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Autore: Francis Merman Bonnefoy    20/07/2012    0 recensioni
Dopo tutte le vicende che Wolverine aveva dovuto sopportare nel corso della vita, l'ultima fatale, gli aveva fatto perdere la memoria, per mano del fanatico William Stryker, che odiando i mutanti, gli aveva fatto causare un amnesia per pallottole di adamantio.
Quando Wolverine era rinvenuto dal trauma, non ricordando più né di avere un fratello, né di aver avuto altre interazioni con la società, fu deciso più che mai a trovare la risposta alle sue domande, e poter ritrovare la memoria.
Nel frattempo Stryker era stato arrestato per l'omicidio del Generale Munson, ma, una volta portato in prigione, ricevette un' inaspettata visita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Victor Creed.
Victor aveva sentito alcune voci parlare dell'arresto di Stryker già da molto tempo, ma non aveva ancora ricevuto nessuna notizia del fratello, il che,  a dirla tutta, non lo fece preoccupare poi molto, anche se avrebbe preferito averlo davanti per sconfiggerlo una volta per tutte ed ottenere la rivincita tanto agognata: neppur sapeva ch'egli avesse perso la memoria a causa di pallottole di adamantio.
Ma ad alimentare il Creed in tutta la rabbia che l'aveva colmato fu soprattutto il ricordo della falsa promessa che il colonnello Stryker gli aveva posto.
Promessa mai mantenuta, che alimentò solamente la sua sete di vendetta, di riscatto.
Infatti, pochi giorni dopo aver ricevuto la notizia degli arresti del colonnello, si decise sempre più ad ottenere ulteriori informazioni
e quando alcune autorità locali gli dissero, sotto minaccia di morte da Victor stesso, dove si trovasse, egli si diresse in fretta e furia verso il carcere canadese
di massima sicurezza di Alberta.
Non gli fu molto difficile sgozzare tutti i poliziotti, le guardie ed alcuni altri malcapitati incarcerati che si permisero di fare battute di cattivo gusto sui
suoi artigli e benché fossero ignari ch'egli fosse un mutante molto pericoloso, Victor non li risparmiò.
Ma seppe far capire per bene chi dettasse le regole e non passò poi molto, che il mutante si trovò davanti alla cella di Stryker: il colonnello stava ancora dormendo,
dopotutto erano le quattro e mezza del mattino, ma Victor aveva sempre amato fare brutali improvvisate.
Lo guardò subito con disprezzo, in fin dei conti aveva adempito a tutti gli incarichi che quella sottospecie di uomo gli aveva assegnato, senza però ottenere alcuna paga.
La cosa che più avrebbe voluto era infatti d'ucciderlo, ma facendo così non avrebbe potuto diventare forte quanto era stato Logan, ora disperso chissà
dove. « Bene, bene... » Disse Victor, ghignando ferocemente.  Stryker si svegliò di colpo, ricordando sfortunatamente quella voce: « ...Victor? »
Victor ringhiò: « Non fare domande idiote, sai benissimo che sono io! E ora... Tu! Vedi di ascoltarmi! » Stryker annuì, dopotutto sapeva com'era fatto Victor e di certo non era così sprovveduto da farsi uccidere. Victor rise, mostrando però i denti: « Tu mi avevi fatto una promessa ed ora... Gran pezzo di idiota, voglio che la mantenga come dicesti o ti sgozzerò come ho fatto a tutto il resto della prigione. Che ne dici? Mh? Vuoi essere il prossimo nella lista delle mie vittime? » Ringhiò, alternando una risata, poi prese le chiavi di una guardia che aveva ucciso poco prima ed aprì la cella del colonnello. « L'avverto: questa volta non potrà fare un passo sbagliato oppure... » - Disse facendo il segno dello sgozzamento sul proprio collo - « Le taglierò la gola. Ci siamo ben capiti? » Stryker non riuscì ad emettere un suono di più e si limitò ad annuire, pieno di paura, sapendo che Victor non avrebbe accettato altre beffe da lui, come l'ultima volta era successo, infatti, non appena s'avvicinò alla porta della cella ormai aperta, Victor lo sollevò da terra, prendendolo per il colletto della divisa da carcerato: « Portami ad Alkali Lake! Voglio anche io essere imbattibile come Logan, così finalmente potrò ucciderlo! » « Non è possibile andare in quella base, ormai hanno scoperto tutto, hanno chiuso ogni progetto e se tornassi lì mi arresterebbero... Di nuovo.. » Disse Stryker, cercando di non tentennare con la voce. Victor cominciò a spazientirsi, guardandosi furibondo gli artigli, quando il colonnello, per paura, accettò,  cercando di trovare qualche /alternativa/: « Potrebbe esserci ancora un vecchio laboratorio in cui alcuni miei subordinati avevano nascosto un po' di adamantio:
l'unico luogo possibile è quello. » Victor lo guardò ancora più irascibile, non credendo molto alle sue parole: « Vedremo se alla fine ti salverai dai miei artigli. » Disse.

Dopo pochissimo tempo uscirono dalla prigione, e Victor, avendo ucciso tutti ed anche alcuni poliziotti intervenuti, rubò un'autovettura della polizia,
una volta interrotto ogni collegamento con qualsiasi trasmittente, così facendo probabilmente nessuno li avrebbe intercettati ed oltretutto gli altri non
si sarebbero sognati, forse, d'interrompere il loro viaggio sulla strada, scambiandoli per dei poliziotti: « Guida. » Disse a Stryker. « Prima devo fare una telefonata. » Rispose il colonnello. Victor lo guardò di storto, poi si avvicinò ad una cabina telefonica vicino al parcheggio dei poliziotti ed aprì il vano delle monete, che caddero a terra.
Ne prese cinque, e le inserì di nuovo nel telefono, esclamando: « Avanti, ma fai veloce, ho già aspettato fin troppo! » Più che un'esclamazione od un grido pareva un vero e proprio ringhio feroce che fece capire a Stryker di fare in fretta. Il colonnello annuì, digitando un numero ch'egli in mente aveva stampato ben bene: chiamò infatti una sua fidata collega che aveva partecipato al Progetto Arma X e che era riuscita a fuggire dalle autorità e, spiegata la situazione, le fu detto di raggiungere il più in fretta possibile il vecchio laboratorio. « E ora guida! » Ringhiò selvaggiamente Victor Creed. Il colonnello annuì, azionando l'auto e partendo verso il laboratorio sostenuto /veritiero/ da egli. Stryker in realtà ricordava perfettamente dove si trovasse il posto, ma, ripensandoci, per lui sarebbe stato meglio non promettere nulla di così importante a Victor, perché alla fine, dal fratello di Logan, minacce così poteva prevederle, se avesse usato un po' di buon senso.

Intanto passarono un bel po' di ore, tanto che dopo ottanta chilometri Stryker fermò l'auto. Victor ringhiò, ma egli lo rassicurò accennando un sorrisetto:
« Siamo arrivati.. Ancora un po' di pazienza e potrai avere anche tu lo scheletro indistruttibile. » Victor lo seguì, allora, fino alle porte del laboratorio: l'edificio sembrava più un vecchio magazzino che una base scientifica, ma aspettò a dire l'ultima parola. E videro una donna, davanti all'entrata del laboratorio: era Kara, una delle assistenti che per fortuna non era stata trovata dalla polizia. « Buongiorno Signorina Kara. » Disse Stryker, con un sorriso che sapeva più di beffa, avvicinandosi al laboratorio per rendere accessibile l'entrata. Il cancello metallico poté infatti esser aperto /solo/ con un riconosimento vocale ed appena Victor vi entrò vide macchinari, computer, tabulari, perfino ampolle e fiale, seppur in stato d'abbandono, che gli fecero capire di trovarsi nel posto giusto: « Bravo, devo dire che ci tieni davvero alla tua vita, sai, pensavo non t'importasse più di tanto.. Ma mi sbagliavo... » Stryker lo guardò soddisfatto, avvicinandosi ad una vasca come quella in cui Wolverine era stato sottoposto all'esperimento, collegò tutti i monitor di controllo ad essa, per evitare il minimo errore e poi esortò Victor a spogliarsi ed entrarvici: il mutante fece come dettato, distendendosi poi a pancia in su, mentre i polsi gli vennero legati con l'aiuto di Kara. « Sei sicuro? » Chiese ancora Stryker, sperando ad un ripensamento da parte del mutante. Victor cominciò ad adirarsi: « Certo! Ce l'ha fatta mio fratello... Io cosa sono? Valgo forse di meno? » Il colonnello alzò le spalle, dopotutto se Victor fosse morto avrebbe solo avuto una briga in meno.

Non ci volle d'altro canto poi neppur molto per /inizializzare/ la sperimentazione: bastò collegare il contenitore di adamantio ai tubi che l'avrebbero annesso
allo scheletro di Victor.
L'unico particolare ancora /lento/ fu la vasca, che non fu subito piena di acqua, il tempo necessario per collegare al mutante un tubicino alla bocca,
onde evitare l'assimilazione di acqua nei polmoni e fornirgli invece l'ossigeno, solo in quell'istante l'esperimento poté davvero cominciare:
Victor si sentì andare sempre più giù, percependo acqua, segno che la vasca si stava riempiendo e di lì a poco il Creed avrebbe ricevuto l'adamantio.
Dopodiché s'azionarono alcune /strane/ braccia metalliche che si indirizzarono verso di lui, ma il mutante non era ansioso, sapeva che avrebbe provato male,
forse non era certo fino a che punto, ma la sensazione più appagante era la soddisfazione e l'orgoglio di essere finalmente stato ricompensato per aver aiutato
il colonnello, poi, una volta terminato il tutto avrebbe cercato da ogni capo del mondo il fratello, sconfiggendolo.
Ma la sua vista fu concentrata, or ora, nell'osservare i movimenti dei bracci metallici, che possedevano degli aghi sottilissimi all'estremità,
i quali sarebbero dovuti entrare nella carne ed ossa di Victor, ma appena essi vi entrarono, victor, che come Logan era difficile ad essere sedato,
cominciò ad agitarsi, e purtroppo, non avendo avuto così tanti bei ricordi, nemmeno un bel rapporto col fratello stesso, non poté concentrare l'attenzione su
questi, e tentare di sentire così un male ridotto, come invece aveva fatto l'altro, pensando ad esempio alla sua amata ed a tutto lo scorrere della sua vita
fino a quell'istante. Victor provò dunque un dolore insopportabile, ora /maggiore/ rispetto a quella provata dal fratello.
Stryker osservò tutto il procedimento con attenzione, dato che quando era toccato a Logan non era andato proprio interamente a gonfie vele, anche se la situazione
si era poi stabilizzata.
Non sapeva se sperare nella buona riuscita dell'esperimento solo per orgoglio scientifico o nella morte del mutante che altrimenti sarebbe diventato sempre
più pericoloso.
Intanto il monitor parlava chiaro: nonostante il dolore che non era indifferente in Victor, solo i battiti si erano distorti, aumentando gradualmente,
ed a volte con assoluta velocità, ma non la pressione sanguigna che risultò ottima. In realtà non era quindi assolutamente fondata la teoria cui Victor
non sarebbe sopravvissuto all'operazione, come invece Stryker aveva dedotto dopo l'esperimento a Logan.
All'improvviso s'udì però un timer provenire dal serbatoio di adamantio: la lega metallica era stata inserita nello scheletro di Victor completamente,
e come Logan, senza alcun rigetto.
Stryker fece una, se così si poteva definire, smorfia, mista tra odio e soddisfazione, odio perché da quel giorno Victor sarebbe diventato sempre più forte
e pericoloso, soddisfazione perché una buona riuscita degli esperimenti era sempre considerata un passo avanti nella scienza, nella storia della medicina, insomma,
una conquista.
Appena finì tutto, il piano della vasca risalì di nuovo e l'acqua rimase di sotto.
Kara gli tolse i lacci ai polsi, così Victor poté sbarazzarsi del tubicino, uscire dalla vasca entrando in una stanza stretta e rimettersi i suoi scuri
indumenti ed il suo tipico cappotto.
Quando tornò nel locale della vasca Stryker aveva già spento tutti i funzionamenti dei macchinari, si apprestò a riaprire il cancello meccanico per uscire.
Victor e Kara lo seguirono.
Una volta all'aperto, Victor si guardò gli artigli: sentiva qualcosa di meraviglioso, una forza nuova che si stava scatenando in lui e ghignò, sapendo che avrebbe
avuto una possibilità certa di sconfiggere Logan, questa volta.
Stryker gli diede una pacca sulla spalla: « Come vedi, vecchio mio ho rispettato il patto, sebbene in ritardo tu hai ottenuto ciò che volevi, spero tu possa riuscire
a trovare la tua strada, ma per rintracciare tuo fratello avrai bisogno di un aiuto e tra qualche giorno qualcuno mi verrà ad informare dei suoi spostamenti.
Io e Kara intanto troveremo un posto dove nasconderci, visto che sono ricercato ed in arresto e non voglio di certo tornare dietro alle sbarre, ma ti faremo sapere. »
Victor rispose soddisfatto: « Ci terremo senz'altro in contatto. »
Stryker annuì, mettendosi in accordo con Kara per trovare un nascondiglio ed entrò nell'auto con la quale la donna aveva raggiunto il polveroso laboratorio,
mentre Victor in quella della polizia.
All'inizio fecero la stessa strada, poi i due proseguirono diritto, mentre Victor svoltò a sinistra, verso un piccolo paesino, giusto per provare il suo /nuovo/
potenziale e mietere vittime.
   
 
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