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Autore: Holly Rosebane    16/07/2012    36 recensioni
«Ritroveremo la tua ispirazione. E sai che quando mi punto, devo riuscirci» concluse. Scossi la testa, stancamente.
«Non questa volta, riccio. Ti stai imbarcando in qualcosa di troppo grande per te».
«Yasmin, non ho altra scelta. Il mio tempo qui è limitato, e non so con esattezza quanto avrò a disposizione» disse, sedendosi sul tavolo, poggiando i gomiti sulle cosce e fissando il pavimento. «Se non ti sbrighi a scrivere la conclusione del libro e a rimandarmi nel mio mondo… morirò».

~
Pensai di avere le allucinazioni, di essere ancora nel più assurdo dei miei parti onirici.
E invece no.
Perché Harry Styles, il personaggio della storia che stavo scrivendo, era appena uscito fuori dal computer.
Letteralmente.
E mi fissava sorpreso dall’altra parte della stanza.
Iniziai a sentire le vertigini.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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II.

Spiegarsi l’Impossibile

 
 







“Non è il mezzo attraverso cui passano le storie a essere importante, ma le storie stesse, qualsiasi forma prendano.” 
NICCOLÒ AMMANITI
 

 



Avevo sempre creduto alle fate, ai fantasmi e agli alieni. Ero convinta che, di notte, i giocattoli prendessero vita come in Toy Story. Sapevo di per certo che la reincarnazione era un fenomeno spiegabile e consideravo la magia in generale come qualcosa di meravigliosamente spaventoso.
Ma la scena che avevo davanti andava oltre le mie possibilità umane. Sconfinava nell’assurdo.
«Fammi indovinare… tu devi essere Yasmin» disse Harry sorridendo e si alzò in piedi. Arretrai di un passo.
«Non… muoverti» dissi, con voce roca. Sentivo la pazzia strisciarmi lungo la schiena, insieme alla goccia di sudore freddo.
 Stavo realmente parlando con una mia proiezione mentale?
Ero arrivata fino a quel punto di disperazione emotiva?
«Ehi, calmati bambolina… non ti mangio mica» rispose, passandosi una mano fra i riccioli, scompigliandoli un po’. Bambolina?
«Tanto lo so che sei un prodotto della mia mente» commentai, cercando di dare più coraggio a me stessa che di far arretrare lui. Si ispezionò un’unghia, alzando un sopracciglio.
«Come siamo perspicaci!» Esclamò, sarcastico. «Peccato che adesso sia qui in carne ed ossa».
«Non è vero. Sei… sei solo un riflesso immaginario» balbettai, arretrando ancora. Lo vidi roteare gli occhi e avvicinarsi di più. Altri due minuti e sarei andata in iperventilazione.
«Ascolta, sono già abbastanza scombussolato di mio… non è una cosa semplice passare da un mondo all’altro in meno di un secondo» spiegò, avanzando verso di me. Continuai ad indietreggiare. «Possiamo evitare le scenate isteriche, per favore?» Mi chiese, scavalcando la pozza di the verde e cocci di vetro che avevo lasciato sull’uscio. Scossi energicamente la testa.
«Non avvicinarti!» Esclamai, sentendomi con le spalle al muro. Nel vero senso della parola, ero arrivata alla parete. E lui azzerò le distanze fra noi con un unico passo.
Perché l’avevo creato così alto, spigliato e arrogante? Soprattutto, perché non spariva dalla mia vista?
«Game over, principessina» sussurrò, appoggiando entrambi i palmi al tramezzo intonacato, intrappolandomi nella sua rete.
Non sapendo cosa altro fare, presi quanto più fiato potessi e…
«Non. Urlare.» Mi ammonì, gravemente.
Caspita, quel tono non era capace di assumerlo neanche Zayn, quando gli nascondevo il gel per capelli o provavo ad origliare le sue telefonate. Rimasi a fissare il riccio negli occhi senza respirare. Sorrise, mettendo in mostra le fantastiche fossette che gli avevo donato, insieme all’aria angelicata.
Nonostante fossi più che terrorizzata, dovetti ammettere che la mia immaginazione lavorava proprio bene, sotto stress. Era uno dei più bei ragazzi che avessi mai visto, quasi addirittura meglio degli amici di mio fratello. Altro motivo in più per credere che non potesse essere reale.
«Sei convinta che io non esista e che tutto questo sia uno scherzo della tua mente, eh?» Mi chiese, cantilenando un po’. Annuii, in silenzio.
«E quindi ti serve una prova per dimostrarti che sono vero, giusto?» Altra domanda, alla quale risposi allo stesso modo. Sorrise malizioso. E poi accadde tutto molto velocemente.
Mi prese il volto fra le mani e premette le sue labbra sulle mie, in un bacio che mi lasciò senza fiato.
Sì, era decisamente reale. Lo sentivo parecchio presente, non in un angolino della mia mente. Ma che cavolo…?! Lo spinsi via, staccandomi da lui. E gli diedi uno schiaffo sulla guancia.
Lo schiocco risuonò forte, nel silenzio della casa. Avevo il cuore a mille, il fiato corto e le guance in fiamme. Comunque, dovetti prendere atto della realtà delle cose.
Quel bacio era stato molto più che vero, anche troppo, direi. E quella era la prova che lui non aveva mentito. Si era sul serio materializzato fuori dal mio pc, qualche minuto fa. Lo vidi ridacchiare e portarsi la mano al volto, sfiorandosi la guancia.
«Sì, direi che sono “reale” a tutti gli effetti» commentò, guardandomi sorpreso. «Mi hai colpito».
«Era quella l’idea» ribattei, acida. Mi riservò un sorrisetto divertito.
«Sei sempre così manesca, con i ragazzi?» Domandò, squadrandomi da capo a piedi. Il fatto che indossassi il mio pigiamino a righe con i pupazzetti  rosa non facilitava certo le cose. E quei suoi modi arroganti mi stavano facendo saltare i nervi.
Come se fosse James Dean in un nuovo film, a flirtare con l’ultima attricetta di turno. Peccato che io mi chiamassi Yasmin Malik, non Marilyn Monroe. Gli voltai le spalle, avviandomi verso le scale.
«E adesso dove stai andando?» Esclamò, e lo sentii accelerare il passo per seguirmi. Non lo guardai, attenta a dove mettessi i piedi e a non inciampare negli scalini.
«A farmi un caffè» risposi. «Forte», aggiunsi.
 
 
 



Tolsi il bollitore e spensi il gas.
Versai la bevanda scura in due tazzine, riflettendo su quanto potessi essere pazza da uno a dieci. Quella notte, in quella cucina… arrivai oltre l’undici.
«Due cucchiaini di zucchero, grazie» disse Harry, comodamente seduto sulla sedia, un gomito sulla spalliera e l’altro braccio sul tavolo, mentre si guardava attorno.
Feci un verso sarcastico, mentre gli versavo i due cucchiaini di zucchero nella tazzina. Anche viziato. Quel particolare non me lo ricordavo, nella storia. Gli allungai il suo caffè e m’appoggiai al bancone aspettando che il mio si raffreddasse. Mi mandò un bacio in aria, soffiando sulla bevanda bollente.
Persino la lampada della sala da pranzo mi stava facendo sembrare matta. Tutto di quella nottata mi stava facendo sembrare matta, a dir la verità.
«Allora?» Chiesi, con una punta di esasperazione. Harry alzò lo sguardo dal suo caffè, fissandomi confuso.
«Cosa?»
«Perché sei qui?» Abbaiai, ancora incapace di credere davvero che ce l’avessi davanti in carne ed ossa. Sospirò, posando la tazzina sul tavolo.
«Dunque…» esordì, guardando ovunque tranne che nei miei occhi. Parve riflettere per qualche momento, dandomi la stupida illusione che sapesse quello che stava facendo. «Non ne ho idea» rispose, sorridendo beato.
Mi vollero cadere le braccia. E la testa. E le gambe.
«Come non lo sai?!» Stavo praticamente urlando. Non capitava certo tutti i giorni che un personaggio della tua storia uscisse dal pc, e per darti la prova che fosse in 3D ti baciasse a tradimento. Accidenti, quella faccenda era ancora più folle di quanto sembrasse…
«No, non lo so!» Ripeté, caparbio. «Stavo correndo, poi sono inciampato e… bam!, eccomi qui!» Spiegò, gesticolando. Ero allibita, senza parole.
«Impossibile» ribattei, prendendo la mia tazzina di caffè e buttando giù un sorso bollente. Maledizione, mi ustionai la gola.
«E invece è così!» Insisté. «Sono caduto dal tuo computer, Yasmin. Da una frase lasciata a metà».
«Quale frase?» Chiesi, iniziando ad elaborare le ultime parole del ragazzo. Sospirò, giocherellando con il manico della tazzina.
«“Tuttavia, inciampò in un dosso dell’asfalto, quando”», recitò.
Mi lanciò un’occhiata eloquente. Sentii il sangue gelarmi nelle vene. Erano le ultime frasi che avevo scritto tre mesi fa. Le ultime parole che avevo fissato con rabbia alcune ore fa. Harry era saltato fuori da quel dannato “quando”.
«…Perché?» Pronunciai, semplicemente. Il riccio si strinse nelle spalle, sconsolato.
«Bella domanda, dolcezza. Forse perché le frasi andrebbero concluse, da che mondo è mondo?!» Esclamò, ironizzando. Alzai un sopracciglio.
«Che c’entra?! Non è che se ne lascio una a metà, poi devo aspettarmi che ne esca fuori qualcuno!» Ribattei, sentendomi attaccata. Rise, sarcastico.
Non era colpa mia se il computer l’aveva sputato fuori. Non era colpa mia se si trovava dall’altra parte del monitor.
«Come ti pare», rispose. «Io però voglio tornare nel mio mondo» aggiunse.
«Se potessi, ti ci spedirei volentieri a calci, e subito» commentai, sorseggiando di nuovo la bevanda scura. Mi lanciò un’occhiata truce.
«Ma tu puoi, Yasmin».
Lo guardai, incuriosita. Si alzò da tavola e mi raggiunse, piazzandosi a pochi centimetri da me.
«Tutto quello che devi fare, è scrivere la fine del tuo libro» disse, scandendo bene le parole, quasi faticassi a recepirne il senso. «E io tornerò da dove sono venuto».
«Come fai ad esserne tanto certo?» Chiesi, posando la tazzina e fissandolo scettica. Ridacchiò, scompigliandosi i riccioli con la mano.
«Non so come ho fatto ad uscire, ma conosco il modo per ritornare» rispose, suadente. «E perché questo si realizzi, mi servi tu» mi sfiorò la fronte con un dito, sorridendo a bocca chiusa.
Quella situazione era surreale.
L’idea di tornare a scrivere il libro era surreale.
Lui stessoera surreale.
«Spiacente, Harry… ma ho perso l’ispirazione» ammisi, di malavoglia. «Non riesco più a scrivere niente da oltre due mesi».
Sbarrò gli occhi per un istante, e si allontanò leggermente. Iniziò a camminare avanti e indietro, fissando il pavimento, tenendosi il mento fra indice e pollice. Stava riflettendo.
«Ti aiuterò a ritrovarla» concluse, fermandosi e alzando la testa. «Sì, può funzionare. Tanto, che sarà mai?» Sorrise. Scoppiai a ridere, amaramente.
«Non è qualcosa che puoi richiedere al banco degli oggetti smarriti, sciocco!» Esclamai, passandomi una mano fra i capelli, lunghi e voluminosi, castano scuro. «Una volta persa, è andata per sempre» mormorai, con tono lugubre.
Era vero. Sfortunatamente, il mio tipo di “lavoro” funzionava solo sotto genio creativo. Ma erano giorni che non vivevo in quello stato di grazia letteraria. Neanche sapevo più cosa volesse dire “scrivere seriamente”.
«Cazzate», rispose risoluto. «Ritroveremo la tua ispirazione. E sai che quando mi punto, devo riuscirci» concluse. Scossi la testa, stancamente.
«Non questa volta, riccio. Ti stai imbarcando in qualcosa di troppo grande per te».
«Yasmin, non ho altra scelta. Il mio tempo qui è limitato, e non so con esattezza quanto avrò a disposizione» disse, sedendosi sul tavolo, poggiando i gomiti sulle cosce e fissando il pavimento.
«Se non ti sbrighi a scrivere la conclusione del libro e a rimandarmi nel mio mondo… morirò».

 













Holls' Corner!:


Hi, everyone!
Eccoci al secondo capitolo della mia ennesima pazzia! Wow, devo dire che la storia vi sta prendendo fin da subito, a quanto ho notato. E' sempre una sorpresa per me, credetemi.
Perché penso spesso che le mie fan fiction siano troppo strambe e "particolari" per piacervi. Invece no. Menomale, hahahahaha!
Ho deciso che metterò la gif (che ho fatto io, sì, come al solito, hahahah!) direttamente sotto la storia. Non so, da quel tocco di realismo in più!
E che dire? Audace, il nostro Harry. Devo ammettere che renderlo un personaggio del mondo della fantasia è davvero esilarante da scrivere! E anche le reazioni della povera Yasmin... la ragazza crede di impazzire... non la biasimo, per questo!
Beh, effettivamente piacerebbe anche a me che Harry Styles uscisse fuori dal mio computer. Ma siamo nella vita reale, non nella mia fan fiction, quindi dovrò realizzare che non accadrà.
Cambiando discorso, ringrazierò sempre qui tutti coloro che recensiranno! Innanzitutto, non ho parole per ricambiare le valanghe di complimenti che mi sono arrivate.
Dico sul serio!!! Spero che la storia continui ad appassionarvi col procedere della trama!!
E poi... ci terrei a ringraziare tutti coloro che hanno inserito "The Paper Boy" nelle ricordate/seguite/preferite/che leggono e basta!! Detto ciò, posso anche lasciarvi andare in pace.
Come sempre, vi ricordo che mi fa sempre molto piacere leggere delle vostre opinioni e dei vostri pareri relativi alla storia... quindi ci conto, fatemi sapere!!
Grazie di nuovo e... alla prossima!! Un bacione a tutti!

 
   
 
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