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Autore: Maricuz_M    10/07/2012    7 recensioni
Serie di Missing Moments della mia storia "Amore al primo tweet".
E' altamente consigliata la lettura dell'originale.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno! :D
Ecco la seconda parte dello scorso Missing Moment. (Ehi, leggimi! Sono la prima parte!)
Anche questa è più una rivisitazione del capitolo originale (in questo caso, il 25°)
Ovviamente, se non avete letto la storia originale, sarebbe meglio farlo prima di leggere questo visto che rovinerebbe un sacco di suspance. D:
Buona lettura, ci si legge in fondo!
 

25° – Capodanno pt. 2

 


Gabriele POV

Tra urla e tappi di spumante, Andrea e Dafne continuavano a pomiciare indisturbati, anche quando mi venne spontaneo dire “Cazzo, sì. Era l’ora!”
Gianmarco si avvicinò a me con la bottiglia in mano e mentre versava, preso da una strana euforia, lo incitai “Butta giù, butta!” Ero davvero troppo felice, per il mio amico. Aveva passato mesi infernali e finalmente aveva coronato il suo sogno. Almeno lui.
“Una coppia da formare in meno.” Se ne uscì Gi-emme, lanciando un’occhiata a Ilaria. Aggrottai la fronte e sentii una sensazione strana nel petto. Scrollai le spalle come per scacciarla.
“Magari con loro brindiamo dopo..” mormorò lei, un po’ a disagio per i due stesi sul pavimento.
“Sai quante volte brinderemo ancora, Ila?” chiese retoricamente Davide.
“Dai, un brindisi ad un buon inizio dell’anno sperando che le cose che abbiamo elencato poco fa possano realizzarsi!” parlò il ragazzo del coming out “E detto ciò.. Auguri!”
Bevemmo tutti lo spumante, manco fosse stata acqua, poi sospirai e mi guardai intorno. L’occhio mi cascò sul mio migliore amico e la ragazza che stava baciando da.. da quanto si stavano baciando, dannazione?
“Sì, ok, auguri, ma adesso staccatevi per favore. Siete imbarazzanti.” Dissi.
 
“Obbligo o verità.”
“Dafne, perché queste idee stanotte?” Prima cosa vorremmo nell’anno nuovo, ora obbligo o verità.. Gossippara.” Commentò Selene. Ridacchiai, avendo pensato l’identica cosa, ma non mi lamentavo di certo. Mi divertiva quel gioco, veramente troppo. Sarebbe stato veramente divertente fare domande interessanti agli altri, oppure obbligarli a fare qualcosa che non avrebbero fatto mai. Oh, sì, diamine!
“Dai, sono buona: prima facciamo la domanda, poi scegliamo obbligo o verità.”
“Però così non c’è gusto.” Mi stampai una mano sulla faccia, dopo l’affermazione di Ilaria. L’aveva detto davvero? No, perché non era certo il modo giusto per far alleggerire quel gioco. Come volevasi dimostrare, Dafne parlò ancora “E va bene! Allora andremo incontro al mistero più assoluto! Ci state, vero? Però mi raccomando. Che la verità sia verità!”
Annuii convintissimo, al contrario di qualcun altro. Ero gasato.  Ci mettemmo in cerchio, mentre io già mi stavo scervellando per rovinare la vita a qualcuno. Mi veniva da sghignazzare, ma non potevo farlo così liberamente. Mi avrebbero preso per pazzo, maniaco e sadico.
La bionda prese in mano la situazione immediatamente “Bene. Comincio io. Selene.”
“Verità.” Scelse, un po’ controvoglia.
“Uhm.. La prima vera cotta?”
“La prima? Forse in seconda media..  Mi piaceva un amico di mio fratello.” Si fermò per guardare l’altra annuire soddisfatta, poi cominciò a ragionare sulla sua vittima.
“Gianmarco.”
“Verità.”
“Hai mai fatto fantasia erotiche su loro tre?” ghignò e indicò noi ragazzi. Domanda alla Selene.
“Dio, no. Loro no.” Disse subito lui, spalancando gli occhi. Siamo così brutti? Pensai. Sentii una mano infiltrarsi tra i miei capelli, così mi voltai per vedere la faccia ammiccante di Davide “Ma come? Bonetti è un bel bocconcino..” Oh, grazie Dave. Sorrisi soddisfatto, poi aspettai la reazione di Gi-emme.
“Devo ancora abituarmi a quel tipo di pensieri, sinceramente..”
“Ok, dai. Vai te.”
“Gab..” disse immediatamente. Cosa aveva in mente? Troppo timoroso di ricevere una domanda scomoda, pensai seriamente di scegliere l’obbligo. Mi passai la lingua fra le labbra, decidendomi.
“Obbligo.”
“Cazzo, mi cogli impreparato.”
“Attaccati.” Lo sapevo che voleva mettermi nel sacco. Non si frega il Bonetti, ricordatelo per la prossima volta.
“Uhm.. Rimani a petto nudo e affacciati alla finestra.” Ok, quel suo obbligo era dovuto alla sua omosessualità o al voler mettere in difficoltà qualcun altro? O per farmi ammalare, forse.
“Pensavo peggio..” mormorai, comunque. Avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa.
“Eh, insomma, fa freddino fuori sai?” commentò Andrea. Scrollai le spalle, incurante della sua informazione. Cominciai a spogliarmi e buttai tutto sul divano, poi saltellai verso la finestra e l’aprii. Aria fresca. Mi appoggiai con le mani al davanzale, mentre mi guardavo intorno. C’erano tante luci accese, là fuori. Dopo un po’ di secondi, mi accorsi di star tremando. Voltai la testa “Ma quanto ci devo rimanere?” domandai.
“Può bastare, dai.” Mi concesse Gianmarco. Chiusi immediatamente la finestra e corsi in modo ridicolo, per poi sedermi e cominciare a maneggiare ciò che dovevo mettermi addosso. Sentii tossire e delle botte, così alzai lo sguardo. Ilaria si stava strozzando e Andrea cercava di non farla crepare peggiorando la situazione. Sorrisi divertito, ma nascosi quel gesto mentre mi rivestivo.
“Andre, fermo!”
“Oddio, Ilaria ci schiatta..” Non ridere, Gabriele! Presi un respiro profondo e mi ricomposi, proprio mentre Ilaria lanciava un’occhiata per controllare se fossi vestito. Non ridere, magari manco si stava strozzando per te.
“Vai Bone sta a te.” Proprio quello che volevo sentirmi dire.
“Ok. Ilaria!” e già cominciavo a gongolare. Cosa avrei potuto chiederle? Se aveva dimenticato completamente Lorenzo, forse. Così avrei saputo finalmente se cancellarlo dalla lista degli avversari o meno. Oppure cosa pensava di me! No, sarebbe stato squallido, e poi mi avrebbe risposto con sincerità anche se glielo avessi chiesto fuori dal gioco. E allora cosa? Cazzo, era più difficile di quanto pensassi. Dovevo sbrigarmi, non potevo stare tutta la sera a decidere la domanda da porle. Tanto ero sicuro che non avrebbe mai scelto obbligo, con me.
“Obbligo.” No, non ci credo! E adesso?
“Ok, baciami.” Fermi tutti, che cazzo ho detto?  
“Eh?” appunto, eh? Gabriele, che cazzo fai?
“Baciami! Dammi un bacio, metti a contatto le nostre labbra.” Oh, perfetto. Avevo due personalità. Potevo accorgermene prima.
E intanto c’era il silenzio. Non volli neanche controllare le espressioni degli altri. Continuai a fissare la ragazza, a dir poco scioccata. Deglutì “Ok, ehm, ora dimmi il vero obbligo.” Ridacchiò incerta. Menomale, avrei rimediato e.. No, no. Non avrei rimediato. Sarei andato avanti per quella strada. Quando mi sarebbe capitato di baciarla? Poteva essere l’unica occasione in cui avrei potuto ricevere un bacio da lei, facevo bene a buttarmi. Brava, la mia seconda personalità finora nascosta chissà dove.
“Dovresti ringraziarmi. Sono offeso. Avevo una domanda in mente che non ti immagini neanche, un bacio è il minimo.” Bugia, ma tanto lei non lo sapeva.
“Devo per forza? Non c’è un modo per evitarlo o..” sperai con tutto il cuore che quell’indecisione fosse dovuta all’imbarazzo e non ad un suo rifiuto nei miei confronti.
“Muoviti prima che ci aggiunga anche il fattore lingua!” dissi, mentre pensavo “Fai con calma.
“Ok, ok. Lo faccio.” Disse, poco convinta. Si tirò su e si spostò davanti a me, muovendosi con le ginocchia. Sentivo il cuore cominciare a battere ad una velocità sempre più elevata, incapace di rimanere calmo in quella circostanza. La scrutavo, vedendo paura nel suo sguardo. Aveva paura di un bacio? Il mio ego si gonfiava e il mio sopracciglio si alzava, vittima dell’attesa. Baciami, cazzo. Fallo.
Prese un respiro profondo e si avvicinò lentamente, ma la bloccai “Dimenticavo, stacci qualche secondo, sennò è troppo facile.” E troppo poco. Mi guardò male e mi venne da sorridere, ma repressi quella mia necessità almeno per quanto riguardava le labbra. Sapevo che mi avrebbe visto sorridere anche solo guardandomi negli occhi, come stava facendo. Mi conosceva troppo bene. Anche per questo, mi piaceva.
La vidi chiudere gli occhi e avvicinarsi di nuovo, e di nuovo un gruppo di percussionisti nel mio petto. Chiusi istintivamente gli occhi anche io, quando finalmente posò le sue labbra sulle mie. Completo. Ero completo, come non ero mai stato. Percepii le sue dita fredde tra il collo e la spalla, poi una scarica di brividi per tutto il corpo. Dopo pochi secondi si staccò da me. Aprimmo gli occhi insieme, ed entrambi ci guardammo intensamente. Ilaria, stai leggendo? Lo leggi tutto quello che mi fai provare, dai miei occhi?
Ero convinto che la risposta sarebbe stata sì, se solo non avesse interrotto il contatto visivo per tornare al suo posto, rossa come un peperone e imbarazzata. Sospirai quasi sconfitto, come se avessi perso l’unica occasione per averla mia, ma non era così. Questo è solo l’inizio, giurai a me stesso.
 
Quanto cazzo era durata quella festa? Dieci ore? No, forse meno.. No, ok, sicuramente dieci. Sospirai rigirandomi nel letto improvvisato nel salotto di Dafne. Non riuscivo a dormire. Continuavo a ripensare a quel cavolo di bacio che c’era stato tra me e Ilaria. Mi ero sentito così bene.. Non mi sarei stupito se proprio in quel momento mi fosse caduta addosso una trave. Sentii la vibrazione del mio cellulare sotto il cuscino, che avevo messo lì sperando che nessuno mi disturbasse. Lo afferrai e, cercando di non rompere i coglioni a nessuno con la luce dello schermo, controllai. Un messaggio da mio padre. Mi immobilizzai, incapace di fare qualsiasi cosa. Appena un minuto dopo, mi decisi e mi alzai, per andare in cucina. Cercando di non far rumore mi spostai da una stanza all’altra, infine mi appoggiai al tavolo. Aprii il messaggio.
 

Buon anno, Gabriele. Spero davvero che sia migliore dei precedenti.
Mi manchi. Papà.

 
Sorrisi amaramente. Di vero, in quel messaggio, c’era solo il mio nome.
Ma se non fosse stato così? Se si fosse davvero pentito? Se gli stessi mancando davvero? Se sperasse seriamente in un anno migliore, per me? In fondo lui c’era sempre stato, nella mia vita. Era lì nei momenti più importanti.
Ah, ma quanto cazzo ero idiota? Perché dovevo mettermi a pensare cose del genere? Era solo un bastardo, e quelle erano solamente frasi di circostanza. Non gli risposi nemmeno, mettendomi a rigirarmi il cellulare fra le dita con lo sguardo perso puntato sull’oggetto senza pensare a niente. Se avessi iniziato a ragionare sarebbe stata la fine. Non avevo ceduto in un anno e mezzo, perché farlo adesso, dopo una festa per l’ultimo dell’anno bellissima?
Non so dire quanto rimasi in quel modo, ma so che ad un certo punto sentii qualcuno schiarirsi la gola e mi voltai di scatto, sorpreso. Il mio stupore aumentò, insieme al sollievo, quando vidi che era Ilaria.
“Non dovresti dormire?” chiesi, piano.
“Non ci riesco..” rispose, abbozzando un sorriso.
Annuii e abbassai la testa sussurrando “Neanche io..”
“Che hai?” si sistemò davanti a me ed inclinò la testa, confusa. Ah, perché sei così bella?
“E’ che..” cominciai, sicuro che fosse la cosa giusta parlarne con lei. Cambiai idea, però, scuotendo la testa “No, niente. Lascia perdere. Non voglio rattristarti coi miei problemi.”
“Gabri..” Mi rimproverò “Dopo il bacio posso sopportare di tutto.” Scherzò.
Ridacchiai lievemente, poi mi morsi il labbro. Sì, forse avrei fatto bene davvero. Mi sarei sentito meglio. Lei sarebbe riuscita a tirarmi su di morale, come sempre, anche inconsapevolmente “Mio padre mi ha mandato gli auguri. Ti stai chiedendo “Oh, bene, allora dov’è il problema?”, vero?”
“No, stavo aspettando mi spiegassi.” Ribatté, divertita.
“Ah.” Giusto, lei aspettava sempre spiegazioni in questi casi, che stupido “Beh comunque.. E’ che non chiama o manda messaggi da mesi. Non si è fatto sentire neanche per Natale e un’ora fa, con tutta la tranquillità del mondo, si ricorda di avere un figlio.” Mi sfogai, senza neanche guardarla in faccia. Non ci riuscivo, non ne avevo la forza.
Mi posò una mano sul braccio e l’accarezzò “Sarò sincera. Non so che dire. Però.. Se vuoi parlarne fai pure, sono qui.” Disse un po’ imbarazzata, lasciando cadere il suo braccio. Sorrisi sincero, grato per quella sua disponibilità “Grazie.” D’istinto, presi una sua mano con la mia “E’.. Strano da spiegare, credo. Almeno mi sembra.. Se penso a lui mi saltano i nervi. Ha fatto soffrire mia madre, me, ci ha costretti a rifarci una vita dal niente, senza un aiuto o un minimo di interesse. Vorrei dire che lo odio, ma mentirei solo a me stesso. Per quanto adesso possa detestarlo rimane mio padre, e.. Questo messaggio mi ha fatto ricordare delle cose.” Mormorai, alla fine. La sua stretta aumentò e mi spinse a continuare a parlare “E’ stato lui a portarmi al mio primo allenamento di calcio o a dami i consigli per ricevere un bacino dalla bambina che mi piaceva, anche se ero all’elementari.” Deglutii, sentendo un nodo alla gola farsi sempre più grande “Era lui che quando sono diventato capitano della squadra si è congratulato con me regalandomi la mia chitarra e che ad ogni goal segnato si alzava dalla tribuna e urlava “lui è mio figlio”, spaventando le persone accanto.” Una lacrima sfuggì al mio controllo, e sentivo un fottuto bisogno di risposte e di sentire Ilaria vicino a me, che in quel momento mi guardava come se stesse soffrendo anche lei “Perché adesso a malapena si ricorda di farmi gli auguri per Capodanno, dopo avermi fatto diventare quello che sono adesso? E perché non sparisce e basta, Ila?”
Mi ritrovai immediatamente con il busto circondato dalle braccia della castana e il suo viso tra il petto e il collo. La strinsi a me, bisognoso di quel contatto. Singhiozzai senza trattenermi. Possibile che lei mi facesse sentire così libero, così giusto nonostante le lacrime e i miei sentimenti contrastanti per mio padre e per quel momento? Non pensavo fosse normale sentirsi male e bene nello stesso istante. Sentivo qualcosa in me sciogliersi lentamente, mentre continuavo a dire qualsiasi cosa mi tenessi dentro da chissà quanto “Io non ce la faccio più ad esser forte sia per me che per mia madre, facendo finta di non vedere la tristezza nei suoi occhi. Non posso andare da lei e dirle quello che sento. Non le serve un figlio che alla prima difficoltà si butta giù perché è troppo debole e non riesce a resistere. Non servo a niente.” Strinsi di nuovo, quasi insaziabile del suo affetto. Mi faceva bene, Ilaria. Piangevo come un disperato, eppure sapevo che dopo poco mi sarei tranquillizzato.
“Gabri..” mi chiamò. Pensai che la stessi stritolando, per questo mi allontanai di scatto “Scusa..” mormorai, ancora teso.
“No, che scusa? Volevo chiederti.. Se ne avessi mai parlato con qualcuno.” Cominciò ad asciugarmi dolcemente le lacrime con una mano e mi rilassai, sotto quel tocco.
“No..” sussurrai e tirai su col naso, puntando gli occhi in basso. Volevo che fosse con me in quel momento, ma mi vergognavo a farmi vedere in quello stato. Sei un controsenso umano, Bonetti.
“Sai che questo non è bello, vero?” mi chiese, come se fossi un bambino.
“Sì..”
“Ascoltami.. E guardami.” Alzai gli occhi lentamente, un po’ incerto, e vidi il suo sorriso intenerito “Non autoaccusarti, non è vero che non servi a niente. Stai affrontando la tua situazione nel migliore dei modi. Anche i più forti hanno bisogno di sfogarsi a volte, non credere al contrario. Non so come ti comporti con tua madre, ma sono sicura che sai essere un figlio perfetto. Porti pure bei voti a casa, di che ti lamenti? E oltre a questo sai essere anche un amico. Un po’ rompiballe, eh, ma ci riesci.” Sorrise divertita, mentre ancora mi accarezzava la guancia.
“Davvero..?” chiesi speranzoso. Davvero ero un buon amico, per lei? Ed ero importante?
“Sì.” Rispose decisa, e dentro di me scoppiò una bolla piena di felicità “Ah, dimenticavo che sei anche un po’ bastardo.”
Ridacchiai e, incapace di non farlo, l’abbracciai nuovamente, ringraziandola. Che cazzo avrei fatto senza di lei?
“Ero in debito.” Mormorò.
“Ah, solo per questo? Bene.” Rise.
“Perché avrei dovuto, altrimenti?”
“Perché mi vuoi bene..” tentai, serio. Lei sospirò e si allontanò da me, per guardarmi negli occhi “Mi fai così sentimentale? E soprattutto, ti fai così importante?”
“Spero di esserlo.” Mi sfuggì. Non riuscivo più a contenere una cazzo di frase. Le cose potevano essere tre: opzione uno, erano le sette di mattina e avevo sonno, opzione due, ero mentalmente instabile per il mio sfogo, opzione tre, mi stavo innamorando di lei. Forse tutte e tre, pensandoci meglio.
La vidi rimanere spiazzata, poi sorrise e mi carezzò ancora una volta il viso “Lo sei.”
Mi baciò una guancia, rincoglionendomi del tutto, poi indietreggiò prendendomi una mano “Andiamo a dormire?”
Non riuscivo a rispondere, mi limitai ad annuire e incrociare le nostre dita. La vidi arrossire e condurmi nell’altra stanza, dove ci stendemmo sullo stesso materasso. Ci guardavamo, messi di fianco, e Dio solo sa quante cose avrei voluto e potuto dirle in quel momento. Le lasciai una carezza sul viso e sussurrando le diedi la buonanotte. Sì addormentò dopo poco, mentre io ancora la osservavo.
Pensai a lungo, e la conclusione era una sola: tutto quello che stavo provando non sarebbe stato contenibile ancora per molto.




Ok, avevo un sacco di paura per scrivere questo capitolo.
Potete ben capirmi, non è molto semplice come tematica. Non era stato semplice nemmeno quando ero nei panni di Ilaria, e poi Gabriele mi mette un po' nei casini a prescindere, pure mentre mangia un piatto di pasta.. E' troppo diverso da me. D:
Anyway, spero con tutto il cuo re che vi sia piaciuto, almeno in parte. :)

Non so quando ripubblicherò, e questa volta non si tratta di poco tempo (cercherò di tornare).
Non ho molte idee in mente, a questo punto.
Per questo motivo, vi sprono ancora una volta a darmi qualche consiglio, qualche idea. La maggior parte di questi momenti mancanti sono stati ispirati dalle vostre parole, per cui, insomma, potete stare tranquilli che vi do ascolto. xD

Che altro dire?
Vi ringrazio di cuore, perchè anche se il numero delle recensioni è calato notevolmente rispetto ai primi tre capitoli, c'è comunque un elevato numero di persone che legge, segue e preferisce. Ovviamente un grazie particolare a chi ancora perde tempo a commentare una storia che ha perso la sua continuità. Grazie davvero. :)

Allora, è il momento dei saluti.
Vi auguro tutto il bene del mondo, perchè se siete arrivati fino a qui avete contribuito al mio, di benessere.
Spero di tornare presto, magari con un'altra storia su cui sto lavorando. :)

Un bacione

Maricuz
   
 
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