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Autore: Iclim    14/07/2012    2 recensioni
Questa è la storia di un ragazzo che affronta l'adolescenza e sente il bisogno di scappare dal suo paese. Presto si renderà conto di voler tornare e di voler mettere fine alla sua avventura... Ho iniziato a scrivere questa storia perchè anche io sto affrontando questo periodo anche se ho reso questa storia molto partivolare e piena di sorprese.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo Jiulia venne a svegliarmi presto. - Ahmide, svegliati dai. - Cosa c’è? Dobbiamo già prepararci? – dissi io con gli occhi socchiusi. - No ma guarda che giornata! Come fai a dormire con un sole così? - Io dormirei anche con l’eclissi solare – conclusi rimettendomi a dormire. - No ora tu ti svegli. Jiulia mi tolse il lenzuolo e aprì la finestra per far entrare l’aria, poi si sedette sul mio letto e cominciò a ridere guardando che facevo fatica a tenere gli occhi aperti. - Non ti ci vedono con il papillon – disse ridendo come una scema. - Parla lei, la gonna di tulle. - Da oggi ti chiamerò Papillon, ora vado a prepararmi. - A dopo Tulle – e con un’ ultima risata ci preparammo ad affrontare questa nuova ed emozionante giornata. Anche la signora Lorah si svegliò di buon ora e scese dalle scale urlando e con molta fretta, era agitata, aveva mille cose in testa ed aveva paura di dimenticare qualcosa. - Ragazzi siete pronti? Dobbiamo arrivare in tempo per salutare anche il marito della signora James che esce presto di casa per andare a lavoro, è un segno di rispetto. Jiulia era veramente bella, anche se non la smetteva di ridere per il mio papillon di cui andavo ugualmente fiero. - Sei molto elegante, Papillon – disse accennando un sorrisetto scherzoso. - Anche tu Tulle. La signora Lorah indossava un abito blu molto elegante con una fila di brillantini sul lato che finivano per formare un fiore. I capelli erano ripresi da un fiore blu di Tulle e tanti petali blu erano incastrati tra i suoi biondi e lunghi capelli. Portava delle scarpe blu con il tacco ed erano abbellite da piccoli brillantini. - Siete pronti ragazzi? Oggi andremo con la Ferrari che sarà guidata dall’autista, non vorrei scapigliarmi – disse la signora Lorah ridendo. Io e Jiulia non eravamo mai stati così felici, ricevere un invito da una ricca signora francese non è da tutti i giorni e poi non eravamo abituati ad indossare abiti così. Jiulia portava sempre la divisa da cameriera o una vestaglia mentre puliva, non aveva mai indossato un vestito di quel genere e dal suo sorriso si capiva quanto era emozionata. Anche per me era un’esperienza del tutto nuova che nel mio paese non avrei mai vissuto, dopo tutto la mia avventura si stava svolgendo in modo positivo per alcuni versi. Guardavo il paesaggio e respiravo quell’aria di libertà come se cercassi un profumo già conosciuto, ma che forse lì non avrei trovato. Quell’aria mi ricordava qualcosa, forse il profumo dei limoni, forse quello del pane, forse l’odore del frutto più maturo. Tutto mi riportava nel mio paese, forse incominciavo a sentire la mancanza di quelle piccole cose che qui non avrei ritrovato. Lungo la strada si intravedeva una casa immensa con i muri gialli ed un grandissimo giardino, era la villa della signora James che ci accolse all’entrata. - Ciao Emeli, ti trovo benissimo – disse la signora James con un grande sorriso sulla faccia. - James, che accoglienza! E che stile, sei favolosa. Le due signore rimasero un po’ di tempo a farsi complimenti e a ridere mentre io e Jiulia osservavamo a bocca aperta la grande villa. - Venite, vi mostro la casa! Mark, vieni a salutare i nostri ospiti. Un uomo alto e magro si avvicinò a noi. - Buongiorno, sono il marito di James, Mark. Scusate la mia fretta e la mia maleducazione ma devo scappare perché sono in ritardo per lavoro, vi auguro una buona giornata – disse Mark uscendo di casa. - Bene, ora vi mostrerò la parte esterna della casa, ci sarà molto da camminare. Questo è il giardino principale, viene curato molto perché accoglie gli ospiti e vengono organizzate spesso feste per avvenimenti importanti. Dietro la villa c’è un campo da golf, dei tavoli da ping pong, un campo da basket e uno da pallavolo, un mini campo da calcio e due piscine, una piccola ed un grandissima, più tardi ve le mostrerò. Al secondo piano c’è la piscina interna da gara e da allenamento che in inverno viene usata anche come una normale piscina. Ah quasi dimenticavo, c’è anche una sala terme con acqua riscaldata a 30°. - Io di certo non la dimenticherò – sussurrò Jiulia con occhi sognanti, non aveva mai visto le terme. - Tranquilla ti ci porto io! – risposi scherzando. La signora James ci mostrò il piano terra dove c’era la cucina, immensamente grande, la sala da pranzo, uno dei tanti salotti, la libreria, una delle camere per gli ospiti, la sala giochi, la sala pc e la sala riunioni utilizzata dal marito. Dopo averci mostrato le varie sale tornammo nella sala da pranzo dove un’infinità di cibo era stato preparato per noi. La signora James e la signora Lorah si entrarono in una stanza e parlarono in privato per un po’. - Bene ragazzi è ora di andare – disse la signora Emeli con un sorriso finto sulla faccia, chissà di cosa avevano parlato. Tornando a casa mi venne in mente il cognome della signora James, Ribotique. Lo avevo già sentito varie volte nel mio paese. Ci pensai anche la notte ma non mi venne niente in mente. Non riuscivo a ricordare da chi lo avevo sentito ma mi sarei sforzato anche a costo di pensarci per giornate intere.
  
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