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Autore: Blacky46    27/06/2012    2 recensioni
UN gruppo di ragazzi delle scuole superiori cerca di scappare dai non morti che ormai hanno completamente invaso la città....e non solo
Genere: Horror, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non appena me ne accorsi, cercai immediatamente di ritirarmi dentro, ma fui preso per la maglietta: quei corpi ormai morti avevano una forza pazzesca e stavano cercando di tirarmi fuori. Quella fu la prima volta che vidi la morte in faccia. Non riuscivo a liberarmi e pensavo che fosse ormai la fine. Fortunatamente Davide si accorse di quello che stava succedendo e cercò di tirarmi dentro, ma da solo non ce la faceva, così con l’aiuto anche di Andrea riuscirono a togliermi dalla presa degli zombie e a trarmi in salvo. Per il contraccolpo caddi all’indietro, tutti attorno a me si zittirono e si allontanarono di un passo, vedendo che ero sporco di sangue. Me ne stavo lì fermo con lo sguardo fisso sul pavimento. Forse in quel momento non riuscivo ancora a capirlo, però, dentro di me, sentivo una confusione di sensazioni: due però erano più forti delle altre. Provavo una sorta di felicità, in quanto uno dei miei desideri più grandi, la venuta degli zombie, si era avverato, sentivo però anche una paura tremenda, in fondo la mia ragione capiva la gravità della situazione.
Dopo qualche secondo mi alzai e, dopo che quelli attorno a me appurarono che non ero stato morso o ferito, ma che ero solo un po’ spaventato, ce ne andammo da lì. L’unico segno evidente di quello che era successo erano delle macchie di sangue sulla maglietta e sulle braccia, quindi, mentre gli altri tornarono in classe, io andai in bagno per cercare di pulirmi. Mentre mi sciacquavo venne in bagno Alessio e mi chiese se era tutto apposto. Parlammo un po’, mentre finivo di pulirmi le braccia, per quanto riguardava la maglietta non riuscivo proprio a toglierle le macchie. La prima cosa che avrei voluto fare in quel momento, sarebbe stato prendere la prima cosa utile come arma e uscire a “combattere”, se così sipoteva dire. Riflettendoci, da quel momento in poi avremmo dovuto tutti cercare di sopravvivere e di non disperarci. Io e Alessio uscimmo dal bagno e andammo nella nostra classe, dove c’erano tutti i nostri compagni. Guardandosi attorno si poteva capire lo stato d’animo generale: alcuni erano seduti, con la testa tra le braccia, stavano lì fermi, molto probabilmente spaventati, altri non si capacitavano ancora di quello che stava succedendo, altri ancora, camminavano avanti e indietro per la classe. In fondo neanche io, che avevo sempre desiderato che un giorno venissero gli zombie, riuscivo a capire da dove e perché ora fossero lì.
Ad un certo punto Anna, una nostra compagna di classe, si mise a piangere “Che hai?” chiese Eugenio, il suo compagno di banco “Mi sono venuti in mente i miei genitori, sono là fuori in mezzo a quelle cose e…” e si rimise a piangere. A quelle parole l’atmosfera precipitò, tutti si fermarono e iniziarono a pensare, probabilmente ai loro genitori; stufo di quell’atmosfera che non faceva altro che deprimermi, e a farmi pensare al peggio, uscii dalla classe e andai a fare un giro, tanto ero certo che nessuno avesse da obiettare su quello che facevo.
La nostra scuola era formata da due piani, al primo l’entrata principale, che era stata bloccata, dava su due corridoi laterali e ad una scalinata. Il corridoio sinistro si sviluppava poi in due grandi stanze quadrate, ai lati delle quali si trovavano le classi, c’era oltretutto un’uscita di emergenza in ognuna delle due stanze, di quelle con le porte che si aprono solo dall’interno per nostra fortuna. Percorrendo il corridoio destro, invece, si arrivava alla seconda parte della scuola, nella quale vi era una biblioteca, un auditorium e altre classi. Salendo la scalinata principale, invece, si arrivava al primo piano, il quale era diviso esattamente come il piano terra. La struttura era abbastanza sicura una volta bloccato l’ingresso, restava comunque un rischi: una parte del corridoi destro eraformato da una vetrata a tutta parete per circa 10 metri, se gli zombie avessero iniziato a batterci contro, non ci avrebbe messo molta a rompersi. Per questo alcuni mettiser un telo, preso dall'auditorium, per fare in modo che gli zombie non ci vedessero, ma questo prima che scoprissimo che gli zombie erano attirati, quasi unicamnete, dal rumore e probabilmente dal nostro odore. Sarebbero comunque riusciti ad entrare da lì, più avanti. Io mi ero fermato vicino all’entrata; vedevo molti ragazzi passare: alcuni sembravano quasi rilassati, ma si vedeva chiaramente che era solo una facciata per nascondere la loro paura, altri invece erano del tutto persi, giravano quasi senza meta ed erano talmente agitati che al primo rumore sospetto si spaventavano. La cosa che però spaventava, più o meno tutti, era che fuori dalla porta si sentiva che quelle creature cercavano di entrare, sbattendo contro le porte in quanto, fortunatamente per noi, non avevano l’intelligenza per aprirle. Se c’erano molti ragazzi che passavano per l'ingresso quasi non si sentiva, ma se invece ce n’erano pochi, si potevano sentire i versi che gli zombie facevano. Cercando di entrare continuavano a spingere sulle porte, dato che non provavano dolore, così di tanto in tanto bisognava sistemare la barricata, dato che, lentamente, cedeva sempre di più. Rimasi lì seduto in entrata per un bel pezzetto, circa mezz’ora; me ne stavo lì, a guardare i ragazzi passare, cercando di pensare a ciò che sarebbe accaduto da lì in avanti e a cosa avremmo dovuto fare tutti. Ad un certo, punto mi venne in mente di provare ad usare il telefono ”Credo ci abbiano già provato anche gli altri, ma è sempre meglio provare, non si sa mai” pensai, ma ovviamente niente. Appena digitavi qualsiasi numero partiva un messaggio preregistrato, nel quale dicevano che al momento le linee erano bloccate, provai anche a spedire alcuni messaggi, a familiari o ad amici di altre scuole, e ci riuscii anche, stranamente, ma non ricevetti risposta. Mentre stavo per andarmene dall’entrata sentii Andrea che mi chiamava “Pier, fermo!” mi girai “Che c’è?” “Vieni in classe, gli altri stanno facendo una sorta di riunione e dobbiamo esserci tutti” “Ok”...."Non che agli altri importi della mia opinione" pensai tra me e me.
Quando entrai avevano già iniziato a discutere. Andai a sedermi ed ascoltai per un pezzetto “Beh, voi cosa proponete di fare?” chiese Massimo finito di esperre la situazione “Per me, dovremmo stare qui, ad aspettare i soccorsi” disse la Claudia “Si anche per me”disse Marco(L) e un po’ alla volta quasi tutti concordarono con la Claudia. ”Secondo me dovremmo cercare di scappare, magari gli zombie sono solo in città” dissi io, pensando ad alta voce, tutti si zittirono. “… ma cosa dici, è troppo pericoloso, dobbiamo stare qui ad aspettare i soccorsi, verranno sicuramente a salvarci e poi cos’è questa roba degli zombie, non esistono, le persone là fuori….devono avere qualche sorta di malattia. Non esistono gli zombie, se non nei tuoi stupidi giochi”mi disse la Giulia “No scusa, stavo solo pensando ad alta voce, comunque la pensate tutti come lei?” alcuni annuirono, altri abbassarono la testa, per non rispondere “Oh beh scusate, fate pure quello che volete, io però farò lo stesso, non sono mica legato per forza a voi” detto questo mi zittii fino alla fine della discussione. Continuarono a parlare per circa un’altra oretta e alla fine, decisero di restare a scuola ad aspettare i soccorsi. Nel frattempo, mentre parlavano, io continuavo a guardare fuori dalla finestra: "Aveva proprio ragione il meteo" bisbigliai, mentre guardavo la pioggia scendere, e, visto il colore delle nuvole, capii che, quel tempo, sarebbe durato a lungo. Finita la riunione uscii di nuovo, non riuscivo a sopportare la stupidità dei miei compagni di classe, anche se, in fondo, ne capivo il motivo. Passò l’intera giornata quasi senza che ce ne accorgessimo, ma la stanchezza iniziò a farsi sentire durante la notte.
Fortunatamente, l’impianto elettrico andava ancora, così, quando si fece buio, accendemmo tutte le luci, anche se ciò, probabilmente, attirò più zombie di quelli che già c’erano. Verso sera, i rappresentanti delle classi e dell’istituto, fecero una riunione, per decidere cosa fare, portando l’idea delle rispettive classi, e così, si decise che l'idea migliore era di restarsene a scuola ad aspettare i soccorsi, che probabilmente, non sarebbero mai arrivati
  
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