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Autore: SweetNemy    04/07/2012    2 recensioni
Sapete quando si dice che la vita riserva sempre delle sorprese? Beh, a volte esse sono davvero strane, così questa ragazza che odiava la sua vita monotona in un inutile quartiere della California, si ritrovò ad affrontare un viaggio tra lo spazio e il tempo su un isola che in realtà non esiste!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15. Una notte magica                    
Erano le nove di sera e in casa Daven erano tutti a letto a dormire, tranne Evelyn.
La ragazza era vestita e pronta e andò a bussare alla porta-finestra della camera di Thomas e Hermos per andare via con il suo amato.
Sfortunatamente Thomas stava giocando ai videogame e Hermos lo guardava.
-Hermos?
-Evelyn! Potevi anche entrare dalla porta!
-Hermos devo parlarti. Vieni in camera mia!
-Di cosa dovete parlare? Credo che ascolterò anch’io.
-Thomas devo spiegargli come si fa un’equazione! – disse Evelyn per fargli cambiare idea.
-Che schifo! Condoglianze amico mio!
Evelyn rise, consapevole dell’ignoranza di suo fratello, e andò con Hermos nella sua camera.
-Allora sei pronto?
-Per cosa?
-Ma come per cosa? Non dirmi che ti sei già dimenticato! La campagna isolata...
-Ah! Ho capito. Sì sono abbastanza pronto.
-Bene. Allora, senza fare chiasso dobbiamo uscire dalla scala d’emergenza. Sei pronto?
-Sì.
I due uscirono nel balcone e poi scesero giù molto lentamente per la scala d’emergenza, attraversarono il cortile e infine aprirono il cancello e uscirono in strada. Corsero senza tregua fino alla collina: una collina isolata dietro ad una montagna ricoperta da un soffice manto erboso, a tratti verde e basso e ad altri giallo ed alto.
-Ti piace qui? – disse la ragazza entusiasta.
-Non è che si veda molto a quest’ora, ma sembra bello.
La ragazza si appoggiò a lui abbracciandolo stretto.
-Tu sei tutto ciò che voglio. –disse Evelyn guardandolo negli occhi.
-Già. – fu la risposta del ragazzo. – me ne sono accorto. Ma sappi che anch’io lo voglio. – disse tremando.
-Stai bene?
-Questa situazione è piuttosto imbarazzante.
-Devi scioglierti! Rilassati.
-Se tu mi dici cosa devo fare per rilassarmi, io lo farò.
-Lasciati andare alle tue emozioni e vedrai che sarai così rilassato e così sollevato che ti sembrerà di volare.
-Se lo dici tu.
I due si baciarono dolcemente per qualche minuto, fino a quando Evelyn si tolse le scarpe e le calze che aveva sotto quel vestito. Hermos stranamente capì cosa stava succedendo e sciolse i capelli ad Evelyn. La ragazza tolse la maglia al giovane, accarezzando i suoi bellissimi muscoli.
-Mi sono messa un vestito bianco e largo come mi hai detto, in segno di purezza.
-Ti ringrazio molto. E sono onorato ad essere io il primo a macchiarti per sempre.
-Hermos puoi evitare di dire quelle cose? Non mi stai uccidendo.
Il ragazzo rise e poggiando le mani sulle spalle della ragazza le tolse il vestito, lasciandola in biancheria. Egli rimase senza fiato e non riusciva a smettere di guardarla: era bellissima.
Hermos la prese in braccio e la stese sul prato iniziando a baciarla, mentre Evelyn gli tolse i pantaloni e gli accarezzò la schiena.
Quando furono finalmente nudi arrivò il momento decisivo.
Evelyn chiuse gli occhi e si lasciò andare a quel dolce momento, così dolce che non voleva finisse mai!
Il ragazzo entrò in lei dolcemente, facendola rabbrividire e continuando a baciarla e a tenerla nelle sue braccia possenti.
Quella notte finì presto e arrivò l’alba. Hermos al sorgere del sole aprì gli occhi, si alzò e vestì sia lui che Evelyn, in segno di rispetto e poi le diede un dolce bacio sulla guancia.
-Evelyn, so che stai dormendo ma così mi è più facile. Non sai quanto sono felice che stanotte ti sia concessa completamente a me. È stata un’emozione forte, ma bellissima. Immagino che anche se non lo dimostravi, avevi paura. Beh, io di più... ma ci siamo dati sicurezza a vicenda e credo che questo sia l’amore. Quell’amore che ti porterebbe anche a morire per salvare ciò che ami. Beh, ci sono tre cose che amo profondamente nella mia vita, anche se purtroppo sono diventate due... ma sappi, comunque, che tu sei una di loro. Amo il mio paese e amo te. Tutto il resto conta poco.
-Io amo solo te, Hermos. Del mondo non me ne frega un cavolo! – disse con gli occhi ancora chiusi.
-Che ne dici, andiamo a casa prima che tua madre si svegli?
-E dai! Ho sonno. – disse riaddormentandosi.
Hermos la prese in braccio e iniziò a camminare verso casa ripensando alla notte appena trascorsa e quando furono arrivati a casa la appoggiò sul letto e poi andò a dormire.
Mentre lì l’atmosfera era delle migliori per tutti, Luca si era svegliato all’alba per andare in soffitta e prendere la sua vecchia tuta da trekking.
Così entrò in camera di suo padre, prese il mazzo di chiavi e si diresse in soffitta. Appena trovò la tuta la prese e scese giù, riposando le chiavi dov’erano.  
Iniziò a perquisire quell’indumento senza però trovare nulla fino a quando non allungò la mano nella tasca laterale del pantaloncino. C’era un oggetto di ferro. Luca lo tirò fuori e... era una chiave di ferro dipinta di tre colori: verde, bianco e rosso! Non c’erano dubbi: erano i colori dell’Italia!
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Non ci mise molto a capire: era un messaggio in codice di Liam. Una chiave con i colori dell’Italia.. poteva significare solo che la chiave è in Italia.
Decise di partire subito, quindi lasciò un biglietto a suo padre dicendo che sarebbe partito.
Nell’aereo fece delle ricerche sul conto di Liam e riuscì a scoprire dove abita. Per fortuna stava andando bene, era Roma il suo prossimo obbiettivo.
Il viaggio fu molto lungo e durò all’incirca dieci ore, ma il giovane non chiuse occhio, cercando ancora notizie su Liam e sulla sua scalata sul monte Everest.
Liam arrivò in quella casa e bussò, ma nessuno gli rispose, allora spinse la porta ed essa si aprì.
Dentro la casa era vuota, non c’era niente e nessuno. Solo un mobiletto con sopra un vaso con dei fiori finti, che reggeva un foglio. Era un biglietto e quando Luca lo lesse rimase stupito...

 
  
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