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Autore: Robi88Winchester    01/07/2012    2 recensioni
Da quel giorno si era ripromessa di diventare uno Shinigami per poter proteggere le persone come non aveva potuto fare con quei bambini.
‘Ho fatto tanta strada e ho sudato molto per questo, ora ce la metterò tutta per dimostrare il mio valore’
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rangiku Matsumoto, Renji Abarai, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Trentasei

Un bussare alla porta, sveglio Shuhei da un piacevole dormi-veglia.
Riuscì a sistemarsi in tempo, sulla sedia vicina al letto di Rangiku, dove si era appisolato, prima che Tsuki aprisse l’uscio.
« Posso entrare? » chiese la ragazza, facendo capolino con la testa da dietro la porta.
« Certo » disse, facendo per alzarsi dalla sedia « Come stai? »
« Sta pure seduto. Comunque meglio » ripose semplicemente lei « Ci sono novità? »
« No, ma adesso fisicamente mi hanno detto che sta bene. Bisogna solo aspettare »
Tsuki prese l’altra sedia nella stanza e la mise vicino al letto dalla sponda opposta. Guardando Rangiku sembrava che lei stesse solo dormendo. Aveva alcune fasciature ma per il resto sembrava stesse bene.
« Shuhei » lo chiamò « Posso restare da sola con lei dieci minuti? »
« Tutto il tempo che vuoi! » le rispose alzandosi e dirigendosi alla porta « Magari ascoltando una voce diversa, ascoltando la tua, si sveglierà! »

La ragazza non sapeva come fare. Non sapeva come comportarsi. Prese gentilmente la mano immobile dell’amica e gliela strinse forte forte.
« Rangiku? » chiese titubante « Vedo che stai bene! »
Ma nessuna risposta arrivò alle orecchie di Tsuki. Nessun movimento dava l’idea che l’amica fosse davvero lì ad ascoltarla. Ma Tsuki non perse la speranza.
« Sono molto orgogliosa di te, sai? Sei stata un’ottima Tenente. Vorrei diventare come te un giorno. Te lo dico sempre, no? E poi ti pensi che lo possa diventare su serio… »
Iniziò a parlare, senza più fermarsi.
« Ma poi sono orgogliosa di te per altro. Hai parlato a Shuhei dei tuoi sentimenti e per di più poi hai anche seguito i tuoi stessi consigli. E ora? Vuoi lasciare tutto così? Non vuoi svegliarti e goderti tutto quello che hai? Lui è qui! E’ qui che ti aspetta, attende solo di poterti dire un’altra volta quanto ti ama! » disse cominciando a piangere « Ti prego Rangiku, non stare ferma così »
Le lacrime cadevano sempre più copiose dalle guance di Tsuki, sulle mani delle ragazze.
« Rangiku svegliati. Fallo per te. Fallo per Shuhei. Fallo per il Capitano Hitsugaya. Fallo per me. Sai, non ho sprecato la mia occasione come temevi. Sono stata brava mentre tu non c’eri! Renji mi ha detto che mi ama. L’ha detto a me. Ti prego » le disse, portando le mani alla bocca « Ti prego svegliati e dimmi che sei felice per me »
Non parlò più, ma stesse ancora parecchi minuti immobile nella stessa posizione. Seduta, con le mani strette attorno alle mani di Rangiku e con gli occhi pieni di lacrime, chiusi per evitare che queste scendessero senza fermarsi.
Però l’amica non si muoveva, non si svegliava e niente sembrava stesse per accadere. Tsuki, dopo essersi ripresa, allora decise di andare. Baciò sulla fronte l’amica e uscì dalla stanza.

Erano giorni che non si sedeva alla sua scrivania. Le era mancato il suo piccolo ufficio.
La scrivania vecchia e logora, la sedia messa addirittura peggio e poi le era mancata la sensazione del calore del sole, che penetrava dalla finestra che dava sul giardino. Adesso che era primo pomeriggio il sole, o meglio la sua luce, illuminava soltanto metà della stanza, inondando di luce la scrivania e Tsuki.
Era il primo giorno di rientro dopo la malattia. Aveva già ritardato di un paio d’ore il rientro, ma nessuno aveva fatto domande.
Pur essendo stata a casa pochi giorni, il suo lavoro si era accumulato ed aveva una quantità enorme di scartoffie da firmare, e naturalmente oltre le sue aveva anche quelle dei soliti due.
A quanto pare il suo Capitano era tornato lo stesso giorno in cui era sparito e così i due sfaticati si erano occupati di lui, senza neppure considerare l’assenza di Tsuki.
Così si era rimboccata le maniche e aveva iniziato a leggere e firmare documenti.
Era immersa nel suo lavoro fino alle orecchie quando una farfalla demoniaca non le apparve davanti agli occhi. Portava un messaggio urgente da parte di Isane.

Ciao Tsuki. Avrei bisogno di un favore. Puoi passare verso le sei alla Decima Brigata per ritirare dei documenti?                                                             

                                                                                                               Grazie, Isane

Tsuki, stupita della richiesta, mandò una farfalla demoniaca con la riposta e per confermare l’impegno preso. Così si rimise subito al lavoro per finire il prima possibile.
Il pomeriggio passò tranquillo e senza altre interruzioni.
Verso le cinque e mezza Tsuki aveva già finito tutto il suo lavoro arretrato. C’era sempre la sua vocina all’interno della testa che le continuava a urlare di non stare così calma perché Rangiku, nonostante tutto, non si era ancora svegliata. Eppure era riuscita a distrarsi con il lavoro e con il via vai di Shinigami che chiedevano istruzioni, direttive o consegnavano altre maledette scartoffie da altre Brigate.
Tuttavia guardando l’orario Tsuki decise di incamminarsi verso la Brigata di Rangiku e prendersela comodo, passeggiando in giro per il Seireitei.
Quando arrivò si accorse che l’atmosfera che si respirava nella Brigata era molto diversa da quella che si aspettava. Non era per niente triste o preoccupata, anzi era rasserenante.
Seguì la strada, oramai conosciuta, verso l’ufficio del Capitano e arrivata davanti alla porta bussò senza ottenere risposta.
Allora bussò una seconda volta, un po’ più forte.

Finalmente qualcuno aprì la porta. La stanza era tutta buia e così non si riusciva a distinguere bene chi fosse quella figura, troppo alta per essere quella del Capitano Hitsugaya.
Tsuki fece per aprire bocca e chiedere chi fosse quella persona, quando questa accese finalmente le luci della stanza.
Tsuki rimase a bocca aperta e con le braccia a penzoloni. Di fronte a lei, la figura sconosciuta sorrideva sorniona e gongolava dalla felicità per via di quella reazione così tanto desiderata.
« E allora? Neanche mi saluti? » disse quella voce troppo familiare.
« Rangiku? » esclamò Tsuki, saltando addosso alla ragazza e stritolandola con un abbraccio che avrebbe potuto soffocare chiunque. L’amica ripose con la stessa intensità e invitò l’amica ad entrare e chiuse la porta.
« Stai bene? Quando ti sei svegliata? Perché non mi hai avvisata? O non lo hai detto a nessuno di farlo? Ma cos ti è succe… »
« Tsuki se continui a parlare non riuscirò mai a dirti tutto » sorrise Rangiku.
« Hai ragione, scusa » ammise imbarazzata l’altra, sedendosi sul divano che l’amica usava molto spesso come letto.
« Allora per aggiornarti: sto meglio e mi sono svegliata più o meno tre ore fa. E non ti ho avvisata solo perché volevo farti una sorpresa. Prima infatti sono andata da Shuhei e poi sono tornata dal Capitano che per farmi un piccolo regalo, mi ha permesso di farti venire qui » si fermò per riprendere fiato e sposarsi i capelli dalla faccia. « Se poi ti interessa sapere che cosa mi è successo, è molto semplice. Allora in poche parole il Capitano Unohana mi ha spiegato che era probabilmente una tecnica particolare della Zanpakuto dello Shinigami con cui ho combattuto. Mi ha spiegato che era come se il mio cervello, pur rimanendo sveglio, non fosse collegato al mio corpo che quindi non reagiva. Infatti sentivo e percepivo tutto nella stanza » disse ammiccando « E quindi ho sentito tutto, ma proprio tutto quello che mi hai detto. Quindi ora spiega! »

  
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