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Autore: Martie707    10/07/2012    2 recensioni
Che fine ha fatto Dudley? Come starà vivendo ora? Si sarà fatto una famiglia? E' ancora in contatto con Harry? Se volete una risposta continuate a leggere questa Fan Fiction che racconta la vita futura di Dudley secondo il mio pensiero.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dudley Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Henry giocava beatamente al suo computer quando sentì un rumore del tutto diverso dagli spari delle navicelle del gioco.

Si girò all'improvviso, e non era del tutto semplice visto che togliere lo sguardo dal gioco gli costò più del necessario, e guardò intorno nella stanza, ma niente. Si rigirò verso lo schermo e dopo cinque minuti ecco di nuovo quel rumore. Questa volta Henry si alzò definitivamente e controllò tutta la sua camera, angolo per angolo. Ad un certo punto spostò la lampada e vide qualcosa di strano. Una strana creatura che assomigliava ad una fatina ma era completamente piena di peli. Che strano, esistevano queste creature? Suo padre gli aveva ripetuto mille volte che non esisteva niente di anormale, ma allora questa creatura che cosa era? Doveva avvisare il padre o no?

Quando Henry cercò di toccare quella piccola fatina per poco non venne morso. No tutto questo non era normale. C'era qualcosa di strano.

« Papà! » urlò Henry scendendo di corsa dalle scale e dirigendosi in cucina dove il padre stava guardando la televisione.

« Che c'è? » rispose un po' scocciato. Henry sapeva bene che non voleva essere disturbato quando guardava la televisione ma questo problema non poteva aspettare.

« Papà scusa, ma c'è uno strano animale in camera mia. Somiglia a una...» Henry si interruppe all'improvviso.

« A che cosa somiglia? » chiese il padre un po' scocciato.

« So che non ti piacerà. Ma assomiglia a una... fata. E mi ha quasi morso. » concluse Henry e detto questo si fece piccolo piccolo.

Papà lo guardò tra il sorpreso e l'infuriato. Come poteva suo figlio dirgli questo?

« Ma che cosa stai dicendo? Sicuramente hai visto male! Non esistono queste sciocchezze! » ribadì papà, che stava diventando rosso come un pomodoro dalla rabbia.

« Papà allora vieni a vedere con i tuoi occhi! » lo sfidò Henry, sapendo che l'avrebbe pagata molto cara.

Papà si alzò all'improvviso, anche con un po' di fatica, e si diresse verso la camera di Henry con lui che trotterellava dietro. Quando arrivarono in camera papà aprì la porta con cautela e rimase a controllare la camera. Henry trovò tutto questo molto strano, se non ci credeva perchè si comportava in questo modo sospetto?

Piano piano entrarono in camera e quando tutto era stato controllato bene dall'occhio vigile di papà, quest'ultimo fece un respiro profondo e si rivolse al figlio.

« Vedi? Non c'è proprio niente qua dentro! »

« No papà! Vieni a vedere qui dietro la lampada e vedrai. » disse Henry che era scappato da dietro il padre e si diresse a spostare la lampada.

Papà si diresse piano piano e per poco non lanciò un urlo. Divenne pallidissimo e si pietrificò. Era vero, dietro la lampada c'era una fata! O almeno gli assomigliava! Ma perchè quella creatura era proprio lì nella sua casa? Possibile che fosse stata mandata da..? No. Non era possibile.

Papà e Henry allora chiusero la porta e scesero giù in cucina impauriti.

« Che facciamo ora, papà? » chiese Henry un po' curioso. Ma lui non rispose. Stava riflettendo.

« Esci a farti un giro, devo parlare con tua madre! » gli disse dopo alcuni minuti di silenzio.

Henry uscì ma non capiva per quale motivo suo padre si comportasse così. C'era qualcosa che non andava. Qualcosa di strano e sospetto nel comportamento del padre.

Papà non sapeva che fare ma doveva raccontare tutta la verità alla moglie. Lui non avrebbe mai affrontato quella creatura.

« Devo parlarti di una cosa. » disse all'improvviso papà.

« Dimmi pure, tesoro. » rispose mamma con un sorriso ma appena vide l'espressione del marito aggiunse « Tutto bene, Dudley? »

« Si... No... Non lo so. Però devo parlarti. » farfuglio.

« Certo dimmi tutto. » lo invogliò mamma.

« Non ti ho mai detto una cosa. Una cosa importante che ha fatto parte della mia vita per ben 17 anni. Io ho un cugino. Un cugino un po' strano. Figlio della sorella di mia madre...» iniziò a raccontare Dudley.

« Ma tua madre non ha una sorella! » lo interruppe la moglie.

« Si invece. Ed è proprio di questo che di devo parlare. » rispose Dudley con uno sguardo serio ma contemporaneamente rassegnato. La verità stava per venire a galla.

« Allora, dicevo che questo mio cugino è figlio della sorella di mia madre. Lei abitava... da un'altra parte. Ha conosciuto un ragazzo, sono andati a vivere insieme e si sono spostati. Dopo un anno dalla nascita di mio cugino, Harry, morirono entrambi. Li uccise un...una persona molto cattiva del loro paese. Quindi Harry venne affidato ai miei genitori. »

Dudley si fermò un secondo e guardò la moglie che aveva un'espressione incredula. Poi continuò.

« Noi non andammo mai d'accordo e all'età di undici anni anche lui andò nel paese della madre ma solo per la scuola. Tutte le estati tornava a casa. Poi però quella persona che uccise i suoi genitori riuscì a tornare e lui dovette affrontarlo. Era costretto. Era il suo destino. Prima di andare ad affrontarlo però mise al sicuro me e i miei genitori e noi non ci vediamo da quel giorno.»

Dudley terminò il racconto. La moglie rimase qualche secondo in silenzio.

« Non capisco. Perché me lo hai tenuto nascosto? E' tuo cugino. » chiese lei perplessa.

« Non siamo mai stati in buoni rapporti, non è mai stato importante per me in un certo senso. » rispose Dudley.

« Ma allora perché me lo racconti proprio ora? » chiese la moglie.

Dudley in un primo momento non seppe che rispondere, non seppe trovare le parole.

« Perché in camera di Henry c'è un'animale che viene dal paese di Harry. » disse.

« Ma che paese è Dudley? O mi dici chiaramente le cose o mi arrabbio sul serio! Prima mi nascondi questa storia e dopo avermela detta fai il vago? Che animale è? Da dove viene? E perché mi parli di tuo cugino proprio ora? » la moglie si stava veramente infuriando.

« Va bene! Va bene! L'animale è una fata e viene dal mondo di mio cugino. Mio cugino è un mago e solo lui può mandarla via! Io non mi voglio avvicinare minimamente a quella cosa! » rispose tutto d'un fiato Dudley.

« Cosa? » esclamò lei completamente sconvolta.

« So che ti sembra assurdo ma ora mi serve il suo aiuto e devo chiamarlo. » disse Dudley. Ci aveva riflettuto parecchio e sapeva che era la cosa giusta da fare. E poi... l'avrebbe rivisto.

La moglie si limitò a guardarlo ed infine annuì.

 

Harry stava liberando il suo giardino dagli gnomi, quando Ginny si affacciò alla porta con il telefono in mano.

« Harry? Harry! Vieni c'è una persona al telefono per te! » urlò Ginny.

Harry si tolse i guanti e si asciugò la fronte bagnata di sudore con il braccio.

« Chi è? » chiese.

« Rispondi e lo scoprirai. » rispose Ginny mettendogli il telefono in mano. Harry si accorse che aveva uno strano sorrisetto.

« Pronto, chi parla? Sono Harry Potter. » disse alla cornetta.

« Pronto, Harry. Sono Dudley. » disse dall'altro capo del telefono Dudley.

Harry guardò il telefono per qualche secondo. Sicuramente aveva sentito male.

« Harry? Ci sei ancora? Mi senti? » sentì Harry nella cornetta e si riavvicinò il telefono all'orecchio.

« Si ti sento, Dudley. Ciao. » disse perplesso.

« Ciao Harry, come stai? » chiese Dudley con la voce tremante.

« Tutto bene, e tu? »

« Si, tutto bene anche io. »

Ci fu qualche secondo di silenzio e poi Harry disse « Perchè mi hai chiamato, Dudley? Ci deve essere per forza un motivo, se no non lo avresti mai fatto. »

« Si hai ragione. So che non dovevo e so che non dovrei chiederti quello che ti sto per chiedere. » disse.

« Dimmi, Dudley. Ormai hai chiamato. Quindi dimmi. » rispose Harry.

« Ok. Volevo chiederti se potevi venire da me. Nella camera di mio figlio c'è una fata e lo ha quasi morso. Sai benissimo che io non ci voglio avere niente a che fare con questi animali strampalati e quindi mi chiedevo se potevi portarla via. Non sapevo a chi chiamare.» concluse Dudley.

« Le fate non mordono! » era l'unica cosa che Harry riuscì a dire. « Ok, va bene. Verrò. » disse rassegnato Harry.

« Grazie. » concluse Dudley.

Harry entrò in cucina e cercò carta e penna dove scrivere l'indirizzo del cugino.

«Ok. Va bene, l'ho scritto. Ci vediamo domani. Ciao. » concluse Harry la chiamata.

Quando appoggiò il telefono sul tavolo notò che Ginny lo guardava con un sorriso stampato in faccia.

« Avevo ragione! Lo sapevo che si sarebbe fatto risentire! » esclamò.

« Si si ok. Però ci vedremo domani. Domani e basta! » rispose Harry.

« Sai anche tu che non sarà così. Lo sapevo. » e detto questo Ginny tornà a cucinare canticchiando.

Harry non riusciva a capirla perchè fosse così agitata. Ok l'ultima volta che si erano visti era sembrato più amichevole del normale, più gentile. Ma era passato tanto tempo. Forse troppo.

 

Il mattino seguente Harry si alzò di buon'ora. Solo mentre stava facendo colazione si ricordò che più tardi doveva andare da Dudley. Ora il problema era uno solo: come sarebbe andato? In macchina o si sarebbe materializzato dietro casa?

Harry si preparò, prese tutte le attrezzature che gli servivano per acchiappare la fata e poi si diresse in macchina, era meglio non arrivare in modi un po' troppo magici. Sapeva che per loro la magia era qualcosa di inaccettabile.

Harry guidò per un'oretta buona prima di arrivare difronte a casa di suo cugino. Era un'abitazione a schiera e gli ricordava molto Privet Drive. Scese dalla macchina, si diresse verso la porta, fece un gran respiro e poi suonò il campanello.

Ad aprirgli la porta fu un ragazzino biondo abbastanza grassottello ed era uguale a Dudley quando era piccolo, tranne per il colore degli occhi. Gli occhi di quel bambino erano verdi, proprio come quelli di Harry.

Quel bambino guardò Harry in silenzio e poi dall'interno si sentì una voce che diceva: « Chi è, Henry? ». Mentre diceva questo l'uomo si avvicinò alla porta e guardò Harry dritto negli occhi.

« Oh, ciao Harry. Accomodati. » disse tenendo la porta aperta per farlo entrare. « Henry vai ad avvisare la mamma che è arrivato Harry. » aggiunse dopo che chiuse la porta.

Harry si guardò intorno, la casa era molto accogliente. Chissà forse Dudley era cambiato in tutto questo tempo. Dudley guidò Harry sino in cucina dove ad attenderlo c'era anche la moglie.

« Ciao. Io sono Harry, piacere di conoscerti. » si presentò.

« Ciao , Harry. Io sono Penelope, la moglie di Dudley. » disse lei con un gran sorriso. « Siediti pure. Vuoi qualcosa da bere? Acqua? Thè? Qualcosa? » chiese Penelope.

« Un bicchiere d'acqua va bene. Grazie mille. » rispose Harry.

Dopo aver bevuto Harry pensò che era l'ora di dedicarsi alla fata.

« Allora, Big D, dove è questa fata? » chiese Harry in tono scherzoso.

« Big D? Ma mio padre non si chiama così! » gli disse Henry.

« Si lo so. Ma sai, quando tuo padre aveva più o meno la tua età lo chiamavano così, Henry! » rispose Harry soffocando una risata.

« E' da questa parte, Harry, vieni. » disse Dudley che era diventato improvvisamente rosso.

Dudley lo guidò sino a una camera che Harry sospettò, dopo essere entrato , che fosse la camera del nipote.

« Quella... creatura è dietro la lampada. » disse Dudley rimanendo sulla porta. Harry entrò, spostò la lampada e vide finalmente la creatura.

« Lo sapevo che non era una fata, anche se sono molto simili. Solo che questa è più pericolosa» disse Harry annuendo e sedendosi nel letto.

«E allora che cosa è? » chiese Dudley spaventato. « Non ce la voglio in casa mia! Dobbiamo... Anzi devi mandarla via! Ti prego! ».

« Dai papà. Non essere così spaventato! Anche se mi stava per mordere sono sicuro che non è così pericolosa. » disse Henry mostrandosi molto più grande di quello che è.

« E bravo Henry! » disse Harry scompigliandoli i capelli. « Se vuoi te lo lascio in camera così puoi addestrarlo! » propose.

« Si! Si! Mi piacerebbe molto! Per piacere zio Harry! »disse quasi saltando dalla gioia.

Harry si mise a ridere. « Mi dispiace, Henry. Ma questa creatura è davvero pericolosa, è molto velenosa. Non possiamo lasciarla vivere qua. Anche perchè si moltiplica molto velocemente e tra qualche giorno la tua camera potrebbe essere infestata da cima a fondo. » disse Harry smorzando la felicità del bambino.

« Però se vuoi, e se vogliono soprattutto i tuoi genitori, posso portartene una meno pericolosa. Come una Puffola Pigmena. Oppure un gufo. Sono molto carini. » gli sorrise Harry rendendolo ancora più felice di quanto non lo fosse cinque minuti fa.

« Harry non credo che potremmo tenere una vostra creatura! Comunque se questa non è una fata allora che cosa è, per l'amor del cielo? » chiese Dudley di nuovo.

« Guarda che può tenerla una creatura. Non c'è nessun problema. Non penso che il ministero della magia si preoccupi di queste cose!» rispose Harry sorvolando ancora una volta la domanda più importante.

« Ok allora poi ne parlerò con Penelope, ok Henry? » gli chiese Dudley rendendo il figlio più felice che mai. Era così felice che andò subito a chiedere alla madre il permesso.

« Ora torniamo a noi, Harry. Che creatura è mai questa? » domandò per la terza volta Dudley.

« Come dicevo prima questa creatura è molto pericolosa. Il suo morso è molto velenoso e depone circa 500 uova. Dobbiamo al più presto eliminarla. Prima che le uova si schiudino. Il nome con cui la chiamano i maghi è..Doxy. » disse Harry mentre si metteva una mascherina e prendeva due bottigliette spray.

« Tieni. Mettiti questa bene e prendi questo. Mi aiuterai ad eliminarlo. Ho già effettuato questa procedura. Anche se molti anni fa. » disse Harry porgendo una mascherina e una bottiglietta spray a Dudley.

« Io? » chiese lui con aria spaventata.

« Si Big D, tu! Su, dai non fare il pappa molle! » lo schernì Harry.

Mentre Dudley si preparava Harry sposto la scrivania per poter attaccare meglio il Doxy, e quando si girò verso Dudley vide che era pronto. Molto pallido, ma pronto.

« Ok, Dudley. Ora al mio via devi spruzzare più che puoi verso il Doxy ok? ».

« Uno... Due... Tre... VIA! » e Harry e Dudley iniziarono a spruzzare l'insetti-doxy verso la scrivania.

Il Doxy cercò di aggredirli ma Harry lo atterrò con una spruzzata. Dopo 3 minuti avevano finito e Harry iniziò a raccogliere il Doxy e tutte le uova.

Mentre sistemava tutto notò che Dudley si era tolto la mascherina e si era seduto nel letto del figlio.

«Allora Dudley, come è stato affrontare una creatura magica? Emozionante? » chiese Harry ridacchiando.

« Sai, Harry, devo ammettere che è stato anche abbastanza emozionante! Non avevo mai fatto una cosa del genere. » rispose e sul viso gli apparve un sorriso.

« Sono contento Dudley! Vedi? La magia non è così male. Ma voi non l'avevate mai capito. »

« Ora devo andare. E' stato un piacere rivederti Dudley. La prossima volta che ci vedremo, se mai dovesse esserci una prossima volta, porto una creatura magica a tuo figlio, ok? Sarà innocua. Quindi non devi preoccuparti. » sorrise Harry mentre si dirigevano verso la porta di casa.

« Grazie Harry. Spero di rivederti presto. » ammise Dudley.

« Magari capiterà. Addio Dudley. »

  
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