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Autore: Gillian_Lightman    29/06/2012    3 recensioni
E se la dichiarazione di Cal in "Killer App" non è bastata, il destino gli darà una mano
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Ciao a tutti! Di solito è bello lasciare un po’ di tempo prima di aggiornare ma sto scrivendo di getto e non riesco a trattenermi!

Ah, le parti in corsivo nelle mie FF possono significare solo 2 cose: sogni o dialoghi immaginari tra un personaggio ed il suo Io interiore.

Godetevi il capitolo, spero la lettura sarà piacevole.

 

 

Capitolo due. Un mojito…Illuminante!

 

Gillian era in macchina, stava tornando a casa interrogandosi su cosa volesse riferirle Emily, perché aveva notato che stava mentendo quando diceva di volere fare solo quattro chiacchiere, la sua voce era diventata più acuta. Dio, a parlare cosi si sentiva Cal! Parli del diavolo spuntano le corna, questa volta spunta solo la voce infuocata: il telefono squilla e la donna mette il viva-voce in modo da non dover interrompere la guida. Non fa in tempo a vedere chi chiami, ma essendo le undici passate ha già una vaga idea di chi sarà il gentlemen da galateo.

“Pronto?”

“Hei tesoro”

Sorride, dannazione se continua a chiamarla cosi le farà venire tanti di quei colpi in testa da rischiare un emicrania. Anzi, un incidente visto che ha appena evitato il marciapiede dove si stava stampando per la distrazione provocata da quella suadente voce irlandese:

“Hei Gill…Tutto bene?”

“Si, scusa Cal stavo cercando di evitare un maledetto marciapiede”

“Che maleducato, scommetto che ti è venuto addosso apposta!” risponde Cal con il suo dannato tono strafottente e trattenendo appena le risate.

“Cretino” Ridono, e per un momento non dicono nulla, cullati a vicenda dalla meravigliosa risata dell’ altro. Era incredibile quanto i loro sentimenti in quel momento (e come in molti altri) fossero incredibilmente simili. Sentire una risata, semplice, banale, già udita migliaia di volte nel loro lungo rapporto di amicizia, ora gli faceva un effetto diverso, li faceva stare bene.

“Allora…Avevi bisogno Cal?”

“Ah si ecco, volevo sapere se per caso hai visto Em, ha detto che usciva con una amica ma io…”

“E infatti è con Sarah, ha saputo che era qui e voleva…Credo volesse fare due chiacchiere, era molto che non la vedeva”

“Ah, io ecco...Okay grazie, pesavo che…”

“Pensavi che fosse andata a spassarsela con qualche ragazzo” concluse Gill con voce severa.

“Bhe…Si. Sono così dannatamente preoccupato per lei!”

“Da dove viene ancora tutta questa preoccupazione? A 17 anni passati e…Bhe te lo ha anche confidato che ha già…”

“Fatto sesso. Si lo so, però sono preoccupato comunque, perché ciò non esclude che ora si senta più sicura e decida…”

“Cal, devi smetterla di fare così! Emily è una bravissima ragazza, lo sai anche tu. E’ già tanto che te ne abbia parlato, io l ho fatto solo anni dopo con mio padre!”

“Bhe, lei me lo ha detto due ragazzi dopo”

“Ti ripeto che va bene, basta essere così apprensivo! E’ abbastanza grande e giudiziosa per giudicare da se ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Non conta niente se ha già avuto esperienze, conta adesso come si regolerà e tu devi darle fiducia.”

“Parli per esperienza personale?”

Eccolo, di nuovo col suo fare arrogante, che adori e odi allo stesso tempo; rispondi in modo semplice e provocatorio:

“Ti piacerebbe saperlo eh Cal!?”

“Assolutamente! Allora…Parliamo di violazione di leggi della decenza?” Gillian scommetteva che adesso la sua faccia aveva assunto quella arrogante e smorfia buffa, con la bocca arricciata. Rispose ridacchiando:

“Nei tuoi sogni!”

“Nei miei sogni sei già legata” Accidenti meno male che non era qui! Stava arrossendo terribilmente e le riaffiorava alla mente il ricordo di quando lei e Cal si erano baciati, quando ancora per lei non aveva significato nulla. Dannazione ora cosa darebbe per ritornare a quel momento! I pensieri di Cal erano praticamente identici.

“Bhe sono lieta di allietare spesso le tue fantasie” disse ridacchiando Gill e fu il turno dell’ uomo ora quello di arrossire!

Risero, poi Cal la salutò con un “notte tesoro” e chiusero la comunicazione.

Quanto è dolce Cal!

Si, ma mi ha sempre chiamata tesoro.

Già, lui è uguale, sei tu che ora gli dai un significato diverso.

Non è vero!

Ma se appena cinque minuti fa hai desiderato con tutto il cuore di ritornare a quando vi siete baciati.

Bhe, io…Ecco, oh andiamo a te cosa importa?

Sono la tua coscienza, a te cosa importa mentirmi! Io sono parte di te e lo sappiamo tutte e due.

Cosa?

Quello che provi per Cal.

Amo…Cizia! Amicizia.

Ma chi vuoi prendere in giro? Sei una scienziata e sai che i lapsus…

Si okay, okay, sono innamorata di Cal va bene? Ora la smetti?

Certo.

Oh mio Dio non posso credere di averlo detto…Allora è vero.

Finalmente lo ammetti!

Dannazione mi sono innamorata del mio migliore amico!

E lui di te.

Ma cosa dici? A mala pena mi guarda.

Svegliati cocca, lui è cotto.

No, sono solo illusioni lui non mi vorrà mai.

Bah, arrangiati è già tanto essere riuscita a farti ammettere che lo ami, al resto penseremo dopo.

 

Nel frattempo in un piccolo bar della città…

 

S: “Per me un mojito”

E: “Due”

Cameriera: “E’ sua figlia? Li ha diciotto anni?”

S: “Certo, non si vede?”

Cameriera: “Scusi sempre meglio controllare”

Sarah fa solo un cenno di assenso.

E: “Grazie!” dice raggiante.

S: “Tranquilla, hai diciassette anni, meglio uno ogni tanto alla tua età che uno al giorno quando se ne ha diciotto! Comunque bevi molto?”

E: “No, solo qualche Mojito o Margarita ogni tanto con le mie amiche”

Nel frattempo arrivano i drink, Sarah inizia a sorseggiare il suo, mentre chiede:

“Bene, di cosa m…”

E: “Mio padre è innamorato di Gillian”

L’ altra malcapitata per poco non si rovesciò addosso tutta la bevanda.

S: “Devo dire che sei poco diretta. Comunque, a parte gli scherzi, come fai ad esserne certa?”

E: “Me lo ha confidato lui. Il problema è che lui non crede e io non so con certez…”

S: “Gillian è innamorata di tuo padre, me lo ha confidato”-adesso era il turno della più giovane rischiare un soffocamento-“Normalmente custodisco con la massima serietà segreti di rilevanza come questi, ma di te mi fido, senza contare che se escludiamo il destino siamo le uniche in grado di agevolare questo miracolo”

E: “Sono d’accordo, ma come?! Insomma in modo diretto non mi piacerebbe perché, non so come spiegare solo che…”

S: “Ti capisco, nemmeno io voglio farlo in modo diretto. E per modo diretto intendo dirgli esplicitamente che sono corrisposti; il loro è un amore sincero, puro, non voglio “guastarlo”, nel senso che dargli una spinta come il destino non si spiccia a fare va bene, ma essere l’ unica vera causa della loro storia non mi piace, sarebbe come dire che senza di noi tutto ciò non sarebbe successo. Non voglio che pensino questo, al massimo che senza di noi le cose sarebbero andate sulle lunghe”

E: “Esattamente, quindi dobbiamo agire in modo soft, ma come? Devono capire di essere corrisposti in qualche modo, se no non si faranno mai avanti!”

S: “No, basta che lo intuisca tuo padre”

E: “Perché lui e non Gill, o entrambi?”

S: “Io non sono assolutamente femminista ma dimmi: logica vuole che qualcuno faccia il primo passo, ora secondo te questo ruolo spetterebbe a Gillian, la sua donna, o a tuo padre? E’ orgoglioso sono sicuro che non vorrebbe fare la parte dell’ uomo che non sa lottare per lei”

E: “Geniale, geniale! Ora rimane il problema di come fare, non possiamo certo dirgli “Hei papa, Gillian ti ama, quindi buttati pure” e non esiste un modo indiretto, o glielo dici o no perché i giri di parole sarebbero comunque evidenti per un sociopatico maniaco del lavoro come mio padre”

Se non fosse stato per il finale divertente la faccia di Sarah si sarebbe raggelata. Aveva ragione, come diamine si fa a dirlo a suo padre in modo indiretto? Dannazione non si può, o lo fai o non lo fai!

Rimasero in silenzio alcuni secondi. La vorace Emily aveva già finito il suo drink, Sarah si stava gustando gli ultimi sorsi del suo Mojito (il secondo), quando all’ improvviso sollevò lo sguardo. Gli occhi lucidi per l’ emozione: un’ illuminazione!

S: “Ma certo! Ma certo ma certo ma certo!”

E: “Velocizza il nastro o mi fai stare in agonia…Ma certo cosa?”

S: “Quanto sono stata scema! E’ ovvio sono una…D’ ah lasciamo perdere che è meglio, ti spiego subito: abbiamo sbagliato in partenza!”-mentre parlava ridacchiava e metteva le mani nei capelli, era buffa, le ricordava suo padre quando, da piccola, cercava di farla ridere e fingeva di avere le pulci; ci era andato vicino dato che lei gli aveva attaccato i pidocchi a sei anni!- “E sai perché abbiamo sbagliato? Non dobbiamo occuparci della comunicazione, quella è la parte cruciale e deve coinvolgere solo loro, i diretti interessati, noi dobbiamo occuparci dell’ ambiente! Pensaci bene, perché non è ancora successo niente? Principalmente per i loro orgogli, la paura di perdersi come amici e di non essere corrisposti, ma anche volendo quando ci sono state le condizioni adatte? Sono SEMPRE bloccati in ufficio, e li di certo non possono dedicarsi all’ amore. A casa ci sei tu e non pensare nemmeno per un secondo che la colpa sia tua”- ha aggiunto vedendo l’ espressione che si stava dipingendo sul volto di Emily -“ il problema è che il lavoro è un luogo troppo affollato ed informale, la casa troppo privata quindi li intimidisce e loro passano TUTTO il loro dannato tempo in quei due posti, non può funzionare! Ed è qui che entriamo in gioco noi: dove nascerebbero le condizioni ideali per dichiararsi amore a vicenda?”

I loro sguardi si incontrarono, tutto sembrava così dannatamente chiaro. Un luccichio di trionfo nei loro occhi, un sorriso gongolante ed un espressione che cantava vittoria, mentre gridavano all’ unisono attirando l’ attenzione di tutto il locale: “DEVONO ANDARE IN VACANZA INSEME! DA SOLI!”

S/E: “SI, SI, SI, SI, SI E ANCORA SI!”

Prima di riprendere il discorso si concedettero un altro drink per festeggiare, uno in due visto che Sarah doveva guidare e per Em un Mojito era già abbastanza.

E: “Perfetto, ora il grosso è fatto. Continuiamo cosi, prima di tutto per quanto tempo?”

S: “Una settimana è troppo, non accetterebbero. Quattro giorni.”

E: “Subito?”

S: “Tempo di preparare tutto, i dettagli eccetera tra dieci giorni, due settimane al massimo”

E: “Dove?”

S: “New York”

Emily la guarda un po’ storta: “T-tu lo sai vero che mio padre od…”

S: “…Ia New York, si ma è comunque la soluzione migliore. E’ vicino per qualsiasi evenienza, cosi se tirano in ballo la scusa del lavoro li abbiamo in pugno e prendiamo due piccioni con una fava. Inoltre potremmo spiarli” aggiunse maliziosa.

Emily moriva dalla curiosità: “E come?”

S: “Bhe ovviamente non in albergo, ma per strada. Ho lavorato in…Diciamo pure polizia e ho ancora attrezzature, è sufficiente una cimice-GPS, la mettiamo nella borsa di Gill, che porterà sempre appresso, e sapremo esattamente dove sono. Nel centro di  NY so perfettamente che sono installate determinate live-cam in certi punti. Quando loro saranno nei dintorni un dispositivo in collegamento con il GPS mi avviserà, e se non altro potremo osservarli per strada.”

E: “Geniale. Ultimo problema, come convincerli senza destare sospetti?”

S: “Bhe naturalmente non possiamo proporgliela come una nostra idea, Gill penserebbe che ti ho detto tutto e viceversa Cal quindi dobbiamo trovare un altro modo…Idea! Tu sei abbastanza informata circa gli affari di tuo padre?”

E: “Se intendi ingaggi e queste cose si, una volta ho dovuto rimettere a posto il suo magazzino come punizione per una buffa questione che approfondiremo…Perché?”

S: “Sai se ha stretto affari con qualcuno di New York? Qualche caso che ha accettato, compagnie che gli devono un favore per la collaborazione…Insomma cose del genere…?!”

E: “Mmh…Fammici pensare. Non cr…Aspetta! Ma certo, si cè una, la “SPD, Secret Police Department”, sarebbe tipo un diparti…”

S: “…mento di polizia non approvato dal governo federale che lavora in incognito a New York per conto di un settore segreto di spionaggio della CIA”

E: “Stavo per dire un dipartimento segreto di polizia newyorkese, tu come diavolo fai a sapere tutte ste cose?”

S: “Esperienza lavorativa, maa torniamo alle cose importanti”- affermò cercando di cambiare argomento ed ignorando lo sguardo avido e interrogativo di Emily –“E’ perfetto e ti spiego il perché, ma prima dimmi, cos ha fatto il Lightman Group per loro?”

E: “Boh, diceva solo “Grazie per i servizi resi, siamo in debito, prima o poi ci faremo vivi”, il resto era soltanto un mucchio di roba codificata”

S: “Ottimo. Ora ascolta: noi manderemo una lettera a tuo padre, mittente la SPD, che ringrazia nuovamente per i servizi e offre un viaggio di quattro giorni non rimborsabile per lui ed un'altra persona, a New York chiaramente. Il bello sta nel fatto che, se normalmente Cal chiamerebbe per rifiutare o si informerebbe comunque meglio, con questa compagnia non lo farà, perché non essendo del tutto lecita gli sembrerà normale il fatto che rimangano sul vago e non gli verrà certo in mente di andarli a trovare, poiché al 99,9% delle possibilità avranno cambiato luogo di incontro negli anni. Quindi problema risolto! Poi è ovvio che porterà Gill dell’ ufficio; chi altri, l’ amato Loker?!”

E: “Genio, genio!”

S: “Altro che genio! Resta ancora il problema di come convincere tuo padre, Gill accetterebbe volentieri l’ idea di una vacanza ma Cal…”

E: “Si, e poi restando anche i problemi di come strutturare la lettera da inviare a mio padre per non destare nessun sospetto e…Il denaro!”

S: “Queste sono facili da risolvere. Per il biglietto, quando avrò già comprato carte d’ imbarco, prenotato Hotel etc., invierò il testo ad un vecchio collega che mi deve un favore. Lui la preparerà senza lasciare tracce ed al massimo segnalandomi possibili falle; poi ci incontriamo, me la passa in una busta gialla come nei film e io aggiungo con dei guanti biglietti ed eventuali effetti. In quando al denaro vediamo…Due biglietti aerei non più di $100, Hotel farò in modo che rimanga disponibile CASUALMENTE, una sola suite, però con un bel divano per tuo padre. Vista Central Park, anche se non li alloggiamo a “The Plaza” 1500$ partono, anche per il poco preavviso e tutto il resto; più le altre spese siamo intorno ai $2000”

E: “Io te ne posso dare $500, solo questi purtroppo, perché in vista del college, sai…”

S: “Tranquilla, gli altri $1500 li metto io, per gli amici questo ed altro!”

E: “Bene, quando sarà il momento penso io a convincere mio padre”

S: “Io da domani inizio gli affari e cerco di concludere tutto in tre giorni al massimo, a quel punto ricognizione. Prima no, meglio non destare sospetti!

E: “Bene, sono contentissima finalmente potrebbe succedere qualcosa! Sono quasi le due, accompagnami a casa così mio padre non rischia un infarto”

S: “Con piacere”

Così la riaccompagnò a casa, poi andò da Gillian per dormire. Inutile dire che la prima domanda fu:

“Allora, cosa voleva Emily?”

“Solo un amica un po’ più matura con cui sorseggiare un Mojito e parlare di ragazzi” rispose Sarah con nonchalance e un sorrisetto malizioso che per fortuna riuscì a contenere; dopo poco andò a letto. Aveva bisogno di energie: cè era molto da fare…

 

Okay…come vi è sembrato? E’ un po lungo (più di 2000 parole) ma non riuscivo a farmarmi! Continuerò spero presto con il prossimo capitolo, ma ho bisogno di sostegno, quindi RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE ! :) :) :)

A presto, grazie ai lettori e ai recensori

Jenny

  
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