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Autore: i hear the bells    15/07/2012    1 recensioni
Appoggiai il mio braccio tremante sotto a quello di mio padre, davanti a noi c’era la damigella d’onore scelta da Luis.
Quando uscimmo dalla stanza un lungo tappetto rosso mi attendeva circondato da una serie di guardie.
« Stai bene bambina mia? »
« Va tutto bene papà, è solo un po’ di agitazione. Passerà…passerà » il mio papà annuì e incominciammo a percorrere il lungo tappeto rosso che ci conduceva alla cappella dove avrei dovuto sposarmi. Ad ogni passo, percepivo le gambe sempre più tese, perfino loro si rifiutavano di muoversi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-III-



Ci fu un attimo di silenzio, un attimo interminabile dove avrei tanto voluto ritornare indietro e non presentarmi mai più a casa sua, non dargli tutta quell’importanza, non permettere che il suo sorriso sornione mi facesse sentire ancora più piccola e umiliata di fronte a l’unica persona capace di leggermi dentro. Poi passò un altro minuto dove il mio sguardo cadde automaticamente a terra, non potevo più guardarlo senza provare un desiderio forte di sfiorarlo, abbracciarlo, percepire finalmente quel senso di completezza che mi era mancato per tanti mesi. Ma più attendevo un suo passo, una sua parola e più le mie speranze venivano accantonate in un angolo, facendo spazio ad un solo pensiero: volevo andarmene da lì. Mi sentivo in trappola, angosciata e turbata. Perché non sapevo più che fare, non sapevo se fosse giusto o no sposarmi, non comprendevo quel battito del cuore così accellerato, mentre la ragione andava a rimpiccolirsi sempre di più.

« Se proprio devi torturarmi, beh fallo, perché il silenzio non mi aiuta molto. Non mi fa né male e né bene…» le sue dita mi toccarono il viso, restando per qualche secondo immobili, poi iniziarono ad asciugarmi le lacrime e le gocce di sudore sulla fronte, quasi a volermi pulire dalla tristezza. Con l’altra mano circondò i miei fianchi per abbracciarmi. Non era solo il mio cuore a battere forte, ma anche il suo, potevo percepirlo attraverso i nostri vestiti umidi.

Il suono del suo cuore mi penetrò dentro al petto e non riuscivo a distinguere più il mio battito dal suo. Le dita che mi asciugarono le lacrime, si posarono nei miei capelli accarezzandomi il capo per farmi rilassare, era un movimento lento e dolce, mi guidò rapidamente verso di lui per permettere che anche il mio viso potesse affondare sul suo corpo.

Con le labbra sfiorai il suo collo, non aveva nessuno odore particolare, ma solo il suo sapore, il sapore di una pelle che conoscevo benissimo e che per lungo tempo mi era stata vicina, mi aveva protetta con la sua membrana per non lasciare che nessuno mi facesse del male.

Forse era stata tutta quella passione a bruciarci, tutto quell' amore ci aveva allontanati, ci aveva annullati. Ma quando quella stessa notte le sue labbra toccarono di nuovo le mie per baciarmi, assaporai tutto l’amore che voleva donarmi ed ero sicura di averlo ritrovato.

Avevo ritrovato i suoi abbracci, le carezze, la felicità che avevo perso, la gioia di vivere.

Se ne andò via tutta la tristezza, le lacrime, la nausea e l’emicrania e quando il giorno dopo mi risvegliai tra le sue braccia il sole era ritornato a splendere.

La perfezione non è un viso angelico o un sorriso bello e disarmante, la perfezione non la si può trovare nella stabilità economica né in quella sentimentale; la perfezione per me era lui, la persona che mi completava, che mi rendeva felice con un semplice bacio o che mi faceva letteralmente volare quando mi fissava confessandomi ti amo, con quegli occhi neri e profondi.

« Cosa stai contemplando piccola stella? »

« La bellezza del nostro amore. Non sai quanto ho sentito la tua mancanza, avrei preferito morire piuttosto che vivere una lunga vita senza di te, che sei la mia vita » mi diede un bacio sulla fronte e mi strinse più forte.

« Non pensiamoci più ok? Quello che è stato è passato, ora dobbiamo pensare al nostro futuro. » Stavo per rispondergli che niente mi avrebbe potuto separare da lui, quando la porta d’ingresso si spalancò creando un gran frastuono. Qualcuno aveva forzato la serratura per entrare.

Cam si alzò dal letto per andare a controllare, quei brevi minuti che restai sola la paura mi immobilizzò del tutto. Avevo una bruttissima sensazione e le lacrime stavano per tornare a trafiggermi.

« BRUTTO FALLITO, FAMMI PASSARE DEVO VEDERLA » la voce di Luis, il mio fidanzato, la persona che avrei dovuto sposare, tuonò per tutta la casa. Ero consapevole che il suo fisico mostruoso e muscoloso avrebbe fatto del male al mio amore.

« Questa è casa mia, prima di entrare dovresti bussare. Dove sono andate a finire le tue buone maniere? O forse sono tutta una farsa per nascondere il tuo lato spietato? Sai potrei denunciarti per questo, ma se te la svigni subito, lascerò stare l’inconveniente che hai creato violando la mia proprietà privata. »

« Violare? » Luis iniziò a ridere rumorosamente, perfino le sue risate mi davano la nausea « Potrei dire la stessa cosa su di te, visto e considerato che Christine è nel tuo letto. » una delle sedie del salone scivolò a terra e il rumore dei passi del mio fidanzato, mi raggiunsero fino alla camera da letto. Aveva ragione, mi trovavo lì e non avevo nessuna voglia di andarmene.

« Lo sapevo. Su avanti vestiti. Tra un ora c’è il servizio fotografico » come poteva pensare a uno stupido servizio fotografico, quando la sua ragazza l’aveva appena tradito? Era questo il bene che mi voleva? Come avevo potuto essere così idiota da fidanzarmi con un tipo che l’unica bellezza che possedeva era quella esteriore. Perché dentro era vuoto, vuota come mi sentivo io quando stavo accanto a lui.

« Io non mi sposo più con te » non provai un minimo di dispiacere nel pronunciare quelle parole.

« E invece ti sposerai con il sottoscritto. Devo per caso ricordarti del nostro accordo? Muoviti, non ho tempo da perdere in questo tugurio »

« Christine, di quale accordo sta parlando? » gli occhi tristi di Cam mi scrutavano dentro fino all’anima, alla ricerca di una risposta. Una risposta che non potevo dargli. Forse ero una vigliacca, ma non potevo permettere che la famiglia di Luis mandasse sull'astrico l’azienda della mia famiglia. Purtroppo avevo fatto davvero un accordo con Luis e non potevo sottrarmi.

« Niente che ti riguarda Cam. Ora devo andare… » Stavo perdendo l’amore della mia vita? Molto probabilmente sì. Cam perdonando i miei vecchi errori, mi aveva dato la miglior dimostrazione d’amore e io dopo solo tre ore lo stavo ferendo di nuovo. Stavo nuovamente cancellando il nostro amore, rinnegando i miei sentimenti.

Mentre gli passavo accanto per lasciare casa sua, sussurrai uno “Scusami” striminzito. Ero sicura che oltre ad abbandonare il mio amore, stavo consegnando anche il mio cuore nelle sue mani, con la speranza di poterlo rivedere, magari in un altro secolo, in una vita più fortunata di quella. In un esistenza dove la nostra storia non avesse ostacoli.
  
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