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Autore: Kooskia    23/07/2012    1 recensioni
Una fanfiction ambientata nel mondo di Temeraire, saga letteraria di Naomi Novik. Un mondo dove l'uomo ha sempre coesistito coi draghi. Temeraire è ambientato durante le Guerre Napoleoniche, Vindex invece è ambientato durante e dopo la Spedizione dei Mille in Italia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7 – Contrattazioni

Lo scafo della nave da guerra era lucido, la vernice tinta senza sbavature e i robusti cannoni scintillavano al sole. Vindex osservò con interesse il nome del legno britannico che sostava vicino alla loro chiatta: la Argus era indubbiamente un vascello da guerra di cui esser fieri. Non a caso l’insegna del San Giorgio rendeva evidente la nazionalità Britannica della nave, così come quella della sua compagna Intrepid. Nino Bixio si muoveva con agitazione sulla chiatta, la tempra dell’uomo sembrava essere messa a dura prova dalla situazione di stallo.
–Ci stanno mettendo troppo tempo … - disse. Il peso massimò emise uno sbuffò di conferma perché in effetti la lancia con a bordo i capitani delle due navi britanniche era attraccata da diversi minuti al fianco della nave da guerra borbonica. Per la prima volta i loro nemici si erano mostrati, nemmeno il tempo di attraccare nel piccolo porto di Marsala che i vascelli Napoletani si erano fatti vedere e solo la presenza delle due navi da guerra inglesi così vicine aveva impedito loro di far saltare in mille pezzi i due piroscafi Garibaldini.
–Se non altro non ci sono draghi in vista, questo ci da un vantaggio.-
L’espressione dell’uomo non era particolarmente soddisfatta.
–E’ vero, ma la loro presenza qui indica che sapevano della spedizione e chissà quali altre sorprese hanno in serbo per noi. –
L’uomo si voltò dando degli ordini ai suoi subordinati, Vindex si volse ad osservare di nuovo le operazioni di sbarco: alcune ore prima esse erano state momentaneamente interrotte dal breve bombardamento di una delle tre navi Borboniche finché gli Inglesi comunicarono loro la presenza di propri uomini sul molo. –Che arroganti frottole, però dopotutto sono a nostro vantaggio.-
Non dovettero attendere molto prima che la lancia britannica si staccò dalla fiancata del vascello nemico, dirigendosi speditamente verso di loro. Vindex si chiese quale altra idea si fosse fatto venire in mente il Capitano inglese. Libertaria si mosse al suo fianco, spiegò le ali e con un paio di eleganti battiti si sollevò in aria dalla chiatta per poi posarsi sul molo, interrompendo per alcuni istanti le frenetiche operazioni di sbarco.
–Dovremmo essere noi ad attaccare! Non hanno il supporto dei draghi e saremo in vantaggio.-
Un ufficiale dalla sudata divisa scarlatta si fece avanti, l’espressione stanca dal caldo e dall’agitazione. Vindex riconobbe all’istante Crispi: qualcosa in quell’uomo gli ricordava l’aspetto di un marionetta che una volta aveva visto insieme al suo capitano in un piccolo spettacolo per i soldati nella Campagna di Crimea.
–Questo… questo sarebbe un errore! Non dobbiamo provocare una reazione più grande di quel che già non ci sia. – Un basso ringhio zittì il farfugliamento dell’uomo. Sebbene non fosse rivolto esplicitamente a lui ma si trattasse di una semplice manifestazione di frustrazione, tutti gli uomini nei pressi si ritrassero con Crispi in persona che impallidì all’istante.
–Non sono venuta fin qui per farmi prendere a cannonate su questo molo!- Vindex fu sorpreso della reazione nervosa e arrabbiata della dragonessa: durante il viaggio era sempre sembrata un femmina con una notevole capacità di auto-controllo .
–Well said, mia amica.- Vindex si volse, la piccola lancia britannica invece che tornare direttamente sulla Argus o sulla Intrepid si era diretta verso la banchina e gli ufficiali britannici ne erano scesi. Il drago Piemontese fu sorpreso dal modo di fare dell’inglese, non sembrava temere di trovarsi di fronte ad una dragonessa arrabbiata.
–Perdona mio cattivo Italiano. Ma presto volerai in batalia!- disse con un italiano pesantemente storpiato da un forte accento britannico: egli si volse rapidamente verso un Francesco Crispi ancora sudante e palesemente spaventato.
–They will not start to fire now, we have managed to stop the shelling thanks the presence of our British wine magazine of Woodhouse and Ingham: we’ve warned that damaging them will means damaging an English property. If all ends the best, your expedition will be saved by that your wine that Londoners love so much!- Vindex aveva appreso sì e no due parole della lingua Britannica in Crimea incontrando i draghi Inglesi, ma era evidente che Crispi se la cavava molto meglio di lui. Dopo aver parlato per un po’ con l’Inglese, quest’ultimo si rivolse ancora a Libertaria che lo fissò con espressione curiosa.
–You know… tu sembri a Longwing so much! A Longwing salvato mia vita quando ero su un'altra nave. – Libertaria annuì con comprensione e quindi rivolse al Capitano Inglese parole che Vindex non si sarebbe mai aspettato.
–E’ vero che in Inghilterra i draghi inglesi possono reclamare proprietà? Ho letto di una Kazilik inglese che catturava navi durante le Guerre Napoleoniche e otteneva premi e trofei grazie ad esse.-
L’inglese sorrise, poi aiutato da uno dei suoi assistenti al suo fianco rispose con misto di inglese e italiano. Vindex si allarmò quando istante dopo istante vide gli occhi della dragonessa rilucere di eccitazione, come se un qualche piano si stesse formando nella sua mente. Lei si voltò di scatto, si sollevò in aria per pochi istanti e atterrò sulla chiatta facendola ondeggiare per poi muoversi verso Vindex sussurrandogli rapide parole. I rumori degli uomini che lavoravano coprivano le parole che probabilmente sarebbero state udibili a causa della scarsa capacità di una dragonessa come Libertaria di dire parole con un tono di voce veramente basso.
–Ma… sei sicura? Garibaldi magari si arrabbierà se corriamo rischi inutili-
Crispi si passò un fazzoletto bianco sulla testa, asciugando parte del sudore ed alzò la voce per farsi sentire sulla chiatta -Cosa… ehm.. sarebbe meglio che voi draghi vi spostaste sulla banchina invece di rimanere lì- Il Capitano britannico al suo fianco scosse la testa con espressione divertita, probabilmente aveva già capito cosa pianificava di fare Libertaria. Vindex allargò le sue ampie ali e dandosi una spinta si librò in volo, seguito immediatamente da Libertaria e da un Puck più che felice di animare la sua giornata.
–Lo stiamo facendo davvero? Sul serio? Oh… sono così emozionato! E’ la prima volta che attacco una nave! E’ vero quel che hai detto a Vindex? Se catturo una nave posso ricevere tanti bei premi in cambio? E se… - Il peso massimo concentrò la sua attenzione sui legni borbonici di fronte a loro piuttosto che prestar orecchio al cicalio eccitato di Puck.
Non è il caso di preoccuparmi, anche quel piccoletto ha artigli affilati che presto faranno la loro parte.
Vindex ruggì di sfida e le navi di fronte a loro si animarono come un formicaio pieno di insetti impazziti: ufficiali strillavano ordini mentre uomini sul punte diressero i tozzi cannoni a bocca larga per la lotta anti-drago. Il peso massimo sapeva di doverli temere: da diversi anni i vascelli da combattimento impiegavano cannoni addizionali a parte quelli posti sulle fiancate. Essi erano larghi e caricati con cartucce che sparavano pallini di metallo, adatti a lacerare e aprire varchi nelle membrane alari dei draghi. Vindex puntò direttamente sulla nave più grande, una fregata a tre alberi.
La nave in legno era imponente, lunga più di cinquanta metri e con almeno una cinquantina di cannoni secondo una stima approssimativa di Vindex: egli volse il capo perché un improvvisa bordata sulla sua sinistra fece vibrare l’aria. Il secondo battello borbonico era una più piccola pirocorvetta con motore a pale che ricordò esser stata la nave dove il Capitano inglese si era recato in visita.
Il nome Stromboli riluceva sulla fiancata.
E’ l’Ammiraglia ma non è la nave più preziosa e qui serve un azione esemplare.
Vindex piegò il collo sulla destra, ruggendo in cerca di sostegno da parte dei suoi due compagni.
– Libertaria! Puck! Voi che siete più piccoli attirate il fuoco di quella nave! Tenetemela lontana mentre attacco questa qui!- Il ruggito di risposta proveniente da Libertaria fu seguito dal rapido movimento della dragonessa blu che si lanciò in picchiata contro la Stromboli, gli artiglieri napoletani si affrettarono a spostare i cannoni anti-drago sul ponte per prenderla a tiro ma Libertaria si diede a volare in rapidi circoli, rendendo difficile tale compito.
Vindex si guardò intorno, cercando con lo sguardo Puck senza alcun risultato: il piccolo drago sembrava sparito.
–Non importa… ora, a noi due!- Lanciando un potente ruggito, il peso massimo si scagliò frontalmente contro la fregata, i cannoni sul ponte non potevano centrarlo da quell’angolo rischiando di colpire l’albero di poppa ma una affrettata (e imprecisa) salva di fucileria scoppiettò verso Vindex. Il drago si mosse rapidamente, calando come un falco sulla fregata che ondeggiò a causa del peso aggiuntivo: Vindex era lungo poco più della metà del battello (esclusa la lunga coda) e il ponte in legno sotto di lui si incrinò leggermente a causa dell’impatto. Il drago ruggì, terrorizzando i marinai davanti a lui, quindi lavorò di coda e di artigli squarciando legno e metallo; si trattenne momentaneamente quando si rese conto che rischiava di spezzare l’albero di poppa.
–Meglio evitare di romperla troppo.-
Ruggì ancora, rivolgendosi con un tono che non ammetteva repliche ai marinai in preda al panico.
–Reclamo il possesso di questa nave e la resa dell’intero equipaggio! Che il vostro Capitano si mostri!- Ci vollero diversi minuti e un paio di altri ruggiti intimidatori, prima che un gruppetto di sottufficiali portasse (o meglio dire trascinasse) un pallidissimo capitano di fronte a Vindex.
–Io… io… sono il Capitano Di Palma, c… comandante della Partenope, u…ufficiale di S..Sua Maestà il.. – Vindex sbuffò ed abbassò il muso mostrando i denti con un ghigno.
–Tu sei mio prigioniero, e ora i tuoi marinai condurranno in porto questa mia nave oppure la affonderò con voi a bordo! -
I marinai borbonici non se lo fecero ripeter due volte, dimostrando di aver maggior fedeltà verso la propria vita che al proprio comandante: le vele quadre vennero spiegate raccogliendo la brezza marina che iniziò lentamente a portare la fregata in porto. Vindex volse il capo in cerca di Libertaria che nel frattempo aveva tenuto a bada la Stromboli senza però riuscire ad avvicinarla o ad infliggere danni. La dragonessa lo raggiunse volando e ruggendo di gioia.
– Ce l’hai fatta! Sapevo che ci saresti riuscito! Oh… mi spiace ma purtroppo quell’altra nave non era così facile da prendere. -
Vindex si trattenne dal dire che lui ci sarebbe riuscito senza problemi, perché dopotutto la dragonessa lo aveva aiutato con la sua manovra. Quando giunsero in porto essi furono accolti dall’euforia generale di centinaia di Garibaldini in festa mentre da lontano la Stromboli, insieme alla terza nave ( un modesto piroscafo armato) si allontanarono. In mezzo agli ufficiali dalla camicia scarlatta si delineavano un Crispi ansioso ed agitato, Bixio dotato di un impeccabile espressione corrucciata e infastidita dall’azione solitaria dei draghi ed infine il capitano inglese attorniato dai suoi.
–Well done… - disse quest’ultimo, dopo che Vindex volò dalla Partenope sulla banchina.
–Allora… - si rivolse a lui Vindex. –E’ vero quel che hai riferito a Libertaria? Riceverò un premio adesso?-
Gli ufficiali Garibaldini si osservarono tra loro con sguardi preoccupati.
–Caro Vindex- disse Crispi, -Devo forse ricordarti che la nostra è una spedizione di volontari e che al momento le nostre finanze non sono propriamente… -
-There is no problem, my dear… - disse l’Inglese. –Il mio nome è Captain Winnington Ingram, commander of the Argus. Ma io come English cittadino privato posso dire di avere recuperato the Partenope as shipwreck… relitto. Your enemies pagare me per salvataggio della ship. –
Libertaria emise un cupo brontolio.
–Avevi detto che un drago poteva ricevere denaro!- recriminò con energia.
Mentre tutti gli altri uomini si ritrassero intimiditi, il Capitano Ingram non indietreggiò ed anzi sorrise. –Of course my dear!. Mr. Cossins, can you came here?-
Un uomo si fece strada tra i Garibaldini, con indosso un abito borghese da civile.
–Lui è nostro Console inglese, Richard Brown Cossins, here at Marasla. Lui amico di banca britannica e da garanzia insieme a mia parola di Royal Navy Officer. Metà del denaro ricevuto da me per recupero del relitto verrà dato a conto banca svizzera a nome tuo, Vindex.-
Vindex osservò con curiosità l’uomo che era appena stato presentato, lui e il capitano gli assicuravano che egli poteva possedere una ricchezza in denaro: qualcosa che il peso massimo non aveva mai immaginato potesse accadere. Aveva letto nel libro di Temeraire che questo accadeva al di fuori del Piemonte, ma non si era mai immaginato la reale utilità per un tale fine.
–Va bene, mi fido della vostra parola. – poi aggiunse con un sorriso, ricordando un aneddoto del libro del drago Celestiale. – Se non erro anche i draghi in Cina hanno la consuetudine di tenere un conto bancario di loro proprietà. Vi avverto che se voi o qualche vostro associato sottrarranno del denaro dalla somma che il signor Ingram mi comunicherà con esattezza, la mia reazione nei confronti di tale misfatto sarà pari alla tradizione cinese. -
Il capitano inglese rise mentre il suo compatriota civile mostrò un espressione un po’ più intimidita.
–Don’t worry, my friend… no inglese è tanto sciocco da rubare ad un drago!- Vindex non fu totalmente convinto da quest’ultima affermazione, tuttavia dovette ammettere che gli Inglesi si comportavano in maniera molto più aperta ed onesta nei confronti dei draghi: sicuramente quel famoso drago Celestiale di nome Temeraire aveva contribuito a cambiare l’opinione e la consapevolezza sui draghi nel Regno Unito.
–Credo sia meglio ricordare questa bella azione di oggi per il suo eroismo e non per i fini monetari dietro essa. – La voce calda di un uomo si fece largo tra la folla, che si aprì lasciando avvicinare il Nizzardo. Garibaldi aveva un sorriso che Vindex non aveva mai visto prima sul volto del condottiero : un espressione che mostrava una rinnovata speranza. –E mi aspetto che d’ora innanzi voi draghi agiate di concerto con Bixio e gli uomini addetti a combattere insieme a voi: vi ricordo inoltre che questa campagna è volta a fare l’Italia e non a fare bottino come i bucanieri dei tempi addietro. -
Libertaria annuì e si fece avanti, abbassando il muso con un espressione che celava un velo di vergogna.
–Avete ragione ma… converrete che per far valere i nostri diritti nell’Italia futura, noi draghi dovremo avere una base economica su cui basarci e da cui avere fondi per finanziare le nostre richieste. –
Garibaldi annuì con espressione seria -Hai ragione perché purtroppo sia le lotte di liberazione che le rivendicazioni per i propri diritti, necessitano entrambe di finanziamenti: vorrei che però d’ora innanzi non iniziaste a braccare legni nemici in mare in cerca di bottino e riscatto. - Mentre Vindex diede la sua parola insieme a Libertaria, il peso massimo si rese conto che la dragonessa blu aveva di nuovo al suo fianco un giovane ed esile umano. Un ragazzo che aveva già osservato in precedenza sulla chiatta: ma costui non si espresse ne proferì parola. Fu in quell’istante che un coro di risate e di esclamazioni si sollevò dagli uomini sulla banchina che si trovavano nel lato più esterno, di fronte alle onde spumeggianti che si infrangevano contro la barriera di rocce. La folla si accalcò a guardare verso il mare aperto ma i due draghi non dovettero fare altrettanto, limitandosi a sollevare un poco i lunghi colli. Un piccolo vascello in legno con due vele triangolari stava arrancando verso il porto: non era più lungo di una ventina di metri e sul suo scafo si teneva in costante equilibrio un eccitatissimo Puck che, a causa dei suoi movimenti repentini, continuava a creare danno e confusione sul ponte mentre incitava i marinai terrorizzati a navigare verso il porto. –Avete visto?? Anch’io ho preso una nave!- Urlò a squarciagola verso la banchina. L’intenso odore di pesce scaturiva dal carico contenuto nelle reti ammucchiate sul ponte: esso era in parte ormai ridotto in una poltiglia informe, per colpa dei movimenti del drago che sebben piccolo era decisamente ingombrante su tale vascello. I poveri pescatori Marsalesi obbedivano a Puck come meglio potevano mentre il loro oramai malandato peschereccio si trascinava verso il porto.

Note: Come avreste capito, questo capitolo rappresenta lo sbarco dei Mille a Marsala. Segue tutte le vicende storiche (intervento di tre navi Borboniche contro la spedizione, presenza in porto di due navi da guerra inglesi che interferirono aiutando i Garibaldini, ufficialmente perché un bombardamento avrebbe potuto danneggiare dei depositi di vini di proprietà (private) britanniche. La storia ovviamente diverge perché invece della successiva cattura dei due piroscafi garibaldini, grazie alla presenza dei draghi i vascelli Napoletani demordono. L’elemento dei draghi che acquisiscono coscienza del poter possedere un capitale finanziario è un elemento che si sviluppa nei libri di Temeraire: così come anche il dettaglio del sistema bancario cinese (il diritto legale di un drago ad uccidere personalmente l’umano che rubi il suo credito da una banca, la severità della pena comporta secondo il secondo libro della serie l’estrema rarità di tale genere di furto: questa sembra essere inoltre la principale differenza di diritti-doveri tra umano/drago nella società Cinese, con ovvie eccezioni per le classi privilegiate … l’aristocrazia umana e le razze di Imperiali e Celestiali che vivono nella Città Proibita).
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Fumettino in inglese sul capitolo realizzatoda me ^^ (disponibile anche su Deviantart)  (PS anche il capitolo precedente adesso ha un fumettino, l'ho aggiunto dopo quindi chi ha letto subito il capitolo se l'è perso ^^, concludo invitando eventuali lettori a commentare e criticare, specie queste ultime mi sono utili)


  
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