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Autore: Chambertin    13/07/2012    0 recensioni
● || AU!Distopia || ●
[AVVISO: la storia al momento è sospesa fino a data da decidere (?)]
L’ho detto a De Jeiro è la natura che comanda gli uomini, viviamo in funzione di essa, se lei decide di ucciderci, possiamo scappare quanto vuoi ma ci uccide; se vuole che sopravviviamo ci fornisce i mezzi necessari per salvarci. Eppure è anche vero che a De Jeiro gli uomini sono comandati da altri uomini, e pure se la natura decide di salvarti ma un uomo decide che devi morire, muori lo stesso.
Così vanno le cose a De Jeiro.
Genere: Angst, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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chemical weapon
beginning of miracle # kat

 
Quando mi svegliai, non lo feci come al solito, ma a causa di quei rumori infernali che provenivano dal cielo.
Tuoni a ciel sereno, li definivo. Questi uomini che s’improvvisano portatori di ali come gli uccelli. Mi avvicinai alla finestra, dove c’erano già Kat, Yanel e Andrè, e osservai la scena: centinaia di elicotteri militari setacciavano la zona in cerca di infetti della Sindrome per eliminarli.
Ecco perché restiamo qua dentro e non usciamo allo scoperto, aveva detto Andrè serio, altrimenti ci ucciderebbero a suon di mitragliate. Kat fece finta di sparare con una mitragliatrice, poi alzò lo sguardo su di me e con un cenno basso della mano gli dissi di smettere.
Ma noi non siamo infetti, rispose Yanel preoccupata, ma Andrè rimase zitto.
Sentivo la rabbia salire secondo dopo secondo, fremevo solo il pensiero di vibrare un pugno contro quel bel faccino angelico. Lo spinsi a terra e gli misi un piede sullo sterno mentre lui un po’ cercava di liberarsi, un po’ gemeva per il dolore.
Adesso ci dici quello che sai. ordinai perentoria fissandolo negli occhi verdi con cattiveria.
Yanel provò a fermarmi spaventata, ma Kat la trattenne per un braccio. Lei lo guardò, lui guardò lei e indietreggiarono entrambi di qualche passo.
Cosa vuoi dire? chiese allora Andrè dietro un altro gemito. Tu sai più di quanto vuoi farci credere. mi mise una mano intorno alla caviglia, ma io resistetti a tenerglielo premuto sopra, volevo sapere la verità. Allora parli o no? glielo chiesi la prima volta e lui rimase in silenzio. Parli o no? glielo chiesi la seconda volta e finalmente mormorò un “va bene” strozzato. Solo a quel punto tolsi il piede e lo aiutai a rialzarsi fra i colpi di tosse.
Va bene, vi dirò quello che so, anche se non è molto. andò a sedersi al suo solito posto e cominciò a parlare.
Disse che a valle avvengono esperimenti chimici. In che senso? Nel senso che provano a creare armi chimiche. È per quello che ogni tot anni avviene una nuova Epidemia, per testare l’arma.
Non sapevo cosa dire, Andrè si gratto la testa sconsolato, guardando una pietra particolarmente affascinante alla sua destra, Yanel tratteneva le lacrime al pensiero che sua sorella fosse morta per una prova, tenendo una mano sulla bocca e l’altra intenta a stringere la mano di Kat che invece come al solito non mostrava cenni d’interesse e restava impassibile a fissare il vuoto.
Abbassai lo sguardo, non sapevo cosa dire e in quel momento restare in silenzio era la cosa che mi dava più fastidio in assoluto, i singhiozzi strozzati di Yanel mi davano su i nervi, il rumore degli elicotteri sopra di noi erano insopportabili.
Ti chiedo una cosa: sai il perché di queste armi? Yanel si asciugava gli occhi, con voce tremante. Andrè scosse la testa. Dopo tutti questi anni passati a fare su e giù dalla valle non hai sentito neanche un frammento di conversazione su questo argomento? fece poi avanzando un passo. Non sarei qui a raccontarti queste cose, non credi?
In effetti non ha tutti i torti: se avessero scoperto che sapeva anche solo queste cose che ci ha raccontato, con molta probabilità lo avrebbero…
Il botto che provenne da fuori sembrò far cedere il pavimento, ma non fu quello a cedere, bensì un’altra parete non portante.
Ci scansammo tutti dai detriti, io mi lanciai a fare da scudo a Kat, tenendolo sotto di me, e lui mi guardava alzando a malapena un sopracciglio o schiudendo leggermente le labbra. Maledetto a te, perché non parli e non mi dici se ti sei fatto male? Glielo avrei voluto urlare, ma mi limitai a piangere e a fargli cadere le lacrime sulle gote rosee, a causa del dolore sulla schiena provocato da una maceria; Yanel si accovacciò a terra portandosi le braccia sulla testa e Andrè – l’unico col sangue freddo a quanto pare – si lanciò a sistemarsi sotto l’angolo dei muri portanti, proprio come quando a scuola fanno le prove antisismiche.
Quando la polvere si depositò fra colpi di tosse e quant’altro Andrè aiutò prima Yanel a rialzarsi, poi venne da me e mi tolse quella pietra  che avevo sulla schiena lasciando scoperta la ferita che mi aveva fatto. Non sentivo particolarmente dolore, solo del bruciore.
Sotto di me Kat era l’unico il quale non aveva neanche un graffio, solo un po’ spettinato.
Cos’è successo? chiese spaventata Yanel, zoppicando leggermente. Kat e Andrè si avviarono verso la finestra e notarono che poco più in cima al monte era precipitato un aereo paramilitare – o almeno credo.
Stai perdendo molto sangue, Alisia. constatò Yanel, io mi limitai a ridere sguaiatamente, oh andiamo! non ho neanche male! neanche farlo apposta in quel momento mi venne una fitta allucinante che mi partiva dalla spalla sinistra e mi prendeva tutto il braccio.
Sentite, in città non possiamo tornare altrimenti ci scambiano per appestati e ci ammazzano, io vado a vedere là dentro se c’è qualcosa che può esserci d’aiuto, magari anche del cibo.
Andrè sembrava sicuro di sé, Yanel lo guardò sconvolta scuotendo la testa.
E se ci fossero militari anche là dentro? Credi che non ti sparerebbero?
Con una caduta del genere o si saranno paracadutati prima dell’impatto oppure saranno morti.
Andrè uscì dalla centrale abbandonata e nonostante i miei richiami a Kat vidi allontanarsi anche lui con l’altro. Giuro che se gli succede qualcosa… ma prima che sparisse dalla mia vista si voltò a sorridermi. Kat che sorride? Che sia l’inizio di un miracolo?
   
 
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