto, lasciandolo solo con i suoi pensieri. Dannazione aveva ragione! Infondo aveva sempre ammesso che Gillian era l’ unica donna che non riusciva a leggerlo, quindi perché non provare? Tanto l’ amicizia non gli bastava più, e comunque era chiaro che si sarebbe inceppata.
Notava che da qualche settimana Gill, la sua Gill, arrossiva quando la chiamava “tesoro”, quando le sfiorava il braccio o la abbracciava…Possibile che lo ricambiasse o si era solo accorta che c era qualcosa di diverso in lui e questo la metteva a disagio? Accidenti, troppi pensieri!
Cal si bevette uno scotch ed andò a letto, non chiudendo occhio.
 
La mattina seguente…
“Hei Cal” ah, che meravigliosa voce aveva Gillian!
“Ciao tesoro, dormito bene?”
“Non molto” rispose un arrossita Gillian
“Nemmeno io, sono uno straccio. Credo che ci vorrà più di un caffè per svegliarmi”
Prima che Gill potesse replicare una divertita e giovane voce femminile urlò dal fondo del corridoio:
“Quindi, suppongo che nessuno mi abbraccerà…!?”
I due si voltarono, un sorriso stampato in faccia: la loro amica Sarah era in città.
“SARAH!” gridarono all’ unisono correndo ad abbracciarla.
G: “Che bello vederti, come mai non ci hai avvisati, ti avrei preparato la stanza degli ospiti.”
S: “Non preoccuparti, alloggiare è la mia ultima preoccupazione, piuttosto come state?”
C: “Bene e tu? Che vento tira a New York?” enfatizzò l’ ultima parola, non nutriva un grande parere della Grande Mela.
Gillian sorrise, amava ed odiava quel tono strafottente di Cal *che lo rende dannatamente sexy* Basta! Gill lottava con i suoi stupidi pensieri, ora aveva altro a cui dedicarsi: Sarah!
S: “Un buon vento, ma ero stufa della vostra mancanza! Quant’ è  che non ci vediamo…Un mese e mezzo?”
C: “All’ incirca”
S: “Essendo venuta io l’ ultima volta mi aspettavo una visitina, ma un giro nella grande capitale non mi guasta!”
G: “Scusaci, volevo venire ma Cal piuttosto che prendersi una dannata vacanza…”
C: “Hei, circa un anno fa sono stato in Messico”
G: “Si certo, e chiamala vacanza, anche li hai lavorato”
S: “Interrompo quella che sono sicura sarebbe stata una interessantissima discussione”-disse ridacchiando, amava il modo in cui battibeccavano, anzi pensava sarebbero stati una coppia perfetta, chissà perché erano così ostinati a rimanere solo colleghi-“vi andrebbe un caffè?”
G: “Assolutamente, poi passiamo da casa mia, ti ospito io”
C: “Io passo, devo finire un lavoro”
S: “D’accordo, allora ricordati che me ne devi uno!”
Le due donne salutarono, uscirono dall’ ufficio e si avviarono alla caffetteria, allietate da chiacchiere se vogliamo frivole, ma che di certo non guastavano.
Sarah (anche lei esperta nella lettura delle micro-espressioni, anche se non al livello di Cal) notò che la sua amica sembrava contrariata, come se volesse dirle qualcosa ma non ci riuscisse, cosi azzardò:
“Hei Gill…Tutto bene? Vuoi parlarmi di qualcosa in particolare?”
“Non usare i tuoi trucchetti con me” replicò l’ altra fingendosi arrabbiata
“Vaa bene, allora…Come vaa il lavoro?” la prima cosa che le è venuta in mente
“STO ESPLONDO”-la dottoressa Forster non urlava, ma ci era vicina-“devi essere una specie di veggente, sei arrivata nel momento giusto, devo parlarne con qualcuno e tu sei l’ UNICA a cui riesca a dirlo”
“Dimmi pure tutto Gill”
“Io ecco… Okay, sono innamorata di Cal”
Sul viso di Sarah si dipinse un espressione difficile da descrivere. Non più di tanto ma comunque era sorpresa, perché l’ ultima volta che li aveva visti sembravano solo amici, mentre ora aveva notato che l’ atmosfera era cambiata, ed ora aveva scoperto il perché. Un perché meraviglioso, finalmente lo aveva ammesso!
Guardò l’ amica senza dire nulla, come per incentivarla a continuare.
G: “Oramai è inutile che lo neghi anche a me stessa. Sono innamorata, perché non faccio altro che pensare a lui, sogno che finalmente mi baci, gioisco quando mi chiama tesoro…Ed anche il suo tocco sulla pelle mi fa un effetto diverso, ma ho paura di perderlo come amico. Lui non mi ama, come farebbe ad interessarsi ad una come me? Lasciamo perdere non mi guarderà mai, grazie per avermi ascoltato comunque, torniamo in ufficio?”
Sarah avrebbe voluto dirle mille cose, ma capì che non era il momento così si limitò ad un:
“Certo, ma stasera ne riparliamo”
 
Quella sera…
 
Avevano già salutato a Cal, già arrivato a casa, stava chiamando Emily, ma al suo posto trovò solo un biglietto “Ciao papi, esco con un’ amica, non tornerò troppo tardi, un bacio”, erano già le undici! In ogni caso Gill e Sarah stavano per salire in macchina e dirigersi a casa della prima quando una ragazzina mora si lanciò addosso a Sarah, abbracciandola. Emily le era molto affezionata.
S: “Ciao Em! Che bello vederti, come stai? E come sapevi che ero qui?”
E: “Bene, ah ti aveva vista Loker e mi ha mandato un sms chiedendo chi fossi, dalla descrizione ti ho riconosciuta, posso parlarti? Ti va di uscire a bere qualcosa così mi racconti come ti vanno le cose?”
Dal tono si capiva che voleva ben altro, ma Sarah era curiosa:
“Certo, Gill ci vediamo a casa, se sei stanca va pure a letto.”
 
Allora?!?! Com era? Ricordatevi che è la mia prima FF quindi non disprezzatemi troppo se fa schifo! E’ solo il primo capitolo ma gradire immensamente qualche piccola recensione, per capire come scrivo…Grazie in anticipo a chi lo farà !
Al prossimo capitolo :)
Jenny
 
 
  
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