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Autore: Gillian_Lightman    03/07/2012    5 recensioni
E se la dichiarazione di Cal in "Killer App" non è bastata, il destino gli darà una mano
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Always'
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Salva a tutti! Q         uesto è in definitiva l’ ultimo capitolo prima delle mie vacanze, perciò aggiornerò solo l’ 11, non prima.

Premetto che le POV sono piuttosto brevi, perché se no non finivo più xD

Spero che vi piaccia perché ho fatto veramente molta fatica e ci ho messo davvero tanto impegno…Buona lettura!

 

Capitolo 5. La giornata perfetta.

Cal e Gillian si trovavano sull’ aereo. “Cerchiamo di dormire per questa ora, così risparmiamo energie” avevano stabilito. Inutile dire che nessuno dei due aveva chiuso occhio, anche se entrambi si fingevano addormentati per cercare di riordinare le idee e ridurre l’ isterismo. Gillian era convinta che prima ho poi il comandante avrebbe annunciato un lieve ritardo, causato dall’ incessante e rumoroso battito del suo cuore che disturbava i segnali.

Cal, se possibile, era anche più pessimista e aveva stabilito che per far cessare il suo avrebbero dovuto abbattere l’ aereo.

Fortunatamente nessuno dei due scienziati ci aveva preso e l’ aereo atterrò in perfetto orario: alle 2:30 spaccate scendono dall’ aereo e alle 3:00 prendono un taxi.

C: “Empire Hotel” aveva detto Cal al tassista.

Poi si era accomodato accanto a Gillian che lo sorprese a fissarla. Arrossì violentemente e disse: “Che cè sono così brutta?”

C: “Al contrario tesoro, sei bellissima”

Ora Gill sembrava un afroamericana tanto era arrossita.

G: “Credevo che non servissero alcolici durante i voli notturni”

C: “Non ho bisogno di Scotch per vedere quanto sei bella”

G: “G-Grazie Cal”

Oh mio Dio tesoro vedi di darti una calmata, sembri una liceale al primo appuntamento!

G: “Guarda da qui si vede l’ isola dove cè la Statua della Libertà”

Ancora una volta Cal si sorprese a fissarla sorridendo. In una città così luminosa Gill le sembrava una bambina a Natale intenta a individuare tutte le luci possibili.

C: “Eh già, domani ti ci porto tesoro”

Il sorriso di Gill fu il premio più bello del mondo.

G: “Non capisco come fai a non amare New York. E’ cosi bella, così viva. Romantica!”

Oddio lo ho detto sul serio?! Ho detto a Cal che siamo in una città romantica?

Quale gioia, mi sento gratificata come un’ insegnante di matematica che riesce a farla capire agli asini.

Così sarei un asino?

Si, in amore sei un asino che oggi a meritato la sua prima sufficienza.

Presa dal suo vivace dialogo interiore non si era accorta che Cal le aveva messo un braccio sulla spalla.

 

Mi ha messo un braccio sulla spalla, non sto sognando!?

Non sogni, ti sei impegnata e questo è il tuo premio.

Allora vuol dire che ha apprezzato il mio commento sul romanticismo, HO ANCORA UNA SPERANZA!

Oh sono così fiera di te! Tra poco mi metto a piangere.

 

Avrebbe voluto dire qualcosa a Cal, ma era troppo emozionata; ci pensa il taxista:

“Fine corsa, fanno $2”

Gill stava tirando fuori il portafogli,

C: “Lascia stare pago io” ridacchiando.

G: “Che galantuomo!”

C: “Fatto e finito”

Ridendo si avviano all’ Hotel.

Arrivano alla reception, fortunatamente non cè molta gente e devono aspettare solo per qualche minuto.

Impiegata: “Buonasera e benvenuti all’ “Empire Hotel”! Avete la prenotazione giusto?

G: “Si.”

Impiegata: “A nome di…?”

C: “Lightman.”

Impiegata: “Solo un secondo…Si, salve signori Lightman, ecco la chiave”

Entrambi erano arrossiti.

G: “V-Vuole dire le chiavi giusto?”

Impiegata: “Mmh, no signora la prenotazione è stata fatta per una sola stanza, la Suite 310”

C: “Bhe non può fornircene un’ altra se paghiamo? Possibilmente vicina alle 310..”

Impiegata: “Mi dispiace signore ma è l’ unica Suite disponibile. Anche le “Room” e le “Imperial” devono essere prenotate almeno quarantotto ore prima. La vostra Suite è comunque rifornita di un letto matrimoniale, un divano ed un divano-letto nel caso ci fossero problemi”- prima che uno dei due potesse replicare squilla il telefono e l’ impiegata continua- “Scusate devo rispondere e poi occuparmi degli altri clienti, qui cè la chiave. Vi auguro una buona permanenza.”

Gillian e Cal, “rassegnati” presero la chiave e si avviarono verso la loro Suite.

Impiegata: “Buonasera Imperial Hotel, come posso aiutarla?”

S: “Cassy, come procede?”

Impiegata: “Tutto a meraviglia, fase completata”

S: “Ottimo lavoro, ti devo un favore”

Impiegata: “No. Ora siamo pari. A presto.

 

Nel frattempo gli ignari “piccioncini” avevano raggiunto la Suite 310: entrando la stanza da letto con un matrimoniale, un minibar, un grande armadio ed un divano-letto; seguivano il salottino munito di divano e televisione, il bagno di lavandino, bidè, doccia e vasca idromassaggio.

Gillian si sentiva svenire e Cal continuava a darsi pizzicotti per cercare di capire se stava sognando o era tutto reale.

Si sono messi d’ accordo di alternarsi: ora Gillian avrebbe fatto la doccia mentre Cal avrebbe disfatto i bagagli, poi il contrario. Infine sarebbero andati a dormire.

C: “Se vuoi che dorma nell’ altra stanza sul divano non cè problema…”

G: “No è scomodo; tranquillo dormi pure nel divano-letto della camera”

C: “D’ accordo tesoro”

Gillian che oramai si era trasformata in un camaleonte che diventa rosso quando Cal parla si stava avviando in bagno per fare la doccia.

C: “Non dimentichi niente?” Si voltò: Cal aveva in mano il suo pigiama.

Che scema come sarei uscita, in biancheria!?

G: “Grazie” prende il pigiama e si chiude in mano, mentre Cal si maledice da solo per averglielo ricordato, ma infondo…E’ un gentlemen!

 

    //POV GILLIAN//

Calmati Gill da brava, apri l’ acqua e vai sotto la doccia.

E pensa che lui è nella stanza accanto…

Zitta tu! Sono già abbastanza agitata!

Non ci posso credere siete nella stessa stanza!

Ma come è possibile.

E’ la prova inconfutabile che Dio esiste.

Ma finiscila di dire scemenze, ora che faccio?

Ti insaponi e ti sciacqui, dovresti sapere come ci si fa una doccia.

Pure tu mi ricordi Cal adesso!

Forse perché sei innamorata e lui è il tuo chiodo fisso.

Bhe…Si…

Ahah messa a tacere! Ora preoccupiamoci delle cose serie:

Adesso mi piaci.

Come sedurlo?Il pigiama che hai è abbastanza carino, ma potevamo fare di meglio, quindi su cosa puntiamo per questa sera?

Cosa? MA TI E’ ANDATO DI VOLTA IL CERVELLO?

Appena ho finito di fare la doccia scappo a letto e quando ritorna lui fingo di dormire.

Mi deludi.

Perché?

Lo ami?

Si te l’ ho già detto!

Vorresti stare insieme a lui o ti basta l’ amicizia?

A questo punto visto che siamo oneste, io lo amo. E’ l’ uomo della mia vita quindi no che non mi basta l’ amicizia. Voglio poter sentire le mie labbra contro le sue, il suo petto contro il mio.

Okay questa risposta mi piace, continuiamo. Credi che le relazioni piovano dal cielo, oppure che le porti la cicogna come con i bambini.

Dove vuoi arrivare.

A farti capire che anche se è giusto che lui faccia la prima mossa tu devi fargli capire che sei interessata, che lo vuoi…Devi fargli capire che lo ami, altrimenti come credi che abbia il coraggio di dichiararsi.

Cavolo hai ragione. Ma chi mi dice che io gli piaccio?

Basta stronzate sii onesta. Non ti sembra che lui provi qualcosa di forte per te?

Bhe visto che siamo io e te non posso fare figuracce. A me…A me sembra che anche lui sia un pochiiino innamorato, ma non vorrei sbagliare.

Tanto hai già capito che sei costretta: hai ammesso che lo ami e che l’ amicizia non ti basta, quindi ti devi buttare per forza. Stasera lasciamo perdere ma da domani fagli capire che lo ami!

D’ accordo! Perché tu esisti dannata voce?

Io non esisto. Io sono te quindi sei tu che vuoi far capire a Cal di amarlo.

 

 

Gillian esce dalla doccia, si veste cercando di spingere nella maglia anche il cuore che sembra non volerne sapere di restare al suo posto.

Esce dal bagno in pigiama e Cal si gode quella visione angelica: pantaloncini azzurri a pinocchietto aderenti e maglia larga dello stesso colore.

Gill si infila nel letto dicendo a Cal (con un tono abbastanza controllato considerata la situazione):

“Vai pure”

C: “Okay tesoro”

Cal prende su…Un sacchetto? Perché tiene li i suoi vestiti, si domanda la donna.

 

//POV CAL//

Cavolo cavolo cavolo! Sento che sto per esplodere.

Prima vai nella doccia, cosi limiti gli schizzi che la scientifica dovrà esaminare.

Fottiti coscienza.

Come siamo nervosi questa sera!

Come vuoi che mi senta sapendo che dormirò a pochi metri dalla donna che amo?

Già…Sarebbe molto meglio se ti aggregassi a lei nel matrimoniale…

Ma che cosa stai dicendo? Sei addirittura più pervertito ed inopportuno di me!

Erri di nuovo, io SONO te!

Quindi sono io che vorrei dormire accanto a Gill?

Fai te, chi è che non vorrebbe dormire abbracciato alla donna che ama?

Okay te la do buona ma ora ho bisogno di aiuto, non so cosa fare!

In che senso? Stasera?

No beh stasera ognuno dorme per i fatti suoi e finisce li…Io intendo durante la vacanza.

Naturalmente contare le stelle che ci sono nel cielo…MA DICHIARARTI NO!?

Come dichiararmi?

Allora incominciamo da capo. 2+2

Fottiti.

Te la do buona. Ami Gill?

Si più di me stesso.

Ti basta la semplice amicizia.

No, voglio che sia la MIA Gill.

Pensi che lei ti ami?

Questo non lo so proprio. Diciamo che a me pare che anche lei provi qualcosa per me e conoscendola di solito l’ amore è una cosa serissima per lei.

SI O NO.

Si…Anche se non ne sono sicuro, non riesco a leggerla!

Proseguiamo: pensi che dovrebbe dichiararsi lei?

Mai e poi mai! Farei la figura del codardo!

Pensi che vi bacerete così dal nulla?

No naturalmente.

Quindi eccoci all’ inizio: 2+2! Svegliati!

Hai ragione! Ho paura di perderla come amica ma la sto già perdendo…O tutto o niente e io non vivo senza Gill quindi in questa vacanza mi butto!

Mi sento come una donna che ha partorito dopo 50 ore di travaglio…Sei pronto ragazzo!

 

Quando Gill stava per spegnere la luce sente la porta cigolare e vede Cal che sta uscendo: per poco non cade per terra, ma comunque si accascia sul letto e si mette a ridere come mai aveva fatto.

Mentre Gillian si avvicinava, appoggiandosi al muro per non cadere e continuando a ridere, per controllare che fosse vero lui le chiese:

“Che cè da ridere tesoro? Non ti piace il mio completo?”

Quell’ inglese sexy indossava il suoi abito migliore: pantaloni, maglia e cuffia azzurri con le paperelle gialle disegnate sopra.

Si mette a ridere anche lui e togliendosi quel buffo copricapo dice:

“Questo lo ho preso apposta per te, sapevo ti sarebbe piaciuto”

Oramai sono a meno di mezzo metro l’ uno dall’ altra.

Gill per qualche istante continua a ridere, poi dice con una tenerezza tale da stupirsi da sola: “Grazie per farmi sempre sorridere, Cal”

Detto ciò l’ uomo si è sentito come se gli angeli lo stessero trasportando in cielo, mentre arrossiva quanto la ragazza.

Le sorrise come non aveva mai fatto, poi si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia, sussurrandole: “Notte tesoro”

G: “Notte Cal”

Se normalmente una cosa del genere li avrebbe tenuti svegli tutta la notte, quella riuscirono a dormire, sapendo che la persona amata era a pochi metri di distanza e li attendeva per tutta la vacanza.

 

La mattina dopo…

La sveglia risuona nella stanza alle otto di mattina, riportando alla realtà (forse in questi giorni ancora più dolce dei sogni) Cal e Gillian, che si salutano con un “Buongiorno tesoro”. Si preparano, scendono a fare colazione abbastanza in fretta, rientrano in camera per gli ultimi ritocchi e poi…New York stiamo arrivando!

La loro idea era di visitare numerosi musei, come il MOMA e tanti altri. Ma uscendo Cal le domanda: “Perché invece di fare i professori anche qui ci godiamo la vacanza? Dai, ti porto a vedere la Statua della Libertà. Lì cè tutta la storia degli USA, gratis e all’ aria aperta.”

G: “Quanto sei carino, per me va benissimo! Basta che ci godiamo fino in fondo questa bella vacanza”

Cal, colto da audacia improvvisa, la prende sotto braccio e le sorride dicendo “Bene, inizia la vacanza!”

Cosi iniziano a camminare abbracciati, come due sposini in luna di miele. Poi si accorgono che sono dall’ altra parte dell’ isola e per arrivare al porto devono prendere un taxi.

Un’ ora dopo stanno per salire sulla Statua della Libertà.

Gillian era emozionatissima: “Non sono mai salita sulla Statua!”

C: “E osi addirittura definirti americana, dottoressa?”

G: “Lei professore ci è salito?”

C: “No ma io sono inglese!”

G: “Giusto, tu bevi te”

C: “Cattiva” dice fingendosi offeso

G: “Ahahah” sorride e ride…quanto è bella!?

Dopo poca fila salgono allietati da divertenti conversazioni circa il più e il meno. Cal si è già preparato e le ha messo una mano sulla vita: voleva stringerla mentre guardavano il panorama in cima, ma farlo sul momento era troppo avventato così aveva anticipato la sua mossa, perfettamente riuscita: si sono ritrovati abbracciati, lei una mano sulla schiena lui sulla sua vita, le teste vicine, i visi rossi ed emozionati ad osservare una delle più belle città del mondo, con vista perfetta dal monumento simbolo della storia americana.

Entrambi volevano che quegli istanti non finissero mai, così si sono crogiolati per una buona mezz’ ora quasi sempre in silenzio: non servivano parole per descrivere quegli attimi.

Alla fine i loro stomaci ebbero la meglio, cosicché i due scendono e prendono un taxi con l’ idea di tornare all’ hotel per pranzo ma riescono ad arrivare solo all’ ingresso di Central Park prima che la fame prenda il sopravvento.

Cosi decidono di fare i turisti fino in fondo e si godono un hot – dog, banale ma riesce comunque a farli sognare, mentre si accorgono che parlando sembrano più piccioncini che amici. Decidono però di non respingere l’ idea, ma di coglierla a braccia aperte, passando tutto il pomeriggio curiosando per la città.

Alla sera sono terribilmente stanchi, tornano all’ hotel per le 19:00, si preparano e Cal annuncia: “Vestiti bene tesoro, si va a mangiare fuori, ti aspetto di sotto”

Gill notò che lui era in giacca e cravatta, sulla tinta del blu quindi decise di adeguarsi.

Quando scese, il cuore di Cal usci letteralmente dal suo petto impugnando un cartello di protesta con scritto “No agli infarti, Foster”.

Se Cal la aveva trovata sexy addirittura con un banalissimo pigiama ora, doveva ammetterlo, le sarebbe saltato addosso: tacco otto (fortunatamente non di più, se no lo avrebbe superato) blu, un tubino blu elettrico aderente senza spalline che iniziava laddove c era ancora poca coscia e finiva appena sopra al seno, un filo di trucco che la rendeva, SE possibile, ancora più bella, capelli sciolti, piastrati e, per finire, borsetta in tinta.

Gill si avvicina e, sorridendo: “Allora? Non mi dici niente?”

C: “Potrei dirti mille cose, ma 500 sarebbe meglio evitarle e le altre non potrebbero mai eguagliare la tua bellezza, che stasera ha superato se stessa. Sei meravigliosa Gillian.”

Quella arrossì violentemente e rispose “G-Gr-Grazie Cal”. Poi vuole vendicarsi dell’ uomo e soprattutto sentire il suo tepore, cosi gli stampa un caldo bacio sulla guancia, riuscendo nell’ intendo e spiazzando Cal, che la guarda meravigliato e (almeno così le sembra) molto grato del gesto.

Un dipendente dell’ Hotel arriva  con un mazzo pieno di rose in una mano e un cestino pieno di soldi nell’ altra, chiede “Vuole offrire una rosa alla sua signora?”

C: “Mmh, nA onestamente non mi piace e anche le rose sono brutte”

G: “Cal neanche lo conosci!” lo rimprovera Gill esasperata ma divertita.

Dipendente: “Costa solo $4”

C: “$4 li do a un barbone che ne ha più bisogno, so da solo come far contenta la mia Gill” detto ciò si avvia seguito da Gill che, udite udite, lo prende per mano e gli sorride contenta.

Trascorrono una serata meravigliosa: Cal la ha portata in un bellissimo ristorante che da sull’ East River e arriva una meravigliosa aria di primavera che rende l’ atmosfera ancora più caldi.

La cena è alimentata, oltre che dalle chiacchiere, da continui sguardi innamorati sfuggenti, risate che nascondono altro e continui contatti non necessari, spesso cercati da Cal che le stringe la mano ogni tanto.

Per coronare la serata alle 23:00, terminata la cena, Cal la prende per mano e vanno a fare una passeggiata lungo Central Park. Si fermano su una panchina vicino all’ uscita e guardando la luna.

Cal sembra incantato, così Gill gli domanda:

“A cosa pensi?”

Lui rimane un attimo in silenzio e poi le dice, quasi sussurrando: “Penso che non cè un altro posto dove vorrei essere ne un'altra persona con cui vorrei passare questo momento”

Gill lo guarda e per la prima volta Cal riesce a leggergli chiaramente amore sul viso. Si stanno avvinando…Arriva un barbone che cerca di rubare la borsetta a Gill. Cal, prontamente, gli sferra un pugno in faccia così forte che quello cade a terra sanguinante senza accennare un singolo movimento. Sembrava innocuo, quindi è ovvio che la rabbia di Cal derivava più che altro dal momento rubato.

Oramai non è più tempo di romanticismo, l’ uomo avvolge il braccio attorno alle spalle di Gillian dicendole: “Colpa mia, mi sono dimenticato che non siamo più al distretto. A quest’ ora meglio girare al largo dai parchi.

Tornano all’ Hotel e vanno a letto, ignari del fatto che quel parco per loro era maledetto. Un barbone ubriaco era il male minore che avrebbero incontrato di li a 24 ore. Non un assassino, non un pazzo…Peggio…

 

Allora, voglio citare Kaori_97, dico subito che è per te se sono stata 1h 50min 45 sec. al PC per scrivere questo capitolo. Non lo ho nemmeno riletto quindi spero che non faccia schifo anche perché lo dedico a te :))

Ora mi rivolgo a tutti: domani parto, buona settimana ci vediamo l’ 11 quando torno, prima che vada a letto per favore RECENSITE RECENSITE RECENSITE!

A presto,

Jenny

  
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