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Autore: FairyCleo    02/07/2012    8 recensioni
Dal capitolo 1:"Erano trascorse tre settimane dall' ultima volta in cui aveva trascorso una giornata con la propria famiglia al completo. Erano trascorse tre settimane da quando aveva litigato per l' ennesima volta con Chichi.
Erano trascorse tre settimane da quando lei aveva preparato i bagagli, lasciando lui e Gohan soli in quella piccola, silenziosissima casa in cui non sarebbero mai più risuonati i passi leggeri della donna che Goku aveva sposato".
Dal capitolo 3: "Io non so se sei venuto a conoscenza degli avvenimenti che hanno segnato la mia famiglia nelle ultime settimane..."[...]"Vegeta, mio papà non ha preso bene la cosa... è stanco, spento, immotivato.[...]"So che il tuo più grande desiderio è quello di battere mio padre, è per questo che ti chiedo di aiutarlo. Allenati con lui Vegeta. Diventa il suo nuovo stimolo. E sono certo che diventerai anche tu un super sayan. Il super sayan più forte della storia".
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scelta dei costumi


Bulma aveva seriamente tentato il suicidio nell’istante in cui il povero postino le aveva consegnato l’elegantissimo invito che avrebbe richiesto la sua gentile attenzione al party di Halloween organizzato dalla direttrice della Apoxyomenos, miss Melanie Clark.
Bulma odiava quella donna. Anche se il grande pubblico le considerava amiche, e probabilmente era la stessa considerazione fatta della donna in questione, la grande scienziata dalla chioma turchina la detestava con tutte le sue forze.
Aveva conosciuto Melanie durante il primo anno di università. Fino a poco prima del suo arrivo, era lei il genio del suo corso, nonché la studentessa più bella e più ricca. Ma poi, la dolce e cara Melanie, come la chiamavano i loro colleghi, era riuscita letteralmente a rubare il cuore a tutti, diventando la cocca di studenti e docenti.
Per di più, Melanie non era solo estremamente intelligente e aveva tutti voti altissimi, no! Melanie era bellissima, molto più bella e più donna di tutte le loro colleghe. Persino Yamcha ci aveva spudoratamente provato con lei durante una delle feste universitarie a cui avevano partecipato, e durante la celebrazione della laurea Melanie era stata quella uscita con il voto più alto subito dopo la nostra Bulma. Dopo quella breve ma intensa esperienza, la scienziata aveva sfortunatamente dovuto avere ancora a che fare con lei per la fornitura di alcune componenti meccaniche e informatiche dell’attrezzatura costruita dalla giovane donna, attrezzatura che le aveva permesso di raggiungere la vetta del successo e di avere quel riscatto sociale che tanto aveva desiderato.
Così, proprio perché era una donna estremamente professionale, aveva sempre accettato di incontrarla, cercando però di sfoggiare ogni volta un abito griffatissimo e unico, e dei gioielli che avrebbero fatto invidia ad una principessa finendo inesorabilmente, ogni volta, per essere una piccola stella luminosa rispetto ad un sole enorme e splendente.
A dire il vero, però, erano più di due anni che non riceveva più sue notizie, né suoi ordini, e sperava di essersela levata definitivamente dai piedi, ma a quanto pareva, era davvero un osso duro.

Così, a pochissimi giorni dal party, la geniale Bulma Brief era stata messa KO da un invito della sua più grande rivale che non sapeva neppure di essere tale.

“Maledizione, non ci voleva proprio, non adesso! Ho troppo poco tempo per scegliere un vestito, ho troppo poco tempo per venire a sapere con esattezza cosa indosserà Melanie, e ho troppo poco tempo per trovare un compagno che sia degno di questo nome! Mi toccherà andare al party con quell’idiota di Yamcha! Mamma mia, che figura ci faccio? Per una volta, volevo andare con un uomo degno di me! E invece niente! Uffaaaa!!!”.

Si lamentava la grande scienziata, battendo a terra i piedi come la più capricciosa delle bambine.
Il suo continuo frignare non aveva potuto non attirare l’attenzione della sua bionda mamma, ancora triste per l’abbandono della loro casa dell’affascinante principe dei saiyan.

“Tesoro, che succede? Ancora piangi per la partenza di Vegeta? Oh, come ti capisco, credo che non mi riprenderò mai più! E’ così bello e affascinante, mi manca così tanto!” – ed era scoppiata in lacrime, affondando il viso in un grande fazzoletto candido.
“Mamma, ma che stai dicendo?? Quale Vegeta e Vegeta?? Io sono disperata per il ballo!” – aveva tuonato la giovane, esasperata. Chi ci pensava più a quello scimmione?
“Party? Quale party?!” – era stata la reazione della mamma, che aveva gettato via il fazzoletto, all’improvviso animata da un nuovo spirito.
“Oh mamma, quello della Apoxyomenos!”.
“La dolce Melanie organizza una festa? Oh, ma che carina! E quand’è? Non vedo l’ora! Ovviamente l’invito è esteso anche a me e a tuo padre, no?” – aveva trillato, togliendole la busta con l’invito di mano con la grazia di un elefante.
Bulma si era coperta il viso con la mano, in preda al panico: aveva dimenticato l’amore che sua madre nutriva per la sua rivale. Ma cos’aveva Melanie che a lei mancava?
“Mamma, sai benissimo che non inviterebbe mai me senza invitare voi, ma non è questo il punto!”.
“E allora qual è, tesoro?”.
“Io voglio essere una dea per l’occasione! Voglio essere la più bella tra gli invitati, voglio essere una principessa!”.
Sua madre aveva sorriso, tutta eccitata, battendo più volte le mani dalla gioia.
“Ma tesoro, potevi dirlo subito, no? E’ così facile!”.
“Che-che vuoi dire?” – a volte proprio non la capiva.
“Hai detto che vuoi essere una principessa, giusto? E cosa ti serve per esserlo?”.
“Cosa mi serve?”.
“Ma Bulma cara, ti occorre un principe!!!”.
“Scusa mamma, e dove dovrei trovarlo un principe???” – spesso si domandava se sua madre scherzasse o fosse seria. In caso, la seconda ipotesi era davvero preoccupante.
“Fino a qualche settimana fa lo avresti trovato al terzo piano della nostra casa”.

Non poteva crederci. Non poteva assolutamente crederci. Sua madre le aveva forse appena proposto di andare al ballo con Vegeta? No, ma dico, era davvero impazzita? Aveva forse dimenticato il modo in cui l’aveva trattata? Come le era venuta in mente una cosa del genere??
“Tu stai scherzando, non è così?” – aveva chiesto, cercando di mantenere la calma.
“E perché dovrei? E’ così bello e fiero! Ed è un vero principe! Non ha bisogno neanche di mascherarsi per esserlo! Peccato solo che tu lo abbia fatto scappare via!”.
“Scappare via?? Io l’avrei fatto scappare via??” – quello era davvero troppo.
“Fai come meglio credi, tesoro!” - aveva detto sua madre, dirigendosi verso la porta – “Ma pensaci. Potrebbe essere la scusa per fare la pace, e lui potrebbe tornare qui da noi… qui da te!” – e l’aveva lasciata da sola con quella meravigliosa frase ad effetto che continuava a rimbombarle nel cervello.
“Da-da me?” – si era chiesta, ricadendo sulla sedia in preda allo sconforto – “Da me? Ma-ma… Ma che sta dicendo? E’ impazzita! Sì, deve essere impazzita!”.
Sì, non c’erano dubbi, doveva essere decisamente impazzita, perché solo una persona a cui mancava qualche rotella sarebbe potuta venire in mente una simile idea malsana.
“Io, al ballo con quello scimmione? Al ballo della Apoxyomenos con Vegeta?? Con il principe dei saiyan?” – stranamente, quell’idea cominciava a piacerle terribilmente.

*


Goku era attraversato da sensazioni talmente contrastanti tra loro da rendere vano ogni tentativo di mantenere anche solo una parvenza di lucidità.
Dopo ciò che Vegeta gli aveva fatto passare in palestra, il suo cervello aveva praticamente smesso di funzionare.
Ma gli stava bene. Lo sapeva, era colpa sua, e doveva accettarlo. Ma non sapeva davvero quale entità superiore lo stesse aiutando ad evitare di saltargli addosso da un momento all’altro, davanti a tutti, senza preoccuparsi di dove fosse e di tutte le cose che lo avevano fatto desistere fino a quel momento.
Per di più, il moro seduttore continuava a gironzolargli sotto il naso mezzo nudo, avvicinandosi a lui quanto bastava per sì che la loro pelle si sfiorasse e ritirandosi indietro giusto il tempo di farlo accaldare inutilmente. Corpo traditore! Non aveva mai reagito così, mai! Ma che poteva farci se il dispettoso principino gli faceva quell’effetto??
Le docce fredde ormai erano diventate una costante delle sue giornate.

Quella mattina, Goku aveva sfruttato le sue ore libere per fare un giro nei negozi nella speranza di trovare qualcosa di carino da poter indossare per il party di Halloween, ma la ricerca era stata momentaneamente molto infruttuosa.
Il problema partiva dal presupposto che non aveva la benché minima idea di cosa potesse piacere o meno a Vegeta. Certo, aveva provato a chiedergli di dargli almeno un piccolo, piccolissimo indizio, ma l’unica cosa che si era limitato a dire era ‘ niente di rosa ‘. Certo, come se fosse stato da persona sana di mente cercare di convincere sua maestà ad indossare qualcosa di rosa. O meglio, a ben pensarci Bulma c’era riuscita, ma dubitava che ritentare l’impresa sarebbe stata una cosa fattibile.

Così, dopo aver dato un’occhiata in ben cinque negozi di costumi, non era riuscito ad arrivare al dunque, e tutto sconsolato, si era accomodato sulla panchina del parco, mangiucchiando distrattamente le patatine al formaggio che aveva acquistato al chioschetto dietro l’angolo.

Il punto era che non voleva prendere due abiti a caso. Il nostro Goku si era messo in testa di trovare dei costumi che fossero in qualche modo correlati tra loro.
Tipo, se lui si fosse vestito da sole, Vegeta avrebbe fatto la luna. Se lui avesse fatto il cuoco, Vegeta avrebbe dovuto fare in cameriere, e via dicendo.
Ma non aveva ancora trovato il costume adatto. Avrebbe voluto fargli una sorpresa, perché lui aveva pensato di prendere a Vegeta un costume da principe. Era certo che gli sarebbe stato divinamente. Qualcosa di bianco e blu, magari, ma arrivati a quel punto, lui da cosa avrebbe dovuto travestirsi? Da principessa? Sarebbe stato un po’ equivoco… E poi, non se la sentiva proprio di indossare una gonna. Non sarebbe stata affatto comoda per il combattimento finale! E se avessero fatto entrambi i principi? Magari Vegeta in blu e lui in rosso! Sarebbe stato carino, no? Oppure sarebbe stato un disastro! No, non poteva funzionare. Ma perché era talmente difficile scegliere qualcosa che potesse stare bene ad entrambi??

“Rifletti, Goku!” – si era detto, mandando giù l’ennesima manciata di patatine – “Che cosa piace a sua maestà?”.

Già, che cosa piaceva a Vegeta? La guerra di certo! Allora, avrebbero potuto travestirsi da soldati!! Sarebbero stati davvero bene con la divisa della marina, per esempio! Ma, a ben pensarci, ci avevano già pensato Jack e sua moglie. La questione diventava sempre più complessa.

Stava per gettare definitivamente la spugna quando, all’improvviso, l’innocente gioco di due bambini che si rincorrevano nel parco lo aveva a dir poco illuminato.

“Ma sicuro!!! Come ho fatto a non pensarci prima?”.

A volte, bastava davvero poco per avere delle grandi idee.

*


Quando Gohan aveva messo piede a casa si aspettava tutto fuorché di trovare Bulma ad aspettarlo davanti la porta di casa. Una sorpresa davvero gradita, considerando anche l’enorme torta di frutta preparata dalla madre.

“Bulma! Ma che bella sorpresa! Che ci fai qui?” – il piccolo era sempre molto contento di vedere la compagna di mille avventure. L’ammirava molto, per il suo coraggio e per la sua intelligenza, e sperava un giorno di diventare uno scienziato famoso come lei.
“Ciao Gohan! Mamma mia come sei cresciuto! E che bella la divisa! Vai alla St. Francis? Complimenti!”.
Era davvero orgogliosa del figlio del suo migliore amico.
“Bè, sì! Sono riuscito ad entrare! È tutto così straordinario! Sono così contento! Ma ancora non mi hai detto perché sei qui! Entra, forza!” – e le aveva fatto strada in casa.

Una volta sistemati comodamente sul divano intenti a mangiare la prelibata torta, la giovane scienziata aveva spiegato al piccolo saiyan il motivo della sua visita.

“In realtà, cercavo tuo padre!”.
“Papà? Come mai?”.
“Bè, ecco” – era difficile da spiegare – “Mi domandavo se per caso, ma per puro caso, sapesse che fine ha fatto quello scimmione di Vegeta!”.
Al bambino era parso strano che Bulma volesse sapere che fine aveva fatto Vegeta, soprattutto considerando il modo in cui i due ex-coinquilini si erano lasciati.
“Magari la cosa ti sconvolgerà, ma io so dov’è Vegeta!”.
Gli occhi della scienziata si erano illuminati improvvisamente.
“Davvero? E dov’è? Sai, ho bisogno di parlargli, devo chiedergli un favore!”.

Ma, poco prima che Gohan potesse rispondere, il diretto interessato aveva aperto la porta di casa, bloccandosi all’improvviso nel trovarsi davanti la donna che lo aveva umiliato sin dentro l’anima.

“E tu che cosa ci fai qui?” – aveva chiesto, glaciale.
Bulma non poteva credere ai suoi occhi.
“Che ci faccio io? Che ci fai tu a casa del mio migliore amico?”.
“Si da il caso che io viva qui!” – e aveva posato le mani sui fianchi, guardandola con aria di sfida – “E dato che questa è anche casa mia, non sei la benvenuta!”.
Si aspettava una reazione violenta, ma non pensava che fosse davvero così arrabbiato con lei. Evidentemente aveva davvero esagerato, urtando la seppur molto scarsa sensibilità del principe dei saiyan.
“Bel modo di ringraziare chi ti ha fatto da serva per mesi!” – aveva commentato lei sarcastica.
Vegeta stava per risponderle a tono, quando Bulma lo aveva preceduto scusandosi senza alcun preavviso.
“Che cosa hai detto?” – era incredulo. L’aveva aggredito poco prima, poteva davvero essersi scusata?
“Ti ho chiesto scusa. Mi dispiace. Non dovevo dirti quelle cose”.
Sembrava sincera.
Ma come mai era andata a scusarsi dopo tutto quel tempo? La cosa non gli quadrava.
“Dimmi un po’, donna, si può sapere che cosa vuoi davvero?”.
“Che vuoi dire?” – l’aveva scoperta.
“Non credo che tu sia venuta in questa landa desolata dopo tutto questo tempo solo per chiedermi scusa”.
“Colpevole…” – aveva risposto lei, abbassando lo sguardo.

Vegeta continuava a guardarla, stoico. Avrebbe voluto ucciderla per come si era permessa di trattarlo, ma si stava trattenendo solo per evitare di sentire le lamentele di Gohan e di quello zuccone di suo padre.

“Allora? Ti hanno mangiato la lingua?”.
“No! Antipatico! Non mi hanno mangiato la lingua! Sono qui per chiederti un favore!”.
Era allibito.
“Tu vuoi chiedere un favore a me? Stai scherzando, spero!”.
“Certo che no! Non mi metto all’opera per uno scherzo! Ma pensa un po’! Per chi mi hai presa?” – a volte Vegeta era davvero impossibile.
“Allora parla! Non ho tutto il giorno! Devo preparare la cena e tornare a lavoro! Che pensi, che siamo miliardari come te?”.
La descrizione dei compiti che Vegeta avrebbe dovuto svolgere aveva sconvolto – e non di poco – la povera Bulma, che aveva davvero rischiato di farsi uccidere dal principe per via di un attacco di ilarità.
“Devi… andare a lavorare? E soprattutto, devi preparare la cena?” – non poteva crederci! Vegeta lavoratore e casalingo! Era assurdo! A dir poco assurdo!
“Sì, principessina! E non ho tempo da perdere! Gohan, potresti apparecchiare?”.
“Subito!” – i grandi erano davvero divertenti quando litigavano!

Ma solo nell’osservare meglio ciò che indossava Vegeta, Bulma si era accorta dello stemma sulla divisa.
“Per la Apoxyomenos? Lavori per la Apoxyomenos? Lavori per Melanie Clark???” – questo non poteva davvero essere vero!
“Credi che me ne andrei in giro conciato così perché fa tendenza? Certo che lavoro lì! E più che lavorare per Melanie, direi che lavoro con Melanie!”.
Quella era davvero una pessima notizia. Se lavorava lì, voleva dire che doveva partecipare attivamente al party, e non poteva di certo darle le attenzioni che si meritava. Che disdetta. Era davvero sfortunata.
“Ah…” – aveva sospirato, affranta, alzandosi in piedi.
“Visita breve!” – aveva commentato lui, guardandola negli occhi.
“A quanto pare…”.
“Non te ne vai da qui finché non mi dici che volevi da me”.

Era furiosa! Che razza di modi erano quelli? Altro che principe, era davvero un buzzurro!
“Non è più necessario” – e si era avviata verso la porta, infuriata, dimenticandosi persino di salutare Gohan.
Ma Vegeta l’aveva bloccata per il braccio, senza stringere troppo, costringendola a voltarsi verso di lui.
“Lasciami”- aveva sibilato lei, spaventata dalla reazione di lui.
“Non finché non vuoti il sacco” – infondo, era giusto che lui sapesse.

Ma, proprio mentre lei stava per parlare, un Goku super entusiasta aveva aperto la porta con la delicatezza di un elefante, trillando tutto contento per aver portato a termine la sua missione.

“Getaaa!!! Ho trovato i costumiiii!!!” – aveva detto, bloccandosi un attimo prima di lanciargli addosso la busta colorata – “Bulma! Ma che ci fai qui? E perché la stai tenendo per il braccio? Che state combinando voi due??”.

Se non fosse stato semplicemente impossibile, Bulma avrebbe giurato di aver visto un lampo di gelosia saettare negli occhi del suo migliore amico. E poi, come lo aveva chiamato? Geta? Che cavolo di soprannome era?

Nel vederlo così agitato, Vegeta aveva sorriso furbo prima a lui, per poi ammiccare verso Bulma. Era fin troppo facile provocare Kaharot, a quando sembrava.
“Io e Bulma stavamo facendo un discorsetto… Non è vero, donna?” – aveva detto lui, accarezzandole il braccio.
La ragazza era rabbrividita, in preda ad una confusione crescente. Ma che stava facendo Vegeta? Che erano quelle attenzioni improvvise nei suoi confronti?
“Ma che fai??” – e aveva allontanato il braccio, molto imbarazzata. Non aveva mai visto quello sguardo sul suo volto. Che voleva fare?
“Già! Che fai?” – le aveva fatto eco Goku, incrociando le braccia al petto, irritato a livelli inimmaginabili.
Ma Vegeta non sembrava per nulla dispiaciuto, e si era diretto verso la cucina, aprendo il frigo per prendere gli ingredienti necessari a preparare la cena.

“È tutto matto!” – aveva commentato Bulma sottovoce.
“Non è matto! Ha solo deciso di farmi impazzire!” – era stata la risposta sincera di Goku.
“Che cosa???” – la scienziata non era certa di aver capito bene. Una cosa era certa: quella visita a casa Son aveva preso davvero una piega inaspettata!
“Niente, niente! Ma che ci fai qui?”.
“Ero venuta per parlare con te di lui, ma ho fatto già da me!” – aveva risposto lei, sorridendo confusa – “Non dirmi che lavori anche tu per la Apoxyomenos?!”.
“E invece sì! E ci vedremo giovedì alla festa! Non sei contenta? A proposito, verrai con Yamcha? E cosa indosserai? Guarda che cosa ho preso per noi! Non sono adorabili?? EHI! Principe dei saiyan! Vieni a misurare il costume, forza!” – e aveva tirato fuori dalla busta gli abiti che avrebbero indossato, provocando in Vegeta una reazione che rasentava lo sdegno.
“Vuoi farmi travestire da Loki? Da Loki?”.
“Sì, vostra maestà! Ed io farò Thor! Non la trovi un’idea geniale?”.

A quanto sembrava, la padella che Goku aveva preso in pieno viso, era stata l’unica risposta che per quella sera avrebbe ricevuto da Vegeta.

Continua…
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Ok, lo so, non è il capitolo migliore del mondo, ma cercate di capirmi: l'ho scritto ieri sera durante la partita, e sta mattina non sono proprio riuscita a fare di meglio.
Che disdetta! =(=(=(
Ma torniamo a noi.
Bulma è un po' confusa, e la capisco! XD Sua madre le mette in testa strane idee, e Vegeta non ci pensa due volte a far ingelosire Goku in maniera del tutto sleale. Ma perché questi due non si mettono l'anima in pace e si danno alla pazza gioia? Così fanno felici anche noi! XD
Che ne pensate della scelta dei costumi?? Ammetto di aver avuto un piccolo suggerimento... ;)
Bene, scappo!!!
Alla prossima ragazzi!
Bacioni
Cleo

   
 
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