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Autore: Cathy Earnshaw    23/07/2012    5 recensioni
"Era una calda serata estiva, di quelle che restano incollate addosso con il loro profumo di fiori e di rosmarino, con il frinire delle cicale, con le risate degli amici. Tutta la popolazione della piccola cittadina di Pothien si era riunita nella piazzetta principale. La musica colorava con le note eteree dell’arpa le serate del Nord della Terra dei Tuoni, e i cantori narravano le loro storie affascinanti a chiunque le volesse ascoltare."
Non è un'introduzione, lo so..ma credetemi se vi dico che è ancora tutto troppo vago anche per me per poter scrivere un'introduzione coerente ;) Vi piaciono i racconti con maghi, elfi, duelli e lunghi viaggi in terre desolate? Benvenuti nella Terra dei Tuoni, amici!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di guerre e cascate - La Terra dei Tuoni'
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Perduto, ecco cos’era! Perduto in una terra sconosciuta, solo e senza una guida. Era nei guai, guai seri. Quando Liam avesse scoperto la sua assenza sarebbe andato su tutte le furie. Che idea malsana!
« Stupido, stupido, stupido Ged!» gridò nel vento.
Per qualche minuto, Irthen imprecò contro quel vecchio pazzo, contro i creduloni come lui, contro tutti gli abitanti di Pothien e contro tutti gli Dei che gli vennero in mente. Poi si calmò. Si sedette cercando di ritrovare l’autocontrollo. Aveva combinato un bel casino. Si guardò attorno, sconsolato, senza scorgere altro che roccia spazzata dal vento. Le sue provviste di acqua erano quasi esaurite, e la fuga precipitosa da quegli esseri raccapriccianti lo aveva allontanato di molto, di troppo, dalla pista. In mezzo a quel deserto roccioso ci sarebbe voluto un miracolo per ritrovarla. Che possibilità aveva? Tornare a casa? Non gli sarebbe bastata l’acqua nemmeno per raggiungere gli estremi del deserto, e da là c’erano almeno due giorni di strada a separarlo da Pothien. Non poteva escludere, poi, che sarebbe stato lo stesso Liam a ucciderlo con le sue stesse mani se anche fosse riuscito a tornare a casa. Proseguire? Era evidente che Ged gli aveva dato delle indicazioni sbagliate, altrimenti avrebbe già incontrato il Monte Satki e la Valle Satkita. Invece…nulla di nulla. Sospirò, paralizzato dall’indecisione. Il sole splendeva incandescente, facendo salire vampe di calore dalla nuda roccia che distorcevano la sua percezione visiva. Guardandosi distrattamente attorno, notò qualcosa in lontananza che sembrava muoversi. Un piccolo punto nero ondeggiante. Si stropicciò gli occhi, mentre la figura si avvicinava, assumendo i contorni di un essere umano. Domandandosi se fosse un miraggio e se dovesse temere per la propria incolumità, Irthen impugnò saldamente la spada e attese.
 
 
 
 
Era una calda serata estiva, di quelle che restano incollate addosso con il loro profumo di fiori e di rosmarino, con il frinire delle cicale, con le risate degli amici. Tutta la popolazione della piccola cittadina di Pothien si era riunita nella piazzetta principale. La musica colorava con le note eteree dell’arpa le serate del Nord della Terra dei Tuoni, e i cantori narravano le loro storie affascinanti a chiunque le volesse ascoltare. L’estate era una stagione magica nel Nord perché i prati erano verdi e freschi, le montagne respiravano, liberate dalla coltre bianca di ghiaccio che sempre le avvolgeva, gli animali scendevano fino alle prime pendici, insofferenti all’insolito caldo. Pothien era poco più di un paese, e sorgeva proprio ai piedi dell’immensa catena montuosa – “i Giganti”, come gli abitanti della zona erano soliti chiamare affettuosamente i loro monti – che delimitava a nord la Terra dei Tuoni.
Quella notte, i musici pizzicavano allegri le corde dei loro strumenti, e Ged cantava racconti epici ai ragazzini affamati di leggenda.
« Fidatevi di un vecchio che ha girato il mondo, miei giovani puledri…a sud, oltre il Deserto Roccioso, si trovano inenarrabili meraviglie!»
Le sue storie iniziavano tutte in questo modo e proseguivano raccontando ora delle prodezze dei draghi, ora della leggiadria degli elfi, ora della Fonte dell’eterna giovinezza, ora di incantesimi e stregoni. A volte, anche della Cascata del Potere. Tutta Pothien apprezzava i suoi racconti, tanto che alcuni li ascoltavano volentieri anche una volta cresciuti, continuando in cuor loro a domandarsi se davvero fosse possibile vivere una di quelle incredibili avventure.
Liam era uno di loro. Era diventato adulto con le storie di Ged, le leggende che il vecchio era tanto abile a raccontare gli avevano dato la forza di superare, uno ad uno, tutti gli ostacoli che la vita gli aveva gli aveva posto innanzi: la morte prematura dei genitori e della sorellina Syra, la difficoltà di educare da solo il fratello minore Irthen, il peso del duro lavoro che li sostentava entrambi e, da ultimo, la necessità di tener celate agli abitanti di Pothien le sue capacità “particolari”. Il cipiglio di Ged gli strappò un sorriso, e i suoi occhi color dell’ebano si illuminarono di nostalgia.
« Ti muovi, Liam? Perderemo l’inizio»
Riscuotendosi, Liam scosse il capo per allontanare i ricordi che sfilavano leggeri e impalpabili davanti a lui, e si affrettò a seguire Irthen, che stava prendendo posto ne piccolo anfiteatro accanto ad un nutrito gruppo di amici. Domandandosi se a venticinque anni non fosse ormai troppo vecchio per confondersi in mezzo ai ragazzini, si predispose all’ascolto del tanto atteso racconto del cantore.
 
« Inenarrabili, vi dico!» ripeté Ged, accompagnando le sue parole con un gesto teatrale del braccio destro, mentre con il sinistro si sorreggeva al bastone.
« Pothien è un piccolo paradiso incontaminato, ma si è preservata pura solamente grazie alla magia dei Giganti. Li vedete? Ci sovrastano, sembrano volerci schiacciare sotto alle loro moli formidabili…eppure non lo fanno. Anzi, ci forniscono acqua, carne, tutto quanto ci è indispensabile!»
« I monti sono magici, Ged?» domandò un bambino in prima fila.
« Oh, lo sono, eccome!» rispose paziente il vecchio alzando lo sguardo alle cime lontane.
La platea seguì il sue gesto, ritrovandosi a contemplare a sua volta la catena montuosa incombente. La luna brillava nel cielo sereno e le stelle sembravano lì ad un passo. Quando il cantore riportò gli occhi ai suoi ascoltatori, tutti gli dedicarono di nuovo totale attenzione.
« La storia che vi racconterò questa notte, bambini di Pothien, narra della Cascata del Potere»
Un coro di “oh!” accolse le sue parole e Ged sorrise compiaciuto.
« Ora ascoltatemi attentamente. Era una notte limpida e calda, proprio come questa, quando Nastomer lasciò la sua povera dimora. Non aveva più niente, il povero ragazzo, tutta la sua vita era racchiusa nel sacco che portava sulla spalla e nella spada che gli pendeva dal fianco sinistro. Non sapeva dove andare, non aveva più una famiglia. Nastomer camminò per giorni sotto il sole cocente delle pianure del sud, nutrendosi di erbe, funghi e bacche, e dei piccoli animali che ogni tanto riusciva a catturare. Le acque sorgive lo dissetavano. Perse il senso del tempo, tanto le giornate si susseguivano identiche le une alle altre. Ma una notte, Nastomer fece un sogno: un uomo, un nano e un elfo gli apparvero in vesti fulgide e armi splendenti. “Prendi le armi,” gli dissero “una guerra attende nel tuo futuro”. Nastomer si svegliò in preda al panico. Che erano quelle persone? Erano reali? A che guerra si riferivano? Lui non sapeva combattere, non sapeva nemmeno cacciare. Turbato riprese il proprio cammino. La notte successiva ricevette una nuova visione: una donna bellissima, mezza umana e mezza pesce, gli parlò con una voce celestiale e gli disse “Ti sto aspettando, Nastomer. Cerca la Cascata”. Confuso, il ragazzo si domandò a che cascata potesse riferirsi quella sirena. Non sapeva che esistessero cascate in quella zona della Terra dei Tuoni, ma desiderava molto incontrare la creatura meravigliosa del sogno. Così, cominciò ad interrogare ogni viandante, ma nessuno sapeva dargli le risposte che cercava. Sempre più perplesso, Nastomer prese a frequentare i sobborghi delle città che si trovavano sul suo cammino. Domandava a chiunque incontrasse se ci fosse una cascata da quelle parti, ma nessuno ne conosceva una. Dopo mesi di infruttuose peregrinazioni, stanco e scoraggiato, decise di rinunciare. Preparò la sua bisaccia e si accinse a tornare nel suo paese natio. “Fermo!” una voce tuonò nella valle deserta gelandogli il sangue nelle vene. Si guardò attorno, terrorizzato…ma non riuscì a scorgere nessuno. “Chi sei?” domandò incerto. “Sono colui che ti condurrà alla Cascata del Potere”. La voce guidò Nastomer passo dopo passo, attraverso la sterminata piana di Thann, il bosco Lossar e il fiume Morgael dalle acque mortifere. Il viaggio fu lungo e difficile, ma Nastomer fu ricompensato: la sirena, Kore, che custodisce la Cascata, diede al ragazzo il permesso di bagnarsi in quelle acque. In questo modo, Nastomer acquisì il potere di controllare gli elementi della natura, diventò uno Stregone»
Ged si lisciò la barba soddisfatto alla vista dei volti annichiliti dei bambini attorno a lui. Sorrise compiaciuto.
« E poi che cosa è accaduto, Ged?» piagnucolò il solito bambino.
Ged gli si avvicinò, le sopraciglia cespugliose che incorniciavano i penetranti occhi azzurri.
« Poi, Nastomer raggiunse la reggia degli elfi nel Reame Eterno e incontrò Re Horlon, il nano Kirik e il mago Storr, che dissero di averlo atteso con ansia per contrastare i draghi nella guerra incipiente. Come sapete, la guerra con i draghi durò centinaia di anni e si concluse con un concordato di pace proposto proprio da Nastomer e firmato da lui stesso, da Horlon, Kirik, Storr, e da Bearkin, il sovrano dei draghi. La tregua dura ancora oggi» concluse con un’alzata di spalle.
« Ma come, Ged, non ci racconti della guerra?» si lamentò una vocina.
Ged, che già si stava allontanando, si fermò e affrontò il suo pubblico con un sorrisetto divertito.
« Vorrai scherzare, ragazzo! Mi ci vorrebbero tre giorni e tre notti per raccontarvi anche questa storia. E poi non ha niente a che fare con la Cascata del Potere. La prossima volta, magari, vi racconterò dei draghi»
Percosse la terra con la punta del bastone e si allontanò nella notte.
 
Liam si alzò e si stiracchiò soddisfatto.
« Ged non mi delude mai! Nonostante abbia già ascoltato questa storia decine di volte non ne sono mai sazio»
Irthen si alzò a sua volta e puntò i limpidi occhi verdi in faccia al fratello maggiore. Liam lo squadrò sospettoso.
« Che c’è?» domandò scompigliandogli i riccioli castani quando fu certo che Irthen non avrebbe commentato il suo sguardo insolitamente mesto.
« Credi che esista davvero quella Cascata?» disse pensoso mentre lasciavano la piazza diretti verso la casetta su due piani in cui abitavano ai margini della cittadina.
Il bel viso di Liam si rabbuiò.
« Credo che in ogni leggenda ci sia una base di verità, Ir»
Il ragazzo continuò a camminare senza rispondere. Scuotendo il capo divertito, Liam non poté fare a meno di pensare tra sé e sé “Non può esistere leggenda più vera di questa”.





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Ed eccoci di nuovo qui! Questa volta voglio provare un nuovo brivido: tento (che fatica!) di sopprimere il mio predominante lato puntiglioso e di pubblicare i capitoli man mano li scrivo..ovviamente impazzirò, ci impiegherò un'esistenza per postare, ci saranno mille contraddizioni e via dicendo..portate pazienza :) Ovviamente le eventuali recensioni sono sempre graditissime (Hareth e Socorro98 vi aspetto al varco XD), soprattutto perchè se non mi insultate quando scrivo delle oscenità letterarie io non posso saperlo!! :D Grazie a tutti, e buona lettura!
Cat
   
 
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