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Autore: MissyHarry    15/07/2012    1 recensioni
Una vecchia conoscenza di Revy, una nuova associazione che tenta di prendere il sopravvento sull'Hotel Moscow e i soliti fattorini che ogni tanto si scontrano con la legge.
Perché in fondo un traditore, anche se passa dalla tua parte, rimane pur sempre un traditore.
RevyxRock, accenni... O forse qualcosa di più di semplici accenni, hmmm...
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dutch, Nuovo personaggio, Revy, Rock, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12.

Driving at night






Mark represse un impulso di stizza, quando l'ennesimo taxi gli sfrecciò davanti senza degnare di uno sguardo né lui né il suo pollice alzato. Doveva sbrigarsi: quei due non stavano di certo tornando da Dutch, sebbene fosse fermamente convinto che non si stessero divertendo affatto.

' Quel cazzo di sfigato… Non sarebbe in grado di sfiorare Revy con un dito, né in questa vita né in un'altra! ' si autoconvinse, tentando di non pensare che effettivamente nemmeno lui l'aveva mai sfiorata più di tanto… E  il fatto che avesse ancora entrambe le mani attaccate al resto del corpo ne era l'inconfutabile prova. Sbuffò.

Certo che, se non si muoveva, con tutto il tempo che li lasciava da soli chissà cosa poteva succedere… 

Ebbe una buffa ed improbabile visione dei due, completamente soli, in tangenziale senza benzina e senza un'anima viva nel giro di chilometri. Si immaginò lei riempire di parolacce e improperi l'aria circostante; vide Rock guardarla con aria sognante (con quella lurida faccia da schiaffi che si ritrovava), Revy che lo lasciava avvicinarsi e sul più bello gli puntava addosso una cutlass e gli regalava un bel bypass artificiale.

Si crogiolò nella sua immaginazione, lasciandosi scappare un paio di automobili che gli sfrecciarono davanti senza troppi complimenti. Scosse la testa, risvegliandosi dalle fantasticherie, e decise di mettere a frutto tutti quegli anni pasti a giocare a GTA con Benny; si piazzò in mezzo alla strada, obbligando la sfortunata prima vettura di passaggio a fermarsi con un'improvvisa inchiodata.

Deglutì, ringraziando mentalmente il premuroso guidatore che teneva controllati i freni, e si diresse con fare deciso verso la portiera anteriore sfoderando la pistola.

 

 

 

 

"Naaah, giura…" l'infermiera del pronto soccorso in turno quella notte sbuffò, cercando di non farsi sentire dall'inserviente. Non solo le toccava lavorare fino a mattina presto; doveva pure sorbirsi le lagne di quella deficiente che aveva appena mollato il ragazzo perché tanto, a suo parere, aveva tutte le carte in regola per potersi fare chiunque le passasse per la testa. Beh, se non altro il giorno prima tutto il reparto si era regalato un pomeriggio alla spa, e ora poteva rimirarsi con interesse la manicure mentre l'altra sciorinava inascoltata tutte le sue paturnie.

"Sì, ti dico che quel biondo che ho visto l'altroier…"

La fastidiosa voce dell'inserviente si affievolì non appena le due ragazze sentirono sbattere con veemenza la porta del pronto soccorso, trovandosi davanti una suora abbastanza incazzata con una flebo nel braccio e il boccettino del liquido stretto in mano.

"Chi cazzo è quella?" mugugnò la donna delle pulizie, visibilmente stizzita per essere stata interrotta.

L'infermiera, al contrario, era piuttosto combattuta fra il sollievo di essersi risparmiata le sciorinate e la preoccupazione per la paziente.

"Ah, sorella!" si alzò di scatto, ignorando la scortese domanda dell'altra. "Si è ripresa, finalmente… Però non può stare così in piedi, o…" 

Eda digrignò i denti, scuotendo la fiala di fisiologica che stava lentamente scendendo in vena. "Ho da fare, ragazze. Quindi, o mi togliete questo ago dal braccio, o me lo strappo da sola. Sto benissimo" aggiunse di fretta, speranzosa che quelle due ultime parole potessero in qualche modo tranquillizzare le due donne in servizio.

L'inserviente incrociò le braccia, senza alzarsi dalla sedia, e fece ondeggiare le ciabatte ben poco sexy che le toccava indossare in ospedale. "Tesoro, che tu stia bene non lo mettiamo in dubbio, ma sei arrivata qui con una diagnosi di trauma cranico e sei pure svenuta. Ergo…"

La bionda sospirò. Sperava di cavarsela più in fretta, ma evidentemente si sbagliava. Afferrò il catetere e stringendo i denti lo sfilò con uno strappo, appoggiandolo poi su un tavolo lì vicino. Fece del suo meglio per ignorare lo strillo di protesta dell'infermiera che, scattata in piedi, aveva cercato invano di frenarla prima che commettesse pazzie. La bionda alzò lo sguardo e le salutò con un cenno del capo, sfoggiando uno dei suoi migliori falsi sorrisi.

"Beh, grazie comunque, eh" sospirò, prendendo una garza e stringendola nell'avambraccio. "Che Dio vi abbia in gloria… Il più presto possibile!" aggiunse stizzita, aprendo la porta del pronto soccorso con un calcio e dirigendosi fuori dall'ospedale.

 

Non appena varcò la soglia, si tastò le tasche della tunica: per fortuna almeno le sigarette gliele avevano lasciate. Le pistole erano scomparse, ma probabilmente le aveva perse prima di venire ricoverata. Si accese una Lucky Strike e si portò automaticamente una mano a sistemarsi gli occhiali da sole, prima di accorgersi di aver smarrito anche quelli. "Revy…" sussurrò, espirando una nuvoletta di fumo "Queste me le paghi tutte, brutta scimmia…!" calcolò mentalmente il percorso dall'ospedale al night e cominciò a camminare. Doveva ritrovare la moto e raggiungere Two Hands… Almeno, prima che tornasse da Dutch.

 

 

 

Revy si allungò sul sedile, sonnacchiosa. "Rooock… Stavo pensando…" mugugnò. Non ottenendo risposta, gli lanciò un'occhiata stizzita e continuò "…Dicevo, non sarebbe meglio fare una capatina da Dutch, prima? Almeno, sistemiamo quella cosa con Mark e poi…" Uno scossone improvviso la interruppe, sbalzandola in avanti. Appoggiò prontamente le mani sul cruscotto evitandosi una testata contro il parabrezza, e si voltò arrabbiata verso il guidatore. "Rock, che cazzo fai?!"

Il ragazzo sgranò gli occhi, riuscendo a mantenere il controllo del veicolo ed accostando pochi metri dopo. " Oddio, temo che…" 

La rossa fu più veloce di lui. Non appena la macchina si fermò, scese velocemente e corse verso le ruote posteriori. Il giapponese restò fermo al suo posto, in trepidante attesa… Almeno, finché gli improperi di lei non giunsero squillanti e pronti alle sue orecchie. Sospirò. "Abbiamo bucato…?" chiese, pur sapendo già la risposta. Non ascoltò altro, chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie.

 

Revy stava menando calci alla ruota sgonfia. Aveva finito il repertorio di insulti che conosceva - e dire che era piuttosto ampio - e stava sfogando sulla povera automobile di Benny tutta la sua rabbia repressa.

Già era incazzata per la missione che Balalaika le aveva affidato; in più, saltava fuori che un suo amico che non vedeva da anni era probabilmente un traditore, che si divertiva a picchiare Rock nel tempo libero; in più, la sua amica-nemica Eda era sparita nel nulla; infine, come se non bastasse, un giapponese di sua conoscenza era costretto a bazzicare night club, e la cosa la innervosiva non poco… "Ci mancava solo questa cazzo di ruota! Macchina di merda!" sibilò. Ormai i nervi le erano saltati del tutto, e crollò accovacciata a terra, lo sguardo furente fisso davanti a sé.

Il ragazzo uscì dall'abitacolo e la raggiunse. Sapeva benissimo cosa fare e come tirarla su di morale: sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca, ne accese una e la porse alla rossa.

Lei scosse la testa. Il suo viso da furente si fece imbronciato, e abbassò le palpebre, appoggiando il mento ai palmi delle mani. Rock le si accovacciò davanti, infilandole la sigaretta appena rifiutata in bocca. Sapeva benissimo che non c'era nessuna ruota di scorta nel bagagliaio; l'avevano cambiata poche settimane prima, ed evidentemente era un po' troppo usurata… Era abbastanza comprensibile che si fosse già rotta. Ovviamente spiegare la logica dell'accaduto all'amica era del tutto inutile in quel momento, ed optò per un'altra strada. 

"Su, Revy" cominciò, sorridendo quando la vide serrare le labbra attorno alla Pall Mall "…Diciamo che questa è stata proprio una nottata di merda, ok? E come tale" continuò, sedendosi accanto a lei "…E come tale ha accumulato su di sé tutta la sfortuna possibile. Se non altro, domani sarà sicuramente una giornata migliore, n…" 

"Smettila di sparare stronzate, Rock". il biascicare della ragazza lo interruppe a metà frase. Si voltò a guardarla: i suoi occhi cupi e stanchi fissi sulla strada deserta riflettevano esattamente quello che stava provando anche lui in quel momento. Si morse le labbra.

"…Però, ascoltami. Se non altro domani ci rideremo su, eh".

"Ah, ah, ah" sillabò lei lentamente. Calò il silenzio, interrotto solo dal frinire dei grilli.

 

 

 

La macchina appena rubata in pieno stile GTA si era rivelata essere una berlina niente male, ben guidabile e con un pieno di benzina fresco di giornata. Soddisfatto da un furto così accorto, Mark non si era quasi neanche reso conto di essere già arrivato al night club. Scese dall'auto, diede un'occhiata in giro e sgranò gli occhi, scoraggiato.

Una smorfia amara gli si dipinse in volto. L'intero quartiere sembrava essere deserto, non c'era anima viva… Men che meno di sua conoscenza.

"Quel bastardo se la deve essere svignata…" pensò, lanciando un'occhiata ad un mezzo poco distante. Si avvicinò: era l'Harley di Eda, indubbiamente. Le chiavi erano ancora inserite, come se qualcuno l'avesse accesa da poco… Toccò il serbatoio: era freddo. Si vede che quel qualcuno ci aveva ripensato, e se ne era andato con un altro veicolo.

Il fiume dei suoi pensieri si frenò bruscamente non appena sentì dei passi avvicinarsi da dietro. Si bloccò, in ascolto.

"Ehy, biondino".

Sentendosi preso in causa, si voltò di scatto. "ah, Eda!" sorrise, trovandosi di fronte la suora che si stava avvicinando a grandi passi. Sembrava sollevata, e stava fissando compiaciuta la moto. L'inglese seguì il suo sguardo e ritrasse velocemente la mano. Tentò di attaccare discorso.  "Mi sembri sciupata… Ma… Stai sang…"

La bionda agitò la mano, dirigendosi verso l'Harley. "Lascia perdere. Piuttosto, tu sei qui… Gli altri…?" 

Gli occhi del ragazzo s'incupirono. "Eh… Magari lo sapessi… Se ne saranno andati in macchina..."

La bionda salì a cavalcioni sul suo mezzo; girò le chiavi e sorrise quando la sentì accendersi sotto di sé. Ascoltò distrattamente la risposta dell'altro. "Ah, così la scimmia è scappata con Rock, eh? Soli soletti in macchina? Ah, l'ho sempre detto che c'era del tenero, fra quei due… Forse questa è la volta buona che gliela molla!"

Mark impallidì, stringendo le mascelle. "Che… Che intendi dire con…" sussurrò, incredulo. Venne interrotto da una sonora risata della suora.

"Su, non fare il geloso! Anche a me dispiace che si siano combinati, quei due… Ma che ci vuoi fare. Probabilmente è la disperazione. Beh, ci sono tanti pesci nel mare, nh…?" ribattè, ammiccando. Scrutò con attenzione l'asfalto intorno a lei. "Mh, non è che per caso hai visto i miei occhiali…?"

Il biondo si chinò a raccogliere un paio di Ray Ban viola da terra. Li porse gentilmente alla ragazza, sfoggiando un meraviglioso e solare sorriso. "Ehy, e se mi dessi una mano a cercarli…? Sai, è tanto che non guido un'Harley".



~~~

Angolo dell'autrice


Ahhh, ciao, copiosi lettori! (?)
Sono felice che qualcuno - viste le sempre gradite recensioni - ogni tanto "batta un colpo" e mi ricordi che sì, la mia fanfic esiste ancora ed è inutile abbandonarla! No, scherzi a parte, ho appena finito la sessione di esami e per passarli tutti mi sono spaccata la schiena (per non essere volgari...); ecco spiegato il mio MOSTRUOSO ritardodi aggiornamento.
Ma non disperate!
Il prossimo capitolo - che in teoria doveva essere integrato a questo, ma prima devo farlo leggere al mio ragazzo che se non prende in mano le bozze non è contento... Quindi, lo pubblicherò... A breve! Fra pochi pochi giorni! Incredibile, vero?
Sarà il capitolo 12.b... Vabbè...
Colgo l'occasione per ringraziare sentitamente tutte le anime pie che, come già prima ho detto, recensiscono - ma soprattutto LEGGONO - questa fanfic. Vi adoro! Senza di voi non so come farei.
Probabilmente la archivierei.
Beh, buona lettura, allora! E pazientate.
L'azione arriva, arriva.

Harry

  
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