Ingoia una goccia che sa di morte.
Lenta, scivola attraverso il senno e la ragione, bruciando carne e anima… eppure riesce a sentirli. Ogni parola, ogni sussurro, ogni ordine impartito con severa disciplina. Sente il fiato del medico che le lacera il petto col bisturi, sente il tintinnare lento della soluzione salina nelle vene, il lontano brusio della folla lassù, sugli spalti – centinaia di voci sconosciute che tentano di comprendere il miracolo, bramose di una stilla di sapere.
Trattiene il fiato, non è difficile. Deglutisce ed ingoia una goccia che sa di fine e di pace, la medicina più amara e meravigliosa del mondo.
Dovrebbe dormire fra le braccia della morte, invece è qui: distesa fra la vita e la scomparsa, su un lettino di gelido ferro.
Kings of Medicine, Placebo