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Autore: OnlyHope    30/01/2007    10 recensioni
Tutto comincia da una fermata d'autobus una mattina di marzo. L'inizio di una nuova vita che deve in qualche modo andare avanti, nonostante il distacco, la lontananza e le paure. È la storia del coraggio di una ragazza che ama incondizionatamente un ragazzo. Questa è la storia di Sanae.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Be Afraid to Fly ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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BUTTERLY
 
CAPITOLO 23
 
Un nuovo addio
 
 
 
 
Profumo.
Il suo profumo.
Folate di vento caldo mi permettono di sentirlo in maniera penetrante, portandolo a me, come se provenisse da un posto lontano oltre l’oceano.
Oltre l’orizzonte reso bianco dal sole bruciante d’agosto.
Ma fortunatamente non è così.
Il suo profumo non deve attraversare nessun mare, né scottarsi sotto i raggi cocenti, perché è semplicemente qui, accanto a me, a un passo.
Vicino, ancora per poco tempo, ma vicino...
Non distante e mi godo il momento, allontanando il pensiero del tempo che scorre, per portarci a una nuova separazione.
La sua mano calda stringe la mia mentre camminiamo verso la mia scuola, nell'afa del primo pomeriggio.
Distolgo lo sguardo dall’orizzonte e lo poso sul viso abbronzato di Tsubasa, proprio nel momento in cui lui si volta, per regalarmi uno dei suoi sorrisi, capaci di farmi tremare letteralmente le ginocchia.
Di riflesso, le mie labbra si distendono mentre i miei occhi diventano un semicerchio, arcuandosi allegramente.
Sono totalmente disarmata.
Da quel giorno di pioggia, in cui abbiamo fatto l’amore, sono completamente assuefatta alla sua presenza.
Non so se sia uguale per tutte le ragazze ma è così che mi sento in questi ultimi giorni.
Senza scampo, di fronte ai miei sentimenti per lui e piacevolmente imprigionata, nella mia venerazione privata.
"A che ora hai appuntamento con il professore?" mi chiede Tsubasa, portandosi una mano sulla fronte, per ripararsi dal caldo.
"Alle quindici al club!" rispondo, controllando l’orologio, per assicurarmi della nostra puntualità.
"Certo che poteva fare un po' più tardi! Oggi si muore, con quest’afa!" e si sventola il viso con una mano.
E mi sento un po' in colpa, per averlo trascinano fuori casa nelle ore più calde della giornata.
"Mi dispiace..." sussurro, abbassando lo sguardo, che si posa sui miei piedi mentre si muovono spediti sull'asfalto.
"Ma ci tenevo tanto a presentartelo e a farti fare un giro nella mia scuola!" aggiungo, rialzando gli occhi su di lui prima di sorridendogli di nuovo.
"In fondo sarebbe stata anche la tua, se non te ne fossi andato…"
Tsubasa si ferma trattenendo la mia mano, in modo da costringermi a fare altrettanto.
Le sue braccia poi circondano il mio collo, un bacio gentile si posa lieve sulla mia fronte.
"Non posso portarti a fare un giro turistico, come hai fatto tu in Brasile! Hai vissuto in città per anni, così  l'unico posto nuovo è la scuola!" mi giustifico, incoraggiata dal suo gesto affettuoso.
Tsubasa mi stringe ancora di più a sé, nonostante il sole caldo che picchia alto nel cielo.
Quando il suo viso si abbassa verso di me, sento le sue labbra morbide sfiorare le mie.
"Verrò ovunque mi porterai! Fosse anche al campetto delle elementari, in cui ho giocato milioni di volte!" mi rassicura, prima di stringermi  ancora più forte a lui.
"Certo però, che fa proprio caldo!" riesco a borbottare, avvertendo ancora di più la calura, stretta nel suo torrido abbraccio.
E questo è un sollievo, perché sembra che conservi ancora un briciolo di lucidità, nonostante i miei sentimenti per lui.
Controvoglia, mi allontano da Tsubasa, alzando poi il mento in alto, in direzione del cielo terso.
Il canto ridondante delle cicale non accenna a smettere.
"Ci vorrebbe un acquazzone!"
Tsubasa pronuncia queste parole, puntando anche lui gli occhi al cielo.
"Già, un bell’acquazzone!" ripete, abbassando lievemente lo sguardo su di me, per cogliere una mia reazione.
L’osservo per un secondo prima di sbuffare, scuotendo la testa, facendo finta di non comprendere il doppio senso, celato nella sua affermazione.
"Oh, no! Non mi andrebbe di correre ancora, bagnandomi tutta!" esclamo, senza nascondere un sorrisetto malizioso.
Tsubasa mi scruta divertito poi si china, per raggiungere il mio orecchio.
"Nemmeno se piovesse tutto il pomeriggio? Costringendoci a trovare riparo a casa mia?" sussurra per provocarmi.
"Senza i miei genitori tra i piedi…" aggiunge, sfiorando volutamente il lobo con le labbra.
Il caldo raggiunge le mie gote, ma fingo di pensarci su, rimanendo al suo gioco.
"Mm... Forse!" esclamo, posando un dito sulle mie labbra prima di riprendere a camminare, allontanandomi da lui.
Pochi passi e Tsubasa mi raggiunge, non trattengo un sorrisetto soddisfatto.
Con la coda dell'occhio lo osservo mentre mi guarda titubante.
Credo che si stia domandando se sono seria o meno…
A stento trattengo un altro sorriso divertito.
Perché nonostante tutto, Tsubasa rimane pur sempre Tsubasa.
Lui non è un uomo di mondo navigato ma un semplice ragazzo della mia età, più timido della media in certe questioni.
Quando siamo soli e non c'è bisogno di parlare però, acquista una sicurezza senza pari…
Proprio come in quel giorno piovoso…
Stringo forte la sua mano, con il cuore pieno di lui, al ricordo del nostro pomeriggio d'amore…
"Magari piovesse!" esclamo ad alta voce, accompagnando la frase con un sospiro, volutamente ostentato.
 Tsubasa si volta a guardarmi, sbattendo le palpebre per un paio di secondi.
Quando un sorriso compiaciuto gli illumina il viso, frutto di un orgoglio maschile mal celato, torna a guardare fiero avanti a sé.
"Magari piovesse!" lo sento ripetere mentre procediamo in direzione della mia scuola.
Sopra di noi un cielo azzurro e senza nuvole, fa da campo a un sole tondo e brillante.
Il tutto lontano anni luce, da qualsiasi burrasca imminente.



La mano di Tsubasa scorre leggera sul velluto delle poltroncine mentre il suo sguardo serio, si sposta attentamente su ogni cosa che lo circonda.
Rimanendo alle sue spalle, lo guardo compiere questi gesti, cercando di decifrare i suoi pensieri.
Deve essere tutto così nuovo per lui, fin da quando abbiamo varcato il cancello principale, per entrare nel cortile della scuola.
In quel momento il suo viso si è alzato fino alla terrazza sul tetto, passando in rassegna ogni finestra dell'edificio scolastico, esposta al lato est.
Il suo sguardo poi si è spostato, fino a scorgere in lontananza gli spogliatoi e il campo da calcio.
Un sorriso ha disteso le sue labbra, immaginando credo, i ragazzi della squadra che si allenano lì ogni giorno.
Lo guardo ancora mentre passa i rassegna il club di musica.
Penso di capire cosa stia provando, perché non deve scostarsi molto da quelli che sono stati i miei pensieri, passando qui le mie giornate.
Se fosse rimasto in Giappone, questi luoghi sarebbero stati per lui estremamente familiari.
Forse si sta chiedendo come sarebbe stato, se non fosse partito…
Senza disturbarlo, lo lascio ai suoi pensieri, anche perché so per esperienza, che questi momenti vanno vissuti privatamente, senza condividerli.
Lasciando libero il confronto con se stessi, con le proprie scelte e le proprie aspettative di vita.
Quando Tsubasa si volta e mi sorride, capisco che è arrivato il momento di tornare da lui.
Mi avvicino, nascondendo di nuovo nel cuore, i pensieri tristi legati al come sarebbe stato.
Mentre Tsubasa si appoggia con la schiena al palco, lo sorpasso e salendo i gradini a due a due, m'infilo in un corridoio di poltroncine, fermandomi poi dietro a uno schienale preciso.
"Questo è il mio posto!" esclamo, battendo le mani sulla poltrona.
Non calibro il mio entusiasmo,  perché presentargli la mia vita qui senza di lui, riesce a donarmi una sorta di gioia impaziente.
Tsubasa mi sorride dolcemente mentre i suoi pugni finiscono nelle tasche dei pantaloni.
La sua postura ora, accentua visibilmente la muscolatura delle sue braccia.
"Qui invece, c'è Yukari!" aggiungo, spostandomi dietro il posto attiguo, indicandolo con l'indice rivolto in basso.
"Prevedibile!" mi risponde con un altro sorriso, alzando le spalle.
Felice, inizio il resoconto del giorno in cui sono stata scelta per il concorso e di come la mia migliore amica mi abbia fatta alzare, nell'euforia generale.
Lo vedo ridere divertito mentre gli descrivo il mio imbarazzo, in un momento ormai lontano nel tempo.
E mi sento davvero felice di averlo portato qua, nel club che mi ha dato nuova linfa vitale.
Ridiscendo veloce i gradini per raggiungere il palco.
Quando mi siedo al pianoforte, Tsubasa si volta a guardarmi, poggiando i gomiti sul legno consumato.
I suoi occhi seguono i movimenti delle mie dita sui tasti prima di chiudersi, per concentrarsi nella musica.
Mentre le mie mani corrono leggere sulla tastiera, di tanto in tano alzo lo sguardo su di lui, beandomi della sua espressione.
Il suo viso bello e rilassato, riempie il mio cuore, colmandolo di pace.
E mi commuove il suo lasciarsi trasportare dalle note.
A malincuore termino i brano.
Appena le mia mani abbandonano la tastiera , Tsubasa riapre gli occhi e inizia ad applaudire, strappandomi un sorriso imbarazzato.
"Vuoi provare?" gli chiedo d'un tratto, senza rendermene conto.
Sono completamente vinta dal desiderio irresistibile, che lui entri a far parte di ogni cosa che mi riguarda.
Tsubasa mi fissa stupito poi arrossendo, scuote la testa, agitando le mani avanti a sé.
"Andiamo! Non farti pregare, giusto un paio di note! T’insegno io!" esclamo, quasi supplicandolo a mani giunte, perché trovo che suonare insieme sia una cosa veramente romantica.
Tsubasa si lascia convincere e sale sul palco, sospirando e grattandosi la testa nervosamente.
Quando mi raggiunge, gli faccio spazio sul sedile per farlo sedere accanto a me.
Sono io questa volta a sospirare, ma di soddisfazione prima di prendere la sua mano destra tra le mie, e disporre le sue dita, in modo da comporre un accordo, una volta posate sul pianoforte.
"Ok, è semplice! Batti le dita sui tasti in questo modo. Un colpo delicato ma deciso allo stesso tempo!" esclamo fiduciosa mentre lo vedo tentare, in maniera forse un po' goffa, di seguire le mie indicazioni.
Con meno fatica di quanto mi aspettassi, Tsubasa riesce però in breve, a seguire a tempo un paio di semplici accordi mentre io eseguo il resto della melodia.
Il suo viso è concentrato, perché si vede che non vuole sbagliare e a me intenerisce il suo sforzo per non perdere il ritmo.
"Rilassati..." sussurro piano al suo orecchio, posando poi un bacio sulla sua guancia.
Tsubasa mette le dita in fallo, producendo un suono stonato che mi strappa un sorriso.
Non mi sono mai sentita così bene in quest'aula…
Sto per aiutarlo a ritrovare le note sui tasti, quando sento un colpo di tosse alle nostre spalle.
Mi giro e Tsubasa mi imita, voltandosi subito dopo di me.
Il professor Tadai ci osserva poco lontano dal palco.
"Salve, ragazzi!" saluta allegro mentre ci alziamo dal sedile, quasi all'unisono.
Sorrido serena mentre Tsubasa arrossisce, un po' come se fosse stato beccato a compiere qualche gesto sacrilego.
"Professore, buon pomeriggio! Grazie per essere passato!" e m'inchino abbassando la schiena, Tsubasa mi imita anche stavolta.
"Lui è Tsubasa Ozora!" esclamo indicandolo con la mano destra.
"Tsubasa… Il professor Tadai!" ma non faccio in tempo a terminare le presentazioni formali.
Il professore ha già abbracciato calorosamente Tsubasa, dandogli amichevoli pacche sulle spalle.
"Vi siete qualificati, figliolo! Ottimo lavoro, davvero ottimo!" lo sento ripetere sopra la spalla del mio ragazzo, che mi fissa stupito.
E lo sono anch’io!
Non immaginavo infatti, che il signor Tadai fosse un tifoso di calcio e per giunta così entusiasta.
Alzo le spalle, scuotendo la testa mentre il professore intraprende un lungo discorso a base di tattiche, schemi di gioco e formazioni.
E come ogni volta che il calcio diventa il fulcro della conversazione, il mio riservato fidanzato si trasforma nel ragazzo spigliato e sicuro di sé, che domina tutti nel perimetro di gioco.
In questo momento Tsubasa è tornato a essere il Capitano.
Mi rassegno ad assistere in silenzio alla conversazione, domandandomi chi sia stato il vero beneficiario di questo incontro.
In un primo momento pensavo di essere io, perché desideravo così tanto far conoscere Tsubasa e il mio tutore musicale…
Guardandoli però, credo invece che sia il professore ad aver ricevuto il dono più bello, riuscendo a incontrare il Capitano della nazionale, che gli ha regalato tante gioie.
Sospiro prima di sedermi su una poltroncina in prima fila.
In fondo non ha poi tutta questa importanza…


 
Come ogni anno, siamo giunti alla festa d'estate.
Le mie mani stringono la fascia del kimono rosa di Yukari, che si guarda allo specchio, sistemando i capelli con un fermaglio.
Mentre la osservo dedicarsi con cura a ogni dettaglio, cerco di assaporare il momento con il giusto entusiasmo, ma non è per niente facile.
Domani Tsubasa tornerà in Brasile.
E questo dato di fatto non mi permette di sorridere come vorrei, nonostante stia per trascorrere la serata con lui, nella festa più bella dell'anno.
Ma la colpa è solo mia…
In queste settimane ho permesso che il tempo si fermasse e ho vissuto, come se fossi stata rinchiusa in una bolla di sapone, al di fuori della realtà.
Ho permesso al mio cuore di essere di nuovo libero, senza pensare al domani né al distacco.
Ho vissuto come se Tsubasa non se ne fosse mai andato, fingendo di averlo sempre accanto, a un passo da me.
Ho ignorato volutamente ogni orologio, beandomi delle ore da trascorrere insieme, quasi fossero interminabili.
E ho preso solo il meglio, da ogni attimo trascorso con lui.
In quel giorno di pioggia, gli ho donato l'unica cosa terrena, che pensavo potesse essere solo mia…
Il mio corpo.
La felicità e la gioia mi hanno resa cieca e insensibile, ma il tempo invece ha continuato a scorrere.
Ma ora la realtà incombe su di me, simile ad una valanga, pronta a staccarsi dalla cima del monte Fuji.
Ed io non posso fare altro che aspettare che mi travolga, consapevole che non esiste via di fuga.
"Sanae, non ti abbattere e goditi la serata..."
Yukari cerca di risollevare il mio umore, allontanando la mia mente dall'incubo del domani.
Le sorrido, finendo di sistemare le pieghe della stoffa sulla sua schiena mentre continua ad osservarmi nel riflesso dello specchio.
"Non preoccuparti, Yukari. Questo momento doveva arrivare, ho solo cercato d'ignorarlo per il maggior tempo possibile."
La mia migliore amica mi sorride prima di voltarsi e iniziare a sistemare il mio kimono all'altezza del seno.
"Sono una veterana in queste cose. Gli ho detto addio ormai così tante volte, per non sapere cosa mi aspetta domani. Ma questa volta voglio riuscire a godermi la serata lo stesso! In diciassette anni di vita, non sono mai stata a una festa d'estate con il mio ragazzo!"
Le sorrido ancora, cercando di essere più convincente possibile mentre lei mi osserva, valutando la mia espressione di sicuro un po' tirata.
"Certo, Sanae! Quest’anno saremo le regine della festa! Tu con il tuo re ed io... Beh, qualcuno dovrà pure occuparsi del giullare di corte, no?" esclama allegra, cercando di sdrammatizzare.
Annuisco ridendo, prima che la mia migliore amica mi prenda per mano, per scendere al piano di sotto ed uscire, per raggiungere subito la festa.
Cercando d'imitare il suo entusiasmo, mi convinco a rientrare nella mia bolla d'illusione.
Perché questo è l'unico modo che conosco, capace di farmi vivere una serata normale…



Gli schiamazzi di Ryo Ishizaki sono come la sirena dei vigili del fuoco, è impossibile non sentirli.
Osservo la mia migliore amica, ridere di gusto alle battute sguaiate del suo fidanzato mentre camminiamo in gruppo, attraverso le bancarelle, da cui pendono file di lanterne dai mille colori.
Tsubasa cammina al mio fianco, spinto vicino dalla calca delle persone che ci circondano.
Quando Yukari colpisce con il ventaglio Ishizaki, per l'oscenità appena uscita dalla sua bocca, lo vedo ridere di gusto, come se fosse lo spettacolo più comico del mondo.
Ho così necessità di stare sola con lui però, che lo trattengo per un braccio, lasciando che gli altri si allontanino, lasciandoci in disparte.
"Hai sete?" gli chiedo, stringendo poi la sua mano, nel tentativo di rilassarmi, evitando di pensare a cose dolorose, come la sua imminente partenza.
Tsubasa annuisce prima di guidarmi tra la folla,  fino all'altra parte della strada, alla ricerca di un chiosco di bibite.
Quando lo raggiungiamo, aspettiamo in fila il nostro turno.
Inevitabilmente, i miei pensieri tornano a torturarmi.
Sarebbe bello, se domani fosse solo un altro giorno, da poter passare insieme.
Sarebbe magnifico…
Il mio sguardo si abbassa sulla vetrinetta, che espone dolci di ogni tipo mentre nella mia mente scorrono le immagini di questi giorni trascorsi, come se fossimo una coppia di adolescenti qualunque.
Le lacrime cominciano a bruciarmi negli occhi, così mi ridesto dal mio torpore.
Le ricaccio indietro, semplicemente perché non ho altra scelta.
"Quale vuoi?"
Tsubasa indica le caramelle dentro la vetrina, facendo finta di non aver notato il mio cambio d'umore.
Assecondo questo gioco delle parti, picchiettando sul vetro per mostrargli quelle colorate a forma di orsetto.
Un tocco sulla mia spalla però, mi distrae, facendomi voltare mentre Tsubasa è intento a parlare con il venditore del chiosco.
Con un tempismo che ha dell'incredibile, mi ritrovo davanti, anche questa volta, all'ultima persona che avrei voluto incontrare stasera.
Il mio equilibrio già di per sé precario, non aveva bisogno anche di questo…
Takeshi Seii mi sorride ed io cerco allo stesso modo, di sembrare impassibile.
"Ciao!" esclamo, ricambiando il saluto proprio nel momento in cui Tsubasa si sta voltando, per passarmi da bere e le caramelle appena comprati.
Non mi sfugge lo sguardo dall'alto al basso di Seii mentre il mio ragazzo lo fissa, confuso.
"Tsubasa… Lui è Seii. Ha sostituito il professore all’audizione il mese scorso, ricordi?"
I due si stringono la mano, con apparente cordialità e la cosa mi stupisce un po', vista la palese ostilità dimostrata in tutti questi mesi da Seii, nei confronti del mio ragazzo.
Sollevata, sorrido serena per lo scampato pericolo.
"Nakazawa, ho chiesto al professor Tadai di partecipare alle sessioni d'incisione. Quindi a Tokyo sarò dei vostri!"
Il sorriso mi muore sulle labbra, cerco comunque di fare buon viso a cattivo gioco.
Stimo Seii come musicista ma questo non ha nulla a che vedere con quanto ha appena detto.
Conoscendolo, so perfettamente dove vuole andare a parare in questo momento.
"È un vero peccato, Ozora… Mentre tu sarai in un altro continente, noi passeremo giorno e notte in studio a registrare. Ti saresti divertito ad ascoltarci, sai? Beh considerando i tuoi tempi, la prossima volta che tornerai in Giappone, l'album sarà già esaurito in tutti i negozi di dischi!"
Appunto.
Non mi ero sbagliata.
Tutto il suo discorso era mirato a provocare Tsubasa.
E mi sale una rabbia….
"Sanae è brava, non credo ci metterete tutto questo tempo. E magari tra una canzone e l'altra, troverà comunque il modo di raggiungermi in Brasile!"
Mi volto a guardare Tsubasa, cercando di calibrare lo stupore.
Lo osservo mentre sorride, proprio come se non avesse colto la velata insinuazione di Seii.
Però ho la sensazione, che gli abbia risposto ugualmente per le rime.
Forse esiste un sesto senso, che ti fa capire chi hai davanti e come comportarti di conseguenza.
"Scuola permettendo, però!" è la risposta pronta di Seii, che continua per la sua strada, con fare sornione,  per nulla disturbato.
Ribandendo tra le righe il suo punto di vista, che vede il mio ragazzo come una semplice meteora passeggera, che compare ogni cento anni nella mia vita.
"Ovvio… Scuola permettendo!" ribatte Tsubasa senza scomporsi, posando una mano sulla mia spalla e continuando a fissarlo con aria imperturbabile.
"Beh, ora sarà meglio che vada. Non vorrei rubarvi ancora tempo prezioso, già ne avete così poco!" esclama Seii, lanciandogli l'ennesima frecciatina, prima di avvicinarsi di qualche passo.
"È stato un piacere, Ozora. E congratulazioni per le qualificazioni, Capitano!" e pronunciando queste parole, tende la mano verso Tsubasa, per salutarlo prima di andarsene.
"Piacere mio. Ero proprio curioso di conoscerti..."
Tsubasa risponde sicuro alla sua stretta mentre osservo l'espressione sorpresa di Seii, prima di posare lo sguardo di nuovo sul mio ragazzo.
Le sue parole hanno stupito anche me, perché non mi è sembrata una semplice frase di cortesia.
Quella di Tsubasa assomigliava di più a un'affermazione sincera, come se avesse davvero desiderato d'incontrare Seii, non si sa per quale motivo.
Quando quest'ultimo si congeda da noi con un cenno della mano, aspettiamo che scompaia tra la gente, rimanendo in silenzio.
Riprendiamo a camminare, sempre senza dire una parola.
Lentamente porto una caramella gommosa alla bocca, iniziando a masticarla svogliatamente.
Posso essere stata io, a suscitare l'interesse di Tsubasa verso Seii?
In fondo gli ho parlato di lui, ma lo stretto indispensabile, tralasciando poi la sua cotta per me
Forse sto dando troppo peso alla cosa…
E le parole di Tsubasa sono state realmente una semplice frase retorica, di quelle che si dicono tanto per, quando si conosce qualcuno.
"E così quello era Takeshi Seii... " lo sento mormorare, appena abbiamo raggiunto un punto abbastanza isolato, da cui vedere lo spettacolo pirotecnico, che sta per iniziare.
Annuisco, sentendo che sto arrossendo mentre lo guardo di sottecchi.
La sua espressione è stranamente seria, mi domando confusa a cosa stia pensando.
"Ryo dice che ti viene dietro... "
Ho un tuffo al cuore mentre capisco che la sensazione che ho avuto prima, corrisponde al vero.
"Ishizaki è un chiacchierone. Esagera sempre lo sai!" cerco di minimizzare, non capendo perché ci si debba angustiare, per qualcosa che per me non ha alcun significato.
"Anche Taro lo dice."
Tsubasa mi guarda dritto negli occhi ora, la sua espressione è indecifrabile.
Un profondo senso di dispiacere s'impossessa di me.
So di non aver mai fatto niente di male ma ora mi sembra tutto così sbagliato…
E mi sento in colpa, per non avergli mai detto completamente la verità su Seii.
In questo modo poi, sembra che io gli abbia volutamente tenuto nascosto qualcosa e questo non lo posso proprio accettare.
"È vero..." mormoro, sospirando mentre il mio sguardo rimane fisso negli occhi di Tsubasa, che mi ascolta senza dire una parola.
"Non te l'ho detto perché riesco benissimo a gestire la cosa da sola, senza che tu debba preoccuparti. Quella persona non conta nulla per me, volevo solo lasciarti tranquillo..." aggiungo in maniera concitata, perché devo assolutamente convincerlo della mia buona fede.
"Lo so... " mi risponde con un sorriso sereno.
"Non è questo il punto, infatti. Ero solo veramente curioso di vedere che tipo fosse... Penso sia normale!" esclama imbarazzato.
Sapere che non ha mai dubitato di me, mi  fa sentire così sollevata…
"Beh, credo di sì!" gli rispondo avvicinandomi di più a lui.
"Anch’io sarei curiosa in questo senso, è più che normale!" aggiungo, prendendo le sue mani tra le mie.
Tsubasa mi fissa per un secondo ma prima che possa aprire bocca, lo interrompo preoccupata.
"Ma io non voglio sapere niente! Quindi ora non sentirti in dovere di raccontarmi di qualche tua pretendente... Non credo che riuscirei ad avere la tua stessa reazione!"
Tsubasa scoppia a ridere, vedendo la mia espressione nervosa, al solo pensiero di qualcuna che possa ronzargli intorno.
"Non ridere!" lo rimprovero mentre mi abbraccia affettuosamente.
"Dai, non ridere!" continuo a supplicarlo, nonostante anch'io inizi a trovare la cosa divertente.
I primi fuochi illuminano il cielo mentre le mie labbra si posano sulle sue.
E questa calda notte d'estate inizia a brillare di mille colori sfavillanti.
 


Mille giochi colorati s’intrecciano sopra le nostre teste.
Le persone intorno a noi si perdono incantate, a guardare verso l'alto.
Anche i miei occhi fissano il cielo, osservo le luci colorate poggiata con la schiena al torace di Tsubasa, che mi cinge con le braccia.
Accarezzo dolcemente le sue dita intrecciate alle mie e quando lo spettacolo finisce, non mi muovo di un millimetro.
Tutti gli altri tornano velocemente verso le vie affollate dai venditori ambulanti, che richiamano gli avventori con schiamazzi udibili fin qui.
Rimanendo immobile, continuo a fissare silenziosa le stelle mentre Tsubasa si stringe un po' più a me.
E il pensiero di domani mi colpisce di nuovo, come uno schiaffo in pieno volto.
Ma ora ho esaurito ogni forza, non so più come mandarlo indietro.
E con la tristezza nel cuore, decreto la fine della mia estate.
Non riesco a trattenere un sospiro mentre il mio sguardo si abbassa, posandosi sulle nostre mani intrecciate, all'altezza del mio grembo.
Tsubasa deve aver percepito questo mio turbamento, perché mi stringe più forte, posando il mento sulla mia spalla.
"Quando eravamo alla tua scuola oggi, ho pensato a come sarebbe stato frequentarla. Come sarebbe stato vivere la mia vita qui, insieme a te…"
Inclino la testa verso di lui, cullata dalla sua voce bassa e calda.
Un sorriso triste distende le mie labbra, rilascio un po' d'aria sotto forma di un sospiro.
"Non immagini quante volte mi sono domandata la stessa cosa..." sussurro, sfiorando con le labbra la sua tempia.
"Magari avrei aspettato un po' a dichiararmi..."
Mi volto a guardarlo ora, stupita dalla sua affermazione.
"E perché?" chiedo curiosa, distraendomi per un momento dall'angoscia per la nostra imminente separazione.
"Sono abbastanza timido, lo sai… La partenza mi ha messo un po' di fretta, a suo tempo!" e mi sorride, grattandosi il ciuffo ribelle sulla nuca.
"Magari mi sarei dichiarato il primo anno, tra una lezione e l'altra! Chi può dirlo!"
"Scemo!" esclamo, ridendo divertita.
"Di sicuro ti sarei venuto a prendere all'aula di musica, appena finita la lezione…"
"Ah sì?"
Tsubasa annuisce, alzando un pollice in alto.
"E ti avrei portata sul tetto della scuola…"
"Perché?" gli chiedo ancora, arcuando le sopracciglia.
"Per baciarti, ovvio…" e le sue labbra si posano decise sul mio collo.
Poggio la testa contro la sua, non trattenendo una risata.
"Allora sì, che quel Seii sarebbe morto d'invidia, vedendoci andare via insieme!" esclama infine, posandomi un bacio sonoro sulla guancia.
Sorrido prima di voltarmi per poterlo abbracciare, poggiando la mia testa contro il suo torace.
"È solo una sera d'estate, Sanae… E noi siamo tristi perché sta per iniziare un nuovo semestre. Pensa solo a questo, ti prego…"
Non ci riesco…
E piango come se non ci fosse alcun modo, per ricacciare indietro le lacrime.
Le mie dita stringono forte la sua t-shirt mentre tutto mi appare un'altra volta, così dannatamente ingiusto...
"E tu sei arrabbiata con me, perché non ho finito i compiti delle vacane, per correre dietro al pallone!" scherza, cercando di strapparmi un sorriso.
"Sei sempre il solito! Tu e il tuo amico pallone!" rispondo, cercando di tenergli il gioco, nonostante queste lacrime.
Tsubasa alza le spalle, sorridendo compiaciuto.
"È il mio fascino!"
Annuisco, abbozzando un altro sorriso prima di guardarlo di nuovo seria negli occhi mentre il mio cuore è oppresso dal dispiacere.
"Torna presto..." riesco a dire, con la voce che trema.
"Te lo prometto..."
Tsubasa mi abbraccia forte e quando mi bacia, mi aggrappo a questo momento con tutte le mie forze.
Ed è come se fosse l'ultimo della mia vita.
Addio...
Ripeto dentro di me, senza riuscire a darmi pace.
 



 
Come primissima cosa, vorrei scusarmi con tutte voi per quest’assenza prolungata.
Non reputo la mia presenza indispensabile ma scusarmi mi sembra un atto dovuto,  per il rispetto e la gratitudine che nutro nei confronti di chi ha perso anche solo cinque minuti del suo tempo, per leggere la mia storia.
Non mi piace sospendere le cose né venir meno a qualcosa che mi sono prefissata, non aggiornare costantemente è stato il mio cruccio in queste lunghe settimane, perché non mi piace essere incoerente.
Purtroppo a mia discolpa, posso solo mettere avanti il motivo principale della mia assenza, ovvero la mancanza totale di tempo e l'enorme stanchezza accumulata nei mesi precedenti a causa del mio lavoro.
Ma anche della mia cocciutaggine, che mia ha portata spesso a dormire pochissime ore per notte, pur di mantenere un ritmo costante negli aggiornamenti.
In poche parole avrei bisogno di più tempo in una giornata, ma purtroppo ventiquattro ore sono e a quello mi devo attenere.
Ringrazio di cuore chi mi ha contattata personalmente, per avere mie notizie e chi non ho avuto modo di salutare sotto le feste, sempre per mancanza del maledettissimo tempo.
Spero che questo capitolo vi piaccia e che non vi annoi molto, visto che è piuttosto lungo.
Infine vorrei mandare un abbraccio particolare a Sakura, scusandomi per non aver ancora letto i suoi di aggiornamenti e per non aver più avuto modo di trascorrere del tempo con lei. Ti voglio bene, sei una persona speciale.
Un altro caloroso saluto va ad Anais per il suo dolce messaggio a fine capitolo, ti ringrazio di cuore.
Per ultimo un bacio a tutte voi, senza nominarvi una a una, ma siete tutte nel mio cuore...
Scusate ancora il mio "crollo" spero non accadrà più, a presto...
OnlyHope^^
   
 
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