Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Mary vs Kiara    24/05/2004    3 recensioni
Shampoo fa un patto con un'orrenda creatura per far sparire Akane. La ragazza viene trasportata in una strana dimensione, abitata da leggendarie figure, e dimora di orribili segreti.. Sulla terra, intanto, Ranma cerca disperatamente un modo per salvare la sua fidanzata, ma stavolta sarà davvero in grado di riuscirci?
Una storia di sentimenti e avventura, mito e magia, amore e vendetta.
WARNING: This ff belongs to Krista Perry and it's translated by Mary and Kiara with author's permission.
ATTENZIONE: Questa ff appartiene a Krista Perry ed è tradotta da Mary & Kiara con il permesso dell'autrice.
Aggiornamento del 24/12/10 - **Online l'undicesima parte**
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NoTa LeGaLe: Tutti i personaggi di Ranma ½ sono creazione ed appartengono esclusivamente alla brillante Rumiko Takahashi, e sono usati senza permesso.



CUORI DI GHIACCIO





Parte prima: L’Incantesimo di Sangue




Capitolo 2



Akane e Ranma erano nel corridoio della scuola, imbronciati, ciascuno con due secchi in mano, ognuno tentando attentamente di ignorare l’altro.

Starnutirono contemporaneamente.

Ranma tirò su col naso e se lo sfregò. « Gah. Qualcuno sta parlando di noi ».

Akane sbuffò. « Non riesco ad immaginare il perché ».

« E questo cosa significa? »

Lei lo guardò di traverso. « Volevo essere sarcastica, zuccone. È probabile che gli insegnanti stiano discutendo del perché siamo di nuovo arrivati in ritardo. Saremo fortunati se la professoressa Hinako non comparirà con la sua moneta da 5 yen tra un paio di minuti ». Akane sorrise appena, vedendo Ranma fare una smorfia e ruotare gli occhi come se si trovasse di fronte alla iperattiva professoressa Hinako e al suo Happo Goen Satsu, ma si velò di serietà quando Ranma si voltò verso di lei.

« Tu non pensi ci proverà, vero? Solo perché abbiamo fatto tardi? Dico, stiamo già tenendo questi stupidi secchi d’acqua ».

« Oh, non lo so » rispose Akane, dondolandosi sui talloni. « Ho sentito che è stata capace di farlo persino per le offese minori, come masticare chewing gum in classe, o parlare a sproposito. Credo che arrivare a scuola cinque minuti più tardi, o dieci minuti nel tuo caso… »

« Ehi, io ho dovuto cercare dell’acqua calda, non certo grazie a te… »

« …sarà sufficiente perché Hinako ci punisca entrambi. Mi chiedo cosa farà papà quando mi vedrà senza energia e scoprirà che è stata tutta colpa tua ».

Ranma impallidì, sapendo per esperienza come reagiva Soun Tendo se succedeva qualcosa alle sue amate figlie. L’attacco energetico della testa demoniaca non era un fatto da prendere alla leggera.

"Ci mancherebbe solo questo". Ranma si fissava i piedi, cupo, e ruotava il secchio con la mano, facendone agitare e vorticare il contenuto. Immediatamente si fermò, lasciando acquietare l’acqua. Dal giorno della maledizione non aveva mai avuto tanta fortuna con questo elemento. Era quasi una cosa sensibile a lui, si dava da fare a scovarlo per trasformarlo in ragazza nei momenti meno opportuni e rendergli la vita infelice. Di certo non aveva bisogno di un “incidente” con il secchio nel bel mezzo della scuola proprio in quel momento. E in cima a tutto ciò che era andato storto quel giorno, c’era sempre la sensazione che sarebbe accaduto qualcosa di veramente tremendo. Presto. Qualcosa di molto peggio che essere attaccato da Hinako o dover affrontare la testa demoniaca del signor Tendo. Ranma scosse il capo, cercando di far chiarezza. "Cavoli! Perché non riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione? Mi sta facendo diventar matto!"

Akane guardava Ranma con la coda dell’occhio, piegò le sopracciglia in un cipiglio confuso, che non raggiunse del tutto la sua bocca. "Che strano!" pensò. Non stava rispondendo alle sue canzonature come faceva di solito. Le piaceva vedere l’onnipotente e borioso Ranma agitato e impaurito, e solitamente ogni riferimento alle reazioni di suo padre erano abbastanza da scatenare in lui indignazione e tartagliamento. Invece il ragazzo col codino se ne stava a fissare il pavimento, con uno sguardo insolito, quasi triste, negli occhi.

La sua perplessità si trasformò in preoccupazione. Forse stava male? No, Ranma non stava mai male, tranne quella volta in cui Happosai gli aveva attaccato il raffreddore, ma quella era stata l’unica. Inoltre, a parte il suo sguardo, sembrava perfettamente in forma. Allora cos’aveva? Era inspiegabilmente remissivo, e Akane cominciava a notare che, a prescindere dall’incidente sulla recinzione, non le aveva rivolto neanche uno dei suoi soliti insulti. Forse non voleva più litigare con lei? No, di certo non si trattava di quello. Altrimenti non avrebbe parlato di Shampoo, quell’idiota.

Ad ogni modo, c’era sicuramente qualcosa che lo turbava. Forse se ne avesse parlato, si sarebbe sentito subito meglio e avrebbe ripreso a comportarsi come sempre. Non le piaceva vederlo in quel modo. Non che il suo vero ‘io’ fosse migliore, ma almeno lei sapeva come prenderlo in quel caso.

Deglutì. D’altro canto, se avesse lasciato trasparire la sua preoccupazione, Ranma si sarebbe fatto la bizzarra idea di piacerle, o qualcosa di ugualmente stupido. Come se lei avesse potuto ama… provare qualcosa per un idiota pervertito come lui.

« Ranma? » Mise volontariamente un freno nella sua voce, non volendo sembrare troppo preoccupata. « C'è qualcosa che non va? »

Lui non alzò lo sguardo. « Niente ». L’idea di provare a spiegarle la sua sensazione gli era più volte passata per la testa, ma poi aveva percepito la rabbia nella voce di Akane, e aveva capito che qualunque spiegazione avesse provato a dare, gli avrebbe procurato probabilmente solo una secchiata d’acqua fredda e nuovi lividi, per gentilezza del secchio di lei. E poi, tutto questo non aveva un senso neanche per lui, perciò figuriamoci come avrebbe potuto lei comprendere. Akane non capiva neanche quando la spiegazione era perfettamente ovvia.. Ripensò a Ryoga/P-Chan, uno degli esempi migliori della dura e senza eguali ottusità di Akane, e sospirò. « Almeno, nulla che tu ascolteresti » concluse.

Oops. Con la coda dell’occhio notò l’aura battagliera di Akane agitarsi. In un modo o nell’altro l’aveva fatto di nuovo, e non era neanche sicuro di cosa avesse detto per farla arrabbiare, soprattutto quando aveva provato così duramente a non scatenare la sua collera. Si voltò di scatto, saltando in aria con il secchio, mentre l’acqua schizzava proprio nel punto in cui si trovava prima, colpendo il pavimento, nel momento in cui Ranma si lanciava e atterrava su una mattonella asciutta. Si girò per urlare ad Akane, ma non fece in tempo, che il secchio della ragazza lo colpì al lato della testa, facendo rovesciare quello di Ranma e infradiciandolo, mentre lui cadeva rovinosamente sul pavimento.

« Ranma, sei uno stupido! »

Ranma si riprese immediatamente e si rimise in piedi, evitando appena un altro colpo col secchio. Saltò all’indietro e si fermò, gocciolante, azzardando un’occhiata ad Akane solo quando capì che si era calmata.

« Accidenti, Akane, perché cavolo lo hai fatto? » urlò Ranma, adirato e frustrato per quell’attacco immotivato. « Io non ho fatto nulla, maschiaccio violento psicopatico! »

Akane stava in posa di combattimento, col secchio vuoto in mano. Teneva i denti serrati e le sopracciglia corrugate per la collera. Poi, senza preavviso, l’aura combattiva si spense e gli occhi le si riempirono di lacrime non versate.

Ranma aprì la bocca e indietreggiò spaventato. « Cosa… Che ti prende? » Alzò la voce. « Non avrai intenzione di piangere, vero? Accidenti, perché? »

Akane lasciò cadere fragorosamente il secchio vuoto sul pavimento. « Ranma, idiota, è logico che sei troppo stupido per capire che razza di verme insensibile sei! E pensare che ero preoccupata per te! » Detto ciò, Akane si voltò e, per la seconda volta quel giorno, fuggì, lasciando nel corridoio allagato della scuola una Ranma ragazza bagnata fradicia, che continuava a fissarla, con la bocca ancora spalancata per la sorpresa.

"Lei era… preoccupata? Per me?"

Svoltato l’angolo, Akane si appoggiò alla parete, il petto le sobbalzava ad ogni silenzioso singhiozzo. Sentì le lacrime traboccare e scivolarle giù lungo le guance, e nascose il viso tra le mani. "Perché l’ho fatto?" pensava miseramente. "Non è che mi avesse davvero insultato. Ha detto solo che non avrei ascoltato, ed io non ho fatto altro che dargliene prova! Cosa c’è che non va in me oggi?"

Si asciugò il viso e provò a riacquistare il controllo di sé. "Mi sento irritabile da tutta la mattina. Forse ho semplicemente un problema di nervi". Sospirò, pensando con rimpianto a Ranma.
"Be'" si disse, cercando senza successo di tranquillizzarsi, "forse era quello che si meritava". Si diresse nella toletta e si mise in ordine.

----------------

Shampoo avvertì il tocco di una piccola mano rugosa sulla fronte, aprì poco a poco gli occhi e vide Cologne piegata su di lei. Gemette e si guardò intorno, riconoscendo il rifugio che le sua bisnonna aveva costruito per il loro soggiorno in Cina. Il pulviscolo danzava sopra di lei, nella luce arancione del tramonto, che penetrava attraverso la finestra della piccola capanna coperta di paglia.

« Bene, bisnipote » sussurrò gentilmente la vecchiaccia rugosa. « A quanto pare, ce l’hai fatta. Devo ammetterlo, avevo i miei dubbi riguardo al tuo ritorno dalla montagna. Tu sei una dei pochi che siano riusciti a raggiungere l’Antico ».

« Shampoo fa tutto per Lanma » rispose Shampoo in giapponese sgrammaticato. Poteva parlare in mandarino, o perfino in giapponese corretto, se voleva. Dopotutto, viveva in Giappone da quasi un anno intero ormai.

Ad ogni modo… aveva scoperto che le persone, inclusa la sua bisnonna, tendevano inconsciamente a sottovalutarla, quando recitava la parte della stupida, e Shampoo intendeva sfruttare ogni vantaggio che poteva avere. Era quasi divertente. Cologne ora utilizzava più il giapponese che il mandarino, nel tentativo di aiutarla a parlare in modo più scorrevole. Shampoo sapeva che per la sua bisnonna era una lieve, ma costante irritazione il fatto che non pareva mai fare progressi. Ma Cologne sembrava più interessata a fare di lei una grande guerriera che un’intellettuale, e Shampoo era contenta di lasciar credere a lei e agli altri che non fosse poi così intelligente.

Sorrise debolmente, mentre si sforzava di mettersi seduta, poi vacillò quando gli effetti delle ferite si fecero sentire. Batté gli occhi stancamente e provò ad alzarsi, ma fu fermata dalla mano di Cologne.

« Non ancora, bambina. Prima bevi questo. Ti farà sentire meglio ». Cologne porse a Shampoo una tazza fumante, che lei prese e portò alla bocca con mano malferma. Quella miscela era amara – come la maggior parte delle pozioni della sua bisnonna – ma non esitò, e la mandò giù senza storie. Sorrise quando avvertì una nuova forza percorrerle subito il corpo.

« Grazie, bisnonna ». Scrutò la capanna, per cercare…

« È qui, bambina » disse Cologne, premendole la boccetta di cristallo sulle mani. « L’avevo messa al sicuro mentre ti riprendevi ».

Shampoo guardò la boccetta. Il cristallo era freddo contro i palmi delle sue mani. « Tu non ne avere usato un po’ mentre dormivo? » chiese. Il sangue del dragone possedeva un immenso potere, ma a lei occorreva tutto, sino all’ultima goccia, per ciò che aveva in mente per Ranma.

Il vecchio viso rugoso di Cologne si inasprì in un cipiglio adirato. « Per chi mi hai preso, bambina? Dubito ancora che tu abbia la saggezza di far uso di un simile potere oscuro. Qualsiasi cosa pagata col sangue non è solo pericolosa, ma spesso comporta dolore ».

Shampoo guardò la vecchia donna di traverso. « Cosa vuoi dire? Tutto questo essere tua idea in principio. Tu dire che il piano riuscire ».

« Credo di aver accidentalmente detto che il sangue di drago assicura il successo di qualsiasi incantesimo, niente di più » disse Cologne drizzando critica un sopracciglio.

« Magnifico! » ribatté Shampoo, trattenendo lo stimolo a discutere. « Niente di più. Abbiamo provato di tutto, e ancora Lanma non lascia violenta ragazza pervertita Akane ».

Cologne lanciò alla bisnipote uno sguardo torvo. « È esattamente questo il punto, Shampoo. Pensa. Circa un anno fa, desti ad Akane il Bacio della Morte. Se tu avessi perseguito il tuo scopo, invece di lasciare che la compassione intenerisse il tuo cuore di combattente, ora non saremmo qui, ridotte infine a far uso di magia oscura per intrappolare il futuro marito ».

Shampoo corrugò la fronte. « Non essere così semplice » disse. E non lo era. Era vero che aveva dato ad Akane il Bacio della Morte, quando era arrivata in Giappone, perché lei intralciava la sua legittima rivendicazione su Ranma. Ma quando si erano affrontate nel campo della Scuola Superiore Furinkan, lei… non era riuscita a farlo. Non era riuscita ad uccidere Akane. Invece aveva usato la Tecnica Xi Fa Xiang Gao di Pressione delle Dita per cancellarle il ricordo di Ranma dalla mente. Tuttavia non era durata a lungo. Akane si era ripresa senza neppure ricevere la cura adeguata, i suoi subconsci sentimenti per Ranma le avevano restituito completamente la memoria.

Era il secondo fallimento di Shampoo. Prima non era riuscita a sposare Ranma come voleva la legge, e poi aveva lasciato Akane in vita. Un disonore due volte maggiore.

Eppure… se avesse avuto l’opportunità di rifare tutto, non si sarebbe comportata diversamente. Shampoo non aveva mai ucciso nessuno prima. Sapeva che fosse suo dovere farlo, ma nel profondo dell’anima, in un posto che non le piaceva ammettere che esistesse, non voleva. Per un’amazzone, questi spasimi di… pietà?… erano una debolezza imperdonabile.

« Io non potere uccidere Akane » riprese, con la voce piena di saggezza. « Non potere allora, e non potere adesso. Capisci, bisnonna? Io uccido Akane, Lanma si arrabbia e nessun incantesimo sarà abbastanza forte da legare Lanma a me. Lui cocciuto, lui combatterà fino alla morte ».

Lo sguardo bieco di Cologne si addolcì, e sogghignò pacata. « È vero. Il futuro marito è piuttosto… ostinato, per dirla breve ».

Shampoo sorrise maliziosa. « È una qualità che lo rende uomo forte » disse, con gli occhi che le brillavano. Poi il suo sorriso lasciò il posto alla preoccupazione. « Quest’incantesimo… non renderà Lanma schiavo, vero? Shampoo volere Lanma libero ». Shampoo voleva che Ranma la guardasse nel modo… nel modo in cui guardava Akane tutte le volte in cui lei era in pericolo, o quando pensava che nessuno si accorgesse che la guardava. Quel tipo di sguardo non poteva scaturire da una mente schiavizzata, a prescindere da quanto devoto potesse essere lo schiavo. Aveva fatto di tutto per convincere Ranma a stringerla fra le sue braccia: ricatto, corruzione, funghi ipnotici e altri mezzi strani. Ma sebbene quei momenti le dessero un po’ di soddisfazione – a partire dalla gelosia di Akane – sentiva sempre dentro di sé il dolore che scaturiva dal desiderio che Ranma la amasse spontaneamente.

« I parametri dell’incantesimo sono molto chiari » rispose Cologne, guardando la piccola pergamena antica che giaceva su un tavolino di fortuna. « Non è coinvolto alcun controllo della mente, a meno che non sia tu a desiderarlo. L’incantesimo è indicato per cambiare i fatti a favore di chi lo fa secondo le istruzioni date. Devi pensarci attentamente prima di iniziare, o l’incantesimo avrà degli effetti disastrosi ».

Shampoo annuì, soddisfatta del fatto che Cologne avesse asserito alla sua comprensione dell’incantesimo, ed accarezzò la boccetta contenente il sangue del dragone che aveva tra le mani. « Non preoccuparti, bisnonna. Shampoo sa esattamente quale istruzione dare ».

Cologne annuì sollecitamente, ma la sua espressione era cupa. « Allora suppongo che nulla ci trattenga dal continuare. Comunque… »

Shampoo batté le palpebre con stupore. Il viso della sua bisnonna era pieno di qualcosa di simile ad… apprensione?

Cosa stava succedendo nel mondo? La sua bisnonna, l’impavida matriarca amazzone, aveva dei ripensamenti?

« Comunque? » la incitò.

« Sei assolutamente certa di volerlo fare, bisnipote? » domandò nuovamente Cologne. Lo sguardo della vecchia donna parve incendiare l’animo di Shampoo. « Per un anno hai agito con leggerezza con il futuro marito, cercando di conquistare il suo cuore. Fino a questo momento, non hai procurato a lui, o a quelli che gli stanno intorno, un male duraturo. Se farai l’Incantesimo di Sangue, tutto cambierà. Sarà fatto un danno permanente, e non ci sarà via di ritorno… per nessuno di noi. Facendo l’Incantesimo di Sangue, ci consegneremo irrevocabilmente alla nostra maledizione. Saremo entrambe completamente bandite dalla legge e dall’onore delle Amazzoni. Non ci sarà pietà, nessuna festa, e nessuna concorrenza cordiale e innocua dopo. Questo incantesimo è un punto da cui non si può tornare indietro ».

Shampoo rispose con fermezza allo sguardo di Cologne. « Tu l’hai detto me prima. Io sapere ».

« Dunque, te lo chiedo per l’ultima volta. Sei assolutamente certa di voler fare l’Incantesimo di Sangue? »

Non ci fu neanche un attimo di esitazione. « Io certa, bisnonna ».

Cologne sospirò profondamente, e per un breve istante, tanto rapido che Shampoo ebbe il dubbio di esserselo immaginato, la vecchia amazzone parve incredibilmente stanca. Ma poi si raddrizzò e, con un movimento pacato, usò il suo bastone per prendere dal tavolo la pergamena, legata alla catenina d’oro. La fece dondolare davanti al volto di Shampoo.

« Dunque, vogliamo cominciare? »


Continua…

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Mary vs Kiara