Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: MeliaMalia    22/07/2012    6 recensioni
Pipone è un mago alto, biondo, avvenente, muscoloso, sensuale, deciso, intelligente, magnetico e NON modesto; anzi, il suo ego supera, seppur di poco, le dimensioni della torre del Circolo. Fermamente convinto che Andraste e tutte le sue antenate praticassero il mestiere più antico del mondo (cosa che non esita a ribadire, specialmente se in presenza di uno o più religiosi) il nostro avvenente mago vi offrirà, in ogni capitolo, un ritratto dei vari personaggi che popolano l'universo di Dragon Age, tutti visti attraverso il suo sguardo terribilmente cinico, critico ed egotista. Vi raccomando di non leggere se siete persone che non amano insulti vari al Creatore, alla sua Profetessa e, in generale, a chiunque passi davanti al nostro protagonista.
Genere: Comico, Erotico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Mabari
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Morrigan, Flemeth e ancora Alistair.

Odio svegliarmi. Non perché io sia una persona pigra, ma, per il semplice motivo che, dopo la magia e il sesso selvaggio, quella di dormire è una delle pratiche in cui eccello particolarmente. Quindi cerco di dedicarle il giusto tempo, ovvero almeno otto o nove ore al giorno, con una costanza degna del più serioso degli studiosi o del più atletico dei soldati.
E’ logica conseguenza dei concetti sopra esposti il fatto che io, ad ogni risveglio, sia di un umore appena tendente al genocidio. Non attendetevi un sorriso da Pipone nelle prime ore del mattino, anche se potreste giustamente aspettarvi l’allegro buongiorno del suo bastone, il quale è solito salutare l’avvento dell’astro diurno con un bell’attenti capace di forare lenzuola d’ogni foggia.
Ma il risveglio di oggi, beh, è decisamente peggiore del solito. Sì, sono di pessimo umore, come mi succede spesso. E nudo, come mi succede spesso. E all’oscuro di altri dettagli secondari, come il ricordo del momento in cui sono andato a letto, cosa abbia fatto prima di addormentarmi o a chi appartenga il giaciglio dove ho riposato. Ma anche questo mi succede spesso, e la cosa non mi allarma. Il problema vero consiste nel fatto che una grossa, bianca fasciatura mi attraversa il petto. Intuisco subito che sotto di essa vi deve essere una ferita terribile: difatti la lesione, appena accortasi che il suo corpo ospite ha ripreso i sensi, pensa bene di segnalare la propria esistenza con fitte strazianti.
Cerco di radunare i miei ricordi. La cosa non è facile, dal momento che un bel paio di tette mi si piazzano davanti al naso.
“Ah…” dice una voce femminile, probabilmente appartenente alla padrona di quel bel Delizioso Duetto di bocce. “Finalmente ti sei ripreso… hai dormito un sacco. Mia madre ti ha salvato la vita appena in tempo, ricordi qualcosa della torre?”
Le tette rimangono in silenzio, come in attesa di una risposta.
La torre? Sì, sì. La torre. Giusto. Io l’avevo detto che sarebbe finita male. Prima di una grande battaglia un re platinato convoca due dei suoi uomini migliori… e assegna loro il duro mestiere del lampionaio. Come avrebbe potuto finire bene?”
“Come ti senti?” m’incalzano ancora le tette. “Hai dormito un bel po’. Ti abbiamo dato per spacciato.” Davvero familiari, quelle poppe. Sode al punto giusto, bell’e pronte da afferrare, come un paio di tonde mele mature. Perché quella voce continua a parlarmi, quando sto cercando di ricordarmi dove Andraste Zoccola io abbia già visto quest’accogliente, duplice meraviglia di carni?
“Abbiamo salvato solo due di voi.” aggiungono ancora le tette. Dove, dove cazzo le ho già viste? Sono sicuro di averle solo notate, ma mai toccate. Una mancanza cui vorrei porre rimedio subito, se la ferita e la spossatezza non mi tenessero ancorato a questo letto sconosciuto. “Gli altri sono morti tutti. Il tuo amico è disperato, continuava a ripetere che non potevi essere sopravvissuto. Straparla da ore.”
Questo è l’unico argomento che potrebbe distrarmi dal meraviglioso duetto di signorine che mi ondeggia davanti al naso. Alzo gli occhi e incontro quelli dorati di una donna dai capelli neri. Oh, sì. La zoccola delle selve. Rammento il momento in cui ci siamo conosciuti.
Fu nella foresta, durante la prima missione che feci con il petauro, come si chiama quel cretino?, Alistair. Lei apparve dal nulla e disse qualcosa. Disse un bel po’ di cose, per la verità. Ci presentò anche sua madre, credo, la quale ci consegnò dei documenti appartenenti ai Custodi Grigi. Mi pare che le due siano entrambe streghe, o qualcosa del genere, dal momento che non badavo molto alle spiegazioni. C’erano quel paio di tette lasciate bene in vista, capite?
Adesso, però, è l’ora di lasciarle per un attimo da parte, fare mente locale e cercare di capire un particolare molto importante. “Un mio amico” ripeto, quasi sudando freddo. “Che straparla. Lo avete salvato, dite.”
“Esatto. Ti aspetta di fuori.”
“Ha, per caso, l’espressione di un pesce pescato da quattro giorni?”
Lei ci riflette un secondo. “All’incirca” ammette infine, perplessa.
“Di tutti i cretini presenti in quella maledetta torre, proprio il gerbillo dovevate salvare? C’era un soldato rimasto zoppo e un mago decapitato, non potevate portare via loro??”
La donna sorride, incerta, come se non fosse abituata a farlo. Dovrei far felice le più romantiche delle mie lettrici e ammettere che quel sorriso mi sembra, almeno in parte, carino quanto le sue tette. Invece penso solamente che, date le dimensioni del suo apparato orale, la donna deve essere portata per determinate pratiche sessuali.
Sospiro. “Vado da lui. ”
Nemmeno a dirlo, Alistair mi viene incontro come un cucciolo di facocero farebbe con la sua mamma.
“Siete vivo!” mi festeggia, per nulla allarmato dal fatto che io lo stia guardando con l’espressione di un leone che ha appena deciso di uccidere il succitato cucciolo di facocero. Non per appetito, ma per semplice, deliberata cattiveria verso un animale troppo stupido per stare al mondo.
“Vedo che gli ornitorinchi come voi sono duri a morire.” è tutto quello che ho da dirgli, prima di girare lo sguardo verso la vecchia che abbiamo già incontrato nelle selve. Lei m’incuriosisce. Ha potere, e tanto. Il mago che è in me vorrebbe mandare tutto in malora, spiegare ad Alistair che sicuramente batterà il Flagello se riuscirà a tenere il fiato per dieci minuti e fermarsi per anni in quella casupola nel bosco per apprendere i migliaia di segreti magici che gli occhi di questa vecchia sembrano celare tanto gelosamente.
Purtroppo, in giro nelle selve ci sono solo un paio di tette, quelle della figlia della strega in questione. E mi annoierebbero dopo poco, già lo so. Per cui metto da parte questo piano e mi concentro sulla situazione attuale. Il mio fedele petauro si dimostra utile come suo solito.
“Cosa pensate che dovremmo fare?” domanda ansioso.
“Perché lo chiedete a me? Non eravate nei Custodi Grigi da più tempo del sottoscritto?”
Vedo sulla sua tonda e inutile faccia l’espressione di un templare cui è appena stato chiesto di dimostrare con prove razionali l’effettiva storicità della figura di Andraste: un vuoto d’intelletto totale, riempito con scandalo e rabbia per la domanda appena ricevuta. “Beh, io…”
“Dimenticate la mia obiezione. In effetti, lasciare a voi il comando ci porterebbe sicuramente a una catastrofe ridicola, come la morte per annegamento in un fiumiciattolo. Già sento le risate dei Prole Oscura.”
“Ehi, voi…”
“Cuccia lì, trombiculide.” Mi rivolgo a Flemeth. “Abbiamo i trattati dei Custodi Grigi. Mi pare d’aver capito che possiamo usarli per radunare un esercito.”
La donna annuisce, serena. Comprendo una cosa, di lei, che mi trasmette un brivido lungo la schiena. E’ rimasta in silenzio, apparentemente in passiva attesa delle nostre decisioni, ma era pronta ad intervenire per pilotare il nostro ragionamento e portarlo al punto cui sono appena arrivato. Ecco spiegata la sottile soddisfazione che i suoi occhi non riescono a celare del tutto.
Costei è potente, spietata e pericolosa. E io, invece di restare qui a imparare qualcosa da una rispettabile, straordinaria maga eretica, devo andare in giro per il mondo con Alistair l’Emù Stordito. Duncan, un giorno io e te ci rincontreremo in una qualche specie di aldilà, e quello sarà il glorioso momento in cui ti prenderò a pugni sul naso.
“Volete radunare un esercito per combattere i Prole Oscura?” mi chiede sconvolto il camelide che è causa del mio risentimento verso il Custode Grigio defunto.
Dovrei accettare il fatto che Alistair procede sulle strade del ragionamento logico con la velocità di un carro di due tonnellate trainato da un cucciolo di mabari e portare pazienza, ma la verità è che non ho voglia di farlo. “No” rispondo. “Voglio radunare un corpo di ballo con il quale distrarre l’Arcidemone. Poi voi, mio fedele dik dik, attaccherete sul fianco e inizierete a parlare a ruota libera, senza freni. A quel punto, compreso il fatto che gli umani siano troppo stupidi per essere corrotti dal loro sangue, i Prole Oscura certamente faranno dietrofront e ci lasceranno in pace.”
Sento gli uggiolii del cucciolo di mabari che trainano il famoso carro da due tonnellate. Gli lascio il tempo di cui ha bisogno. Dopo un lungo silenzio, Alistair domanda: “State scherzando, giusto?”
“Andraste lucciola dei porti di mare.” borbotto, sempre più convinto del fatto che, da solo, la mia missione avrebbe maggiori possibilità di riuscita.
Il paio di tette che mi hanno salutato al risveglio escono fuori dalla casupola. Chiamandola per nome, Flemeth mi ricorda che la figlia si chiama Morrigan. Dopo di ciò, ce l’affida. Semplicemente, senza chiederle alcun parere.
Sono cresciuto con un padre disperatamente innamorato di una stronza. E con la stronza in questione, che era ben consapevole del sentimento del marito ma, invece di apprezzarlo, lo usava per umiliarlo e piegarlo ai propri capricci. Per cui, non mi è difficile intuire il tipo di rapporto che vi è tra le due donne: Morrigan certamente ha più volte provato ad ottenere l’affetto, l’ammirazione ed il rispetto che quasi tutte le figlie cercando di avere dalle madri. Ma la sua genitrice la ritiene un semplice strumento, un monile magico particolarmente potente. E ce lo affida, tutto qui. Senza dare alcun peso alla sua opinione.
Quel paio di tette ed io abbiamo qualche cosina in comune. Dovrei farle notare la cosa, una sera di queste, e farle notare che il mio bastone starebbe proprio bene in mezzo alle sue bocce. Oh, sì.
“Se preferite, sarò la vostra guida silenziosa e non aprirò bocca per esprimere la mia opinione.” mi propone la giovane donna, con un atteggiamento che non ho mai visto prima in qualcuno. Come se non sapesse da che parte iniziare per intavolare un rapporto sociale. Mi fa sorridere.
“Vo-volete davvero portarvela dietro?” interviene il mio poco intelligente varano da compagnia che si spaccia per Custode Grigio. “Ma… non mi sembra il caso, è un’eretica!”
Logico che avrebbe tentato un’obiezione del genere. Non è semplicemente nato con una consistente fetta di cervello mancante, ma è anche un templare mancato. Il che lo rende peggio di uno stupido: è uno stupido con la mentalità elastica come il granito.
“Esprimete liberamente le vostre opinioni” le concedo, lanciando un’occhiataccia molto eloquente ad Alistair. “Come vedete in questo gruppo anche il petauro ha diritto di parola.”





Mi ha recensita solo Rainbowcar >.> (fa la faccina offesa)
No, so che purtroppo posso mettere i capitoli solo nel fine settimana (so che sembra strano ma ho un lavoro serioso), dunque le mie pubblicazioni sono o attaccatissime come in questo caso o distanziate da giorni. X°D
Sì, il capitolo precedente era corto perché di Alistair parleremo taaanto e in diversi capitoli. Sono felice che ti faccia sorridere. *-* Il Bastone di Pipone sia con te sino alla prossima pubblicazione! u.ù
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: MeliaMalia