Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Wallie    11/07/2012    3 recensioni
Mi chiamo Helena Alice..
No, il cognome lo vorrei tenere per dopo, altrimenti finirei per rovinare un'amicizia che forse potrebbe durare, perchè mi piacerebbe instaurare un bel legame con te, caro lettore, che stai sfogliando con gli occhi queste righe scritte da un dodicenne.
Tornando a noi, rovinare una probabile o futura amicizia con la menzione di un cognome è una cosa pazza quanto stupida.
Se non lo sai -e molto probabilmente, non lo sai davvero-, il mio cognome allontana da me molte, molte persone.
(tratto dal capitolo uno).
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Helena




Entrammo.
La soggezione che mi davano quella sottospecie di omini pelati con le orecchie a punta e degli occhiali poggiati sul naso adunco fece scomparire tutto, e sottolineo tutto, l'entusiasmo che mi fece gridare quell' ''IN MARCIA'' carismatico di prima.
Risultato: mi aggrappai come un koala al braccio del povero Stewart che, comprensivo, mi schiaffò un ceffone sulla nuca intimandomi di ''MOLLARE. IL. SUO. BRACCIO.'' con uno sguardo che... beh, diciamo solo che ringraziando Dio gli sguardi non possono uccidere.
Tranquilla, Helena, non ti possono uccidere.. Giusto?, pensai.
Giusto. Forse..
Mi trascinò -sì, trascinò, non avevo alcuna intenzione di avvicinarmi a loro- al bancone dove risiedeva quel... quel cosa?... folletto!
Ecco cos'era! Un folletto! L'avevo letto in una storia a scuola!
Bene. Forse, adesso che sapevo che creatura fosse quella, avrei avuto meno timore di lei.
Ma appena si alzò dalla sedia dove contava delle monetone bronzate e mi fissò dall'alto con uno sguardo inceneritore, probabilmente perchè avevamo interrotto il suo divertente momento di contabilità, tutta l'inquietitudine che mi trasmetteva ritrovò rifugio dentro di me quindi mi nascosi dietro la schiena mingherlina di Steve.
''Buongiorno'' c'era un fremito nella sue voce, che avesse anche lui paura di quegli esseri?
''A lei'' disse il folletto con voce strascicata ''E a lei'' rivolto a me, sollevando appena gli angoli della bocca.
'' 'Giorno'' biascicai nella giacca di Steve.
Ci fissammo per un po', io e lui.
Quegli occhietti piccoli, grigiastri, scrutavano i miei grandi e nocciola. Per un momento provai un prezioso interesse per lui, per i suoi radi capelli biancastri, per le sue orecchie a punta, per il suo naso aquilino e per la sua pelle ruvida e rugosa. Mi ricordava una razza di cane, ma mi sembrava cattivo riferirglielo, perciò mi zittii.
Il rosso tossicchiò appena, per attirare l'attenzione del banchiere, che scrollò le spalle si rivolse a lui ''Mi dica''.
Steve deglutì ''Non posso.. diciamo.. pronunciare il suo nome, qui..'' gli consegnò un bigliettino. Letto ciò che c'era scritto -suppongo il mio nome- strabuzzò gli occhi e, come se gli si fosse seccata tutta la gola, si rivolse a me ''Allora sei tu'' poi, quell'espressione di paura che si era formata sul suo volto, si trasformò in disgusto.
''Andate da quel folletto in fondo, accanto al Grande Cancello..'' e si girò. Mentre ci avviavamo verso il Grande Cancello, mi girai a guardare di nuovo negli occhi il folletto e, anche se non era previsto che lo vedessi, notai che lui stava stracciando quel bigliettino per poi buttarlo nel secchio e senza escludere lo sputarci ripetutamente sopra.
''Tsk, stronzo'' bisbigliai. ''Magari non qui, eh, Helena?'' mi rimproverò Steve, doveva avermi sentito.
''Benvenuti'' ci salutò un altro folletto ''Mi chiamo Hemsworth, ma per voi, che sarete le persone che accompagnerò ogni volta che verrete ad estrarre galeoni, sarò Hem''
Oh Mio Dio, avevo una vocina così.. stridula. Non devi ridere, Helena. Non. Ridere, ordinai a me stessa. Così, dato che sono davvero troppo impotente, soffocai una risata nella giacca celeste pallido di Steve che mi tirò un calcio agli stinchi. Gentilmente, come sempre.
Hem, il fantastico folletto dalla voce stridula che mi faceva soffocare risate nella giacca dell'Auror, lesse il mio nome su l'ennesimo cartoncino -quanti ne aveva fatti?-che intascò e ci disse di salire su un carrello dall'aria squallida.
''Io non ci salgo. Dimenticalo'' risi sarcastica alla vista di quelle rotaie arrugginite e stridenti e di quel carrello che sarebbe potuto cadere a pezzi da un momento all'altro.
''Invece tu sali, adesso'' con un piccolo sforzo da parte sua, Stewart mi afferrò la vita e mi prese in braccio, infilandomi bruscamente nel carrello ''E ti stai anche zitta''
Sbuffai. ''Signori, devo avvisare che purtroppo la via per la vostra camera blindata è una delle più tortuose della Gringott'' Mandai giù un boccone di saliva ''Quindi, vi prego di tenervi stretti ai sedili per evitare incidenti'' Mandai giù un altro boccone di saliva ''Possono essere molto gravi.. forse morta-''
''Okay, scendo!''
Steve mi afferrò il polso e mi rimise a sedere, pregandomi di non muovermi per il resto del viaggio.
Cominciamo ad avanzare. Non sembrava poi così orrendamente pericoloso.. Si, fino a quando una curva ci fece sbalzare di lato.
Strinsi la mano a Stewart, cercando in lui un po' di conforto. Fortunatamente, a volte, sapeva essere anche comprensivo, quindi mi ristrinse la mano di rimando, accennando un sorriso nella mia direzione.
Un'altra curva, una altra stretta.
Un discesa paurosa e mi rifugiai sotto la stretta del suo braccio, spingendo la sua giacca sui miei occhi, naturalmente, senza risolvere nulla. Era la stessa identica sensazione che provai quando mi materializzai per la prima volta, sempre con Steve. Sentivo lo stomaco ritorcersi, le orecchie tapparsi e una forte voglia di vomitare. L'unica differenza era che in quel preciso momento provavo una paura, anzi, avevo praticamente il terrore di cadere da quel catorcio che si muoveva macchinoso sulle rotaie che ogni tanto mandavano scintille infuocate, che mi arrivavano sulla pelle, bruciacchiandomi un po' le dita.
''Ho paura'' sussurrai da sotto la giacca turchese di Jacobson -mi ci ero praticamente infilata dentro-. Sentì la sua mano accarezzarmi i capelli, cercando di tranquillizzarmi. Un po' ci riuscì, ma quando girammo in un'altra curva, ripresi la stessa inquietitudine che avevo provato qualche attimo prima.
Il tepore che mi arrivava dal suo corpo. Dal suo torace mi separava solo una camicia bianca.. Mi accorsi che volevo bene a Steve come volevo bene una volta a Harry.
Mi accorsi che non volevo lasciarlo dopo essere arrivata al treno che mi avrebbe portato a scuola. Che non volevo dimenticare tutti i suoi scappellotti sulla nuca. Che non volevo dimenticare tutte le volte che lo facevo esasperare e tutte le volte che mi riusciva a consolare.
Che non volevo dimenticare lui. Anche se lo conoscevosolo da qualche ora.
No. Io conoscevo Steve da ben 7 anni, da quando andò a sbattere contro il vetro della finestra. Da quando curai la sua ala, gli diedi del cibo e lo chiusi nella mia stanza. Tutte le volte che lo lasciavo libero nella mia camera, quando mi veniva a mordicchiare il dito, o quando mi si aggrappava con le zampette piccine sulla spalla. Quando cantava melodie bellissime, che mi facevano appisolare. Quello non era Hellsing, l'usignolo arrabbiato che cantava a squarciagola, quello era Steve, mandato dal mondo della magia per controllarmi e proteggermi. Mi resi conto che io adoravo quell'uomo per essere stato il mio migliore amico per ben sette anni, la mia unica compagnia... Lo strinsi forte, in un abbraccio che non ricordo se ricambiò. Però io lo strinsi fino a far aderire per bene la mia guancia sulla sua camicia, sussurrando un ''Grazie, Hellsing'' che doveva aver sentito, dato che tornò a massaggiarmi la testa, compiendo piccoli movimenti circolari su essa.. Poi si avvicinò al mio orecchio e canticchiò una di quelle canzoncine che mi riferiva la sera per farmi addormentare.
Stavo per assopirmi quando..
BING!
''ARRIVATI'' esclamò Hem.
''Sì!'' saltai in piedi da sotto la giacca dell'Auror che rise al mio entusiasmo.
''TERRA, AMATA MIA TERRA'' gridai entusiasta, felice di poter rimettere piede sul fresco terreno, ghiaioso e... coperto di cenere.
''Cenere?'' domandai al folletto che trafficava nella sua borsa alla ricarca di qualcosa che si rivelò alla fine essere una chiave.
Hem sogghignò e mi rivolse soltanto un ''Vedrai tra poco'' e poi, con un cenno della mano, ci intimò di seguirlo.
Ciò mi riportò solo ad aggrapparmi di nuovo al braccio del povero Steve che, lo facessero santo, mi sopportò ancora.
Credo di essere svenuta mentalmente, quando davanti a me si presentò un drago bianco che sputava fuoco tutt'intorno.
''Camera Blindata numero 1453''
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Wallie