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Autore: MartyDesrosiers    06/02/2007    2 recensioni
Questa storia è nata da una sera di noia totale! è la 2° che scrivo ed è sui Simple Plan e in particolare su Dave. I Hope you like it! Bye bye
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- "Ehm... ma che ora sono?" mi domando appena sveglia. "Cazzo sono le 9!" mi alzo di scatto e vado in bagno a farmi una doccia. Entro in stanza e mi metto dei jeans blu stretti, una camicetta rossa a maniche corte e le converse basse nere. Prendo la borsa e metto il cellulare e le chiavi, prendo il portafoglio e scendo le scale mettendomi le scarpe, mi sciolgo i capelli sbattendo un pò la testa. "Mamma io vado!" mia madre annuisce..
- "Fai colazione..." mi propone.
- "Mamma dopo... non mi va ora!" dico uscendo di corsa. Prendo l'auto e vado veloce diretta al centro commerciale vicino casa di Dave. Meno male che trovo un pò di posto, mi ci fiondo e spengo l'auto chiudendola e correndo verso l'entrata. Le porte si aprono e mi fiondo camminando piano e vedendo un pò di vetrine. Ad un certo punto sento qualcuno che mi mette le mani sulle spalle. Mi giro di scatto ed è lui. "Mi hai fatto spaventare cretino!"
- "Ciao... Che ci fai?" mi domanda.
- "Bah nulla di che vedo un pò le vetrine... non devo prendere nulla però pur di non stare a casa" concludo abbassando la testa.
- "Non vai d'accordo con i tuoi vero?" mi domanda.
- "Se ti dicessi che è tutto perfetto mentirei di brutto ma... Si diciamo che ci litigo spesso... Tu piuttosto?"
- "Ehm... è complicata la cosa... diciamo che mio padre non è sempre lucido e mia madre e lui litigano molto spesso..."
- "Mi dispiace davvero..." affermo dispiaciuta.
- "Ti va se cambiamo discorso altrimenti..."
- "Certo... Cos'è che suoni?"
- "Basso, chitarra e batteria... te?"
- "Basso, chitarra, piano e batteria..."
- "Cavolo..."
- "Posso vedere il tuo basso?" gli chiedo a bassa voce.
- "Certo vieni..." Dice prendendomi per mano. Usciamo dal centro commerciale. "Dove hai l'auto?" mi chiede.
- "Quì nel parcheggio..." lui annuisce. Camminiamo fino a trovarci davanti ad una casa a due piani. Tossisce piano e prende le chiavi. Apre e la chiude piano. Mi fa segno di seguirlo e andiamo in camera sua. Mi fa vedere il basso. "Per la miseriaccia è un fender!" esclamo.
- "Già ci son voluti mesi per comprarmi questo e l'amplificatore" dice accendendolo. "Dai prova..." mi propone,
- "No... ti metteresti a ridere! Tutti mi hannno detto che sono un maschiaccio solo perchè suono uno strumento che solitamente le ragazze non suonano..." concludo tutto d'un fiato.
- "Ma io non sono tutti gli altri..." mi guarda.
- "E va bene dai quà!" dico prendendo lo strumento. Inizio a suonare qualcosa delle band che seguo.
- "Sei brava!" mi dice quando smetto.
- "Beh insomma!" Sorrido dandogli il basso. Lui lo mette sul letto e spegne l'amplificatore. "Ci facciamo un giro a piedi?" gli propongo.
- "Ovvio!" dice mettendosi il giubbotto. Scendiamo le scale e iniziamo a camminare. Ci raccontiamo episodi passati, sulla scuola, vari fidanzati e fidanzate precedenti e della festa in cui l'ho conosciuto. Ad un certo punto mi prende e mi fa nascondere con lui dietro un angolo.
- "Che succede?" gli domando.
- "Guarda, lì c'è mio padre..." mi sporgo e vedo un signore che barcolla. Ora capisco perchè diceva che non era sempre lucido.
- "Visto..." dico tornando a nascondermi.
- "Vieni andiamo di quà... muoviti!" dice prendendomi per un braccio e trascinandomi. Corriamo per un lungo trato di strada finchè non si ferma. "Ora non dovrebbe trovarci..." mi dice. Nemmeno a dirlo ci trova e guarda Dave con gli occhi che girano.
- "David che ci fai quì?" gli chiede.
- "Andiamo via..." mi suggerisce Dave. Il padre di Dave ci sferra uno schiaffo in piene guancie a tutti e due. Prendo Dave per un braccio e lo porto nelal mia auto. Metto in moto e arriviamo vicino casa mia. Prendo le chiavi e apro la porta. Trovo un biglietto di mia madre "Sono dalla nonna fino alle 21... Per qalsiasi cosa chiamami..." Ma che si fotta! Io e Dave andiamo in cucina e beviamo un pò d'acqua. Guardandoci allo specchio del corridoio notiamo che tutti e due sanguiniamo da vicino al labbro.
- "Porca vacca!" esclamo andando a prendere la cassetta di pronto soccorso. Prendo un pò d'ovatta e metto il Citrosil. Vado di nuovo in corridoio ma Dave non c'è più, s'è seduto sul divano. Mi avvicino e vedo che piange. "Dai Dave alza il viso ti prego" lui alza il viso mentre tira su col naso. Ha gli occhi colmi di lacrime. Gli metto l'ovatta vicino le labbra mentre l'altra mano la tengo sul suo mento. Quando non esce più sangue gli tolgo l'ovatta e gli metto una pomata che evita il gonfiore. Faccio lo stesso con me per poi chiudere tutto e lasciarlo sul tavolinetto.
- "Marti... ti prego... scusami... so che ora... mi odierai...ma..." dice tutto singhiozzando.
- "Dave non fa niente dopotutto non è successa una catastrofe..." lo rassicuro. Lui abbassa la testa e piange più forte.
- "Certo che è successa una catastrofe!" dice asciugandosi gli occhi. "Ora hai cpaito perchè l'altra sera ho bevuto?"
- "Si" gli rispondo a bassa voce. "Se posso fare qualcosa per te dimmi pure..."
- "C'è una cosa..." inizia. "Devi aiutarmi a fermare tutto questo..."
- "E come? La situazione non è gravissima però potrebbe succederti qualcosa, soprattutto a te Dave. Non so se tuo padre ti ha mai picchiato prima però... "
- "Si... e vorrei che non fosse mai successo" inizia abbassando la testa. "Io non mi merito di stare quì... non merito di stare quì con te, l'unica persona che mi ha aiutato dopo uno schiaffo ricevuto da mio padre. No, non me lo merito..." inizia a correre verso l'uscita. Prendo il cellulare e lo rincorro. Mi faccio mezza Montreal correndo e saltando il pranzo.
- "Ma dove cazzo sei...?" dico a bassa voce. Prendo il cellulare e lo chiamo. Il telefono è spento. Mi dirigo verso casa sua correndo e trovo un ragazzo appena uscito da casa sua intento a mettersi sullo skate. "Hey fermati!" esclamo andandogli incontro. Lui scende dalla tavola e mi aspetta. "Ehm grazie... Senti hai visto Dave?"
- "Lo stai cercando anche tu?" mi domanda.
- "Si perchè?"
- "Perchè ora siamo in due a cercarlo..." dice lasciando la tavola vicino casa di Dave e iniziando a camminare con me. "Tu devi essere la ragazza della festa di Jay vero?"
- "Si sono io!" esclamo sorridendo.
- "Dave mi ha fatto una testa così su di te ieri sera quando mi ha chiamato..." afferma ridendo.
- "Come scusa?" gli chiedo stupita.
- "Ehm... mi sa che non dovevo dirtelo..." Gli sorrido e poi lo guardo.
- "Dove va di solito? Che posti frequenta?" gli domando diventando più seria.
- "Bah non ne ho idea... lo conosco da una vita ma non l'ho mai visto in un luogo fisso..."
- "Sono preoccupata da morire..." gli confesso. Arriviamo in centro e vediamo Dave sulla muraglia che si affaccia sul centro. "Ma quello è Dave o ho io le allucinazioni?"
- "Si è lui..." dice mentre contemporaneamente iniziamo a correre. Arriviamo vicino a lui.
- "Dave ma dove ti sei cacciato!? Mi stavo preoccupando..." affermo col fiatone. Lui ci guarda entrambi. "Ti lascio con Pierre, vado a prendermi una bottiglietta d'acqua..." affermo avviandomi verso il bar. Pago la bottiglietta e appena uscita butto lo scontrino nel bidoncino fuori dal bar. Mi giro e Pierre sta correndo verso di me.
- "Vuole parlare con te..." afferma.
- "E non ti ha detto nulla?" - "Si qualcosa mi ha detto... però ha detto che vuole parlare con te..." Annuisco e mi avvio verso Dave con Pierre a qualche metro da noi.
- "Hey Dave..." dico sedendomi davanti a lui.
- "Grazie per essere venuta..." mi dice.
- "Figurati... Beh allora?" gli domando.
- "Mi dispiace di essere scappato così... mi spiace davvero..." fa mentre gli occhi gli diventano lucidi. "Perdonato?" conlcude.
- "Ma certo..." rispondo abbracciandolo. Piange un pò mentre con la testa riesco a guardare Pierre che alza un pollice verso di me. Gli sorrido abbracciando più forte Dave. "Ti va se mangiamo insieme io tu e Pierre stasera?" chiedo mentre ci stacchiamo ma le nostre mani sono unite.
- "Per me va benissimo... bisogna chiedere a Pierre..."
- "Allora andiamo..." mi propone. Scende dal muretto e mi fa scendere tenendomi per mano. Ci avviamo verso Pierre.
- "Pierre ho detto a Dave che se voleva oteva venire a mangiare da me stasera... vuoi aggiungerti?"
- "Ma certo!... Anzi direi di affrettarci perchè son già le... 20... e insomma..." risponde Pierre mettendosi una mano sullo stomaco.
- "Anche io ho una fame tremenda perchè per rincorrere Dave non ho pranzato... Ti rendi conto quante ore sono stata a cercarti e poi quante altre insieme a Pierre per cercarti?" concludo ridendo.
"Scusate... so di avervi fatto preoccupare però..."
- "Dai ora andiamo così ci ordiniamo 3 pizze... vi va?"
- "Buone!" esclamano entrambi.
- "Bene..." rido io.
  
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