Ciao a tutti! Di solito
è bello lasciare un po’ di
tempo prima di aggiornare ma sto scrivendo di getto e non riesco a
trattenermi!
Ah, le parti in corsivo nelle mie
FF possono
significare solo 2 cose: sogni o dialoghi immaginari tra un personaggio
ed il
suo Io interiore.
Godetevi il capitolo, spero la
lettura sarà piacevole.
Capitolo due. Un
mojito…Illuminante!
Gillian era in macchina, stava
tornando a casa
interrogandosi su cosa volesse riferirle Emily, perché aveva
notato che stava
mentendo quando diceva di volere fare solo quattro chiacchiere, la sua
voce era
diventata più acuta. Dio, a parlare cosi si sentiva Cal!
Parli del diavolo
spuntano le corna, questa volta spunta solo la voce infuocata: il
telefono
squilla e la donna mette il viva-voce in modo da non dover interrompere
la
guida. Non fa in tempo a vedere chi chiami, ma essendo le undici
passate ha già
una vaga idea di chi sarà il gentlemen da galateo.
“Pronto?”
“Hei tesoro”
Sorride, dannazione se continua a
chiamarla cosi le
farà venire tanti di quei colpi in testa da rischiare un
emicrania. Anzi, un
incidente visto che ha appena evitato il marciapiede dove si stava
stampando
per la distrazione provocata da quella suadente voce irlandese:
“Hei
Gill…Tutto bene?”
“Si, scusa Cal stavo
cercando di evitare un maledetto
marciapiede”
“Che maleducato,
scommetto che ti è venuto addosso
apposta!” risponde Cal con il suo dannato tono strafottente e
trattenendo
appena le risate.
“Cretino”
Ridono, e per un momento non dicono nulla,
cullati a vicenda dalla meravigliosa risata dell’ altro. Era
incredibile quanto
i loro sentimenti in quel momento (e come in molti altri) fossero
incredibilmente simili. Sentire una risata, semplice, banale,
già udita
migliaia di volte nel loro lungo rapporto di amicizia, ora gli faceva
un
effetto diverso, li faceva stare bene.
“Allora…Avevi
bisogno Cal?”
“Ah si ecco, volevo
sapere se per caso hai visto Em,
ha detto che usciva con una amica ma io…”
“E infatti è
con Sarah, ha saputo che era qui e
voleva…Credo volesse fare due chiacchiere, era molto che non
la vedeva”
“Ah, io ecco...Okay
grazie, pesavo che…”
“Pensavi che fosse andata
a spassarsela con qualche
ragazzo” concluse Gill con voce severa.
“Bhe…Si. Sono
così dannatamente preoccupato per lei!”
“Da dove viene ancora
tutta questa preoccupazione? A
17 anni passati e…Bhe te lo ha anche confidato che ha
già…”
“Fatto sesso. Si lo so,
però sono preoccupato
comunque, perché ciò non esclude che ora si senta
più sicura e decida…”
“Cal, devi smetterla di
fare così! Emily è una
bravissima ragazza, lo sai anche tu. E’ già tanto
che te ne abbia parlato, io l
ho fatto solo anni dopo con mio padre!”
“Bhe, lei me lo ha detto
due ragazzi dopo”
“Ti ripeto che va bene,
basta essere così apprensivo!
E’ abbastanza grande e giudiziosa per giudicare da se
ciò che è giusto e ciò
che è sbagliato. Non conta niente se ha già avuto
esperienze, conta adesso come
si regolerà e tu devi darle fiducia.”
“Parli per esperienza
personale?”
Eccolo, di nuovo col suo fare
arrogante, che adori e
odi allo stesso tempo; rispondi in modo semplice e provocatorio:
“Ti piacerebbe saperlo eh
Cal!?”
“Assolutamente!
Allora…Parliamo di violazione di leggi
della decenza?” Gillian scommetteva che adesso la sua faccia
aveva assunto
quella arrogante e smorfia buffa, con la bocca arricciata. Rispose
ridacchiando:
“Nei tuoi
sogni!”
“Nei miei sogni sei
già legata” Accidenti meno male
che non era qui! Stava arrossendo terribilmente e le riaffiorava alla
mente il
ricordo di quando lei e Cal si erano baciati, quando ancora per lei non
aveva
significato nulla. Dannazione ora cosa darebbe per ritornare a quel
momento! I
pensieri di Cal erano praticamente identici.
“Bhe sono lieta di
allietare spesso le tue fantasie”
disse ridacchiando Gill e fu il turno dell’ uomo ora quello
di arrossire!
Risero, poi Cal la
salutò con un “notte tesoro” e
chiusero la comunicazione.
Quanto
è
dolce Cal!
Si, ma mi ha sempre chiamata tesoro.
Già,
lui è
uguale, sei tu che ora gli dai un significato diverso.
Non è vero!
Ma se
appena
cinque minuti fa hai desiderato con tutto il cuore di ritornare a
quando vi
siete baciati.
Bhe, io…Ecco, oh andiamo
a te cosa importa?
Sono la
tua
coscienza, a te cosa importa mentirmi! Io sono parte di te e lo
sappiamo tutte
e due.
Cosa?
Quello
che
provi per Cal.
Amo…Cizia! Amicizia.
Ma chi
vuoi
prendere in giro? Sei una scienziata e sai che i lapsus…
Si okay, okay, sono innamorata di
Cal va bene? Ora la
smetti?
Certo.
Oh mio Dio non posso credere di
averlo detto…Allora è
vero.
Finalmente
lo
ammetti!
Dannazione mi sono innamorata del
mio migliore amico!
E lui
di te.
Ma cosa dici? A mala pena mi guarda.
Svegliati
cocca, lui è cotto.
No, sono solo illusioni lui non mi
vorrà mai.
Bah,
arrangiati
è già tanto essere riuscita a farti ammettere che
lo ami, al resto penseremo
dopo.
Nel
frattempo in un piccolo bar della città…
S: “Per me un
mojito”
E: “Due”
Cameriera: “E’
sua figlia? Li ha diciotto anni?”
S: “Certo, non si
vede?”
Cameriera: “Scusi sempre
meglio controllare”
Sarah fa solo un cenno di assenso.
E: “Grazie!”
dice raggiante.
S: “Tranquilla, hai
diciassette anni, meglio uno ogni
tanto alla tua età che uno al giorno quando se ne ha
diciotto! Comunque bevi
molto?”
E: “No, solo qualche
Mojito o Margarita ogni tanto con
le mie amiche”
Nel frattempo arrivano i drink,
Sarah inizia a
sorseggiare il suo, mentre chiede:
“Bene, di cosa
m…”
E: “Mio padre
è innamorato di Gillian”
L’ altra malcapitata per
poco non si rovesciò addosso
tutta la bevanda.
S: “Devo dire che sei
poco diretta. Comunque, a parte
gli scherzi, come fai ad esserne certa?”
E: “Me lo ha confidato
lui. Il problema è che lui non
crede e io non so con certez…”
S: “Gillian è
innamorata di tuo padre, me lo ha
confidato”-adesso era il turno della più giovane
rischiare un
soffocamento-“Normalmente custodisco con la massima
serietà segreti di
rilevanza come questi, ma di te mi fido, senza contare che se
escludiamo il
destino siamo le uniche in grado di agevolare questo miracolo”
E: “Sono
d’accordo, ma come?! Insomma in modo diretto
non mi piacerebbe perché, non so come spiegare solo
che…”
S: “Ti capisco, nemmeno
io voglio farlo in modo
diretto. E per modo diretto intendo dirgli esplicitamente che sono
corrisposti;
il loro è un amore sincero, puro, non voglio
“guastarlo”, nel senso che dargli
una spinta come il destino non si spiccia a fare va bene, ma essere
l’ unica
vera causa della loro storia non mi piace, sarebbe come dire che senza
di noi
tutto ciò non sarebbe successo. Non voglio che pensino
questo, al massimo che
senza di noi le cose sarebbero andate sulle lunghe”
E: “Esattamente, quindi
dobbiamo agire in modo soft,
ma come? Devono capire di essere corrisposti in qualche modo, se no non
si
faranno mai avanti!”
S: “No, basta che lo
intuisca tuo padre”
E: “Perché lui
e non Gill, o entrambi?”
S: “Io non sono
assolutamente femminista ma dimmi:
logica vuole che qualcuno faccia il primo passo, ora secondo te questo
ruolo
spetterebbe a Gillian, la sua donna, o a tuo padre? E’
orgoglioso sono sicuro
che non vorrebbe fare la parte dell’ uomo che non sa lottare
per lei”
E: “Geniale, geniale! Ora
rimane il problema di come
fare, non possiamo certo dirgli “Hei papa, Gillian ti ama,
quindi buttati pure”
e non esiste un modo indiretto, o glielo dici o no perché i
giri di parole
sarebbero comunque evidenti per un sociopatico maniaco del lavoro come
mio
padre”
Se non fosse stato per il finale
divertente la faccia
di Sarah si sarebbe raggelata. Aveva ragione, come diamine si fa a
dirlo a suo
padre in modo indiretto? Dannazione non si può, o lo fai o
non lo fai!
Rimasero in silenzio alcuni
secondi. La vorace Emily
aveva già finito il suo drink, Sarah si stava gustando gli
ultimi sorsi del suo
Mojito (il secondo), quando all’
improvviso sollevò lo sguardo. Gli
occhi lucidi per l’ emozione: un’ illuminazione!
S: “Ma certo! Ma certo ma
certo ma certo!”
E: “Velocizza il nastro o
mi fai stare in agonia…Ma
certo cosa?”
S: “Quanto sono stata
scema! E’ ovvio sono una…D’ ah
lasciamo perdere che è meglio, ti spiego subito: abbiamo
sbagliato in
partenza!”-mentre parlava ridacchiava e metteva le mani nei
capelli, era buffa,
le ricordava suo padre quando, da piccola, cercava di farla ridere e
fingeva di
avere le pulci; ci era andato vicino dato che lei gli aveva attaccato i
pidocchi a sei anni!- “E sai perché abbiamo
sbagliato? Non dobbiamo occuparci
della comunicazione, quella è la parte cruciale e deve
coinvolgere solo loro, i
diretti interessati, noi dobbiamo occuparci dell’ ambiente!
Pensaci bene,
perché non è ancora successo niente?
Principalmente per i loro orgogli, la
paura di perdersi come amici e di non essere corrisposti, ma anche
volendo
quando ci sono state le condizioni adatte? Sono SEMPRE bloccati in
ufficio, e
li di certo non possono dedicarsi all’ amore. A casa ci sei
tu e non pensare
nemmeno per un secondo che la colpa sia tua”- ha aggiunto
vedendo l’
espressione che si stava dipingendo sul volto di Emily -“ il
problema è che il
lavoro è un luogo troppo affollato ed informale, la casa
troppo privata quindi
li intimidisce e loro passano TUTTO il loro dannato tempo in quei due
posti,
non può funzionare! Ed è qui che entriamo in
gioco noi: dove nascerebbero le
condizioni ideali per dichiararsi amore a vicenda?”
I loro sguardi si incontrarono,
tutto sembrava così
dannatamente chiaro. Un luccichio di trionfo nei loro occhi, un sorriso
gongolante ed un espressione che cantava vittoria, mentre gridavano
all’
unisono attirando l’ attenzione di tutto il locale:
“DEVONO ANDARE IN VACANZA
INSEME! DA SOLI!”
S/E: “SI, SI, SI, SI, SI
E ANCORA SI!”
Prima di riprendere il discorso si
concedettero un
altro drink per festeggiare, uno in due visto che Sarah doveva guidare
e per Em
un Mojito era già abbastanza.
E: “Perfetto, ora il
grosso è fatto. Continuiamo cosi,
prima di tutto per quanto tempo?”
S: “Una settimana
è troppo, non accetterebbero.
Quattro giorni.”
E: “Subito?”
S: “Tempo di preparare
tutto, i dettagli eccetera tra
dieci giorni, due settimane al massimo”
E: “Dove?”
S: “New York”
Emily la guarda un po’
storta: “T-tu lo sai vero che
mio padre od…”
S: “…Ia New
York, si ma è comunque la soluzione
migliore. E’ vicino per qualsiasi evenienza, cosi se tirano
in ballo la scusa
del lavoro li abbiamo in pugno e prendiamo due piccioni con una fava.
Inoltre
potremmo spiarli” aggiunse maliziosa.
Emily moriva dalla
curiosità: “E come?”
S: “Bhe ovviamente non in
albergo, ma per strada. Ho
lavorato in…Diciamo pure polizia e ho ancora attrezzature,
è sufficiente una
cimice-GPS, la mettiamo nella borsa di Gill, che porterà
sempre appresso, e
sapremo esattamente dove sono. Nel centro di
NY so perfettamente che sono installate determinate
live-cam in certi
punti. Quando loro saranno nei dintorni un dispositivo in collegamento
con il
GPS mi avviserà, e se non altro potremo osservarli per
strada.”
E: “Geniale. Ultimo
problema, come convincerli senza
destare sospetti?”
S: “Bhe naturalmente non
possiamo proporgliela come
una nostra idea, Gill penserebbe che ti ho detto tutto e viceversa Cal
quindi
dobbiamo trovare un altro modo…Idea! Tu sei abbastanza
informata circa gli
affari di tuo padre?”
E: “Se intendi ingaggi e
queste cose si, una volta ho
dovuto rimettere a posto il suo magazzino come punizione per una buffa
questione che approfondiremo…Perché?”
S: “Sai se ha stretto
affari con qualcuno di New York?
Qualche caso che ha accettato, compagnie che gli devono un favore per
la
collaborazione…Insomma cose del
genere…?!”
E:
“Mmh…Fammici pensare. Non cr…Aspetta!
Ma certo, si
cè una, la “SPD, Secret Police
Department”, sarebbe tipo un diparti…”
S: “…mento di
polizia non approvato dal governo
federale che lavora in incognito a New York per conto di un settore
segreto di
spionaggio della CIA”
E: “Stavo per dire un
dipartimento segreto di polizia
newyorkese, tu come diavolo fai a sapere tutte ste cose?”
S: “Esperienza
lavorativa, maa torniamo alle cose
importanti”- affermò cercando di cambiare
argomento ed ignorando lo sguardo
avido e interrogativo di Emily –“E’
perfetto e ti spiego il perché, ma prima
dimmi, cos ha fatto il Lightman Group per loro?”
E: “Boh, diceva solo
“Grazie per i servizi resi, siamo
in debito, prima o poi ci faremo vivi”, il resto era soltanto
un mucchio di
roba codificata”
S: “Ottimo. Ora ascolta:
noi manderemo una lettera a
tuo padre, mittente la SPD, che ringrazia nuovamente per i servizi e
offre un
viaggio di quattro giorni non rimborsabile per lui ed un'altra persona,
a New
York chiaramente. Il bello sta nel fatto che, se normalmente Cal
chiamerebbe
per rifiutare o si informerebbe comunque meglio, con questa compagnia
non lo farà,
perché non essendo del tutto lecita gli sembrerà
normale il fatto che rimangano
sul vago e non gli verrà certo in mente di andarli a
trovare, poiché al 99,9%
delle possibilità avranno cambiato luogo di incontro negli
anni. Quindi
problema risolto! Poi è ovvio che porterà Gill
dell’ ufficio; chi altri, l’
amato Loker?!”
E: “Genio,
genio!”
S: “Altro che genio!
Resta ancora il problema di come
convincere tuo padre, Gill accetterebbe volentieri l’ idea di
una vacanza ma
Cal…”
E: “Si, e poi restando
anche i problemi di come
strutturare la lettera da inviare a mio padre per non destare nessun
sospetto
e…Il denaro!”
S: “Queste sono facili da
risolvere. Per il biglietto,
quando avrò già comprato carte d’
imbarco, prenotato Hotel etc., invierò il
testo ad un vecchio collega che mi deve un favore. Lui la
preparerà senza
lasciare tracce ed al massimo segnalandomi possibili falle; poi ci
incontriamo,
me la passa in una busta gialla come nei film e io aggiungo con dei
guanti
biglietti ed eventuali effetti. In quando al denaro
vediamo…Due biglietti aerei
non più di $100, Hotel farò in modo che rimanga
disponibile CASUALMENTE, una
sola suite, però con un bel divano per tuo padre. Vista
Central Park, anche se
non li alloggiamo a “The Plaza” 1500$ partono,
anche per il poco preavviso e
tutto il resto; più le altre spese siamo intorno ai
$2000”
E: “Io te ne posso dare
$500, solo questi purtroppo,
perché in vista del college, sai…”
S: “Tranquilla, gli altri
$1500 li metto io, per gli
amici questo ed altro!”
E: “Bene, quando
sarà il momento penso io a convincere
mio padre”
S: “Io da domani inizio
gli affari e cerco di
concludere tutto in tre giorni al massimo, a quel punto ricognizione.
Prima no,
meglio non destare sospetti!
E: “Bene, sono
contentissima finalmente potrebbe succedere
qualcosa! Sono quasi le due, accompagnami a casa così mio
padre non rischia un
infarto”
S: “Con piacere”
Così la
riaccompagnò a casa, poi andò da Gillian per
dormire. Inutile dire che la prima domanda fu:
“Allora, cosa voleva
Emily?”
“Solo un amica un
po’ più matura con cui sorseggiare
un Mojito e parlare di ragazzi” rispose Sarah con nonchalance
e un sorrisetto
malizioso che per fortuna riuscì a contenere; dopo poco
andò a letto. Aveva
bisogno di energie: cè era molto da fare…
Okay…come vi
è sembrato? E’ un po lungo (più di 2000
parole) ma non riuscivo a farmarmi! Continuerò spero presto
con il prossimo
capitolo, ma ho bisogno di sostegno, quindi RECENSITE, RECENSITE,
RECENSITE !
:) :) :)
A presto, grazie ai lettori e ai
recensori
Jenny