Trentasette
Tsuki,
tirando un sospiro di sollievo, le sorrise
e si rese conto quanto le fosse mancata l’amica in quei
giorni.
Le raccontò tutto quello che era successo da
quando era partita. Di come Renji l’avesse aiutata e di come
si fossero
avvicinati in questo piccolo periodo. Le raccontò del loro
primo bacio e della
sera in cui era venuta a sapere del suo incidente.
« Ho capito, ho capito… Ma quando ti ha detto che
ti ama? » la interruppe Rangiku.
« Beh dopo la mia crisi nervosa? »
« La tua COSA? » chiese lei, confusa.
« Ero leggermente stressata e poi Shuhei mi ha
detto che Renji era innamorato di me e poi tu non ti
svegliavi… E beh scusa se
non ho dei nervi d’acciaio! » sbottò
alla fine.
« Devo insegnare a Shuhei che cosa sia il tatto »
ammise l’altra scuotendo la testa « Mi dispiace che
tu abbia sofferto così
tanto »
« Beh direi che sono stata ripagata, no? In fin
dei conti senza Shuhei, non penso che Renji me lo avrebbe detto, che mi
ama »
« Oh no cara, lo avrebbe fatto eccome. Sembri
l’unica che non se ne fosse accorta »
« A si? E allora tu cosa mi dici? Con Shuhei? »
« Oh beh niente di che » disse l’altra
arrossendo
e iniziando a sventolarsi con una mano.
« Sul serio? » disse Tsuki, tirandole una
gomitata.
« E va bene. Prima ci ho parlato! »
« E? »
« E ora siamo una coppia ufficiale » disse
sorridendo felice come non mai.
Tsuki l’abbracciò e le disse quanto fosse felice
per lei.
« Non vedevo l’ora di questo momento »
ammise «
Te lo meriti proprio. Però se posso permettermi cosa ti ha
fatto decidere? »
Rangiku sorridendo per la domanda, si sistemò
come se volesse svelare un segreto e poi disse « In missione
ho capito che
nella nostra vita non si può aspettare che i fatti ci dicano
la via esatta. Se
non ti butti tu, non deciderai mai »
« Sai? » ammise Tsuki « Forse hai proprio
ragione
»
Le due si ritrovarono a chiacchierare come non
facevano da parecchio tempo.
Però Tsuki notò che l’amica aveva un
aria stanca
e dopo averglielo fatto notare, questa le chiese se gentilmente potesse
accompagnarla alla Quarta Brigata, dove c’era Isane che
l’aspettava.
« Certo, non c’è neanche da chiedere
» rispose
sorridendo Tsuki.
Allora si incamminarono verso la Brigata. Il sole
ormai era sceso e il cielo era di un bel rosso. Nonostante anche Tsuki
fosse
stanca morta dalla giornata, decise di stare con Rangiku tutta la
serata.
Quando, però, fu ora di andare a dormire anche lei decise di
dirigersi verso
casa, e dopo aver salutato tutti uscì nella fredda notte di
Novembre.
Non appena si addentrò in cucina, Namir le si
fiondò sui piedi. Tsuki la prese in braccio e notando la
ciotola piena,
ringraziò il cielo che ci fosse almeno Renji ad aiutarla.
« Ti stai facendo viziare un mondo da quello li,
vero? » le disse mentre le baciava il musetto «
Scusa se in questi giorni non
sono stata a casa. Ma adesso mi faccio perdonare »
Prese dal frigorifero la bottiglia del latte e,
seguita dagli occhi attenti della gattina, lo scaldo e poi lo mise
nella sua
ciotola. Namir bevve avidamente, mentre la ragazza si faceva un panino,
oramai
all’alba delle dieci di sera.
Dopo aver finito la sua grande e fornita cena si
preparò subito per andare a letto. Andò in bagno
per prepararsi e quando tornò
in camera vi ci trovò Namir, amorevolmente sdraiata nel
centro.
La ragazza, sorridendo, prese la gattina sotto la
pancia e dopo essersi messa al calduccio nel letto, la ripose
gentilmente nel
centro. Ma questa, cambiata idea, si spostò a lato del letto
vicino alla sua
padrona, che iniziò ad accarezzarla fino ad addormentarsi.
« Che c’è piccola? Giornata no?
» le disse
notando che erano solo le sette del mattino.
Si alzò anche se di malavoglia e dopo aver fatto
colazione decise di non sprecare tempo e di andare a trovare Rangiku,
prima di
recarsi alla Brigata.
Era quasi a metà strada quando fu interrotta da
due Shinigami della sua stessa divisione.
« Quinto seggio Omihyō » dissero i due inchinando
il capo « Il Capitano Ukitake desidera vederla
immediatamente. Ha detto che è
urgente »
Tsuki, sentite queste parole, ringraziò i due
subordinati e si diresse verso la Brigata numero Tredici.
«
Tsuki » la chiamò il Capitano « Hai
fatto in
fretta » approvò stupito.
« Ero sulla strada e due Shinigami mi hanno
avvisato che mi voleva vedere ufficialmente. C’è
qualche problema? » chiese
titubante.
« Si e questa volta un po’ più grande
del solito
» ammise il Capitano « Mi è appena
giunto un rapporto dove si conferma che gli
alleati dello Shinigami battuto dal Tenente Matsumoto, adesso stanno
facendo
casino nel lato est del Rukongai, vicino al muro che lo divide dalla
Soul
Society. E naturalmente visto che noi siamo i più vicini
alla zona hanno
incaricato la nostra Brigata di occuparsene. Quindi questo è
il tuo compito »
disse porgendole un blocco di fogli « Leggi il rapporto e poi
parti subito, per
favore »
« Capitano, ma è possibile che tutto accada nella
zona del Rukongai vicino alla nostra divisione? » le fece
notare lei « Comunque
non si preoccupi. Conti su di me » disse la ragazza prima di
sparire dalla
porta per andare ne suo ufficio e organizzare la squadra per la
missione.
Tsuki, allora chiamò a rapporto sei Shinigami e
insieme partirono per raggiungere la zona.
Si diresse immediatamente dove il suo “sesto
senso” le suggeriva e li trovò uno Shinigami che
si aggirava per le vie.
Era alto e muscoloso e sicuramente doveva essere
stato un ottimo elemento, ma a Tsuki non fece paura.
Questo la notò subito e si girò non appena la
ragazza ebbe messo il piedi sul suolo.
« Che delusione » disse lui, con una voce bassa e
gutturale « Ma chi mi hanno mandato? Una bambina? »
« Non ti preoccupare per me » ribatte Tsuki
« Io
me la cavo bene »
« Come ti chiami? » chiese lei.
« Te lo dirò quando starai per morire »
rise lui,
molto fiducioso della sua forza.
« Come vuoi » disse Tsuki prima di sguainare la
spada e attaccare senza pensarci più di una volta.