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Autore: Sonnyx94    16/07/2012    5 recensioni
Demi Lovato è appena tornata a New York. E' stata lontana per un anno, ricoverata in ospedale per una malattia che l'aveva colpita. Qui tornerà a riprendere la sua vecchia vita al liceo e tra amici ritrovati, nuove conoscenze e il calore di essere tornata a casa, scoprirà che qualcosa nella sua vita cambierà. Quel cambiamento lo provocherà Joe Jonas, trasferitosi nella Grande Mela poco dopo la partenza della ragazza. Demi imparerà che la vita può essere malvagia ma che se si è in due le cose possono risultare più facili e mai avrebbe potuto immaginare di venire salvata dal Paese delle Meraviglie, come New York, da un Pirata, come Joe.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Demi Lovato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La canzone presente in questo capitolo è:
"This is your life"- Switchfoot.




Capitolo 16: Sorprese Inaspettate


Demi
 
I mesi passarono ed in un soffio arrivò la primavera.
Mi sembrava incredibile: ero riuscita a sopravvivere per tutto il primo semestre e ormai si andava concludendo anche il secondo!
Mio fratello era tornato a vivere a New York, si recava di tanto in tanto in California per dare gli esami all’università di legge, ma per il resto rimaneva con me e studiava a casa.
Da quella notte di ottobre, il nome di mio padre non venne più nominato e con l’influenza di cui godeva il nostro avvocato e quello di mio padre, la vicenda non venne resa pubblica.
Semplicemente mio padre era sparito dalla faccia della terra, nessuno chiedeva di lui o del fatto che tutta la sua azienda fosse finita nelle mani del figlio ventenne.
Ma a noi andava bene così.
Zac era riuscito a riappropriarsi dell’orfanotrofio di nostra zia ed ora stava pagando, con i soldi di mio padre ovviamente, i lavori per ristrutturarlo e rimetterlo in moto.
Le cose con i miei amici erano rimaste le stesse, anzi diciamo che andavano proprio bene. David e Selena, anche se non lo avevano dichiarato ufficialmente, erano una coppia, mentre Nick e Miley preferivano prendere le cose con calma, o meglio come diceva la mia migliore amica: ho diciassette anni, ho ancora un sacco di tempo per impegnarmi e non lo farò di certo subito!
La solita Miley, lo spirito libero indomabile.
Ed ora arriviamo alla parte più difficile: Joe.
Le cose andavano...bene e male, credo sia la definizione più corretta.
A mano a mano che il tempo passava si allontanava sempre di più da quel gruppo di spostati, però non si era ancora lascito con Chelsea, o meglio non ne avevano ancora parlato. A dire la verità non si parlavano più, ma conoscevo Chelsea e fin quando non le sbattevi le cose in faccia non si sarebbe mai accorta di niente, anche se ormai la scuola non faceva altro che parlare di noi. Cosa alquanto irritante.
Avevo lasciato intendere un po’ di volte nell’ultimo periodo, a Joe, che mi stavo stufando di aspettare. Ma decisi di lasciargli ancora un po’ di tempo, quando mi sarei stufata gli avrei dato un buon motivo per rompere i rapporti con quella gente all’istante, per riappropriarsi della sua vita.
Una sera di metà marzo ero andata con tutti i miei amici ad un pub dove i “fratelli Jonas” si sarebbero esibiti e, quando parlo di “fratelli Jonas”, intendo tutti e tre.
Già, Joe aveva accettato di ricominciare a cantare, senza curarsi troppo del parere del padre ed era tornato a suonare con i suoi fratelli.
Quella sera era la prima volta che suonavano insieme in pubblico. Ero un po’ emozionata, visto che nemmeno io li avevo mai visti suonare insieme. Feci un sospiro, portandomi alle labbra il bicchiere della mia bibita, ripensando a quanto fosse ormai lontano il giorno in cui io e Joe ci eravamo incontrati a Los Angeles e lui mi aveva rivelato il suo desiderio di studiare musica, proprio lì, nella città in cui ero cresciuta. Stavo chiacchierando con Miley, eravamo sedute ad un tavolino poco distante dal palco, dove stava cantando un tizio con la chitarra a cui nessuno, a parte quelli che ballavano sulle note della canzone lenta, dava troppo retta.
In mezzo alle coppiette felici c’erano anche David e Selena, stretti l’uno all’altro mentre parlavano sussurrandosi alle orecchie.
La “squadra Jonas” era dietro le quinte che aspettava il loro turno per esibirsi. Mi accorsi che Joe ancora non c’era.
Quella sera aveva gli allenamenti, ma aveva detto che avrebbe fatto in tempo.
< Ciao bellissime! Scusate ma mi sono perso un paio di volte per trovare questo posto > nel sentire la sua voce tirai un sospiro di sollievo.
Joe passò le braccia intorno alle mie spalle e a quelle di Miley.
< Ciao ritardatario > lo salutai dandogli un bacio sulla guancia.
< Jonas > rispose Miley, scostandosi un po’ da lui e facendo una faccia disgustata.
< Vado in camerino a ripulirmi un po’ > disse lui, visto che Nick e Kevin gli facevano segno di raggiungerlo.
Accostò il suo viso al mio orecchio e mi sussurrò < Ho una sorpresa per te >
< Cosa? > chiesi stupidamente, visto che sapevo benissimo che non mi avrebbe rivelato niente.
< Lo vedrai > rispose lui, con sorriso beffardo sulla faccia, per poi stamparmi un bacio sulle labbra e scappare via.
< Davvero non so cosa ci trovi in lui > disse Miley osservandolo mentre si faceva largo tra la gente.
< Perché? > le chiesi ridendo nel vedere la sua faccia.
< Bè per cominciare è meglio che si faccia una doccia: è tutto sporco di terra e puzza di sudore! Per non dire che solo un deficiente potrebbe perdersi per trovare questo pub! >
Scoppiai in una risata ancora più forte < Punto primo: è appena tornato dagli allenamenti di calcio. Punto secondo: ma non eri tu quella che diceva che il principe azzurro arriva dopo essersi perso ed è tutto sporco e sudato? >
< E tu mi ascolti pure! Quella frase devo averla letta su qualche rivista > esclamò lei. < No, però sul serio cosa ci trovi in lui di così speciale? A parte un bel visino? A me sembra assolutamente normale >
< Oh mi scusi se non sono andata a prendermi un super eroe! E comunque stai parlando del fratello maggiore del ragazzo che ti piace >
< Appunto! Hanno concentrato tutte le loro energie sul più piccolo >
< Miley! > l’apostrofai.
< Va bè dai. A parte gli scherzi, ti piace davvero così tanto? >
Feci spallucce < Bè...è così simpatico... > e dolce, ostinato, bello da morire, esasperante e bacia da dio, e...Bè queste cose le tenni per me.
Miley non fece in tempo a ribattere che il proprietario del pub annunciò l’esibizione dei ragazzi.
Le luci si abbassarono, Nick prese posto al piano forte, Kevin salì con la sua chitarra e Joe si mise davanti al microfono.
Cercò il mio sguardo tra la gente e quando lo trovò mi rivolse un sorriso smagliante.
< Questa canzone la vorrei dedicare a una persona molto speciale, la persona che ho aiutato e che mi ha aiutato in questi tempi un po’ pazzi >
La canzone cominciò.
 
 
"Il giorno passato è una ruga sulla tua fronte
Il giorno passato è una promessa che hai infranto
Non chiudere gli occhi, non chiudere gli occhi
Questa è la tua vita e l’oggi è tutto quello che hai ora
Si, e il domani è tutto quello che non avrai mai
Non chiudere gli occhi
Non chiudere gli occhi"

"Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere
Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere
Questa è la tua vita, è tutto ciò che sognavi,
Quando il mondo era più giovane e tu avevi tutto da perdere"

"Il giorno passato è un bambino all’angolo
Il giorno passato è morto e sepolto"

"Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere
Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere
Questa è la tua vita, è tutto ciò che sognavi,
Quando il mondo era più giovane e tu avevi tutto da perdere"

"Non chiudere gli occhi
Non chiudere gli occhi
Non chiudere gli occhi
Non chiudere gli occhi"

"Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere
Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere"

"Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere
Questa è la tua vita, sei chi vuoi essere
Questa è la tua vita, è tutto ciò che sognavi,
Quando il mondo era più giovane e tu avevi tutto da perdere"

"E tu avevi tutto da perdere"

 
Tonai a casa abbastanza tardi, ma felicissima.
Quando aprii la porta, vidi che la luce della sala era ancora accesa.
< Zac, che fai ancora sveglio? >
Mio fratello alzò lo sguardo verso di me, i suoi occhi di un blu più profondo delle acque dell’oceano mi fissarono preoccupato.
< È arrivata questa lettera, oggi > disse indicando una busta bianca sul tavolino, davanti al divano bianco di pelle.
Lo raggiunsi, presi in mano la busta e mentre mi sedevo al suo fianco, l’aprii.
Quando vidi il contenuto della busta, sbattei per un paio di volte le palpebre.
Non ci potevo credere.
< Chi è quest’uomo? > chiesi indicando il piccolo foglio che tenevo in mano.
< Non ne ho la minima idea > rispose, poi accennando al foglio disse: < è intestato a te e vuole che sia destinato ai fondi per l’orfanotrofio >
Guardai di nuovo quel piccolo pezzo di carta.
Era un assegno.
Un assegno da ottocento mila dollari.
Per me.
Lessi la firma.
Andrew Wislow.
Chi era quest’uomo? E perché mi stava donando ottocento mila dollari?



Joe
 
Non smettere mai di correre verso un traguardo, non smettere mai di essere te stesso. Lotta sempre per ciò che vuoi e per ciò che ami. Perché solo così la tua vita avrà un senso, solo così potrai addormentarti con la consapevolezza di non avere sprecato la tua giornata.
Avevo letto questa frase da qualche parte, probabilmente era una dedica di quelle che leggi su internet sotto “frasi fatte”. Però mi rendevo conto di quanto fosse vera solo in quel momento.
< Ehi Joe, ma che fine hai fatto? > mi chiese Robert, mentre era seduto con gli altri sugli scalini dell’entrata della scuola.
< Nessuna fine > risposi con un’alzata di spalle.
< Come nessuna fine? E’ da mesi che sembri assente, non ci calcoli quasi più > continuò Taylor.
Non risposi, perché era vero, li stavo evitando, probabilmente speravo che semplicemente allontanarmi da loro bastasse e chiudere la storia con quel branco di imbecilli.
< Ma che cosa ti succede? > continuò Robert vedendo che non rispondevo. < Agli allenamenti sei distratto, a mensa non parli mai, ci eviti tutti e sparisci sempre chissà dove. Cosa ti sta succedendo?> chiese ancora, con un tono da finto amico preoccupato. Cosa che ovviamente non era, probabilmente il motivo della sua domanda era che o era preoccupato di non passare il turno del torneo di calcio ( cosa che, ammetto, eravamo i primi in classifica e sarebbe stato disonorevole perdere l’ultima partita perché non avevo visto la palla che mi aveva messo fuori gioco, prendendomi in piena faccia), o era preoccupato che li volessi mollare per andarmene con dei “perdenti”, come era solito chiamarli lui.
La seconda opzione era quella che avrebbe dovuto preoccuparlo di più, pensai tra me e me.
< Tu sei fuori! > risposi, sistemai lo zaino sulla spalla e feci per andarmene, ma Robert mi prese per un braccio.
< Non è che ti è venuta voglia di seguire quello sfigato del tuo amico David, eh? >
Allontanai la sua mano dal mio braccio, sciogliendo la sua stretta che mi aveva fermato la circolazione.
< E anche se fosse? >
< Sei impazzito per caso? > chiese Chelsea che aveva seguito tutta la scena e mi guardava con sguardo preoccupato.
Preoccupata per la sua reputazione, sia chiaro.
< Fatti gli affari tuoi >
Li sorpassai in fretta per evitare che potessero ribattere, entrai a scuola e mi precipitai in classe.
Per tutta la mattinata evitai tutti, compresa Demi e i miei fratelli. Prima di andare a pranzo, andai a fare una passeggiata nel cortile della scuola, dovevo rilassare i nervi.
Le foglie erano tornate verdi, si sentiva il profumo della primavera inoltrata che anticipava l’estate. In lontananza il rumore delle macchine del centro di Manhattan, ma isolato quel fracasso un uccellino cantava sul pino davanti a me.
Alzai lo sguardo e sorrisi quando, incrociando lo sguardo del passero, questo prese a cantare ancora più forte, per poi volare via.
Qualcuno mi aveva raggiunto, mi voltai e vidi la persona di cui avevo più bisogno in quel momento.
< Ehilà! > mi salutò.
< Ciao, David >
< Brutta giornata? >
< Diciamo che ne ho avute migliori > risposi, guardando il ramo su cui pochi secondi fa c’era appollaiato l’uccellino.
< Problemi con Robert e la sua banda? >
< Già >
< Sai, penso che se da una parte sia preoccupato per la figura che farà, quando li mollerai, da una parte ne gioisca... > osservò lui.
< E perché? > chiesi.
< Perché poi sarebbe lui il fidanzato di Chelsea > rispose < Gerarchia animale >
Feci una risata < Può anche prenderselo il mio posto, non sono sicuro di volerlo più >
< Demi? > chiese David.
< Penso proprio di sì... >
David sorrise, alzando gli occhi al cielo.
< Perché sorridi? > chiesi.
Lui mi guardò, cercando qualcosa nei miei occhi e poi disse < Quella ragazza ti ha cambiato e tu non te ne sei nemmeno accorto >
< Può darsi > sospirai < Ma ho paura > ammisi.
< Fa bene vere paura, significa che hai ancora qualcosa da perdere > disse lui.
< Non è questo > dissi sospirando < È che le cose potrebbero non andare bene, un giorno ci potremmo lasciare, potrei commettere un errore e ferirla, lo sai quanto stupido sono, lascio sempre che mi guidi il mio istinto ed entrambi sappiamo che non è mai una buona cosa. Lei potrebbe finire per odiarmi e io non voglio questo... >
< Stammi bene a sentire Joe > disse David mettendosi davanti a me, afferrandomi per le spalle e guardandomi dritto negli occhi < Potrai non essere il suo primo, il suo ultimo, il suo unico amore, lei ha amato prima di te e molto probabilmente amerà ancora. Ma ti vuole bene ora, che cos’altro conta? Si, lo so, non è perfetto, ma nemmeno voi lo siete e può darsi che non lo sarete mai insieme. Ma se lei sa farti ridere, sa farti pensare due volte prima di agire, sa farti ammettere di essere umano e di poter commettere degli errori, se ti ha fatto riscoprire chi sei veramente...Non lasciarla andare, tienitela stretta e dalle tutto l’amore che puoi >
Parlava per esperienza, l’avevo capito dal suono della sua voce e dal fatto che i suoi occhi luccicassero.
Mi stava dicendo le stesse cose che lo avevano portato a lasciare tutto per Selena, per se stesso e per i suoi vecchi amici.
Annuii, rimasto senza parole da ciò che aveva  detto.
Aveva ragione e non avrei aspettato un momento in più a fare quello che dovevo da tempo.
Così entrammo in mensa e lo seguii al suo tavolo, o meglio quello che stava per diventare il mio.
David si sedette vicino a Selena, circondandole le spalle con un braccio e mi fece un cenno di incoraggiamento.
Demi mi dava le spalle, poi seguendo lo sguardo di David si girò e vedendomi fece un sorriso sorpreso.
Mi schiarì la voce < Emm.... Ciao, posso sedermi con vuoi? > chiesi, guardando Demi, sperando in un suo aiuto.
Lei guardò gli altri sorridendo < Non so, ragazzi vuoi che ne dite? > chiese, scambiando uno sguardo complice con Kevin e Nick.
Guardai gli altri: Taylor Swift, la ragazza che avevo ferito l’anno scorso mi guardò con diffidenza, così distolsi subito lo sguardo, promettendomi che mi sarei scusato con lei; Michael e Justin si scambiarono un’occhiata per poi annuire.
Demi mi fece posto vicino a lei, così mi sedetti al suo fianco.
< Allora, Jonas, cosa ti porta nei bassi fondi? > chiese Taylor con voce sprezzante.
< Oh, pensavo di fare una visitina e ampliare i miei orizzonti > risposi, sorridendole.
< Farmi vedere in giro con uno come te mi rovina la reputazione Jonas > intervenne Miley. Per un secondo mi spaventai, le cose non stavano andando molto bene. Poi però lei mi fece l’occhiolino e disse < Però potrei fare un’eccezione >
Grazie al cielo!
< Joe! > sentii la voce di Robert dietro di me, era arrabbiato. E anche tanto.
Mi girai lentamente, fulminandolo con lo sguardo < Che vuoi? >
< Che cosa diavolo stai facendo?! >
< Pranzo con i miei amici > risposi tranquillo, ma con tono di sfida.
< Ti si è per caso fuso il cervello? > mi chiese, aveva la faccia rossa dalla rabbia.
< No > risposi < Piuttosto tu stai attento, con tutto quel fumo che ti esce dalle orecchie rischi che il tuo si fonda >
< Joe! Questi sono degli sfigati! Non meritano di essere calcolati! >
Come si dice? La goccia che fa traboccare il vaso?
Perché mi era parso di sentire il rumore di quella goccia che era appena caduta.
Ma non ci badai, perché mi ero già alzato in piedi pronto a colpirlo in piena faccia.
< Joe, fermati! > urlò Demi, tenendomi per un braccio.
< Cos’è ti sei preso una cotta per la sfigatella e ora mi vuoi picchiare? > chiese Robert.
Respiravo affannosamente, il mio istinto ormai aveva preso il sopravvento e quasi non riuscivo a sentire cosa Demi mi stesse dicendo, poi con uno sforzo riuscii a capire solo un < Tu non sei come lui, non abbassarti al suo livello >
Guardai Robert, fulminandolo con lo sguardo per poi dargli le spalle.
< Come pensavo, sei il solito caga sotto > disse lui sprezzante per poi girare i tacchi e dirigersi verso il suo tavolo.
No, questa non gliela facevo passare liscia.
Demi capii il mio pensiero e fece per fermarmi, spostai la sua mano delicatamente e le dissi < Tu non c’entri, questa è una cosa che riguarda me e basta >
Così raggiunsi a grandi passi il tavolo di quegli sbruffoni dei miei stivali, toccai la spalla di Robert per farlo girare e gli diedi un pugno dritto sul labbro. Questo cadde a terra, gemendo per il dolore e portandosi la mano al labbro inferiore per levare la goccia di  sangue che gli stava colando dalla bocca.
< Mi fai schifo>  dissi in tono calmo ma con un’ampia nota di disprezzo.
Guardai le persone sedute al tavolo, le persone che per un anno avevo chiamato “amici” < Mi fate schifo tutti voi > dissi e poi guardando Chelsea < E se non lo avevi ancora capito: è finita >

Angolo Autrice: Ho visto i vari messaggi e commenti che mi avete mandato e mi hanno convinta a riprendere questa storia, quindi vi ringrazio per l'affetto che provate verso il mio lavoro, davvero un enorme grazie dal profondo del mio cuore, non avete nemmeno idea di quanto questo significhi per me. Ma devo comunque avvisarvi di una cosa: io non scrivo per niente. Nel senso, per quanto ami scrivere, ho davvero tantissime idee su tantissime storie e poco tempo a disposizione. Ho in mente due libri da scrivere, un sogno che probabilmente non si realizzerà mai, storie che nessuno leggerà ma alle quali io tengo molto, molto più che a queste fan fiction. Quindi, se non riceverò commenti questa storia terminerà qui, lo so è brutto da dirsi ma io impiego tempo ed energie su queste cose.
Da questo capitolo in poi vorrei ricevere almeno tre recensioni a capitolo, altrimenti non andrò avanti a postare. Vorrei che non suonasse come un ricatto, ma purtroppo le cose stanno così, anche perchè il prossimo anno avrò la maturità e il tempo per scrivere sarà davvero pochissimo, quind vorrei che fosse speso bene.
Grazie,
un bacione.
Sonny

  
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