Salva a tutti! Q
uesto
è in definitiva l’ ultimo capitolo prima delle mie
vacanze, perciò aggiornerò
solo l’ 11, non prima.
Premetto che le POV sono piuttosto
brevi, perché se no
non finivo più xD
Spero che vi piaccia
perché ho fatto veramente molta
fatica e ci ho messo davvero tanto impegno…Buona lettura!
Capitolo 5. La giornata perfetta.
Cal e Gillian si trovavano
sull’ aereo. “Cerchiamo di
dormire per questa ora, così risparmiamo energie”
avevano stabilito. Inutile
dire che nessuno dei due aveva chiuso occhio, anche se entrambi si
fingevano
addormentati per cercare di riordinare le idee e ridurre l’
isterismo. Gillian
era convinta che prima ho poi il comandante avrebbe annunciato un lieve
ritardo, causato dall’ incessante e rumoroso battito del suo
cuore che
disturbava i segnali.
Cal, se possibile, era anche
più pessimista e aveva
stabilito che per far cessare il suo avrebbero dovuto abbattere
l’ aereo.
Fortunatamente nessuno dei due
scienziati ci aveva
preso e l’ aereo atterrò in perfetto orario: alle
2:30 spaccate scendono dall’
aereo e alle 3:00 prendono un taxi.
C: “Empire
Hotel” aveva detto Cal al tassista.
Poi si era accomodato accanto a
Gillian che lo
sorprese a fissarla. Arrossì violentemente e disse:
“Che cè sono così brutta?”
C: “Al contrario tesoro,
sei bellissima”
Ora Gill sembrava un afroamericana
tanto era
arrossita.
G: “Credevo che non
servissero alcolici durante i voli
notturni”
C: “Non ho bisogno di
Scotch per vedere quanto sei
bella”
G: “G-Grazie
Cal”
Oh mio
Dio
tesoro vedi di darti una calmata, sembri una liceale al primo
appuntamento!
G: “Guarda da qui si vede
l’ isola dove cè la Statua
della Libertà”
Ancora una volta Cal si sorprese a
fissarla
sorridendo. In una città così luminosa Gill le
sembrava una bambina a Natale
intenta a individuare tutte le luci possibili.
C: “Eh già,
domani ti ci porto tesoro”
Il sorriso di Gill fu il premio
più bello del mondo.
G: “Non capisco come fai
a non amare New York. E’ cosi
bella, così viva. Romantica!”
Oddio lo ho detto sul serio?! Ho
detto a Cal che siamo
in una città romantica?
Quale
gioia,
mi sento gratificata come un’ insegnante di matematica che
riesce a farla
capire agli asini.
Così sarei un asino?
Si, in
amore
sei un asino che oggi a meritato la sua prima sufficienza.
Presa dal suo vivace dialogo
interiore non si era
accorta che Cal le aveva messo un braccio sulla spalla.
Mi ha messo un braccio sulla
spalla, non sto
sognando!?
Non
sogni, ti
sei impegnata e questo è il tuo premio.
Allora vuol dire che ha apprezzato
il mio commento sul
romanticismo, HO ANCORA UNA SPERANZA!
Oh sono
così
fiera di te! Tra poco mi metto a piangere.
Avrebbe voluto dire qualcosa a Cal,
ma era troppo
emozionata; ci pensa il taxista:
“Fine corsa, fanno
$2”
Gill stava tirando fuori il
portafogli,
C: “Lascia stare pago
io” ridacchiando.
G: “Che
galantuomo!”
C: “Fatto e
finito”
Ridendo si avviano all’
Hotel.
Arrivano alla reception,
fortunatamente non cè molta
gente e devono aspettare solo per qualche minuto.
Impiegata: “Buonasera e
benvenuti all’ “Empire Hotel”!
Avete la prenotazione giusto?
G: “Si.”
Impiegata: “A nome
di…?”
C: “Lightman.”
Impiegata: “Solo un
secondo…Si, salve signori
Lightman, ecco la chiave”
Entrambi erano arrossiti.
G: “V-Vuole dire le
chiavi giusto?”
Impiegata: “Mmh, no
signora la prenotazione è stata
fatta per una sola stanza, la Suite 310”
C: “Bhe non
può fornircene un’ altra se paghiamo?
Possibilmente vicina alle 310..”
Impiegata: “Mi dispiace
signore ma è l’ unica Suite
disponibile. Anche le “Room” e le
“Imperial” devono essere prenotate almeno
quarantotto ore prima. La vostra Suite è comunque rifornita
di un letto
matrimoniale, un divano ed un divano-letto nel caso ci fossero
problemi”- prima
che uno dei due potesse replicare squilla il telefono e l’
impiegata continua-
“Scusate devo rispondere e poi occuparmi degli altri clienti,
qui cè la chiave.
Vi auguro una buona permanenza.”
Gillian e Cal,
“rassegnati” presero la chiave e si
avviarono verso la loro Suite.
Impiegata: “Buonasera
Imperial Hotel, come posso
aiutarla?”
S: “Cassy, come
procede?”
Impiegata: “Tutto a
meraviglia, fase completata”
S: “Ottimo lavoro, ti
devo un favore”
Impiegata: “No. Ora siamo
pari. A presto.
Nel frattempo gli ignari
“piccioncini” avevano
raggiunto la Suite 310: entrando la stanza da letto con un
matrimoniale, un
minibar, un grande armadio ed un divano-letto; seguivano il salottino
munito di
divano e televisione, il bagno di lavandino, bidè, doccia e
vasca
idromassaggio.
Gillian si sentiva svenire e Cal
continuava a darsi
pizzicotti per cercare di capire se stava sognando o era tutto reale.
Si sono messi d’ accordo
di alternarsi: ora Gillian
avrebbe fatto la doccia mentre Cal avrebbe disfatto i bagagli, poi il
contrario. Infine sarebbero andati a dormire.
C: “Se vuoi che dorma
nell’ altra stanza sul divano
non cè problema…”
G: “No è
scomodo; tranquillo dormi pure nel
divano-letto della camera”
C: “D’ accordo
tesoro”
Gillian che oramai si era
trasformata in un camaleonte
che diventa rosso quando Cal parla si stava avviando in bagno per fare
la
doccia.
C: “Non dimentichi
niente?” Si voltò: Cal aveva in
mano il suo pigiama.
Che scema come sarei uscita, in
biancheria!?
G: “Grazie”
prende il pigiama e si chiude in mano,
mentre Cal si maledice da solo per averglielo ricordato, ma
infondo…E’ un
gentlemen!
//POV GILLIAN//
Calmati Gill da brava, apri
l’ acqua e vai sotto la
doccia.
E pensa
che
lui è nella stanza accanto…
Zitta tu! Sono già
abbastanza agitata!
Non ci
posso
credere siete nella stessa stanza!
Ma come è possibile.
E’
la prova
inconfutabile che Dio esiste.
Ma finiscila di dire scemenze, ora
che faccio?
Ti
insaponi e
ti sciacqui, dovresti sapere come ci si fa una doccia.
Pure tu mi ricordi Cal adesso!
Forse
perché
sei innamorata e lui è il tuo chiodo fisso.
Bhe…Si…
Ahah
messa a
tacere! Ora preoccupiamoci delle cose serie:
Adesso mi piaci.
Come
sedurlo?Il pigiama che hai è abbastanza carino, ma potevamo
fare di meglio,
quindi su cosa puntiamo per questa sera?
Cosa? MA TI E’ ANDATO DI
VOLTA IL CERVELLO?
Appena ho finito di fare la doccia
scappo a letto e
quando ritorna lui fingo di dormire.
Mi
deludi.
Perché?
Lo ami?
Si te l’ ho
già detto!
Vorresti
stare insieme a lui o ti basta l’ amicizia?
A questo punto visto che siamo
oneste, io lo amo. E’
l’ uomo della mia vita quindi no che non mi basta
l’ amicizia. Voglio poter
sentire le mie labbra contro le sue, il suo petto contro il mio.
Okay
questa
risposta mi piace, continuiamo. Credi che le relazioni piovano dal
cielo,
oppure che le porti la cicogna come con i bambini.
Dove vuoi arrivare.
A farti
capire che anche se è giusto che lui faccia la prima mossa
tu devi fargli
capire che sei interessata, che lo vuoi…Devi fargli capire
che lo ami,
altrimenti come credi che abbia il coraggio di dichiararsi.
Cavolo hai ragione. Ma chi mi dice
che io gli piaccio?
Basta
stronzate sii onesta. Non ti sembra che lui provi qualcosa di forte per
te?
Bhe visto che siamo io e te non
posso fare figuracce.
A me…A me sembra che anche lui sia un pochiiino innamorato,
ma non vorrei
sbagliare.
Tanto
hai già
capito che sei costretta: hai ammesso che lo ami e che l’
amicizia non ti
basta, quindi ti devi buttare per forza. Stasera lasciamo perdere ma da
domani
fagli capire che lo ami!
D’ accordo!
Perché tu esisti dannata voce?
Io non
esisto. Io sono te quindi sei tu che vuoi far capire a Cal di amarlo.
…
Gillian esce dalla doccia, si veste
cercando di
spingere nella maglia anche il cuore che sembra non volerne sapere di
restare
al suo posto.
Esce dal bagno in pigiama e Cal si
gode quella visione
angelica: pantaloncini azzurri a pinocchietto aderenti
e maglia larga dello stesso colore.
Gill si infila nel letto dicendo a
Cal (con un tono
abbastanza controllato considerata la situazione):
“Vai pure”
C: “Okay tesoro”
Cal prende su…Un
sacchetto? Perché tiene li i suoi
vestiti, si domanda la donna.
//POV CAL//
Cavolo cavolo cavolo! Sento che sto
per esplodere.
Prima
vai
nella doccia, cosi limiti gli schizzi che la scientifica
dovrà esaminare.
Fottiti coscienza.
Come
siamo
nervosi questa sera!
Come vuoi che mi senta sapendo che
dormirò a pochi
metri dalla donna che amo?
Già…Sarebbe
molto meglio se ti aggregassi a lei nel matrimoniale…
Ma che cosa stai dicendo? Sei
addirittura più
pervertito ed inopportuno di me!
Erri di
nuovo,
io SONO te!
Quindi sono io che vorrei dormire
accanto a Gill?
Fai te,
chi è
che non vorrebbe dormire abbracciato alla donna che ama?
Okay te la do buona ma ora ho
bisogno di aiuto, non so
cosa fare!
In che
senso?
Stasera?
No beh stasera ognuno dorme per i
fatti suoi e finisce
li…Io intendo durante la vacanza.
Naturalmente
contare le stelle che ci sono nel cielo…MA DICHIARARTI NO!?
Come dichiararmi?
Allora
incominciamo da capo. 2+2
Fottiti.
Te la
do
buona. Ami Gill?
Si più di me stesso.
Ti
basta la
semplice amicizia.
No, voglio che sia la MIA Gill.
Pensi
che lei
ti ami?
Questo non lo so proprio. Diciamo
che a me pare che
anche lei provi qualcosa per me e conoscendola di solito l’
amore è una cosa
serissima per lei.
SI O NO.
Si…Anche se non ne sono
sicuro, non riesco a leggerla!
Proseguiamo:
pensi che dovrebbe dichiararsi lei?
Mai e poi mai! Farei la figura del
codardo!
Pensi
che vi
bacerete così dal nulla?
No naturalmente.
Quindi
eccoci
all’ inizio: 2+2! Svegliati!
Hai ragione! Ho paura di perderla
come amica ma la sto
già perdendo…O tutto o niente e io non vivo senza
Gill quindi in questa vacanza
mi butto!
Mi
sento come
una donna che ha partorito dopo 50 ore di travaglio…Sei
pronto ragazzo!
Quando Gill stava per spegnere la
luce sente la porta
cigolare e vede Cal che sta uscendo: per poco non cade per terra, ma
comunque
si accascia sul letto e si mette a ridere come mai aveva fatto.
Mentre Gillian si avvicinava,
appoggiandosi al muro
per non cadere e continuando a ridere, per controllare che fosse vero
lui le
chiese:
“Che cè da
ridere tesoro? Non ti piace il mio
completo?”
Quell’ inglese sexy
indossava il suoi abito migliore:
pantaloni, maglia e cuffia azzurri con le paperelle gialle disegnate
sopra.
Si mette a ridere anche lui e
togliendosi quel buffo copricapo
dice:
“Questo lo ho preso
apposta per te, sapevo ti sarebbe
piaciuto”
Oramai sono a meno di mezzo metro
l’ uno dall’ altra.
Gill per qualche istante continua a
ridere, poi dice
con una tenerezza tale da stupirsi da sola: “Grazie per farmi
sempre sorridere,
Cal”
Detto ciò l’
uomo si è sentito come se gli angeli lo
stessero trasportando in cielo, mentre arrossiva quanto la ragazza.
Le sorrise come non aveva mai
fatto, poi si avvicinò e
le diede un bacio sulla guancia, sussurrandole: “Notte
tesoro”
G: “Notte Cal”
Se normalmente una cosa del genere
li avrebbe tenuti
svegli tutta la notte, quella riuscirono a dormire, sapendo che la
persona
amata era a pochi metri di distanza e li attendeva per tutta la vacanza.
La
mattina
dopo…
La sveglia risuona nella stanza
alle otto di mattina,
riportando alla realtà (forse in questi giorni ancora
più dolce dei sogni) Cal
e Gillian, che si salutano con un “Buongiorno
tesoro”. Si preparano, scendono a
fare colazione abbastanza in fretta, rientrano in camera per gli ultimi
ritocchi e poi…New York stiamo arrivando!
La loro idea era di visitare
numerosi musei, come il
MOMA e tanti altri. Ma uscendo Cal le domanda:
“Perché invece di fare i
professori anche qui ci godiamo la vacanza? Dai, ti porto a vedere la
Statua
della Libertà. Lì cè tutta la storia
degli USA, gratis e all’ aria aperta.”
G: “Quanto sei carino,
per me va benissimo! Basta che
ci godiamo fino in fondo questa bella vacanza”
Cal, colto da audacia improvvisa,
la prende sotto
braccio e le sorride dicendo “Bene, inizia la
vacanza!”
Cosi iniziano a camminare
abbracciati, come due
sposini in luna di miele. Poi si accorgono che sono dall’
altra parte dell’
isola e per arrivare al porto devono prendere un taxi.
Un’ ora dopo stanno per
salire sulla Statua della
Libertà.
Gillian era emozionatissima:
“Non sono mai salita
sulla Statua!”
C: “E osi addirittura
definirti americana,
dottoressa?”
G: “Lei professore ci
è salito?”
C: “No ma io sono
inglese!”
G: “Giusto, tu bevi
te”
C: “Cattiva”
dice fingendosi offeso
G: “Ahahah”
sorride e ride…quanto è bella!?
Dopo poca fila salgono allietati da
divertenti
conversazioni circa il più e il meno. Cal si è
già preparato e le ha messo una
mano sulla vita: voleva stringerla mentre guardavano il panorama in
cima, ma
farlo sul momento era troppo avventato così aveva anticipato
la sua mossa,
perfettamente riuscita: si sono ritrovati abbracciati, lei una mano
sulla
schiena lui sulla sua vita, le teste vicine, i visi rossi ed emozionati
ad
osservare una delle più belle città del mondo,
con vista perfetta dal monumento
simbolo della storia americana.
Entrambi volevano che quegli
istanti non finissero
mai, così si sono crogiolati per una buona mezz’
ora quasi sempre in silenzio:
non servivano parole per descrivere quegli attimi.
Alla fine i loro stomaci ebbero la
meglio, cosicché i
due scendono e prendono un taxi con l’ idea di tornare
all’ hotel per pranzo ma
riescono ad arrivare solo all’ ingresso di Central Park prima
che la fame
prenda il sopravvento.
Cosi decidono di fare i turisti
fino in fondo e si
godono un hot – dog, banale ma riesce comunque a farli
sognare, mentre si
accorgono che parlando sembrano più piccioncini che amici.
Decidono però di non
respingere l’ idea, ma di coglierla a braccia aperte,
passando tutto il
pomeriggio curiosando per la città.
Alla sera sono terribilmente
stanchi, tornano all’
hotel per le 19:00, si preparano e Cal annuncia: “Vestiti
bene tesoro, si va a
mangiare fuori, ti aspetto di sotto”
Gill notò che lui era in
giacca e cravatta, sulla
tinta del blu quindi decise di adeguarsi.
Quando scese, il cuore di Cal usci
letteralmente dal
suo petto impugnando un cartello di protesta con scritto “No
agli infarti,
Foster”.
Se Cal la aveva trovata sexy
addirittura con un
banalissimo pigiama ora, doveva ammetterlo, le sarebbe saltato addosso:
tacco
otto (fortunatamente non di più, se no lo avrebbe superato)
blu, un tubino blu
elettrico aderente senza spalline che iniziava laddove c era ancora
poca coscia
e finiva appena sopra al seno, un filo di trucco che la rendeva, SE
possibile,
ancora più bella, capelli sciolti, piastrati e, per finire,
borsetta in tinta.
Gill si avvicina e, sorridendo:
“Allora? Non mi dici
niente?”
C: “Potrei dirti mille
cose, ma 500 sarebbe meglio
evitarle e le altre non potrebbero mai eguagliare la tua bellezza, che
stasera
ha superato se stessa. Sei meravigliosa Gillian.”
Quella arrossì
violentemente e rispose “G-Gr-Grazie
Cal”. Poi vuole vendicarsi dell’ uomo e soprattutto
sentire il suo tepore, cosi
gli stampa un caldo bacio sulla guancia, riuscendo nell’
intendo e spiazzando
Cal, che la guarda meravigliato e (almeno così le sembra)
molto grato del
gesto.
Un dipendente dell’ Hotel
arriva con un mazzo
pieno di rose in una mano e un
cestino pieno di soldi nell’ altra, chiede “Vuole
offrire una rosa alla sua
signora?”
C: “Mmh, nA onestamente
non mi piace e anche le rose
sono brutte”
G: “Cal neanche lo
conosci!” lo rimprovera Gill
esasperata ma divertita.
Dipendente: “Costa solo
$4”
C: “$4 li do a un barbone
che ne ha più bisogno, so da
solo come far contenta la mia
Gill”
detto ciò si avvia seguito da Gill che, udite
udite, lo prende per mano e gli sorride contenta.
Trascorrono una serata
meravigliosa: Cal la ha portata
in un bellissimo ristorante che da sull’ East River e arriva
una meravigliosa
aria di primavera che rende l’ atmosfera ancora
più caldi.
La cena è alimentata,
oltre che dalle chiacchiere, da
continui sguardi innamorati sfuggenti, risate che nascondono altro e
continui
contatti non necessari, spesso cercati da Cal che le stringe la mano
ogni
tanto.
Per coronare la serata alle 23:00,
terminata la cena,
Cal la prende per mano e vanno a fare una passeggiata lungo Central
Park. Si
fermano su una panchina vicino all’ uscita e guardando la
luna.
Cal sembra incantato,
così Gill gli domanda:
“A cosa pensi?”
Lui rimane un attimo in silenzio e
poi le dice, quasi
sussurrando: “Penso che non cè un altro posto dove
vorrei essere ne un'altra
persona con cui vorrei passare questo momento”
Gill lo guarda e per la prima volta
Cal riesce a
leggergli chiaramente amore sul viso. Si stanno
avvinando…Arriva un barbone che
cerca di rubare la borsetta a Gill. Cal, prontamente, gli sferra un
pugno in
faccia così forte che quello cade a terra sanguinante senza
accennare un
singolo movimento. Sembrava innocuo, quindi è ovvio che la
rabbia di Cal
derivava più che altro dal momento rubato.
Oramai non è
più tempo di romanticismo, l’ uomo
avvolge il braccio attorno alle spalle di Gillian dicendole:
“Colpa mia, mi
sono dimenticato che non siamo più al distretto. A
quest’ ora meglio girare al
largo dai parchi.
Tornano all’ Hotel e
vanno a letto, ignari del fatto
che quel parco per loro era maledetto. Un barbone ubriaco era il male
minore
che avrebbero incontrato di li a 24 ore. Non un assassino, non un
pazzo…Peggio…
Allora, voglio citare Kaori_97,
dico subito che è per
te se sono stata 1h 50min 45 sec. al PC per scrivere questo capitolo.
Non lo ho
nemmeno riletto quindi spero che non faccia schifo anche
perché lo dedico a te :))
Ora mi rivolgo a tutti: domani
parto, buona settimana
ci vediamo l’ 11 quando torno, prima che vada a letto per
favore RECENSITE
RECENSITE RECENSITE!
A presto,
Jenny